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Le ignobili e stolte censure e manipolazioni, in favore dei Massoni reazionari Mario Monti e Mario Draghi, operate da Antonio Padellaro- ipocrita e fasullo cantore della libertà di stampa- che farebbe meglio a dare le dimissioni come direttore de Il Fatto Quotidiano

 

 

 

 

Non è la prima volta che il Fratello Gioele Magaldi viene censurato o manipolato, dopo essere stato blandito, per convincerlo a rilasciare delle interviste.
Ricordiamo almeno due casi eclatanti.
Quello accaduto con VANITY FAIR e descritto in

Intervista del settimanale "VANITY FAIR" a Gioele Magaldi, by Francesco Esposito (clicca per leggere),

e quello accaduto con REPORT, trasmissione di RAI 3, ricostruito in

GOD: REPORT, Milena Gabanelli e Michele Buono possono fare molto di più e di meglio e REPORT del 7 ottobre 2012: "I GARANTI". Servizio su "L'autorità dei trasporti", by Michele Buono (clicca per leggere).

Cosa è accaduto stavolta?
Nel primo pomeriggio di martedì 5 febbraio 2013 Gioele Magaldi viene raggiunto al telefono da Fabrizio D’Esposito, brillante giornalista de Il Fatto Quotidiano (che già in passato, sia su Il Fatto che su Il Riformista, si era occupato di questioni inerenti la Massoneria, Grande Oriente Democratico e il suo leader).
D’Esposito chiede al Fratello Magaldi di poterlo finalmente incontrare di persona e di poterlo intervistare.
Tutto, d’altronde, deve essere fatto entro la giornata del 5 febbraio 2013, perché il direttore de Il Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro, vuole assolutamente uscire con un articolo di apertura in prima pagina e rimando all’interno, tra la notte e la mattina del 6 febbraio successivo.
Perplesso per questa urgenza perentoria e nondimeno disponibile, Magaldi fa tuttavia presente a D’Esposito che non gli sarà possibile incontrarlo in giornata, a causa di altri impegni pregressi.
Anzi, Magaldi informa D’Esposito del fatto che gli sarà possibile dedicare un’oretta all’intervista (concordata come una serie di domande e risposte inviate tramite mail) soltanto dalle 20 alle 21 circa, appena in tempo per mandare il testo in stampa con il resto del giornale.
Rientrato a casa verso le 20, Magaldi riesce a completare l’intervista e ad inviarla a D’Esposito pochi minuti dopo le 21, onorando la parola data.
Tra le 20 e le 21, D’Esposito aveva telefonato a Magaldi almeno 3 o 4 volte, dichiarandogli testualmente di “essere in compagnia del direttore Padellaro e di altri, che attendono tutti ansiosamente l’intervista per aprire la prima pagina e mandare in stampa il giornale”.
Tutto sembra essere andato nel migliore dei modi, insomma.
Invece, verso le 22 o giù di lì, D’Esposito telefona a Magaldi e gli confessa, mortificato e dichiarandosi incolpevole, che il direttore de Il Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro, ha deciso di censurare e conseguentemente espungere dall’Intervista ogni riferimento a Mario Monti e a Mario Draghi.
La motivazione di Padellaro- ritenuta poco plausibile anche dallo stesso (mortificato) Fabrizio D’Esposito (il quale si era impegnato a non censurare alcunché)- sarebbe che non sono state presentate “prove documentarie” della identità massonica di Mario Monti e Mario Draghi (sic! Viene da sghignazzare, pensando, tra le varie cose, all’appartenenza accertata di Monti a società notoriamente para-massoniche come il BRUEGEL, il BILDERBERG GROUP, la TRILATERAL COMMISSION e alla contiguità personale di antica data di Draghi con i maggiori esponenti dell’establishment massonico planetario, senza contare anche la sua connessione al para-massonico Bilderberg. Sulle società para-massoniche, alle quali aderiscono anche non massoni, ma mai in posizione di preminenza, vedi Il Massone tecnocratico Mario Monti si fa alzare la palla dal para-massonico Council on Foreign Relations (consolidato pensatoio di grembiulini elitari) e schiaccia ogni residuo anelito di sovranità democratica per il popolo italiano, clicca per leggere).

Per di più, avrebbe detto Padellaro: “voglio evitare querele da parte di Draghi e Monti”.
Questa seconda, ovviamente, è un’idiozia sesquipedale degna di un asino: affermare di qualcuno che sia Massone non è né un insulto, né un’ingiuria, né una calunnia, né un atto diffamatorio.
Solo un imbecille ignorante e decerebrato potrebbe pensarlo, dal momento che tra i Massoni si annoverano personaggi del calibro di Locke, Newton, Bach, Montesquieu, Mozart, Condorcet, Voltaire, Diderot, Paine, La Fayette, Franklin, Washington, Chopin, Napoleone Bonaparte, Beethoven, de Miranda, Puskin, Bolivar, Garibaldi, Byron, Dumas, O. Wilde, Kipling, Zanardelli, Nathan, Twain, Tolstoj, Hugo, Carducci, Pascoli,  Proudhon, Bakunin, Freud, Jung, Kerenskij, Keynes, Theodor e Franklin Delano Roosevelt, Truman, Marshall, Einstein, I. Bergman, solo per citare alcuni pochi nomi alla rinfusa di grandi personaggi passati attraverso l’iniziazione libero-muratoria.
Dare del Massone a qualcuno è soprattutto annoverarlo tra gli epigoni di una storia gloriosa, tra i discendenti di una avanguardia spirituale, filosofica, culturale e civile che ha rivoluzionato il mondo delle lettere, delle scienze, del diritto, della politica, della società e dell’economia.
Poi, certo, negli ultimi decenni sono emerse alcune ombre, dopo tante luci.
In Italia, queste ombre hanno preso le forme caratteristiche del piduismo e del neo-piduismo.
Evidentemente privo di solidi strumenti culturali per concepire la Libera Muratoria al di fuori del paradigma piduistico, Padellaro crede ingenuamente che dare del Massone a qualcuno significhi insultarlo ed essere passibili di querela per diffamazione.
Complimenti per la qualità delle nozioni storiche, sociologiche e antropologiche.
Padellaro, poi, supera se stesso, allorché si mette a cianciare di “prove documentarie”.
Ma perché, per accogliere le dichiarazioni di Magaldi (o di altri) su Mussari, Verdini, Amato, Berlinguer, etc. (tutti nomi tranquillamente riportati nell’intervista pubblicata con il beneplacito di Padellaro) sono stati richiesti documenti particolari, certificati e protocollati?
I giornali intervistano esperti di vari settori, i quali, al lume delle proprie conoscenze, fanno delle ricostruzioni narrative di ambienti, personaggi e circostanze, lasciando ad altri contesti (storiografici o giudiziari) l’esibizione di eventuali documenti testimoniali in senso stretto.
Naturalmente, prima di fare un’intervista, un giornalista serio si preoccupa di documentarsi sulla attendibilità generale, sul calibro specifico del personaggio cui si richiede di rilasciarla.
Dopo di che, la responsabilità delle affermazioni contenute in un’intervista sono tutte dell’intervistato. E la pubblica opinione è in grado di valutare se le cose dette abbiano o meno attendibilità e plausibilità.
Ma nel caso in oggetto, la vera domanda è: perché a Padellaro va bene che si parli della cifra massonica di personaggi come Mussari, Amato, Verdini, etc., ma non vuole che si menzionino Mario Monti e Mario Draghi, e addirittura interviene con un ignobile atto censorio?
Si confrontino infatti la versione integrale dell’Intervista, e cioè quella riprodotta in

Intervista di Gioele Magaldi by Fabrizio D’Esposito per il Fatto Quotidiano del 6 febbraio 2013. Versione INTEGRALE e ORIGINALE, senza le ignobili censure e manipolazioni imposte da Antonio Padellaro (clicca per leggere),

con quella effettivamente pubblicata sul Fatto Quotidiano cartaceo del 6 febbraio 2013, di cui presto presenteremo la versione in pdf.
Nella seconda versione, manca questo significativo passaggio:

“Leggendo il suo sito, si apprende che il mondo del potere è zeppo di fratelli. Lasciando da parte P2, P3 e P4, lei chiama fratelli anche Draghi e Monti.

Mario Draghi e Mario Monti sono entrambi massoni. Di più: appartengono all'aristocrazia massonica sovranazionale. Su ciò saranno peraltro prodotte importanti ed autorevoli testimonianze documentarie nel mio libro Massoni. Tra l'altro, occorre dire che troppo spesso, sulla questione MPS, ci si interroga sul livello italiano degli intrecci massonici. In realtà, se c'è un massone implicato fino al collo nella vicenda, quello è proprio il Venerabilissimo Maestro Mario Draghi, governatore di quella Banca d'Italia che tutto fece tranne che intervenire energicamente al tempo della strana acquisizione di Banca AntonVeneta da parte del Monte dei Paschi di Siena.”

 

Queste affermazioni utili a contestualizzare quali siano i veri protagonisti del potere massonico europeo e sovranazionale influenti anche in Italia, vengono clamorosamente censurate per protervo volere di Antonio Padellaro.
Forse perché Padellaro se la fa sotto, quando si parla di Draghi e Monti?
Forse perché non vuole rovinarsi i rapporti con questi calibri da novanta e con personaggi ad essi attigui?
Insomma, Padellaro intende applicare alla perfezione il detto scherza con i fanti, ma lascia stare i santi…
Padellaro, dunque, si rivela il tipico pennivendolo italiano, sempre pronto a discettare infinitamente di P2, P3, P4 e livelli solo provinciali del mondo massonico e para-massonico, ma senza il coraggio (o peggio: la convenienza) di andare a disturbare i membri dell’aristocrazia massonica euro-atlantica.
Ancora complimenti.
D’altronde, significativamente, dalla versione censurata, rimaneggiata e manipolata dell’Intervista (anche le domande sono cambiate, oltre alle risposte) è stato espunto anche il seguente passaggio:

Nel suo libro Confiteor, Geronzi sostiene che in tutte le vicende del risiko bancario degli ultimi decenni la massoneria c'entra sempre. In che senso? Lei parla spesso di varie anime di questo mondo. Quali sono?

Geronzi dice il vero. Ma chiunque conosca un minimo i circuiti finanziari e bancari sovranazionali - che determinano quello che accade anche nella provincia italiana- sa bene che essi sono saldamente in mano di gruppi massonici e paramassonici. Nel mio libro di imminente uscita, Massoni. Società a responsabilità illimitata, sono elencati nomi, cognomi e biografie di svariati personaggi dell'establishment planetario libero-muratorio. Le diverse anime della Massoneria? Dal XVIII a circa metà del XX secolo ha sempre prevalso l'anima illuminista, progressista, libertaria e democratica, vittoriosa su tendenze massoniche elitario-gerarchiche e reazionarie, nonché  creatrice della stessa società aperta "popperiana" in cui l'Occidente vive. Dopo aver toccato il culmine del suo prestigio con figure del calibro di John Maynard Keynes, Franklin Delano Roosevelt, Harry Truman, George Marshall (il segretario di stato americano che diede il nome allo European Recovery Program o Piano Marshall, grazie al quale l'Europa fu ricostruita sapientemente con politiche keynesiane), Albert Einstein ed Eleanor Roosevelt (fautrice e patrona della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 10 dicembre 1948), la Massoneria, a partire dalla fine del Novecento ha visto prevalere, per la prima volta nella sua storia secolare, componenti conservatrici e reazionarie. Su di esse, in particolare, mi soffermo nelle parti finali del mio libro Massoni.,

che è stato condensato in poche battute malamente riassuntive.
Come mai?
Semplice.
Nella pseudo-cultura massonofobica di cui l’Italia è stata imbevuta nella seconda metà del Novecento (complice anche il nanismo intrallazzatore di buona parte dei massoni italici, soprattutto dagli anni ’60-70 in poi)  – e cui Padellaro e non pochi altri suoi colleghi si sono abbeverati a piene mani, il Massone deve sempre essere rappresentato come un oscuro cospiratore e manipolatore, un angelo del male, un mascalzone o un farabutto, appena appena redento allorché si metta a denunciare le malefatte dei suoi confratelli.
Quindi, guai a far passare, a beneficio dei lettori de Il fatto Quotidiano e dell’opinione pubblica in generale, la consapevolezza che

“Dal XVIII a circa metà del XX secolo ha sempre prevalso l'anima illuminista, progressista, libertaria e democratica, vittoriosa su tendenze massoniche elitario-gerarchiche e reazionarie, nonché  creatrice della stessa società aperta "popperiana" in cui l'Occidente vive. Dopo aver toccato il culmine del suo prestigio con figure del calibro di John Maynard Keynes, Franklin Delano Roosevelt, Harry Truman, George Marshall (il segretario di stato americano che diede il nome allo European Recovery Program o Piano Marshall, grazie al quale l'Europa fu ricostruita sapientemente con politiche keynesiane), Albert Einstein ed Eleanor Roosevelt (fautrice e patrona della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 10 dicembre 1948), la Massoneria, a partire dalla fine del Novecento ha visto prevalere, per la prima volta nella sua storia secolare”.

Questo periodo è stato mutilato e reso quasi incomprensibile e asfittico, nella versione pubblicata, passata attraverso la censura e la manipolazione disposta da Antonio Padellaro.
Guai soprattutto, si sarà detto il Padellaro, a lasciare che venga menzionata la cifra massonica di eroi positivi della tradizione progressista, come ad esempio le figure di John Maynard Keynes ed Eleanor Roosevelt.
Al primo (insieme al Fratello Roosevelt) si può attribuire il primo paradigma economico improntato a valori di autentica giustizia sociale e adeguato sostegno alla prosperità di tutti e di ciascuno; alla seconda va ricondotto lo sforzo principale affinché all’ONU venisse approvato (10 dicembre 1948) quel documento di straordinaria modernità democratica, libertaria ed egualitaria che si chiama Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Padellaro non era interessato a queste cose.
A Padellaro interessava imbandire la solita pietanza sui livelli massonici provinciali, evitando qualsiasi pericolosa pista che conducesse verso Londra, Bruxelles, Francoforte o altri santuari del potere massonico che conta davvero, compresa quella Bankitalia in cui quasi tutti i governatori o alti dirigenti sono da sempre stati adusi a cingere grembiulini d’oltralpe, d’oltremanica o d’oltreoceano.

L’aspetto più stonato della vicenda, allora, è proprio l’ethos (si fa per dire) da fariseo, da ipocrita sepolcro imbiancato, di cui ha dato prova Antonio Padellaro.
Costui, con lo stesso stile morale ignobile dei piduisti e neo-piduisti della peggior specie, approfittando della disponibilità e della fiducia del Fratello Magaldi, si è cimentato in un’odiosa opera di manipolazione e censura.
E si tratta dello stesso Antonio Padellaro che nel maggio 2010, insieme a Marco Travaglio, aveva partecipato ad una conferenza londinese (presso la London School of Economics and Political Science) dal titolo “La libertà d’informazione in Italia” (titolo originale: “The Status of Freedom of information in Italy”).
Ma di quale libertà d’informazione può permettersi il lusso di cianciare, un individuo che pratica senza scrupoli la censura e/o l’autocensura?
Ma ci faccia il piacere, avrebbe detto il Fratello Massone Antonio de Curtiis, in arte Totò.
Padellaro si dimetta al più presto da direttore de Il Fatto Quotidiano, aggiungiamo Noi.
E magari l’Ordine dei giornalisti apra un’inchiesta per violazione delle norme deontologiche di base.
Perché di Giuseppe Mussari, Giuliano Amato, Denis Verdini, etc., si può parlare senza censure e invece dei Massoni Mario Monti e Mario Draghi no?

C’è poi un aspetto tragicomico della faccenda.
Probabilmente, mai e poi mai Padellaro si sarebbe aspettato che Noi di GOD denunciassimo il suo ignobile e ipocrita comportamento pubblicamente.
Padellaro, nel comportarsi con tracotanza da censore post-moderno, si immaginava che il Fratello Magaldi ci avrebbe magari impedito di raccontare la vicenda in questi termini così schietti e dettagliati.
“Mica Magaldi sarà così pazzo da alienarsi la possibilità che Il Fatto Quotidiano torni a parlare di lui e di GOD, denunciando apertamente la mia censura”, deve essersi detto Padellaro.
Eh già, perché tutti gli ominicchi e quacquaracquà di sciasciana memoria pensano che gli altri esseri umani, in fondo in fondo, siano tali e quali a loro.
Ma Padellaro ha fatto male i suoi calcoli.
Né Magaldi, né alcuno di Noi ha mai sollecitato un servizio mediatico o un’intervista.
Sono stati sempre i vari media a cercarci, e non sempre abbiamo deciso di concedere dichiarazioni attraverso il nostro portavoce Magaldi.
Il quale Fratello Gioele se ne infischia altamente di compiacere i vari satrapi della stampa o del circuito radio-televisivo.
Con chi ci cerca siamo gentili e amichevoli, ma non sempre disponibili, e mai senza porre condizioni di assoluta onestà e lealtà comunicativa.
Del resto – al di là di quanto venga rilanciato dal circuito mediatico mainstream – il nostro sito www.grandeoriente-democratico.com è periodicamente seguito e monitorato da banchieri, finanzieri, economisti, politici, diplomatici, religiosi, magistrati, giornalisti, membri dell’intelligence e delle forze dell’ordine, militari, cittadini di varia estrazione sociale e professionale.
Tanto in Italia che in Europa e nel resto del Mondo.
I nostri contenuti comunicativi arrivano ovunque, anche a prescindere dal Fatto Quotidiano e dai vari “Antonii Padellarii” che infestano gli organi mediatici della provincia italica.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 3-6 febbraio 2013 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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