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Massoneria Azzurra: πάντοτε ζητεν τν λήθειαν /Grande Oriente Democratico: Veritas filia temporis

 

 

 

 

Questo contributo si riconnette in via diretta ed esplicita a:

Gran Loggia GOI 2012. Bilancio consuntivo (clicca sopra per leggere).

Tuttavia, esso presuppone anche l’attenta metabolizzazione di

Grande Oriente Democratico e "Massoneria Azzurra". Parte 1 dell'1-2 febbraio 2012 (clicca sopra per leggere).

Massoneria Azzurra e Grande Oriente Democratico. Parte II dell'8 marzo 2012 (clicca sopra per leggere)

Gran Loggia 2012. Il Regime Putrescente e in rapida dissoluzione di Gustavo Raffi & Compari e il mancato Coordinamento delle Opposizioni (clicca sopra per leggere).

E il punto di partenza dialettico da cui vorremmo partire è uno scritto recente apparso sul Sito www.massoneriaazzurra.org , cioè:

“Lo spettacolo indegno”, lettera-articolo del 16 aprile 2012 (clicca sopra per leggere).

In questo testo si recita una sorta di lamento apocalittico e piagnone, all’insegna della convinzione che ormai tutto è perduto, che lo stato presente del GOI è ormai irrecuperabile e irriformabile, che conviene affrettarsi ad

“abbandonare la nave quanto prima cercando di restituire ai Massoni (pochi) un barlume di speranza nei confronti di una Massoneria almeno decente”.

Si aggiunge poi che

“Si illudono coloro che ancora pensano di condurre battaglie dall’interno poiché ci pare evidente che manchi la materia prima cioè i Fratelli. Tantomeno potranno avere effetto le battaglie giudiziarie che non serviranno  a restituire dignità a coloro che ormai l’hanno irreversibilmente perduta”.

Nihil sub sole novum, verrebbe la voglia di commentare.
Da sempre, in seno al Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, si sono consumate tali savonaroliane scomuniche dell’irregolarità dei vertici e della corruzione dei mores, con piglio più o meno scandalizzato, saccente e invocante un non meglio precisato ritorno alla Tradizione e alla Regolarità.
E da questi lamenti di Geremia sterili e infecondi si sono poi originate delle “scissioni” di quattro, otto o dodici gatti, le quali hanno in primo luogo arrecato sollievo e giubilo ai “vertici corrotti”, oggetto degli strali apocalittici, i quali attendevano proprio questo: di disgustare e stancare i Fratelli sino al punto da indurli ad andarsene. Specie con riguardo a quei Fratelli meno inclini ad appecoronarsi ai diktat tirannici e al conformismo di regime.
Ma esiste anche un conformismo ribellista che, in luogo di comprendere il valore esemplare e storico di una battaglia incessante condotta “dall’interno” (poco importa se operata attraverso una dolorosa e lunga traversata del deserto) si crogiola nell’illusione che la Massoneria Universale o quella italiana sentano il bisogno della ennesima comunioncina autoreferenziale, scissionista in nome di una non meglio argomentata purezza iniziatica e legalitaria.
Nel recente passato, alcuni di quei Fratelli che dettero origine alla breve ed effimera stagione di “Grande Oriente Libero”, delusi per la sconfitta (largamente prevedibile) della Lista Di Luca (il cui unico cardine programmatico era : “Ritorno alla Tradizione”…ma de che? ) da loro appoggiata, se ne andarono dal GOI sbattendo la porta con le stesse identiche parole dell’autore (ignoto) di “Lo spettacolo indegno”, lettera-articolo del 16 aprile 2012 (clicca sopra per leggere), dando vita ad alcune incolori “Logge di San Giovanni”.
Ora, il problema di fondo, sia che si rimanga nel GOI per riformarlo/rivoluzionarlo dall’interno, sia che si fuoriesca per dar vita ad alternative comunità massoniche, è sapere che tipo di Libera Muratoria si vuole realizzare.
Prendiamo per un attimo in considerazione che effettivamente alcuni Fratelli (sappiamo che ce ne sono di indiscusso valore che sentono la tentazione di creare, al di fuori di Palazzo Giustiniani, qualcosa di molto lontano dalla corruzione e dalla retorica raffiana) decidano di costituirsi in una neo-comunione italiana.
Ebbene, in questo caso, Noi di Grande Oriente Democratico, pur restando fermi sempre e comunque nella presenza e nell’opposizione interna al regime del Tiranno ravennate (sia sul piano “politico” che giudiziario), a certe condizioni potremmo anche collaborare e favorire un simile esperimento.
Ma, appunto, solo a certe condizioni.
Se però le condizioni fossero quelle espresse nella Sezione Chi siamo (clicca sopra per leggere) del Sito www.massoneriaazzurra.org (che fa a capo ad un Gruppo, per quanto eterogeneo), con il loro richiamo stantio, passatista e anacronistico all’idolatria della presunta Tradizione e al rifiuto del ruolo tradizionalmente progressista e riformatore della Libera Muratoria sul piano sociale e civile (frutto di una preventiva fortificazione iniziatica dei suoi adepti, perfezionati spiritualmente all’interno di Logge/Athanor alchemici), allora la cosa non ci interessa.
E, in questo caso, se davvero i presupposti di una nuova neo-comunione nata sulle ceneri emotive dell’ultima Gran loggia 2012 fossero lo sbocco verso ulteriori, acefale e disarticolate “Logge di San Giovanni” (con quella retorica della sovranità di ogni singola Loggia diffusa per anni dagli anti-raffiani conservatori e utilizzata strumentalmente dallo stesso Raffi- tipico effetto boomerang – proprio contro i suoi oppositori, in margine alla vicenda dell’art.84) il cui unico programma fosse quello per cui

“La Libera Muratoria è ciò che è e non quello che ognuno di noi, magari, vorrebbe che fosse in base ai propri desideri od ai propri condizionamenti profani dei quali non siamo riusciti a liberarci […] Non si ispira, dunque, ad alcuna ideologia o filosofia e si fonda, unicamente, sugli Antichi Doveri, dai quali deriva la Costituzione dell’Ordine, e sui Rituali. Ecco, quindi, che la Libera Muratoria non può avere una dottrina sociale né può occuparsi di ciò che non le compete in ambito sociale, politico o religioso”,

allora siamo certi che un simile esperimento è destinato a morire in breve tempo per consunzione e per mancanza di qualsivoglia appeal verso gli individui autenticamente attratti dal secolare esprit libero-muratorio.
In Grande Oriente Democratico e "Massoneria Azzurra". Parte 1 dell'1-2 febbraio 2012 (clicca sopra per leggere) abbiamo già confutato l’autenticità storica di un simile modo di intendere il patrimonio spirituale e materiale della Massoneria lungo i secoli.
Chi è attratto dall’idea di una associazione iniziatica statica, immutabile e legata in saecula saeculorum agli stessi identici Landmarks non ha compreso un bel niente della natura della Libera Muratoria così come si è storicamente dipanata lungo i secoli.
Persino gli inglesi della UGLE, che pure cianciano pubblicamente di immutabilità degli Antichi Doveri, in privato confessano che quei “Doveri” e “Rituali” imposti/proposti nel XVIII secolo erano a loro volta riformatori/rivoluzionari e rifondativi rispetto al precedente cammino delle Logge britanniche ed europee.
Soprattutto gli inglesi della United Grand Lodge of England, dietro il paravento della staticità “tradizionale”, hanno spesso intessuto trame politico-diplomatiche egemoniche e profanissime, per di più velate ipocritamente da una retorica ierocratica degna di miglior causa.
L’immobilità, la staticità, la venerazione idolatrica delle origini e della Tradizione appartengono storicamente e sociologicamente al dominio delle religioni rivelate, non certo al patrimonio ideologico delle Massonerie, vere creatrici della Modernità e della Contemporaneità secolarizzata, laica, pluralista, tollerante, libertaria e democratica.
Modernità e Contemporaneità nelle quali, proprio in nome delle conquistate libertà materiali nella vita associata, con il riconoscimento dei diritti civili e politici dei singoli individui, si è potuta dispiegare una significativa libertà spirituale e di coscienza, presupposto essenziale per ogni percorso autenticamente iniziatico.
Al contrario, le società umane fondate sulla Tradizione non ammettono alcuna libertà materiale e/o spirituale, nessun divenire, nessun mutamento e nessuna deviazione dall’Autorità dell’Ortodossia, con pesanti sanzioni per ogni pensiero o dottrina eretica.
Il tratto specifico della Libera Muratoria settecentesca, ottocentesca e novecentesca è stato invece quello di coniugare armoniosamente la tradizione/trasmissione di antichi patrimoni sapienziali (questo è l’unico valore positivo del concetto di “tradizione”, a nostro parere), oggetto di costante indagine, approfondimento e ri-attualizzazione, con la disposizione al progresso/miglioramento sociale, civile, culturale, meta-politico e meta-religioso dell’Umanità.
Non per caso, il Fratello Massone Jean-Antoine-Nicolas de Caritat, marchese di Condorcet (1743-1794), apologeta dei più puri sentimenti illuministici e rivoluzionario francese della prima ora, caduto sotto i colpi del Terrore robespierriano, declinava il suo concetto di progresso in pieno accordo con la dottrina massonica delle indefinita perfettibilità della Grande Opera che si svolge dentro ai Templi (e il muro non completo…sta li a ricordarcelo, cari Fratelli Tutti), nella società, e nel foro interiore di ciascun individuo.
Massoni “irregolari” sono quelli che, affermandosi cultori di una presunta Tradizione libero-muratoria immodificabile e intangibile, ne testimoniano pertanto la presunta perfezione (non si modifica solo ciò che è perfetto), violando così uno dei più sbandierati principi teorici e operativi della stessa Massoneria, quello appunto della infinita tensione individuale e collettiva verso un perfezionamento che non potrà mai essere totale e definitivo.

Tutto ciò premesso, Noi di Grande Oriente Democratico apporteremmo il nostro sostegno ad eventuali “nuove comunioni” massoniche italiane, solo se

  1. Si intendesse costituire qualcosa di completamente inedito e originale, in questo senso tradizionalmente riconducibile ai migliori esempi storici di iniziative libero-muratorie, ovunque manifestatesi come esperimenti avanguardistici di nuovi scenari spirituali, filosofici, sociali e civili.
  2. Si volesse lavorare alla riunificazione di tutte le membra sparse della Massoneria italiana e alla ambiziosa costruzione di una Confederazione europea delle Gran Logge attualmente esistenti, irrobustendo alcuni networks “carbonari e progressisti” interni ad esse e che già lavorano per questo obiettivo.
  3. Nel dare vita ad un nuova Comunione, si continuasse a combattere unitariamente in sede giudiziaria per il ristabilimento della Legalità interna al Grande Oriente d’Italia e per la cacciata dei manutengoli che sorreggono l’attuale regime raffiano. Ciò, assumendo ufficialmente che la eventuale Nuova Comunione nata per provvisoria “gemmazione” da Palazzo Giustiniani non sia altro che la creazione di un nucleo “sano”, utile per una futura rigenerazione del GOI, allorché esso sarà stato liberato dalla teppaglia che oggi l’opprime e lo profanizza.

 

In questa prospettiva, tanto nel convincere apprendisti, compagni e maestri già formatisi nel GOI o in altre Comunioni italiche, quanto nel ricevere ulteriori neofiti dalla società profana (e GOD ne ha tanti, finora tenuti in standby, in una sorta di limbo/lista di attesa), in luogo di proporgli piattaforme programmatiche, filosofiche e ideologiche inconsistenti e tautologiche (come quelle improvvidamente sciorinate nella Sezione Chi siamo di www.massoneriaazzurra.org , che certo non hanno aiutato nelle recenti deliberazioni di Gran Loggia 2012, stendendo un manto di conservatorismo e passatismo anche su quei Fratelli romani che erano andati a combattere una battaglia nobile -benché ingenua) ), si abbia il buon senso di elaborare un LOGOS massonico adeguato al XXI secolo e alla complessità spirituale delle istanze care agli esseri umani del Terzo Millennio, molto diverse da quelle tipiche della società occidentale di inizio Settecento.
Un primo viatico, per una simile riflessione programmatica, suscettibile senz’altro di mediazioni, discussioni e dialettiche ulteriori, lo abbiamo già per tempo offerto Noi di GOD in

Lista “Grande Oriente Democratico”: Programma e iniziative (clicca sopra per leggere).

Insomma, chiediamo a tutti quei Fratelli di buona volontà che avessero scelto la via del distacco (che deve essere provvisorio e tattico, giammai definitivo) dal GOI mediante la costituzione di qualche nuova realtà massonica, specie a quei Fratelli che hanno scritto

“Lo spettacolo indegno”, lettera-articolo del 16 aprile 2012 (clicca sopra per leggere)

o che si riconoscessero più o meno nel Gruppo intorno a “Massoneria Azzurra” , di meditare attentamente proprio sul motto che accompagna il nome di questa “neo-congrega” muratoria: πάντοτε ζητεν τν λήθειαν.
Tale frase, ripresa dalle Vite dei Filosofi di Diogene Laerzio (circa 180-240 dell’era volgare), e che si può tradurre con “ricercare sempre la verità”, in quell’opera è riportata in un contesto in cui si fa riferimento allo scetticismo antico.
Essa, pertanto, non sta a significare – come forse si immaginava chi l’ha collocata in un contesto semi-ieratico di lode alla Tradizione – la ricerca di qualche Verità dogmatica cui commisurare l’Universo Mondo (fossero anche i Landmarks redatti da James Anderson sotto dettatura di Jean Desaguliers, uomo abile e dotto, ma non certo il vicario di Hiram o Salomone in Terra…), bensì il dubbio metodico di coloro i quali non si accontentano delle fisime illusorie delle metafisiche infondate, ma cercano la luce di una conoscenza più schietta, rimanendo però saldamente ancorati ad una prospettiva di esercizio critico della ragione. Gli scettici antichi, infatti, erano decisamente inclini a mettere in discussione le certezze apodittiche, e nulla ripugnava loro di più che abbracciare corpi dottrinali immutabili e inalterabili.

Quanto a Noi di Grande Oriente Democratico, volentieri assumiamo il motto latino Veritas filia temporis.
Esso, tratto originariamente da le Notti attiche di Aulo Gellio ( circa 125-166 dell’era volgare ) e variamente interpretato da diversi pensatori lungo i secoli, viene proposto da parte nostra in un senso molto semplice e netto.
In un senso genuinamente massonico.
La Verità è figlia del tempo perché essa vive, muore, rinasce, progredisce, regredisce, risorge e si rigenera nella consapevolezza concreta e vigile di coloro che la inseguono lungo i secoli e i millenni, pur sapendo di non poterla mai interamente possedere, se non in forma umbratile (come direbbe Giordano Bruno). E tuttavia costoro (filosofi, scienziati, liberi pensatori, iniziati autentici), i cercatori di aletheia, non inclinano né ad uno scetticismo fine a se stesso né a forme auto-illusorie di gnosi perfetta, ma da umili amanti di Sophia perlustrano l’orizzonte del conoscibile da Oriente a Occidente, da Meridione a Settentrione, innalzando Cattedrali interiori ed esteriori per il Bene dell’Umanità e alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO

[ Articolo del 18-19 aprile 2012 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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