Boaz Content Banner Jachin

 

INIZIAZIONE  E  LIBERTA’

di “Fratel Coniglio”

 

 

 

Mi collego all’ottimo intervento del Fratello “New Deal” [NDR: clicca su DEMOCRAZIA E TRADIZIONE (dal Fratello “New Deal”) ] per fare qualche ulteriore considerazione in merito al rapporto tra Democrazia e Tradizione. È senz’altro vero che gli istituti della democrazia rappresentativa, nella scelta delle cosiddette Guide, abbiano sempre fatto parte della tradizione massonica. Nessuno lo disconosce, neppure i fratelli cui si riferiva “New Deal”, i quali tuttavia avvertono “odore di profanità” allorché la libero-muratorìa viene accostata all’idea stessa di democrazia. E tutto ciò è anche comprensibile: come può una parola che subito evoca nell’immaginario collettivo “il potere delle masse”, avere cittadinanza in una catena iniziatica che, per definizione, raccoglie individui che si sono “elevati”, cercando faticosamente di liberarsi dalle “passioni” delle masse e dalla profanità del senso comune? Questi stessi fratelli d’altra parte non avvertono alcuna contraddizione tra l’adozione di procedure democratiche per eleggere le Guide e l’avversione alla democrazia, intesa come fiera di vanità e palestra di profanità. E anche qui in fondo hanno ragione. Perché in cuor loro sanno che non di vera democrazia si tratta, ma di un vero e proprio “rituale” in forza del quale chi detiene il potere lo trasmette nuovamente ad altri da lui designato. Insomma la democrazia che funziona per questi fratelli, la sola alla quale sono adusi è quella che più di ogni altra somiglia alla pratica della cooptazione. Come osservava infatti il fratello “New Deal” il gruppo che detiene il potere esercita anche il monopolio dell’informazione (riviste, radio, sito ufficiale, gestione esclusiva dell’elenco nominativo dei fratelli ecc…) dal quale estromette, direi quasi per “proprietà iniziatica”, tutti i candidati alternativi alla maggioranza, ai quali peraltro, per una sorta di tolleranza introdotta dai media è concessa la propaganda solo alla vigilia delle elezioni per la Gran Maestranza, cioè quando tutto è già stato deciso.
La scelta elettiva e la successiva consacrazione dell’eletto mediante la cerimonia di installazione, del resto, non è prerogativa massonica. È adottata persino dalla chiesa cattolica in Conclave e non è sempre detto che nell’elezione del Papa la maggioranza perpetui se stessa. Al contrario, il più delle volte si assiste ad un naturale e per così dire sovrannaturale ricambio tra le diverse correnti di pensiero che, più o meno tacitamente, animano la Chiesa.
Io, invece, non ricordo – ma potrei sbagliare – elezione di Gran Maestro che non sia avvenuta mediante tacita “designazione” da parte del precedente, fatti salvi i casi di scissione – purtroppo sempre ricorrenti – e con l’eccezione dell’attuale Gran Maestranza che continua a prorogare l’investitura direttamente a se stessa da ben tre consecutivi mandati, com’è noto, ciascuno della durata di 5 anni, di cui il terzo mandato neppure legittimato da un voto interpretativo e giustificativo della Gran Loggia, e ciò nella probabile violazione della stessa costituzione massonica.
Alla luce di quanto sopra, voglio rassicurare i fratelli comprensibilmente timorosi che un uso indiscriminato della dialettica democratica – così come oggi è intesa e praticata nell’agone politico – finisca per favorire l’insorgere dei “mostri della profanità”. Perché qui non di democrazia – bene o male intesa – si tratta ma di libertà. Libertà di pensiero e di civile espressione, tolleranza delle opinioni diverse non solo nella ricerca e nell’approfondimento delle tradizioni, ma anche relativamente al funzionamento e all’organizzazione dell’intera comunità massonica. A questi fratelli “timorosi”, che ho cari forse persino più degli altri, voglio appena ricordare che senza libertà di pensiero e di coscienza la Massoneria perde la sua stessa ragion d’essere, come ammonisce tutta la nostra tradizione che non a caso onora in Giordano Bruno ogni martire della libertà di pensiero.
Ai fratelli del grande oriente democratico dico invece che sbaglierebbero se considerassero questo loro impegno non come una palestra dove esercitare la libertà di coscienza e garantire il confronto delle intelligenze, ma come l’azione di una corrente scissionistica, di una sorta di “sinistra massonica” (cfr. gli articoli recenti apparsi sui quotidiani Il Riformista, Il Corriere della Sera ecc…), pronta in tempi più o meno brevi a separarsi dal G.O.I.
A tutti, infine, e soprattutto ai cosiddetti profani, voglio ricordare ancora il fratello “New Deal” allorché sottolinea la necessità di distinguere il momento organizzativo da quello iniziatico. Il “segreto” di cui ci sentiamo depositari non si nutre di “intrallazzi e faziosità” come da secoli tentano di far credere i manipolatori della società civile, né è quello che la Chiesa ci attribuisce con fantasie talora deliranti (basta vedere come alcuni siti religiosi parlano ancora oggi della Massoneria) e con accuse del tutto simili a quelle che nel Medioevo portarono alla distruzione dei Templari. Chi lavora per continuare ad accreditarci di un simile segreto lo fa – come bene ha osservato il curatore di questo sito nell’editoriale del 6 Giugno u.s. – solo a suo uso e consumo, per intorpidire le acque e per trarne vantaggio, poco importa se egli sia esterno o interno all’istituzione massonica.
I soli “segreti” che rivendichiamo sono quelli che ci collegano alla tradizione iniziatica dell’Occidente (neppure tuttavia tralasciamo le tradizioni orientali), a cominciare dai Piccoli e Grandi Misteri di Eleusi dove, come tramanda Aristotele, “si andava non per apprendere ma per provare, attraverso un’esperienza mistica, una profonda emozione religiosa”. È di questa emozione e di questa religiosità che si nutre il segreto massonico, di questo “passaggio” dalla vita comune e profana ad un’esistenza consacrata alla crescita interiore, alla rettificazione dei vizi, delle vanità e dei pregiudizi, per il bene nostro e a beneficio dell’intera umanità. Questo dunque “il segreto” che gelosamente custodiamo, perché anche volendo non potremmo descrivere a parole una condizione spirituale che coinvolge prima di tutto la coscienza dell’iniziato, di colui che in piena libertà ha deciso di “andare oltre”, di “rinascere” in questa stessa vita per iniziare un viaggio nuovo e un’esperienza diversa.
Ecco dunque perché non c’è iniziazione senza libertà. Ecco perché non è possibile consentire oltre che un fratello si senta minacciato o impedito di esprimere la propria civile opinione, anche e soprattutto quando sia in dissenso da quella prevalente e/o imposta dalle cosiddette Guide.
In proposito, voglio concludere con qualche osservazione che potrebbe aiutare a riempire di contenuti un titolo di questo vostro sito che ho molto apprezzato ma che con mio dispiacere continua a restare vuoto: PACIFICAZIONE NAZIONALE DEL G.O.I. : UNA PROPOSTA.

  1. Per quanto riguarda la legittimità delle ultime elezioni per la Gran Maestranza, ormai purtroppo non resta che attendere le decisioni dei tribunali civili. A meno che lo stesso Gran Maestro non decida da solo di farsi da parte, prendendo magari ancora un anno di tempo per proporre riforme condivise e per indire nuove elezioni.
  2. Una riforma dovrebbe riguardare la giustizia massonica, anche al fine di scongiurare il crescente rivolgersi dei fratelli alla giustizia ordinaria. Basterebbe stabilire che la sospensione dei fratelli è possibile solo in forza di provvedimenti dell’autorità giudiziaria a seguito di imputazione di reati civili e penali, mentre l’espulsione solo per le condanne passate in giudicato. In tutti gli altri casi, la pena massonica massima non dovrebbe prevedere più di un anno di sospensione dai lavori, fatta salva la recidività e/o la compresenza di reati perseguibili dalla giustizia ordinaria. Inoltre, occorre stabilire che le Tavole d’accusa per “reati” di opinione non possono essere prese in considerazione, a meno che l’opinione stessa non sia espressa in modo incivile ed offensivo.
  3. La libertà di espressione e di manifestazione del pensiero deve essere garantita stabilmente, anche attraverso l’uso di siti, blog, e posta elettronica, circolazione di scritti inerenti il lavoro massonico e la sua organizzazione. Il sito del G.O.I. e le riviste ufficiali devono poter accogliere interventi dei fratelli anche non in linea con le opinioni dominanti, purché naturalmente meritevoli di pubblicazione, non solo sotto il profilo della grammatica e della sintassi, ma anche in virtù dell’originalità e/o dell’attualità delle idee espresse e sempre che non siano civilmente o penalmente perseguibili. Gli elenchi nominativi dei fratelli (regionali e/o nazionali) devono essere messi a disposizione dei candidati alle varie competizioni elettorali, fatti salvi l’impegno d’onore e la responsabilità degli stessi candidati a non divulgarli.

 

Invito infine i conduttori del sito del grande oriente democratico a sollecitare i fratelli del G.O.I. ad inviare proposte per un’autentica pacificazione nazionale.
In conclusione, mi firmo “fratel Coniglio”, perché come tanti altri che amano la nostra istituzione, sono costretto mio malgrado, per il timore di essere sospeso, alla clandestinità e all’anonimato per esprimere le mie idee. Perché in questa Massoneria, così com’è oggi, l’opinione non allineata diventa subito DISCRIMINE, TAVOLA D’ACCUSA, ESPULSIONE. 

Fratel Coniglio

 

 

 

 

 

 

 

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com