Boaz Content Banner Jachin

 

Editoriale del 24 gennaio 2011: “La doppia morale del Massone Silvio Berlusconi e del Cardinale Tarcisio Bertone”

 

 

 

 

Qualche giorno fa (lunedì 17 gennaio 2011) un redattore del Sito di Grande Oriente Democratico mi ha comunicato di aver ricevuto da un amico politico un file con il testo dell’ “Invito a comparire per Silvio Berlusconi” redatto dalla Procura di Milano.
Tra martedì e mercoledì, io stesso, del resto, ho ricevuto da altre due diverse persone lo stesso file di 389 pagine.
Volendo, la Redazione di G.O.D. o quella del Sito amico www.democraziaradicalpopolare.it avrebbero potuto pubblicare questo documento prima di Dagospia (e di tutti gli altri siti e blog, a seguire), che ha titolato questo documento: “Ecco le 400 Pag. del Ruby-Gate” (vedi www.dagospia.com ).
Invece, esercitando una prerogativa di veto che raramente esercito, mi sono opposto, per una questione di stile e di etica. Si, di etica, quella cosa che nella vita politica e civile italiana manca da secoli, anche grazie al “moralismo senza morale” propugnato a piene mani da alcuni settori della Curia Vaticana e da ambienti ad essa contigui.
Intendiamoci, non intendo criticare Dagospia e/o tutti gli altri operatori mediatici che hanno pubblicato versioni parziali o integrali del cosiddetto “Ruby-Gate”, con abbondanza di intercettazioni pruriginose incluse.
Per costoro si tratta di una libera scelta, all’insegna della libertà di stampa, fatta salva anche la libertà di soggetti che, ritenendosi infamati o violati nella privacy grazie alla divulgazione di certe informazioni, vogliano ricorrere alle competenti autorità per ottenere qualche forma di sanzione e/o risarcimento per gli eventuali danni subiti.
Così funziona una normale democrazia liberale: massima libertà di stampa ed espressione e ordinari strumenti giuridici a tutela di eventuali reati connessi in danni di terzi esercitando quella libertà. Altro che leggi liberticide sulle intercettazioni o di preventiva censura, come vaneggiavano il Gran Satiro di Arcore e i suoi leccapiedi.
Ma poiché il sottoscritto (e i suoi fraterni amici/amiche di Grande Oriente Democratico e Democrazia Radical Popolare) vogliono abbattere il regime berlusconiano (e quello “raffiano” che gli è adiacente e alleato) in nome della sua illiberalità, anti-democraticità, assenza di pluralismo decisionale e di laicità, inefficienza e incapacità di governare i grandi problemi dell’economia, della società e della politica italiana, ho ritenuto che non dovessimo abbassarci al livello di una qualsiasi “portinaia mediatica” che sbeffeggia l’ultrasettantenne premier mentre rincorre, sbavando, qualche maliziosa ninfetta.
Di più: ho convinto i miei fraterni amici della Redazione che al Movimento “Grande Oriente Democratico” non si addice neanche lontanamente l’ipocrita moralismo scatenato dai soliti noti della politica e della società nostrana.
In un Paese in cui alcuni milioni di individui/e vanno a prostitute/i e/o sono coinvolti in qualche modo nel processo di liberazione sessuale (che prevede sesso di gruppo, scambio di coppie, orge- per adulti consenzienti che lo desiderino- ma anche normali rapporti eterosessuali, omosessuali, bisessuali o transessuali al di fuori del sacro vincolo del matrimonio), mi sembra improprio che alcuni si ergano a censori dei comportamenti di altri, solo perché gli uni sono stati sputtanati in pubblico e gli altri ancora no.
E chi deve capire capisca.
Quindi, sul problema specifico dei gusti sessuali del libertino Berlusconi, piena solidarietà a questo Fratello Massone, incappato in una fragorosa violazione del suo diritto alla privacy.
Anzi, vorrei tributare al Fratello Silvio un ringraziamento perché è stato il primo (prima e meglio di altri), negli anni ’70 e ’80, ad aver favorito uno svecchiamento della bigotta e moralistica televisione italiana, dove i clericali e i chierici la facevamo da padroni, censurando con pari virulenza la pubblicità del cibo per animali (da costoro ritenuta immorale a fronte della fame umana nel Mondo…) e l’esibizione troppo esplicita del corpo femminile (e maschile).
Attraverso “quei culi e quelle tette”, finalmente ostentati con leggerezza e joie de vivre su Mediaset, trovava compimento quel processo liberatorio iniziato con gli anni Sessanta, il ’68 e il Femminismo. Quel Femminismo armonioso e solido e non quello sgangherato e malmostoso di ieri e di oggi, che ha finito per propugnare lodi solo a quelle donne che usano la “mente” e non ostentano il “corpo”, riservando esecrazione accigliata a tutte le donne troppo discinte e desiderose di utilizzare le proprie virtù estetiche per fare carriera.
In realtà, se non ricordo male, la prima emancipazione femminile era cominciata con le minigonne anni Sessanta, quelle che scandalizzavano sin da allora i/le benpensanti moraliste dal pensiero angusto.
Se non mi sfugge qualcosa, l’esecrazione per “il libero uso e la libera ostentazione del proprio corpo” raggiunge i massimi livelli in quei paesi dispotici, illiberali, anti-democratici, paternalisti, maschilisti e misogini dove le donne vengono “nascoste” da numerosi veli e pastrani (nel migliore dei casi) o da quella specie di scafandri chiamati burqa.
Perciò, mi sia lecito concludere: ognuno viene dotato dalla Natura o da Dio di certi talenti, chi dello spirito, chi della fenomenologia fisica; quindi a ciascuno sia lasciato di scegliere come meglio utilizzare questi talenti, senza indebite intromissioni di chicchessia.
Soprattutto, a ciascuno sia lasciato di mostrare o meno la propria avvenenza fisica o intellettuale a scelta, senza per questo essere guardato dall’alto in basso da parte di chi giudica l’estetica dei corpi inferiore a quella degli spiriti.
Ad ognuno sia lasciato di esercitare il mestiere che crede (compresa la prostituzione, che fornisce un “servizio” a molti milioni di italiani ipocriti, bravi “padri di famiglia” che di giorno ammaestrano i figli a seguire la morale impartita nelle parrocchie e di sera vanno con le “schiave” del sesso nigeriane o di altre sfortunate nazionalitàle quali, a differenza di chi si prostituisce per propria libera scelta, sono delle poverette costrette e sfruttate dalla malavita organizzata).
Qui, sul punto della propria libertà sessuale di fare ad Arcore tutte le orge che vuole, con prostitute, veline, attrici o aspiranti politiche (basta che non siano minorenni perché questo la Legge non lo consente e basta che nessuno si metta di mezzo a fare il ruffiano e lo sfruttatore perché la Legge attuale, a torto o a ragione, non consente nemmeno questo) finisce il tributo di solidarietà al Fratello Massone Silvio Berlusconi da Arcore.
Infatti, costui si conferma, anche per questa vicenda, come il Principe degli ipocriti.
Invece di rivendicare con onestà e autenticità il proprio libertinismo sessuale (tutt’uno con l’implicita rivoluzione dei costumi sessuali realizzata in decenni dalle televisioni Mediaset), il Gran Satiro brianzolo nega tutto, anche l’evidenza, con la consueta lingua biforcuta e una propensione irresistibile a una doppia morale.
Una prima morale, quella buona per gli elettori nostrani, che vengono trattati come buoi e asini che devono solo credere, obbedire, combattere, pregare ginocchioni, praticare la monogamia e la castità, onorare Santa Madre Chiesa, astenersi da qualsiasi bestemmia o oltraggio alla Religione.
Una seconda morale, quella per i potenti e i cortigiani dei potenti, che possono arraffare, trasgredire, violare impunemente la legge, bestemmiare, organizzare orge e praticare riti pseudo-pagani pur dichiarandosi devoti bacia-pantofole.
Che bella idea di umanità e autenticità, privata e pubblica…
E questo è, alla fine, il Fratello Silvio Berlusconi: un ipocrita che si lamenta di chi, scrivendo Gomorra (Roberto Saviano) o facendo fictions sulla mafia, “fa cattiva pubblicità all’Italia…(Sic)”.
Un ipocrita che promuove con i suoi governi leggi liberticide e clericali e che contribuisce alla crescente ri-confessionalizzazione delle istituzioni laiche dello Stato, mentre in privato a tutto si attiene tranne che alla morale propugnata dal Magistero Curiale.
Un ipocrita che, come Editore di Mediaset, fa espellere dal programma di intrattenimento di Canale 5 “Grande Fratello” alcuni concorrenti, “rei” di aver detto qualche pseudo-bestemmia a mezza bocca, mentre Lui stesso non si astiene dal bestemmiare impunemente e ad alta voce in pubblico, mentre racconta barzellette varie, tra cui anche qualcuna con freddure agghiaccianti di natura anti-semita.
Un ipocrita, che fa dichiarazioni di natura discriminatoria e offensiva verso gli omosessuali, salvo utilizzare strumentalmente l’omosessuale dichiarato Signorini (vedi il Programma televisivo Kalispera) per indecenti interviste-farsa a Ruby Rubacuori in versione “Maria Goretti”…
Un ipocrita che, appunto, trova in maîtresses à penser come il predetto Alfonso Signorini dei cortigiani buoni per tutti gli usi: fare la morale sulle presunte scorrettezze dei giovinastri del Grande Fratello, inventare una fidanzata prêt-à-porter per il Capo, imbastire un’intervista piena di menzogne e prese per il c…del pubblico, in funzione di alleggerimento rispetto all’inchiesta della Procura di Milano.
Doppia morale dunque, quella del Fratello Silvio Berlusconi.
Ma nel nostro infelice Paese non sono mai mancati e non mancano tuttora altri adepti di questa doppiezza così devastante per l’ethos di un popolo.
In questo, la Curia Vaticana ha sempre fornito fulgidi esempi e ragguardevoli “esemplari” di questo vizio così anti-estetico.
Prendiamo ad esempio Sua Eminenza il Cardinale Segretario di Stato (per quanto ancora? Non ha superato l’età della pensione, come ricordano in tanti, anche dentro la Chiesa, insofferenti di questo discusso personaggio?) Tarcisio Bertone.
Costui, con un discorso tanto vago e insignificante che ciascuno (destra e sinistra) lo ha interpretato a suo modo, ha voluto l’altro giorno “pontificare” sull’esigenza di moralità nella vita pubblica, bla, bla, etc., etc.,, quasi a voler stigmatizzare l’eccesso di libertinismo dell’attuale Presidente del Consiglio.
Ma va?
E lei, Eminenza Reverendissima, sicura di essere del tutto a posto con la Morale?
Sa com’è, in Curia circolano strane storie di tangenti e di avvocaticchi al suo servizio che chiederebbero imponenti contributi extra-legem e ad personam per continuare a far lavorare ditte che lavorano già da decenni per il Vaticano…
Noi non ci crediamo, ovviamente. Ma Le saremmo grati, Eminenza, Se Lei e tanti altri suoi colleghi, prima di venire a fare la morale agli italiani, vi preoccupaste innanzitutto di seguire VOI STESSI, più da vicino, gli  insegnamenti del Maestro di Nazareth.
La cui morale non era doppia, bensì unitaria, schietta, coraggiosa, incendiaria, anti-conformista e insofferente tanto dei “mercanti nel tempio” quanto dei “sepolcri imbiancati”.

Con ossequio
tanto al Fratello Massone Silvio Berlusconi
quanto al Fratello in Cristo Tarcisio Bertone.

Gioele Magaldi.

 

P.S. A proposito di moralità/immoralità, legalità/illegalità nella società italiana, per chi ancora non l’avesse letto, consiglio l’articolo:

Mafia e Massoneria a Brescia (?) Cioè il caso del Fratello (?) Giuliano Richiedei, la persecuzione di Marco Capretti e la connivenza delle Istituzioni (?)

 

 

 

 

 

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com