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Commento alla Newsletter “Il Cavaliere Nero” n.2 del 4 ottobre 2010

 

 

 

 

Riportiamo, per la comune discussione di tutti i Fratelli del G.O.I., il testo de Il Cavaliere Nero n.2 del 4 ottobre 2010 (clicca sopra per leggerlo).
E facciamo qualche commento, anche alla luce del rinnovato dibattito (prova ne siamo le frenetiche corrispondenze telematiche tra massoni, di queste ore) sull’anonimato di questa neonata “Newsletter”.
Sarebbe bene che lo “stato di diritto”, quale dovrebbe essere garantito dalla Costituzione e dal Regolamento del G.O.I. (formalmente ossequiosi della Costituzione repubblicana e del corpus giuridico civile e penale che su di essa si fonda), trovasse piena attuazione anche entro le mura di Palazzo Giustiniani.
La trova, attualmente, questa attuazione?
Diremmo proprio di no.
Qualcuno, come il nostro Direttore, Fratello Gioele Magaldi, ha avuto il fegato, lo stomaco, la capacità di resistenza, il coraggio per sottoscrivere e firmare tutte le sue espressioni di dissenso e libera critica rispetto all’attuale Regime raffiano.
Sapete tutti che, a fronte di questa lealtà e di questa franchezza dialogica, è stato bombardato con tavole d’accusa (illegittime), sospensioni a tempo indeterminato (ancora più illegittime), imminenti condanne (risibili e che saranno impugnate presso i Tribunali della Repubblica).
Tavole d’accusa perché? Sospensioni e condanne perché?
Per “reati d’opinione”: cioè per aver espresso oralmente o a propria firma leali critiche verso un Potere Arrogante che non vuole essere né riformato, né tantomeno criticato.
Tavole, sospensioni e condanne, comunque, sono state rese possibili dal comportamento onesto, leale e franco del Fratello Magaldi. Si può pretendere da tutti analogo coraggio?
Si può pretendere da tutti lo sprezzo e la tenacia con cui il Fratello Magaldi ha sopportato (negli scorsi anni) intimidazioni, ritorsioni sul piano professionale ed esistenziale, pseudo-ricatti, il tentativo di annientamento umano, esistenziale e relazionale, operazioni varie di diffamazione mistificatoria?
Forse no.
Ma, soprattutto, forse non è necessario che tutti affrontino questa buona battaglia per il ripristino della LIBERTA’ e della DEMOCRAZIA nel G.O.I. con gli stessi strumenti leali, aperti e solari che ha scelto il Fratello Gioele.
Facendo il “controcanto” ad alcune affermazioni del Cavaliere Nero, in tempi di Tirannide, coloro che anelano al suo abbattimento talora possono e devono nascondersi, dissimularsi, impedire al Tiranno di eliminarli dal “gioco”. I cospirati/congiurati “per la causa della LIBERTA’ DI PENSIERO”,  in questa prospettiva, possono e devono preservarsi anche come elettori che voteranno un giorno per mandare a casa il “Golpista/Tiranno”. Il quale, per parte sua, sarebbe felicissimo di poterli sospendere, depennare o espellere, togliendosi così dalle scatole dei pericolosi oppositori.
Tanto si voleva esprimere a proposito della (pelosa e strumentale) querelle sull’anonimato.

Venendo invece al merito dei contenuti di questo Cavaliere Nero n.2 del 4 ottobre 2010, una questione ci ha fatto a lungo riflettere.
In effetti, vorremmo esprimere solidarietà a quel Fratello che attualmente occupa il delicato ruolo di Presidente della Camera Rituale del 30° grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato di Roma.
Costui è stato condannato alla massima pena (l’espulsione), per aver avuto anch’egli il coraggio di criticare a viso aperto gli strumenti inquisitori dell’attuale Regime raffiano. La sua colpa è stata pressappoco quella di aver detto, in una certa occasione, che si aspettava un “giudizio pregiudizialmente orientato” da parte della Corte Centrale; e di aver scritto alcune franche ma moderate critiche all’indirizzo del Gran Maestro Gustavo Raffi.
E’ammissibile che qualcuno venga espulso per questo?
Forse è ammissibile nelle Repubbliche delle banane (come il famigerato staterello offshore Santa Lucia, balzato recentemente agli onori delle cronache) e in Associazioni massoniche che ivi risiedano.
Non è certo tollerabile all’interno della più importante Comunione massonica italiana, il cui (illegittimo) Gran Maestro si arroga ipocritamente (e pateticamente) il ruolo di Cantore del Dialogo, della Democrazia, della Libertà e della Tolleranza verso le Diversità…
Quale Tolleranza? Quella con cui i Fratelli dissenzienti, periodicamente, vengono intimiditi, perseguitati, sospesi o espulsi?
Solidarietà al noto e valido Fratello che guida attualmente la Camera del 30° grado del R.S.A.A.., quindi, da parte di tutti coloro che aderiscono a Grande Oriente Democratico.
Solidarietà anche a quei Fratelli del Supremo Consiglio del suddetto Rito, i quali intendano fare luce su quale sia l’attuale testo dei PROTOCOLLI D’INTESA che, a quanto pare, viene tenuto riservato e ignoto agli stessi vertici scozzesi.
D’altra parte, se non abbiamo capito male, il Cavaliere Nero ha inteso stigmatizzare il fatto che un Fratello espulso dall’Ordine possa frequentare il Rito e addirittura presiederne una Camera di perfezionamento.
Per amor di verità, per quanto ne sappiamo, la sentenza di espulsione del Fratello in questione non è “immediatamente esecutiva”. Questo significa che, in attesa del secondo grado di giudizio presso la Corte Centrale, costui può legittimamente frequentare sia la sua Loggia che il Rito Scozzese.
Possibile che i Liberi Muratori che si celano dietro la Newsletter “Cavaliere Nero” non conoscessero l’esatta situazione giudiziaria interna dell’attuale Presidente del Sublime Areopago “Logos”?
Noi crediamo di no. Che non sia possibile. E allora deve esserci un’altra motivazione, forse più “sottile”, se essi hanno voluto sottolineare la questione.
Proviamo ad interpretare.
La stranezza della vicenda del Capo dei Kadosh di Roma, forse, risiede nel fatto che, per moltissimi Fratelli, le sentenze di primo grado dei Tribunali Circoscrizionali sono “immediatamente esecutive”, specie quelle di “espulsione”. E spesso, sulle tavole d’accusa, prima ancora della sentenza, il Grande Epuratore Raffi applica (illegittimamente) il decreto di espulsione. Così, i malcapitati Fratelli attendono il proprio ricorso in Corte Centrale senza avere più la possibilità di frequentare la propria Loggia o il Rito cui eventualmente appartengano. E magari attendono anni.
Allora, Noi pensiamo che il Cavaliere Nero volesse suscitare un ampio dibattito sul fatto che, specie in una Istituzione che si auto-definisce Fratellanza, non dovrebbero esserci “figli e figliastri”; e che, probabilmente, le garanzie da “stato di diritto” che consentono al G.M. dei Kadosh di lavorare in Officina e nel Rito in attesa del secondo grado di giudizio, dovrebbero valere per tutti, anche per massoni che non dovessero “tenere santi nel Paradiso raffiano” o la cui posizione non si volesse ricattare e tenere “a bagnomaria”… in parte condannando, in parte promettendo diminuzioni di pena in caso di “addomesticazione del dissenso”.
Perciò, in conclusione, speriamo che, in occasione delle solenne visita del Sovrano Gran Commendatore del R.S.A.A.- Potentissimo e Carissimo Fratello David Cerniglia- questi sappia e voglia portare la sua solidarietà ufficiale non soltanto al Carissimo Presidente del Sublime Areopago “Logos” di Roma, ma anche a tutti quei fratelli, scozzesi e non, che sono vittime dell’intolleranza del Regime raffiano.
Speriamo che il Fratello Cerniglia faccia chiarezza esaustiva sui famigerati “PROTOCOLLI D’INTESA” e che schieri con fermezza il Rito Scozzese a difesa delle LIBERTA’ DI PENSIERO di tutti i massoni del G.O.I.
Sulle altre questioni accennate nel secondo numero della Newsletter che stiamo commentando, ci riserviamo di tornare a tempo debito.

LA REDAZIONE.

 

 

 

 

 

 

 

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