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Solidarietà di Grande Oriente Democratico al Fratello Silvio Berlusconi per una condanna spropositata, iniqua e irrazionale

 

 

 

 

E chi ha scannato, Silvio Berlusconi, per ricevere una condanna a 7 anni + l’interdizione perpetua dai pubblici uffici?
La questione, ovviamente, è quella di cui stanno discettando innumerevoli organi mediatici italiani e internazionali.
La riassume bene Dagospia in

“COLPEVOLE!! BERLUSCONI CONDANNATO PER CONCUSSIONE E PROSTITUZIONE MINORILE - 2. 7 ANNI DI CARCERE E INTERDIZIONE PERPETUA DAI PUBBLICI UFFICI. DOPO 7 ORE DI CAMERA DI CONSIGLIO, CON BRUTTI LIBERATI IN AULA E BOCCASSINI IN FERIE, LE 3 GIUDICI HANNO DECISO - 3. MA È SOLO L’INIZIO: CI SONO ANCORA 5 SCOGLI GIUDIZIARI PER UN ESTATE-AUTUNNO CALDI…”, pezzo del 24 giugno 2013 per DAGOSPIA (clicca per leggere),

dove vengono anche compendiate le successive forche caudine che attendono il Fratello di Arcore nei prossimi tempi.

Intendiamoci bene: Noi di GOD, il nostro leader Gioele Magaldi in testa, non abbiamo mai fatto sconti al massone Berlusconi su un mucchio di faccende, né mai gliene faremo.
Ma ci siamo sempre occupati di questioni che avessero a che fare unicamente con la dimensione del Berlusconi pubblico.
Del Berlusconi inadeguato statista, cattivo politico, stigmatizzabile padre-padrone di un centro-destra ridotto ad azienda personale, piena zeppa di cortigiani, nani e ballerine (in senso politico), non certo di qualcosa che riguardasse la sua vita privata.
Così, abbiamo rimproverato aspramente a Berlusconi l’intolleranza del dissenso interno al PDL (vedi defenestrazione di Gianfranco Fini ed altri), il tentativo di imporre leggi-bavaglio alla stampa, l’attacco indiscriminato e screanzato alla magistratura e ad altri corpi dello Stato, una legislazione illiberale, semi-confessionale, clericale e baciapile sul piano dei diritti civili individuali e del diritto alla ricerca scientifica e a innovative pratiche terapeutiche, l’immobilismo assoluto sul piano delle necessarie iniziative governative e parlamentari relative a temi economico-finanziari, fiscali, giudiziari, amministrativi, che in Italia nessuno ha la determinazione di affrontare, e così via (in proposito, si digiti il nome “Silvio Berlusconi” sulla Sezione del Sito CERCA IN GOD e si troverà ampia testimonianza di tutto ciò).
D’altronde, Noi abbiamo attaccato a viso aperto il Fratello Berlusconi quando era all’apice del suo potere, saldamente al comando della più vasta maggioranza parlamentare di cui mai un governo repubblicano avesse goduto.
Abbiamo contestato e contestiamo il suo oligopolio nel settore televisivo privato italiano, foriero di gravi storture nel rapporto tra politica e media, tanto più quando al controllo delle reti Mediaset si aggiungeva l’egemonia anche in casa RAI.
Abbiamo criticato Berlusconi per mille e una ragione, dandogli anche del contro-iniziato a buon diritto, quando egli godeva ancora di poderose protezioni nazionali e internazionali.
Con equanimità, negli ultimi tempi - pur comprendendo che il soggetto è incline ad usare strumentalmente, per fini personali di “trattativa mercantile” e ricerca di salvacondotti, determinate alzate d’ingegno – abbiamo invece riconosciuto la bontà di alcune sue prese di posizione, o lo abbiamo difeso da attacchi volgari e indecenti che gli sono venuti da ambienti internazionali verminosi e ipocriti.
Al riguardo, si leggano

In Difesa (una tantum) del Fratello Silvio Berlusconi (clicca per leggere)

Grande Oriente Democratico loda (con riserva) il Fratello Silvio Berlusconi sul tema del braccio di ferro con Angela Merkel e con gli altri fautori dell’Austerità omicida/suicida che ha messo in ginocchio l’Italia e l’Europa (clicca per leggere).

E sulla evoluzione recente del Berlusconi-pensiero, pur non condividendo tutto quanto ne scrive il bravo Francesco Toscano (specie per la sua demonizzazione senza tregua del PD…), abbiamo trovato diversi spunti molto interessanti in

“Berlusconi di fronte al bivio finale”, articolo del 14 giugno 2013 by Francesco Maria Toscano per IL MORALISTA (clicca per leggere)

“Berlusconi abbraccia Krugman mentre il PD resta fermo sulla linea di Mengele”, articolo del 19 giugno 2013 by Francesco Maria Toscano per IL MORALISTA (clicca per leggere).

Ma, in definitiva, la questione non è se e quanto sia migliore il Berlusconi di oggi che vuole fare (giustamente) a braccio di ferro con la Merkel rispetto a quello che da Palazzo Chigi ubbidiva pedestremente ai diktat di Bruxelles, Francoforte e Berlino (faccenda analoga a quella di Giulio Tremonti, alato contestatore nei suoi libri dell’eurotecnocrazia, che però da Ministro del Tesoro eseguiva fedelmente politiche di rigore e austerità pienamente allineate all’ortodossia tecnocratica contestata in Uscita di sicurezza e in altri pregevoli saggi).
La questione è se un Paese civile sia degno di una condanna come quella comminata al cittadino Silvio Berlusconi dal Tribunale di Milano in data 24 giugno 2013.
Per aver commesso quali orrendi reati?
Per aver organizzato delle serate piccanti in casa sua? Per essere andato a letto con tante ragazze diverse nel corso dei mesi e degli anni? Perché a queste ragazze ha regalato soldi? Per essersi interessato della sorte di tale Ruby, una delle ragazze da lui frequentate, nel momento in cui costei si trovava in commissariato?
A onor del vero, la “trappola” in cui è incappato Berlusconi discende direttamente da quel clima di insopportabile moralismo sessuofobico ipocrita e falso che circonda in Italia il tema della prostituzione, minorile e non.
E in virtù di tale clima, dallo stesso Berlusconi favorito e incrementato con la sua doppia morale (libertina in privato, clericale e baciapile in pubblico, in ossequio falso e strumentale ai desiderata del Vaticano), adesso il Fratello di Arcore subisce la pena del contrappasso.
Proprio una ministra del suo passato governo, Mara Carfagna, fu autrice di un ddl sulla prostituzione che inaspriva pesantemente le pene anche per il reato di “prostituzione minorile”…
Se, come governante, Berlusconi avesse legiferato in senso liberale e laico sul tema della prostituzione (depenalizzando del tutto sia chi la pratica di sua volontà, sia chi la organizza, magari in forme di cooperativa fra escort, e aumentando invece le pene per chi sfrutta manodopera sessuale neo-schiavile, cioè la malavita organizzata) e sul tema della sessualità in genere, anche minorile (la Natura fa sviluppare la pubertà e le pulsioni sessuali in età adolescenziale: non si capisce perché il legislatore debba sovrapporre a questo dato oggettivo e incontestabile divieti e inibizioni di natura moralistica e ispirazione pseudo-religiosa, rendendo scabroso, sdrucciolevole e soggetto a mille lacci e lacciuoli ogni atto sessuale consenziente di chi abbia meno di 18 anni), adesso non si troverebbe nei guai giudiziari di cui sopra.
Ma, anche a legislazione (moralistica, non laica né liberale) vigente, sarebbe stato auspicabile operare cum grano salis.
Atteso che non vi sono persone “offese” che abbiano sporto querela o che si siano sentite indotte a prostituirsi, atteso che nessun funzionario pubblico si è sentito e dichiarato “concusso”, atteso che fa ridere i polli che la navigatissima Ruby, a 18 anni sia ritenuta una donna pienamente in grado di gestire il suo corpo come meglio crede, e a 17 anni e qualche mese invece una povera minore indifesa in balia dell’orco Berlusconi, i magistrati di Milano sarebbero stati più saggi ed equanimi a risparmiare al Paese tutta la tarantella mediatico-giudiziaria sui fatti in questione, cui siamo stati costretti da circa due anni.
Il Fratello Berlusconi è “colpevole” di doppia morale tanto sul piano del sesso che delle sue preferenze filosofico-spirituali (libertino e filo-esoterico in privato, clericale e cattolico-essoterico di stampo clericale in pubblico); è altresì “colpevole” di non aver mai difeso limpidamente e coerentemente il suo buon diritto a fare serate piccanti e orge a casa sua, trincerandosi invece dietro improbabili e ipocrite “serate eleganti” castigate e caste. Peraltro, chiunque abbia coltivato un minimo di frequentazioni mondane sa benissimo che una “serata elegante” non è in contraddizione con esiti erotici della stessa, almeno per quei soggetti che ne abbiamo desiderio…
Ma torniamo al punto.
Berlusconi sarebbe “colpevole” sul piano penale per ciò che accadeva nelle famose serate di Arcore e per aver fatto una telefonata interlocutoria in questura a tutela di un’amica, se a giudicarlo fosse stato il Tribunale dell’Inquisizione di Santa Romana Chiesa in epoca pre-moderna o, in epoca proto-contemporanea, il Comitato di Salute Pubblica animato dal virtuosismo terroristico e dittatoriale di Robespierre e Saint-Just (che mandarono alla ghigliottina o in galera moltissimi rivoluzionari massoni della prima ora di tendenze democratiche, liberali e libertarie, avversari politici vari, e anche “perturbatori” di una presunta moralità pubblica…).
In uno Stato serio, però, con una legislazione compiutamente laica e garantista, il Fratello Berlusconi sarebbe stato assolto “perché i fatti ascritti non costituiscono reato” e/o perché tutto l’impianto accusatorio è di carattere meramente indiziario.
Ma può essere definito serio uno Stato che condanna un ex presidente del consiglio a 7 anni di galera per essersi intrattenuto con le “olgettine” e commina soltanto tre anni e mezzo a quei mascalzoni criminali che assassinarono il giovanissimo Federico Aldrovandi?

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

P.S. Va peraltro chiarito un concetto poco chiaro a tanti che discettano di sentenze giudiziarie senza avere ben chiari i principi inderogabili di uno stato di diritto liberale  e democratico.
Le sentenze dei magistrati di qualsivoglia grado (e tanto più nei primi gradi di giudizio) si rispettano certamente, ma si possono anche criticare, laddove si ravvisi che esse siano immotivate, inconsistenti, viziate da incongruenze formali e sostanziali.
Anzi, tanto è legittima la critica, che tali sentenze sono appellabili, almeno fino al terzo grado di giudizio in Corte di Cassazione.
Il diritto di critica, in una democrazia liberale, è il sale stesso del rapporto tra cittadini e istituzioni e poteri dello Stato, Magistratura inclusa.
Né vale il principio, da taluno ipotizzato con grande ingenuità e/o mala fede, che i magistrati siano sempre imparziali, corretti e a posto con la coscienza nell’esercizio delle proprie funzioni, come dimostrano diversi casi di corruzione o reati più gravi che hanno coinvolto membri di Procure o di Tribunali della Repubblica in qualità di imputati e condannati.
Quindi, a ciascuno il suo.
Ai magistrati il diritto-dovere di emanare sentenze cogenti in nome del Popolo Italiano, riformabili in altri gradi di giudizio, ai cittadini la facoltà di avere opinioni discordanti, concordanti o critiche rispetto a tali sentenze, nonché la possibilità di esprimerle senza censure preventive o postume.

[ Articolo del 24-26 giugno 2013 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com