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Auguri al Fratello Silvio Berlusconi per i suoi 75 anni e Commento all’intervista al Fratello Valter Lavitola a Bersaglio Mobile di Enrico Mentana su La7 del 28 settembre 2011. Sul tema “massoneria” Lavitola mente e svicola e i giornalisti non vanno al dunque, a parte il buon incipit di Marco Travaglio e i servizi sulle potenti amicizie latinoamericane in stile Licio Gelli

 

 

 

 

Intanto, cogliamo l’occasione per augurare buon compleanno al Fratello Silvio Berlusconi, già apprendista e maestro nella Loggia P2 e poi Maestro Venerabile fai da te della Drake’s Lodge (o Loggia Draconis) fino a qualche anno fa operante sotto la sua diretta egida.
In occasione del festeggiamento di questi 75 anni, vorremmo peraltro rivolgere al suddetto Fratello qualche affettuosa ma precisa esortazione.
Se il Fratello Silvio vorrà riflettere su quanto è accaduto a partire dalle ormai celeberrime

Lettera Aperta n.1 al Fratello Silvio Berlusconi del 26 luglio 2010

e

Lettera Aperta N°2 al Fratello Silvio Berlusconi del 9 dicembre 2010,

si renderà conto, vista la situazione complessiva in cui si è venuto a trovare, che sarebbe stato molto meglio ascoltare tutti i consigli e ammonimenti che il nostro leader Gioele Magaldi gli aveva fraternamente rivolto.
Anche perché, proprio a rileggere le due Lettere (specie la prima, del 26 luglio 2010, in tempi di grande tracotanza, stoltezza e prepotenza di quello che un tempo era un uomo e un massone astuto e lungimirante), ci si rende conto del carattere quasi profetico delle stesse.
Comunque, quello che è stato è stato.
Ad horas, tuttavia, si è ancora in tempo per dare una degna conclusione (anziché grottesca e disperata) alla parabola di un personaggio che avrebbe potuto fare molto di più e meglio sia per la propria immagine che per il proprio paese.
Noi di Grande Oriente Democratico non abbiamo partecipato e mai parteciperemo a questo turpe linciaggio ipocrita e moralistico verso il lecito libertinaggio privato del cittadino Berlusconi: a casa sua ognuno compie tutte le orge che gli pare, anche con prostitute.
In più, saremmo perfettamente d’accordo a de-penalizzare, liberalizzare e pienamente legalizzare tale professione e quella di eventuali agenti/procacciatori della stessa: visto che è un’industria che non incontra crisi, il gettito fiscale per lo Stato sarebbe notevole e utile alla collettività, come ben sapevano diversi Papi di Santa Romana Chiesa, i quali concessero alle prostitute la loro protezione e legittimazione in cambio di adeguate imposte sul reddito.
Per inciso, va ricordato che la presunta eroina dell’anti-prostituzione Angelina Merlin (1887-1979, peraltro molto benemerita in generale per alcuni provvedimenti legislativi a favore dell’uguaglianza giuridica delle donne e contro la discriminazione dei figli naturali o adottivi) era anche strenuamente contraria ad una legge di assoluta civiltà laica e liberale: la legge sulla facoltà di divorzio del 1970. Tutto ciò, nel segno di un arcaico modo di percepire la società e di voler impartire una sorta di etica di Stato. La morale ipocrita delle “case di tolleranza” era insopportabile (brave ragazze illibate fino al matrimonio, bravi ragazzi a fare esperienza nei bordelli), ma la condizione odierna di molte prostitute-schiave gestite dalla malavita organizzata (come le droghe) è ancora più ripugnante. Si trovi la forza e la lucidità di portare alla luce della legge e della regolamentazione ciò su cui si continua a fare la politica degli struzzi.
Ma, tornando a Berlusconi, chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Non è stato il governo Berlusconi ad introdurre norme più severe per i clienti delle prostitute e per le modalità di punizione della prostituzione minorile?
Non sono stati i governi Berlusconi (e lo stesso Fratello Silvio in prima persona) a proporsi come campioni del clericalismo e dei valori di Santa Romana Chiesa riguardo alla famiglia, alla sessualità e ad ogni altro tema sensibile affine?
Se l’attuale Presidente del Consiglio, invece di assumere posizioni ipocrite da baciapile e da bacia-pantofole cardinalizie in pubblico e da sfrenato libertino in privato, avesse avuto una condotta da vero laico e vero liberale, probabilmente non subirebbe l’attuale pena dantesca del contrappasso.
Inoltre, il vero danno per la collettività consiste eventualmente nell’elevare allo scranno di consigliere regionale, deputato, euro-deputato o ministro, delle mezze calzette prescelte per la loro avvenenza e/o disponibilità sessuale piuttosto che per dimostrate capacità politiche e amministrative.
Andando oltre le vicende erotiche, i veri problemi sono altri.
Ed è per questo che lanciamo al Fratello Silvio ALCUNE NUOVE ESORTAZIONI:

  1. Annulla immediatamente ogni proposito di reiterazione della LEGGE BAVAGLIO sulle intercettazioni e sulla libera informazione di Blog o Siti informatici. Fai dimettere il tuo cameriere Paolo Romani dalla guida di un Ministero che deve occuparsi di assegnazione di frequenze televisive. Oppure digli di cambiare rotta e di agire in favore della collettività e non in servigio di Mediaset e Casa Berlusconi.
  2. Fai approvare una legge che limiti la concentrazione di mezzi di informazione in mano di un unico gruppo, con norme ancora più vincolanti per chi svolge attività politiche o istituzionali: o si fa il tycoon dei media oppure il politico. Tutte e due le cose insieme fanno scempio del necessario pluralismo e delle normali garanzie che una democrazia liberale deve offrire alle sue dialettiche interne.
  3. Annuncia che intendi rendere il PDL un partito vero e che, perciò, rimanendone il Padre nobile e il Fondatore, ti ritiri dalla diretta competizione politica e ti astieni dal nominare successori come l’incapace e insipido Angelino Alfano, rimettendo le decisioni a democratiche consultazioni interne, attraverso regolari e trasparenti elezioni primarie. Come Padre nobile e Fondatore, incita ad abbandonare le opzioni confessionali e clericali di questo partito e contribuisci a farne un polo di aggregazione credibile di un moderno centro-destra italiano. D’intesa con le opposizioni più laiche e progressiste, torna a legiferare in modo DEGNO sulla procreazione assistita, sul testamento biologico, sull’omofobia, sulle unioni matrimoniali per i gay. Si, matrimoniali, come previsto da altri paesi occidentali e di recente consentito anche nello Stato di New York (che si aggiunge in ciò ad altri 5 stati USA).
  4. Dichiara di essere pronto a portare a termine la legislatura, ma non per continuare a curare i tuoi affaracci personali, bensì per supportare in Europa-insieme alle opposizioni parlamentari di centro e centro-sinistra- una efficace soluzione della crisi economico-finanziaria mediante la creazione di EuroBond, la trasformazione dell’euro in moneta sovrana, l’accelerazione di un percorso che conduca alla costituzione di veri Stati Uniti d’Europa. Anzi, annuncia che il tuo apporto politico all’Italia, all’Europa e al Mondo, al netto di tutte le opere scadenti e inconcludenti di questi anni, vuole ormai incarnarsi in un progetto di ampio respiro come il rafforzamento delle strategie amministrative, fiscali ed economiche unitarie della UE. Per l’Italia, inoltre, adoperati per far approvare una nuova legge elettorale proporzionale (con correttivi ad hoc per la governabilità) che dia voce a tutte le istanze ideologiche e politiche del Paese. Sarà utile per tutti, senza costringere più nessuno in gabbie elettorali che non corrispondono ad un comune progetto di governo della Res Publica, e servirà a smorzare alcuni potenziali e pericolosi conflitti extra-istituzionali, dando rappresentanza a chi attualmente è fuori dal Parlamento ma non fuori dalla società.

 

Vuoi scommettere, caro Fratello Berlusconi, che se farai anche solo la metà di quanto contengono le nostre esortazioni, i prossimi anni della tua vita (quelli più delicati e fragili) ti restituiranno orgoglio, dignità e stima sia da parte dei tuoi connazionali che da parte di tutti gli abitanti del pianeta che oggi ti considerano un emerito pagliaccio e un incapace?
Vuoi scommettere che, dopo questi 17 anni di attività politica insignificante e non risolutiva rispetto a nessuno dei problemi italiani, se ti metterai su una via di affrancamento dai tuoi interessi spiccioli, dalle tue ipocrisie e dal tuo neo-confessionalismo, potresti persino (se avrai coraggio, determinazione e saggezza) essere ricordato come un vero statista? Passare alla Storia come qualcuno che, in extremis, è stato capace di concludere in grande la sua traiettoria esistenziale.
Ma tu, già lo immaginiamo, probabilmente non hai gli attributi per una simile svolta.
Non è facile, del resto, ricalibrare una scorciatoia contro-iniziatica in una via maestra autenticamente iniziatica.
Perciò, continuerai ad essere attaccato ai miseri feticci di un potere e di un micro-cosmo che sta andando in frantumi.
Proseguirai a vivacchiare alla giornata, tra le tue misere sceneggiate dal tubo catodico, l’assedio dei magistrati, il logoramento della tua corte, lo sfaldamento del PDL, le prospettive di amaro contrappasso per le tue aziende (ben più grave di quanto sarebbe stato un luminoso e lungimirante auto-dimagrimento, da te stesso avviato come omaggio al pluralismo dell’informazione e come segnale di discontinuità rispetto all’egoismo e all’avidità del passato) e una qualche fine ingloriosa della tua parabola politica, imprenditoriale e umana.
Sarà molto triste e sgradevole.
E, come puoi ben constatare dalle previsioni che fece il comune Fratello Gioele Magaldi nelle due Lettere Aperte a te rivolte, con i pronostici Noi ci azzecchiamo…
Se sei in grado di avere uno scatto di reni per qualcosa di più ambizioso di una scopatina serale, questo è il momento.
Ora o mai più.

Ieri sera, 28 settembre 2011, su La7, Enrico Mentana conduceva la prima puntata di una nuova trasmissione: “Bersaglio Mobile”.
Ospite d’onore il Fratello Massone Valter Lavitola, intervistato dallo stesso Mentana e da Marco Travaglio e Marco Lillo (Il Fatto Quotidiano), Carlo Bonini (Repubblica), Corrado Formigli (già inviato di Annozero e collaboratore di Michele Santoro, ora conduttore di “Piazza Pulita” su La7).
Rispetto alla puntata di ieri, ci premeva fare alcune rapidissime precisazioni rispetto al tema “massoneria e Lavitola”, introdotto in termini arguti e filologicamente molto corretti da Travaglio.
Com’è noto, ci siamo già occupati in passato della figura del Massone Lavitola, cercando di rimuovere, a beneficio dell’opinione pubblica, alcune confusioni e mistificazioni propalate ad arte.
Anche soltanto ripassando le analisi che abbiamo compiuto in

Commento a "Lavitola, massone insonne" by Alessandro Da Rold per LETTERA 43 del 12 settembre 2011 e a "Camorra, massoni e craxiani. Vita di un uomo detto Valterino" by Fabrizio D'Esposito per IL FATTO QUOTIDIANO dell'8 settembre 2011 con invito ai giornalisti scrupolosi di approfondire la veridicità o meno della notizia dell'Avviso di Garanzia al Gran Maestro Raffi, comparsa sulla Newsletter "Cavaliere Nero" N° 16 del 2 settembre 2011

e

Gustavo Raffi e la Gran Segreteria del Grande Oriente d'Italia su Valter Lavitola mentono sapendo di mentire, in risposta (non richiesta) all'articolo di Fabrizio D'Esposito su IL FATTO QUOTIDIANO dell'8 settembre 2011. Per parafrasare un illustre Fratello: "Non c'è trippa per gatti, ma c'è trippa per Magistrati che vogliano sentire Raffi e Chiarle sulla latitanza del loro protégé Lavitola",

è possibile iniziare a farsi le idee più chiare sulla questione.
Durante “Bersaglio Mobile”, Marco Travaglio domanda a Lavitola dei suoi rapporti con la massoneria, anche in relazione ai gradi ricoperti, all’interno dell’Istituzione, rispettivamente da lui stesso e da Silvio Berlusconi.
Molto opportunamente, Travaglio osserva preliminarmente (almeno questo, grazie all’opera pedagogica di GOD, è finalmente entrato a far parte della consapevolezza dei giornalisti più attenti e scrupolosi) che dalla massoneria non ci si dimette, non si esce, al massimo ci si mette in sonno.
E qui Lavitola comincia la sua strategia di depistaggio.
Sostiene di essere entrato in massoneria  a 18 anni, nel 1984, e di esservi rimasto per circa due anni (fino al 1986, dunque). Si sarebbe poi messo in sonno a causa di uno stato di indigenza economica che non gli consentiva più di pagare le quote associative ( sic! ).
Mente sapendo di mentire.
Ma il bello è che nessuno dei giornalisti in studio glielo contesta.
Eppure, risale a pochi giorni fa (per la precisione l’8 settembre 2011) il comunicato della Gran Segreteria del Grande Oriente d’Italia (ripreso anche da agenzie di stampa e tuttora consultabile su www.grandeoriente.it ) che recita:

In relazione alle affermazioni de Il Fatto Quotidiano oggi in edicola, dal titolo 'Camorra, massoni e craxiani, vita di un uomo detto Valterino', secondo cui Valter Lavitola, politico, giornalista, direttore ed editore di quotidiani, qualificato come 'rampante faccendiere lucano attivissimo nel backstage del potere', sarebbe iscritto al Grande Oriente d'Italia, la Gran Segreteria del Grande Oriente puntualizza: "Valter Lavitola, classe 1966, diviene apprendista del Grande Oriente d'Italia l'8 novembre 1990, all'età di anni 24 - numero di brevetto 45108. Non lascia memoria di sé. E', infatti, ancora apprendista quando se ne esce con lettera di 'assonnamento', ovvero di dimissioni dall'Obbedienza, in data 27 dicembre 1994. Da allora le nostre strade si sono definitivamente separate, e sono trascorsi 17 anni".
"Poiché non crediamo che l'articolista intendesse rimproverargli un 'peccato di gioventù', il Grande Oriente respinge, anche stavolta, vecchi teoremi. Per citare il grande Ernesto Nathan: 'non c'è trippa per gatti'. Aggiungere altro sarebbe inutile".
Roma, Villa il Vascello, 8 settembre 2011

Persino nella nota del GOI, che tende a negare rapporti con Lavitola successivi al 1994 (affermazione che Noi abbiamo ampiamente confutato nei contributi citati sopra), si riconosce che costui è diventato apprendista nel 1990, a 24 anni e non a 18 e che è rimasto in loggia per almeno 4 anni.
Dunque Lavitola mente, ma nessuno sembra aver studiato la questione, perché non gli vengono fatte obiezioni. Tanto più che, in anni recenti, Lavitola chiese di essere risvegliato dal sonno e se non fu riammesso anche formalmente/ritualmente (nei fatti è nota la sua costante vicinanza al GOI, senza soluzioni di continuità) ciò fu dovuto alla ferma opposizione di alcuni Fratelli Galantuomini che esercitarono preventivamente il loro diritto di veto (su ciò, vedi Commento a "Lavitola, massone insonne" by Alessandro Da Rold per LETTERA 43 del 12 settembre 2011 e a "Camorra, massoni e craxiani. Vita di un uomo detto Valterino" by Fabrizio D'Esposito per IL FATTO QUOTIDIANO dell'8 settembre 2011 con invito ai giornalisti scrupolosi di approfondire la veridicità o meno della notizia dell'Avviso di Garanzia al Gran Maestro Raffi, comparsa sulla Newsletter "Cavaliere Nero" N° 16 del 2 settembre 2011 ).
Poi, la bugia di Lavitola si fa iperbolica e beffarda.
Sui gradi massonici si impappina: apprendista, compagno…fratello (sic!Avrebbe dovuto dire maestro).
Un po’ strano per uno che si mostra ben informato-alludendovi poco dopo- dei servizi e articoli che Il Fatto Quotidiano ha dedicato nel tempo alla questione Berlusconi-Massoneria, liquidata dal Lavitola come congerie di questioni di cui egli non sa nulla, avvolte nel mistero più misterioso.
Ancora più strano per uno che ha frequentato così a lungo il Gran Maestro onorario Aldo Chiarle e il cui giornale, l’Avanti, ha spesso e volentieri ospitato articoli e interviste compiacenti verso il GOI e alcuni suoi Dignitari (gli stessi che ne volevano favorire il risveglio anche formale).
Eppure, il passaggio più incredibile è quello nel quale Marco Lillo (nel frattempo subentrato a Travaglio come interlocutore) distoglie l’attenzione dagli esiti molto interessanti di un servizio appena mandato in onda dai collaboratori di Mentana,
Il servizio era ottimo (complimenti a Mentana e alla redazione di “Bersaglio Mobile”) e mostrava la strana sequela di rapporti di altissimo livello istituzionale di cui Lavitola gode in America Latina (rapporti analoghi, guarda un po’, a quelli di cui ha sempre goduto  Licio Gelli nello stesso continente).
Lo stesso Mentana chiosava domandandosi come fossero possibili tali rapporti così altolocati, trasversali e ubiqui (dal centro e sud America all’Europa dell’est…).
Invece, Marco Lillo si incarogniva su una questione di tutt’altra natura, il Castello di Tor Crescenza e l’estate del 2010.
A quel punto, l’inconscio di Lavitola gli giocava un brutto scherzo, senza peraltro che gli intervistatori cogliessero la palla al balzo.
Il Fratello dei due mondi, che durante tutto il servizio sull’establishment latino-americano (incredibilmente) a sua disposizione si stava evidentemente preparando a rispondere a nuove domande sui suoi rapporti massonici nazionali e internazionali, sorpreso e sollevato dalla peregrina domanda di Marco Lillo su Tor Crescenza, la buttava sullo scherzo e si metteva a gigioneggiare: “mica vorrete riparlare di massoneria per via del castello,delle torri, etc…” (pressappoco così, ma che c’entrava la massoneria nella domanda su Tor Cresenza che non la menzionava? La massoneria, semmai, aveva a che fare con la risposta che Lavitola pensava di dover dare dopo il servizio su Panama, Brasile, etc.).
Assecondato da Lillo, il quale (giustamente) consentiva che la vicenda di Tor Crescenza non aveva nulla a che vedere con la massoneria, Lavitola evitava così di rendere seriamente conto delle ragioni per cui un imprenditore ittico e pescivendolo (come lui stesso si era definito) avrebbe potuto contare su rapporti istituzionali così importanti sull’altro versante dell’Oceano.
Mentana, però e probabilmente anche Bonini e Formigli (non Lillo che, in effetti, sembrava tutto concentrato su altre questioni, tutte italiche) davano l’impressione di aver colto che qualcosa non tornava della narrazione e auto-rappresentazione  lavitoliana del povero pescatore in esilio nei mari centro e sudamericani.
Verso la fine, allorché Lavitola ribadiva di voler continuare ad essere latitante e, incalzato dal conduttore, affermava di sentirsi al sicuro da qualunque ipotesi di estradizione, Mentana si lasciava sfuggire il suo più autentico pensiero: “allora lo vede che è protetto da amici potenti…” (pressappoco così e chi vuole, si riguardi il video del programma, disponibile on-line).
Appunto.
Su queste amicizie latinoamericane (ed est-europee) consiglieremmo Mentana, Bonini, Formigli, Travaglio e tutti coloro che sono interessati ad andare davvero fino in fondo alla cosa, ad indagare meglio su quali siano i network locali e internazionali in grado di mettere in comunicazione imprenditori, uomini dei servizi, faccendieri e politici.
In grado di rendere fraterne e amichevoli le relazioni fra materassai, pescivendolie Ministri e Presidenti.
A proposito di materassai in ottimi rapporti con i vertici politici, industriali e militari (pieni zeppi di massoni) latinoamericani, il Fratello Licio Gelli ne sapeva un bel po’.
La Massoneria, nel bene e nel male, cari signori, non è questione che abbia a che fare con le frammentarie, imprecise e sempre superficiali trattazioni cui si limitano i media nostrani: la Libera Muratoria, tanto per fare un esempio, è spesso il perno di relazioni diplomatiche, istituzionali, militari ed economiche di portata sovra-nazionale.
In Centro e Sud America come altrove.
Anche per i massoni in sonno, specie se ben supportati da massoni ben desti.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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