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In Difesa del Rito Scozzese Antico ed Accettato

 

 

E’ invalsa, da un po’ di tempo a questa parte, l’abitudine di “sparare a zero” sul Rito Scozzese Antico ed Accettato.
Lo hanno fatto, durante la campagna elettorale nazionale del 2009, non pochi alti rappresentanti del G.O.I. (Gran Maestro e Gran Segretario per primi, in occasioni pubbliche e private).
La ragione? Alcuni dicono che sarebbe: “il presunto supporto che alcuni alti esponenti del R.S.A.A. avrebbero dato a candidati alla Gran Maestranza diversi dallo stesso Gustavo Raffi”; altri dichiarano come ‘causa scatenante’: “la presenza, in liste alternative a quella di Raffi, di alcuni appartenenti al Supremo Consiglio del Rito”.
Ma, se per caso il Rito Scozzese avesse appoggiato la candidatura del Fr. Gustavo Raffi, egli e alcuni suoi supporters anche in questo caso avrebbero parlato di “indebita ingerenza” di un Corpo Rituale sull’Ordine, sulla Massoneria azzurra dei tre gradi? O, come è avvenuto in altri casi, non avrebbero piuttosto incassato soddisfatti il sostegno ricevuto?
Lascia perplessi questa disinvolta capacità di stigmatizzare duramente o accogliere con compiacimento le “presunte ingerenze” che verrebbero dai Corpi Rituali.
In realtà, a Noi pare che qualsiasi Fratello Maestro del G.O.I. (quale che sia il grado che eventualmente ricopra nei Corpi Rituali) sia legittimato a sostenere, durante qualsiasi tipo di elezione interna all’Ordine di Palazzo Giustiniani (provinciale, regionale o nazionale) quelle liste e quei candidati che gli sembrino più degni e convincenti.

Ma a polemizzare aspramente con il Rito Scozzese Antico ed Accettato, recentemente, non sono stati soltanto Gustavo Raffi & Company.
Persino i Fratelli che gestivano “Grande Oriente Libero” hanno avuto parole di scherno e severa reprimenda su supposte “timidezze” o ipotetiche “codardie” che, in certo momento, è loro parso di poter attribuire agli organi di governo di questo glorioso Corpo Rituale.

E nell’elenco dei detrattori del R.S.A.A. vanno annoverati anche tutti quei “polemisti” che, con argomentazioni varie, riterrebbero il suddetto Rito di perfezionamento eccessivamente “conservatore, gerarchico, elitario, reazionario, incapace di auto-riformarsi e di esprimere delle leadership autenticamente carismatiche”.

Il ‘colpo di grazia’, tuttavia, pare che lo voglia dare l’attuale Giunta (forse illegittima, come presto chiarirà la Magistratura repubblicana) di governo del G.O.I.
La quale Giunta, dopo aver qualche mese fa prima brutalmente revocato e poi più moderatamente (con tipica ‘marcia indietro’ di chi si accorge di averla fatta ‘troppo grossa’) sospeso i cosiddetti Protocolli d’intesa che regolano i rapporti tra G.O.I. e Rito Scozzese, si accinge adesso a proporre un nuovo “Protocollo” (per visionarne integralmente il testo clicca su Allegati 1 e 2 alla Relazione Morale di Morris Ghezzi), contenente però alcune deprecabili e inaudite vessazioni di carattere intimidatorio, dispotico e illiberale.
A parte il fatto che l’articolo I di questo Protocollo esordisce dicendo che: “Il Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani (G.O.I.) è, per immemorabile ed universale tradizione, la Massoneria dotata di regolarità d’origine e sovrana sul territorio italiano…”; e questa affermazione ci sembra, in effetti, alquanto pomposa e priva di fondamenti storici. Sia perché, di sovrani, sul territorio italiano, c’è soltanto il popolo, che ha scelto di essere governato da una forma repubblicana e democratica di Stato ‘di diritto’ e che mal sopporta altre enfatiche proclamazioni di “sovranità” da parte di chicchessia.
Sia perché non è affatto vero, storicamente, che il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani sia la Massoneria dotata di regolarità d’origine “per immemorabile ed universale tradizione”.
Eh, no! Che li presentiamo a fare i bei saggi e le brillanti monografie di valenti studiosi della Libera Muratoria, nella stupenda cornice di Villa Medici del Vascello a Roma e sotto l’egida dell’esimio Bibliotecario del G.O.I., Carissimo Fr. Bernardino Fioravanti, se poi vengono fatte affermazioni così ridicolmente puerili e anti-storiche?
La Tradizione per cui il G.O.I. si è auto-attribuito regolarità di origine (con procedura legittima ma niente affatto universale, visto che contemporaneamente altre Massonerie coeve e operanti sul suolo italico, rivendicavano analoga ‘sovranità e regolarità’) è “memorabilissima” e “storicamente ricostruibile e ricostruita”: si tratta di intricate vicende risalenti appena al XIX secolo, con un profluvio di fondazioni, ri-fondazioni, scissioni, annessioni, fusioni, assemblee costituenti e federative, ‘scomuniche’ e riconciliazioni varie tra tutti i gruppi libero-muratori presenti nella penisola.
Semmai, converrà anche “rammemorare”, a tutti coloro che sembrano aver perso la memoria in favore di ricostruzioni ‘misticheggianti, ineffabili e incuranti dei dati storici e filologici’, che, dopo la prima stagione settecentesca di logge italiane fondate per stimolo e impulso di quelle britanniche (tutte apparentemente estinte nel giro di pochi decenni), la prima entità massonica a essere ri-costituita nella penisola fu, il 5 marzo 1805, un Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato. E giova ricordare che il “Grande Oriente d’Italia” costituito lo stesso anno 1805, il giorno 20 di giugno (che lavorava, del resto, con ‘rituale scozzese’) era tutt’altra cosa da quel Grande Oriente d’Italia che, circa 60 anni dopo, lentamente, verrà emergendo come la Famiglia massonica maggioritaria, attraverso una dialettica intensa e una parziale integrazione con il Supremo Consiglio Scozzese di Palermo e altri gruppi latomistici.

Tutto ciò premesso per senso di onestà intellettuale e storica, come non ravvisare, ad es. nell’articolo 8 del citato Protocollo, un’ evidente lesione del diritto di ciascun maestro libero-muratore ad essere eletto in alcune cariche di Palazzo Giustiniani, esclusivamente con le limitazioni già previste dalla Costituzione e dal Regolamento dell’Ordine, che impediscono di essere eletti ad una carica soltanto se nel frattempo se ne sta occupando già un’altra, ma soltanto all’interno della stessa Massoneria azzurra dei tre gradi.
Perché mai un fratello maestro libero-muratore che ricopre incarichi ‘apicali’ nel Rito Scozzzese (o in altri Corpi Rituali) non dovrebbe potere legittimamente candidarsi? Piuttosto, in caso di elezione a qualche incarico nel G.O.I, potrebbero prevedersi le sue dimissioni dagli incarichi precedentemente ricoperti nel Rito e/o la scelta di quale incarico lasciare (stabilendo l’impossibilità di ricoprire contemporaneamente incarichi di vertice nell’Ordine e nel Corpo Rituale).
E come non ravvisare, nell’art.9 del Protocollo, un atto di ‘sovrana prepotenza’ e un tentativo di ‘odiosa prevaricazione’ rispetto ad alcune consolidate  (e logiche) prerogative del Rito scozzese?
Ma l’articolo di gran lunga più grave e rivelatore di una volontà di mortificazione e umiliazione di stampo illiberale e dispotico è il n.10!
Con un’impudenza davvero sorprendente, si arriva a dire: “…nelle riunioni del Rito, indifferentemente se rituali o profane, è vietato trattare, anche indirettamente, questioni di competenza dell’Ordine o aventi ad oggetto l’Ordine” (Sic!). Cioè viene affermata la negazione della “libertà di parola”…E tale negazione viene affermata relativamente a “questioni dell’Ordine” (cioè questioni che appartengono legittimamente a tutti i Fr.lli scozzesi in quanto essi sono anche Fr.lli massoni del G.O.I.: doppio Sic!!). E tale negazione si riferisce anche a ‘trattazioni indirette’ (triplo sic!!! E chi decide cosa voglia dire “trattare indirettamente di questioni dell’Ordine?).  Infine, ‘ciliegina sulla torta’, dopo la negazione della “libertà di parola”, si statuisce anche la negazione della “libertà di riunione e associazione”: i Fratelli massoni ‘scozzesi’ o di altri Riti non possono parlare di questioni relative al G.O.I. e non possono associarsi, nemmeno in riunioni ‘profane’ (e perché non mettete anche un limite al numero di persone che possono sostare insieme per strada, come ai tempi del ventennio fascista?) per parlare di ‘cose massoniche’ che li interessano legittimamente in quanto massoni (quadruplo sic!!!!).
Ma c’è una seconda ‘ciliegina’, sempre generosamente offerta da questo art.10, ‘inquisitorio e fascistoide’: “ La contravvenzione di tale imperativo viola l’esclusiva sovranità del’Ordine e costituisce un’indebita ingerenza del Rito nelle prerogative del G.O.I. (ndr: “Il Bue che dice cornuto all’asino…”) ed espone a colpa massonica sia i singoli Fratelli contravventori (ndr: ma che siete diventati tutti “Vigili Urbani”?) che le gerarchie del Rito, che su di esso devono vigilare per il puntuale adempimento del presente Protocollo” (quintuplo sic!!!!!)
Direi che “siamo proprio alla frutta”…Senza alcun ritegno, pudore o senso di vergogna, si arriva a ipotizzare, come usavano fare “le SS o la Gestapo” nei territori occupati, che, in caso di “violazione di una prescrizione da parte di un determinato individuo o gruppo di individui”, non solo egli/loro  sia/siano responsabile/i, ma anche altri che non ne avrebbero “represso preventivamente il comportamento”, quasi come dei “kapò”: si tratta esattamente di quella ‘amabile filosofia’ per la quale, se i partigiani dalla montagna facevano un’attentato, dovevano pagare anche le popolazioni civili che tali attentati non avevano saputo prevenire ed evitare! Complimenti! E, con questi presupposti, arrivederci nei Tribunali repubblicani, dove ci faremo un bel po’ di risate…

In definitiva, vorremmo osservare che se certamente il R.S.A.A. potrà essere riformato e ‘aggiornato’ in modo da renderlo meno “conservatore” o “verticistico” e più aderente alle istanze della sua “base” (senza il concorso e il consenso della quale, questo giova ricordarlo a Tutti, lo stesso Rito rischia di estinguersi e consumarsi in termini tristemente auto-referenziali per qualsivoglia Supremo Consiglio; che non avrebbe più nessun tipo di alimento e ‘linfa vitale’, qualora le Camere rituali e i vari Capitoli fossero abbandonati da Fratelli scontenti e delusi per le mancate “riforme”…) Ci sembrano francamente ingenerose gran parte delle critiche che gli sono state recentemente rivolte, per non parlare degli attacchi pretestuosi o strumentali di alcuni suoi “transfughi” o dei palesi tentativi di umiliazione, mortificazione e asservimento che si evincono a partire del nuovo Protocollo proposto dagli attuali vertici del G.O.I.

In ragione di tutto ciò, Noi di “Grande Oriente Democratico” non solo testimoniamo al presente tutta la nostra solidarietà ai tanti Fratelli Maestri del R.S.A.A. (e ai Fr.lli Maestri di altri Corpi Rituali che dovessero subire analoghi tentativi di vessazione e violazione della propria autonomia), ma dichiariamo anche che ci batteremo sempre-anche per particolare affezione di alcuni di Noi ad Esso-

IN DIFESA DEL RITO SCOZZESE ANTICO ED ACCETTATO!

Per chi voglia segnalarci e denunciare eventuali atti di intimidazione o discriminazione, all’interno del Grande Oriente d’Italia, nei confronti di Fratelli Massoni, in quanto scozzesi (o appartenenti ad altri Corpi Rituali), ricordiamo che può contattarci al nostro indirizzo elettronico:

info@grandeoriente-democratico.com

 

 

 

 

 

 

 

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com