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GOD: REPORT, Milena Gabanelli e Michele Buono possono fare molto di più e di meglio

 

 

 

 

Abbiamo sempre apprezzato il lavoro di REPORT su RAI 3, ottimamente condotto da Milena Gabanelli.
E continuiamo ad apprezzarlo, ritenendola una delle poche isole felici (insieme a Servizio Pubblico di Michele Santoro e a poche altre trasmissioni dell’etere italico, tra cui la testata TG7 diretta dall’ottimo Enrico Mentana e talora il talk-show Piazza Pulita di Corrado Formigli) in cui sia possibile far passare anche informazioni altrimenti censurate.
Tuttavia, una vicenda nella quale è stato di recente coinvolto il Fratello Gioele Magaldi, ci induce alla convinzione che è venuto il tempo di fare di più e di meglio.
Rivolgiamo questa esortazione proprio a Milena Gabanelli e al suo prezioso collaboratore Michele Buono, che tutti descrivono come un giornalista di razza, molto professionale e di sicuro talento investigativo/narrativo.
E rivolgiamo questa esortazione traendo spunto dalla recente puntata di REPORT del 7 ottobre 2012: “I GARANTI”. Servizio su “L’autorità dei trasporti”, by Michele Buono (clicca sopra per visionare).
Durante questa puntata veniva realizzata un’intervista al nostro leader Gioele Magaldi.
La premessa di questa intervista era consistita in un lungo corteggiamento del Fratello Magaldi da parte del suddetto giornalista Michele Buono, il quale, dopo primi contatti telefonici e poi incontri di persona, scriveva la seguente mail (accompagnata poi da altra telefonata):

 

“Buonasera gentile Magaldi,
come d'accordo le scrivo per confermarle le coordinate dell'inchiesta di cui le
ho parlato: messa in onda 7 ottobre su rai tre; l'ultima settimana di agosto effettuo riprese a Roma; primi di settembre a Londra; successivamente a Milano e a  Torino; ultime due settimane di settembre montaggio e lavorazioni per la messa in onda. Quindi se ha deciso di realizzare l'intervista su De lise e dintorni, le chiedo
di farmi sapere quando ci possiamo sentire per telefono per metterci d'accordo.
Nel caso fosse disponibile - compatibilmente con i suoi impegni - la mia prima proposta è nell'ultima settimana di agosto a Roma. Grazie. Cordialmente.
Michele Buono XXXX”

 


L’incertezza e i dubbi del Fratello Magaldi sul fatto di concedere o meno tale intervista, si fondavano sulla paura che il suo pensiero e le sue riflessioni potessero essere strumentalizzate o de-contestualizzate.
Poi, però, convinto dalla credibilità assoluta della trasmissione REPORT e dalla fiducia che gli aveva ispirato Michele Buono (il quale, per di più, annunciava l’interesse suo e della Gabanelli ad approfondire in successive trasmissioni la natura del potere massonico nazionale e internazionale in un contesto di società globalizzata come quella del XXI secolo), Gioele Magaldi si era deciso a dare la sua disponibilità
Ne era seguita, a fine agosto 2012, la registrazione di un’oretta di riprese, durante le quali il Fratello Magaldi aveva potuto ben argomentare diverse considerazioni sull’argomento “massoneria in Italia”, anche grazie alle intelligenti domande del suo intervistatore Michele Buono.
Rassicurato infinite volte sul fatto che il suo pensiero non sarebbe stato manipolato, strumentalizzato o de-contestualizzato, Magaldi si convinse che la trasmissione del 7 ottobre 2012 avrebbe rappresentato un piccolo e prezioso tassello nella pionieristica opera di decodificazione culturale sul back-ground massonico, che egli e Noi Fratelli di GOD abbiamo intrapreso da circa due anni.

Invece, dopo aver preso visione di

REPORT del 7 ottobre 2012: “I GARANTI”. Servizio su “L’autorità dei trasporti”, by Michele Buono (clicca sopra per visionare),

il Fratello Magaldi ha sentito il bisogno di scrivere a Michele Buono la seguente mail:

 

“Caro Michele, abbiamo davvero iniziato con il piede sbagliato.
Quella che ho visto non era un'intervista, bensì una mediocre decontestualizzazione e un pessimo "taglia e cuci" delle puntuali argomentazioni del sottoscritto, almeno parte delle quali mi avevi dato la tua parola d'onore che avresti montato e trasmesso. Addirittura, c'è stato un passaggio in cui avete messo in onda alcune mie frasi tagliate qua e là, facendo credere allo spettatore che si riferissero a De Lise, mentre alludevano ad altri discorsi (credo a un passaggio su Antonio Baldassarre). Questa è stata una gravissima scorrettezza specifica che si aggiunge a quella generale di avermi indotto a concedere l'intervista, facendomi credere che avrebbe avuto ben altro spessore.
Anche perché, l'insieme di quello che avevamo effettivamente filmato, tra domande e risposte, aveva certamente una caratura differente, molto superiore a ciò che è stato mostrato.
Avevo avuto fiducia in te, e questo è stato il guiderdone che ne ho ricevuto.
L'unica cosa che risalta, da questa cosa, è che ho sostenuto che De Lise è massone. Ma per farmi dire questo non c'era bisogno che mi scomodavi per farmi girare un'ora di intervista.
Sarebbe bastato riprodurre il pezzo redazionale di GOD di qualche mese fa.
A che scopo hai filmato le mie dichiarazioni di ben altra ariosità? A che scopo mi hai fatto altri tipi di domande?
Mi avevi garantito che almeno una parte dei miei ragionamenti più importanti su determinate questioni (evidentemente non avete il fegato di mandarle in onda) sarebbe stata montata e trasmessa.
Non c'era traccia alcuna, nel tuo deludente montaggio, di ciò che era stato detto a proposito di  Corrado Passera, Carlo De Benedetti, Mario Monti, le associazioni mondialiste massoniche e para-massoniche(e transeat, anche se mi viene in mente che avete applicato il detto: "scherza con i fanti (De Lise), ma lascia stare i santi (Bernabei, Passera, Monti e le questioni sostanziali del potere, etc.) )
Mi avevi però almeno garantito che alcuni ragionamenti che avevo fatto sulla storia, l'ethos e la natura della massoneria, su certe sue dinamiche fondamentali e sulla controversa questione del diritto costituzionale dei massoni ad assumere qualunque tipo di incarico pubblico, li avresti montati e mandati in onda: queste sarebbero state cose utili a fare informazione e alimentare dibattito civile di alto profilo presso l'opinione pubblica, altro che il solito gossip stantio relativo al fatto se uno è massone oppure no.
Tanto più che Alessio Liberati ha ribadito il concetto che per i magistrati sarebbe proibito essere massoni. E, come ricorderai, su questo io avevo fatto delle considerazioni articolate di segno opposto, rivendicando la piena libertà costituzionale, per ogni cittadino (libero muratore o meno), di poter rivestire cariche pubbliche, aggiungendo però una serie di significative riflessioni intorno alla necessità di trasparenza e solarità, nel rapportarsi al resto della cittadinanza. da parte di chi partecipa di un circuito di potere peculiare come quello latomistico.
Insomma, il risultato della tua intervista mi è parso molto modesto (per usare un eufemismo).
Tutto ciò, contro lo stesso interesse della trasmissione REPORT, perché dal promo di domenica scorsa sembrava chissà che cosa sarebbe dovuto uscir fuori, e invece la montagna ha partorito il classico topolino, mostrando in modo falso e artificioso ME come un personaggio che non va a fare ragionamenti e ad offrire analisi accurate, ma semplicemente si mette a giocare alle figurine dell'album dei massoni: questo è un fratello e quello no, quest'altro lo è stato e qualcun altro sta per esserlo.
Questa non è né informazione né servizio pubblico.
Quand'è che REPORT e la RAI inizieranno a parlare in modo serio, e non soltanto macchiettistico-scandalistico della Massoneria?
O la cosa vi fa troppa paura, vi mette troppi imbarazzi, vi crea troppi problemi con la dirigenza RAI nominata dal Governo del Fratello Mario Monti?
Quand'è che i giornalisti  e i conduttori inizieranno a comportarsi in modo leale con chi ha perso tempo a ragionare con loro, convinto da false promesse che si stava facendo qualcosa di diverso e migliore dal solito?
Sono molto deluso, caro Michele.
Gioele”.

 

Ad essa, Michele Buono rispondeva così:

 

“Caro Gioele,
non replico alle offese ma ti invito a riflettere che forse tu stai partendo con il piede sbagliato. Fino a qualche ora fa il grande pubblico non sapeva chi fossi né tu, né il God e alla parola massoneria associava P2 e numeri che seguono, intrighi e poteri deviati. Lo sai benissimo che nella vulgata quotidiana massoneria è una parolaccia. Ora tu sei intervenuto in una trasmissione credibile al di là di quello che pensi (non siamo né compasso nel senso negativo e né crocifisso ma slegati da tutto) e nella parte introduttiva hai fatto un distinguo sull'essere massoni. In quel momento si è aperto un varco rispetto alla vulgata di cui sopra. L'aspetto che fin dal primo momento mi ha interessato della tua figura. Detto questo il resto su De Lise si inscrive in questo contesto. Ieri eravamo nella griglia authority e in quella bisognava rimanere, te lo avevo quando ci siamo incontrati. Ti assicuro che nel contesto di ieri hai lanciato un bel sasso e nessuno (dai riscontri che ho avuto) si è sognato di pensare che sei un provocatore o un poveraccio. Se ti va quando abbiamo tempo ti posso raccontare l'effetto del parlare a ruota libera, che al momento ti potrebbe dare la sicurezza di aver detto tutto in modo chiaro, ma senza che te ne accorgi ti potrebbe fare entrare nel ruolo di un provocatore o peggio di una macchietta. Queste sono le trappole vere dei media. Le mie premesse, quelle che mi hanno portato a telefonarti per incontrarti di persona, sono diverse. Sennò avrei usato il sito del God punto e basta. Ciao.
Michele

p.s.
prova a fine giornata a vedere il numero di contatti del tuo sito”.

 

E questa era la replica di Gioele Magaldi:

 

“Caro Michele,
e saresti tu l'offeso?
Nella mia comunicazione precedente non c'erano offese, e lo sai benissimo, ma solo l'amara constatazione che è stata tradita la mia fiducia.
Sbagli, e di grosso, se credi che prima della pessima performance (di quanto, due minuti di frasi smozzicate ed impressionistiche?) di ieri, il "grosso" pubblico non sapesse chi fossi io o GOD e/o che alla parola massoneria associasse automaticamente soltanto P2 e numeri che seguono, intrighi e poteri deviati. Ma sbagli, sapendo di sbagliare.
Infatti, tu stesso e REPORT mi siete venuti a cercare, proprio perché, a partire dalla primavera 2010 e fino ad oggi, il sottoscritto e Grande Oriente Democratico sono stati attenzionati rispettivamente da Panorama, Corriere della Sera (articoli ampi di più pagine, reiterati per due giorni consecutivi, dopo un accenno di alcuni giorni prima), Vanity Fair, Dagospia (infinite volte), Italia Oggi, Radio 24 (diverse interviste lunghe nel corso del tempo, 4 o 5 non ricordo)- che fa milioni di ascoltatori, l'Unità, Left. Terra, Il Riformista (prima pagina una volta, ampie pagine molte altre volte), il Fatto Quotidiano, Radio IES, Libero in pagine interne, Libero in prima pagina (celeberrima l'immagine di Mario Monti con grembiule massonico), il TG7 con un servizio in grande risalto. etc. Per non parlare di diversi lanci della principali agenzie di stampa e di una valanga di rilanci su testate giornalistiche web (a partire da LINKIESTA), infiniti siti e blog. Perciò, Report o non Report, Grande Oriente Democratico è ormai leggendario, per il suo stile e i suoi contenuti, sia sul web, che registra una quantità impressionante di suoi interventi e pagine, che nella vita reale. La "Lettera Aperta n.1 al Fratello Silvio Berlusconi del 26 luglio 2010" è stata scaricata, stampata, distribuita e letta, nel tempo, negli uffici, nelle fabbriche, nelle sedi di partiti politici e sindacati, da parlamentari e ministri, da burocrati e giornalisti, liberi professionisti e operai, impiegati e casalinghe, etc.
E per controllare la puntuale veridicità di ciò che ti sto comunicando, ti rinvio alla Sezione Documenti e Rassegna Stampa del nostro sito ufficiale, www.grandeoriente-democratico.com , dove, a partire dal maggio 2010, potrai trovare una inoppugnabile documentazione di quanto ho appena affermato.
Sorvolo, poi, sulla quantità quotidiana di comunicazioni (telematiche, cartacee e di qualsiasi genere) che GOD riceve ormai da circa due anni da parte di cittadini italiani e stranieri di qualsiasi classe sociale. Persone che seguono con attenzione le nostre iniziative e i nostri punti di vista, che ci incoraggiano a proseguire e/o che ci dicono che, prima di aver conosciuto noi, avevano un'idea negativa e diversa della Massoneria, che appunto identificavano con la P2, oppure con il neo-piduismo di Gustavo Raffi e degli attuali vertici (pro-tempore) del Grande Oriente d'Italia. E tutto questo accade già da un bel po'.
Sorvolo anche sul fatto che esistono persino delle interrogazioni parlamentari, presentate nel corso del tempo a partire da articoli e "denunce" di GOD. E sul fatto che, in Italia (ma non soltanto in Italia), sono in pochi (e si tratta dei più mediocri, distratti e incolti) i politici, i giornalisti, i servizi di intelligence, i magistrati e altre categorie di cittadini che non abbiano almeno una qualche nozione di base sull'esistenza e le finalità di Grande Oriente Democratico.
Perciò, caro Michele, tu e REPORT siete arrivati un po' tardi, per potervi permettere il lusso di pensare di averci improvvisamente sdoganato rispetto alla pubblica opinione.
Anzi, io credo che tu sia assolutamente consapevole di questo, perché questa presunzione è in netto contrasto con il fatto - che tu stesso mi hai rivelato - che voi di REPORT monitorate da tempo l'attività di GOD (e, in effetti, i miei collaboratori hanno conservato delle vostre mails di contatto risalenti a molto tempo fa, prima che poi tu mi corteggiassi a lungo per conoscermi e potermi proporre una iniziale intervista su temi italioti, cui poi farne seguire delle altre, su argomenti di più vasto respiro, visto che il Bel Paese è soltanto una provincia del complessivo sistema planetario globale).
Non nutro dubbi sulla credibilità di REPORT, e ho accettato di farmi intervistare proprio perché avevo (ed ho tuttora, nonostante sia stata contingentemente tradita la mia fiducia) stima sia di Milena Gabanelli come conduttrice e giornalista, sia di te, che mi hai fatto un'ottima impressione, percependoti come una persona seria, accurata, affidabile e professionale, quando ho avuto modo di conoscerti.
Il problema non riguarda le persone -te e la Gabanelli- e la vostra credibilità (che giudico tuttora solidissima e indiscutibile, se stiamo parlando di te e della Gabanelli), ma il fatto (spero contingente ed emendabile) che tu/voi avete cambiato le carte in tavola, rispetto agli accordi chiarissimi (su cui mi ero più volte soffermato) in base ai quali ero disposto a concedere un'intervista. Non pretendevo chissà quali condizioni, ma almeno che si presentasse un individuo che svolge ragionamenti (certo non in due minuti malamente tagliati e cuciti) e non il solito massone "eretico" di cui si carpisce la frase ad effetto o la piccola informazione gossipara per screditare questo o quell'altro personaggio su cui, contingentemente, si sia appuntato l'interesse polemico della trasmissione. Queste condizioni tu le avevi accettate, dandomi la tua parola d'onore.
E in effetti, tu mi hai intervistato per circa un'ora (o poco meno) e mi hai fatto domande opportune, alle quali io ho dato risposte adeguate.
Mi avevi anticipato che alcuni riferimenti, pur molto interessanti, sulle relazioni tra "crocifisso e compasso" (vedi la parte su Ettore Bernabei, etc.), li avresti stralciati (anche se non ho capito bene perché, e non regge la motivazione che erano fuori tema, perché anzi calzavano perfettamente rispetto all'argomento dell'appartenenza trasversale di alcuni personaggi tanto alla Massoneria che all'Opus Dei, non per motivi filosofico-spirituali- avendo i due ambienti ispirazioni formalmente contrapposte- ma per mere e ciniche ragioni di potere), ma non c'è nessuna ragione al mondo che giustifichi l'eliminazione totale, dall'intervista, dei riferimenti alle distinzioni tra massoni progressisti e conservatori/reazionari, a Gustavo Raffi, a Corrado Passera, a Carlo de Benedetti, a Mario Monti, a Mario Draghi, alla natura delle associazioni sovra-nazionali massoniche e para-massoniche, alla mia convinzione che sussista un diritto costituzionalmente garantito dei massoni -e/o di qualsiasi altro cittadino aderente a qualsivoglia consesso filosofico, religioso o iniziatico- ad assumere incarichi pubblici, con la sola condizione che ciascuno dichiari in modo trasparente all'opinione pubblica quali siano le sue simpatie e adesioni associative. Naturalmente, come sai, mi soffermavo anche sulla questione che una simile trasparenza è possibile soltanto in un contesto in cui, appena uno apre bocca e dichiara la sua identità massonica, non si scateni immediatamente e arbitrariamente la "caccia alle streghe" e la damnatio (ipocrita) collettiva. Ma un contesto siffatto, evidentemente, di reciproca lealtà tra massoni e media, tra massoni e opinione pubblica/società civile/cittadinanza, non si realizzerà mai, in Italia (mentre in altre democrazie più mature, come gli USA, il Regno Unito e la Francia, tutti i Paesi del Nord Europa e anche le democrazie laiche emergenti dell'America Latina, è moneta corrente), se gli operatori del mondo dell'informazione continueranno a trattare il tema Massoneria solo in termini di scandalismo allarmistico, sospetto morboso, gossip impressionistico. Senza fare corretta divulgazione (non dico approfondimento, solo mera divulgazione giornalistica) di natura storica, antropologica, sociologica o anche solo banalmente cronachistica, come si può pensare che i cittadini italiani (già rimbambiti dalle mille manipolazioni quotidiane di molti media asserviti ad interessi particolari e non al servizio della collettività) possano maturare gli strumenti critici per valutare correttamente luci e ombre della Massoneria?
Nel vostro servizio, il magistrato Alessio Liberati rammentava che fu emanata (al tempo, anni '80 e '90, delle grandi e fasulle epurazioni illiberali e anti-costituzionali dei massoni da diverse istituzioni pubbliche, compresa la RAI, che però continua ad essere piena zeppa di massoni occulti e dissimulati, benché perfettamente noti agli addetti ai lavori) una circolare che vietava ai liberi muratori di assumere incarichi in magistratura. Si tratta, con tutta evidenza, di una violazione dei diritti costituzionali fondamentali del cittadino, di una norma aberrante e degna di uno stato stalinista o fascista. Con questo principio, qualcuno un giorno potrebbe proporre di vietare la carriera in magistratura o l'accesso ad incarichi pubblici ai cattolici, a forme specifiche di associazionismo cattolico, agli ebrei (in quanto sta rimontando la paranoia e l'avversione contro i demo-pluto-giudaico-massoni) o a individui di religione islamica, buddhista, etc.
E' evidente che, in un clima di disinformazione e analfabetismo civile come quello italiano, se qualche massone che ricopre incarichi istituzionali prova ad alzare la testa e a dichiarare coraggiosamente e lealmente la sua cifra latomistica, come minimo verrà preso a calci, sputi e legnate da un popolo cui è stato insegnato (da certi ambienti reazionari della Chiesa, da alcuni ambienti politici ipocriti e illiberali e dai media) che l'unico massone buono è quello morto o quello che si mette a fare il delatore dei suoi fratelli, novello Leo Taxil che denunci il complotto satanico della Libera Muratoria.
Era o no rilevante, per l'opinione pubblica, sentire la mia opinione in materia, iniziare a partecipare di un simile dibattito in modo critico e informato? Ma, anche in questo caso, sono stato censurato,nonostante le promesse di dare spazio a qualche ragionamento, e non solo a frasi decontestualizzate e montate seguendo un copione aprioristico e banale, tutto incentrato sulla tesi che si voleva suggerire: De lise è uno sporco massone e dunque lo si cacci a pedate nel sedere da qualunque poltrona.
Vedi, caro Michele, a me Pasquale De Lise non piace, certo.
Non mi piace la sua storia personale e istituzionale, non mi piacciono le sue frequentazioni e le modalità con le quali ha esercitato le sue funzioni pubbliche.
Non mi piace il carattere strumentale di certe sue adesioni associative.
Ma la vera ragione per cui De Lise era inadatto, a mio parere, a rivestire il ruolo di responsabile di una Agenzia per strade e autostrade, ed è inadatto ad essere membro dell'Authority per i trasporti, non risiede nel suo tasso di adesione (magari strumentale) ad ambienti massonici reazionari e ad ambienti opusiani (costitutivamente reazionari e illiberali), bensì nel gigantesco conflitto di interessi che si verificherebbe ogni volta che costui dovesse fare delle scelte, svolgendo i suoi nuovi incarichi, avendo a mente quali siano stati i suoi incarichi precedenti e la scandalosa relazione in stile "sliding doors" (porte girevoli) tra gli uni e gli altri.
Poi, è ovvio, se uno mantiene occulte, e non trasparenti e dichiarate, determinate affiliazioni, questo può costituire un'aggravante.
Ma anche nel caso di un magistrato o di un uomo delle istituzioni che eserciti con grande rigore, equilibrio e trasparenza le sue funzioni (i migliori magistrati e politici nella storia delle società occidentali sono stati massoni: ci sono esempi eclatanti fra gli statisti, fra i giudici di ogni ordine e grado, fra i membri della Corte Suprema USA, etc.), come si può biasimare un simile individuo se tiene nascosta la sua cifra massonica, in un Paese, l'Italia, che vive ancora di un clima clerico-fascista di avversione anti-massonica e dove tutti si scatenano immediatamente, appena sentono odore di Massoneria, nella più truculenta della caccia alle streghe?
Un simile atteggiamento culturale è quello che facilita la scarsa pubblicità di sé che offrono anche i massoni perbene e un perfetto brodo di cultura per chi, al riparo di questa mentalità dell'occultamento, costruisce carriere, privilegi e progetti politici discutibili (i massoni poco per bene).
Concludo questa mia lunga mail, rispondendo ad una tua inopportuna valutazione.
Personalmente, credo di avere abbastanza consapevolezza e lucidità per non "parlare a ruota libera, avendo per di più la falsa sicurezza di aver detto tutto in modo chiaro".
Io parlo in modo chiaro, sempre.
E avevo parlato in modo chiaro anche in tutte quelle parti dell'intervista (il 95%) che tu hai discutibilmente omesso di presentare alla pubblica opinione, anche solo per accenni qua e là di pochi minuti, che avresti potuto montare insieme al resto per fare corretta informazione e non utilizzo strumentale, parziale, unilaterale e riduttivo delle mie affermazioni.
Quanto al numero di contatti di quello che definisci il "mio sito" (in realtà il sito ufficiale di GOD), non me ne curo né poco né tanto: di queste cose si occupano i miei collaboratori.
E, in ogni caso, tante volte non l'avessi capito, non mi interessa minimamente la notorietà o il clamore fini a se stessi. Se mi fossero interessati questo tipo di "dis-valori" sarei rimasto comodamente al mio posto di golden boy di Giuseppe Abramo e Gustavo Raffi, e oggi godrei tranquillamente dei vantaggi e delle comodità di una simile posizione, invece di avere intrapreso una lunga, difficile, scomoda, pericolosa e rivoluzionaria marcia lungo il deserto per restituire dignità, trasparenza e autorevolezza alla Massoneria italiana (e non solo italiana).
A me interessa un corretto report delle mie interviste (ancorché sintetico, in omaggio ai tempi televisivi) e non andare come una sciantosa a REPORT o in altre trasmissioni di punta, solo per sollazzare un narcisismo egoico che forse appartiene ad altri personaggi (vedi il Fratello Gustavo Raffi e quasi la maggioranza della classe dirigente di questo sfortunato Paese), ma non certo al sottoscritto.
Spero soltanto che la pubblica opinione - abbandonata a se stessa su queste tematiche dai media, anche da quelli migliori, e voi di REPORT siete senz'altro fra questi ultimi, ve lo riconosco - possa trarre qualche giovamento sostanziale almeno dalla lettura del mio libro MASSONI. Società a responsabilità illimitata. Il Back-Office del Potere come non è stato mai raccontato, Chiarelettere editore.
Del resto, la mia opinione è che siete stati voi, per primi, a sciupare l'occasione di "bucare il video", utilizzando adeguatamente i contenuti più sostanziosi dell'intervista che vi avevo rilasciato. E se gli altri media non daranno adeguato rilancio al servizio che avete montato, stai pur certo che sarà dovuto proprio a questo problema: nella promo sembrava che prometteste chissà quali sfracelli comunicativi, e invece le vostre scelte di montaggio hanno ridotto il tutto alla classica montagna che partorisce il classico topolino, come già sottolineavo nella precedente mail.
Rinnovo la mia stima e la mia fiducia in te e nella Gabanelli, nonostante questo spiacevole episodio (gli errori di valutazione e comportamento sono sempre recuperabili, se uno è in buona fede, e io sono convinto della vostra correttezza professionale e umana), ma se avremo modo di fare insieme degli approfondimenti a 360° sulle dinamiche del potere massonico nazionale e internazionale nella società globale (come mi hai ripetutamente detto che volete fare), bisognerà cambiare approccio metodologico, specie in sede di montaggio e confezione finale del prodotto comunicativo.
Un caro saluto.
Gioele”.

 

Questa la ulteriore mail di Michele Buono:

 

“Caro Gioele,
non devi documentarmi su niente perché avevo già letto tutto. Sono io che da tempo seguo il tuo sito e un altro redattore che ti conosce. Detto questo, non intendevo parlare di sdoganamento ma di comunicazione verso un pubblico più vasto e generico rispetto a quello degli altri media che hai citato, e le sciantose le evito per scelta. Gioele hai rotto un muro in quel pubblico vasto! Rifletti con calma e riparliamone. Lo sai che ritengo interessante la tua posizione. Intanto a chi mi ha chiesto di te ho parlato del libro in uscita che ovviamente leggerò con interesse. Ciao.
Michele”

 

L’impressione che abbiamo avuto, prendendo visione di tale scambio comunicativo e registrando gli umori finali del nostro leader, è che egli sia convinto della buona fede (come lo siamo Noi) di Michele Buono e dell’intera operazione.
Il che non annulla i grossi limiti e l’errore mediatico di non aver utilizzato adeguatamente il 95% dell’intervista effettivamente filmata, mandando in onda solo degli spezzoni di impatto modesto.
Tanto modesto che, a quanto ci risulta, quella che avrebbe potuto essere una intervista in grado di bucare il video, come dice Magaldi, non ha lasciato finora grandi tracce nel dibattito informativo del giorno dopo, web compreso.
Chissà se lo farà nei prossimi giorni.
Se non lo facesse, allora la nostra analisi (e quella di Magaldi) si rivelerebbe tanto più confermata: è stata sprecata un’ottima occasione per raccontare dal di dentro alcune zone opache del potere italiota ed extra-italiota, ma anche per iniziare ad approfondire natura, storia, struttura e finalità della massoneria, tanto quella progressista quanto quella reazionaria o conservatrice, come direbbe il Fratello Gioele.

In questo senso, con una disposizione di amicizia, stima e fiducia, ci auguriamo che in futuro gli ottimi professionisti che lavorano a REPORT (primi fra tutti lo stesso Michele Buono e la responsabile di vertice del programma, Milena Gabanelli) possano fare di meglio e di più.

I  FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 9 ottobre 2012 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com