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Mediante la Sorella Olympe de Gouges, GOD rende omaggio a tutte le donne nella giornata dell’8 marzo

 

 

 

Come giustamente ricordato, proprio oggi, da un promettente e giovanissimo profano curioso di cose massoniche che risponde al nome di Rosario Picolla (socio del MR), dalle pagine di quel Gruppo “Massoneria Democratica”, su cui ci soffermavamo ieri in

MASSONERIA DEMOCRATICA: il primo Gruppo facebook dove avvengono confronti di alto profilo tra iniziati e profani, in un clima di grande rispetto reciproco, curiosità, apertura mentale, buona fede, desiderio autentico di conoscenza spirituale e materiale. Proposta antologica n.1 del 7 marzo 2016 (clicca per leggere),

Olympe de Gouges (1748-1793), fu autrice della Dichiarazione Universale dei Diritti della Donna e della Cittadina (1791).

Questo è il sintetico ritratto della Sorella de Gouges postato da Rosario Picolla oggi, verso le 16:50, sulle pagine facebucchiane di MD:

 

"Articolo I.
La Donna nasce libera ed ha gli stessi diritti dell'uomo. Le distinzioni sociali possono essere fondate solo sull'utilità comune.".
[Déclaration des Droits de la Femme et de la Citoyenne].

Olympe de Gouges [1748-1793]: intellettuale, drammaturga francese, una delle figure più illuminate del '700. Criticò la Rivoluzione Francese, non per i principi di cui si fece portatrice, bensì per il fatto di averli declinati al maschile, dimenticando i Diritti delle Donne (uguaglianza giuridica, diritto di voto, diritto di accesso alle cariche pubbliche, ecc). Fu condannata alla ghigliottina per una serie di posizioni assunte contro il governo giacobino, sempre più intollerante nei confronti della Libertà di espressione e del pluralismo. In quel periodo, in Francia, si assistette, infatti, a un processo di involuzione anti-democratica e illiberale, che diede vita a un regime dispotico, storicamente noto come "Terrore".
Olympe de Gouges fu una delle più grandi femministe che l'Umanità abbia mai conosciuto.
Tuttavia, il suo interesse nei confronti delle persone di colore e della schiavitù, il fatto di aver proposto un vasto programma di riforme sociali e di essere stata una delle prime promotrici di un sistema di welfare, fecero di lei anche una delle personalità più progressiste e avanguardistiche del suo tempo.
Un tempo in cui l'Uomo cominciò ad essere percepito non più come suddito, ma come latore di Diritti naturali, universali e inalienabili, che Olympe de Gouges rivendicava anche per le Donne.

 

Ebbene, forse queste poche righe riassuntive sulla Libera muratrice Olympe de Gouges non mettono abbastanza in evidenza che non è che costei si trovò a criticare la Rivoluzione francese per questo o quel motivo. La de Gouges, insieme ai suoi strettissimi amici politici e fratelli massoni della Gironda (quasi tutti i girondini erano massoni liberal-democratici e progressisti, fieri avversari del Giacobinismo tardo incarnato dai profani Robespierre e Saint-Just. E parliamo di tardo Giacobinismo perché occorre ricordare che, tra i giacobini della prima ora, c’era anche il Fratello liberal Gilbert du Motiers de Lafayette, e che non tutti i giacobini la pensavano allo stesso modo) la Rivoluzione la fece e la interpretò da protagonista, dal 1789 al 1793, fintanto che non ebbe luogo, ad opera del “Terrore giacobino” di Robespierre, Saint-Just e altri, quella che lo stesso Rosario Picolla, giovane studioso di scienze politiche, definisce in una chiosa al suo  post:

 

“involuzione sanguinaria e illiberale del processo rivoluzionario, trasformato in una Controrivoluzione.”

 

Rendiamo pertanto omaggio a tutte le donne, nella giornata dell’8 marzo 2016, ricordando Olympe de Gouges che, insieme ad Eleanor Roosevelt, è menzionata nell’incipit del libro MASSONI. Società a responsabilità illimitata, con queste parole:

 

“L’intera trilogia di Massoni. Società a responsabilità illimitata, di cui questo testo rappresenta il primo volume, è dedicata principalmente a Olympe de Gouges (1748-1793) ed Eleanor Roosevelt (1884-1962), le più grandi e coraggiose fra le sorelle muratrici che abbiano mai cinto il grembiulino latomistico e operato con efficacia imperitura al bene e al progresso dell’umanità” (Gioele Magaldi [con Laura Maragnani], Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges, Chiarelettere, Milano 2014, pag. 3).

 

E per omaggiare meglio, attraverso la Sorella Olympe de Gouges, tutto il genere femminile, riportiamo qui integralmente, nella traduzione italiana offerta da Wikipedia, i XVII articoli della Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne , con le righe di introduzione e il Preambolo che l’autrice premise ad essi:

 

« Uomo, sei capace d'essere giusto? È una donna che ti pone la domanda; tu non la priverai almeno di questo diritto. Dimmi? Chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso? La tua forza? Il tuo ingegno? Osserva il creatore nella sua saggezza; scorri la natura in tutta la sua grandezza, di cui tu sembri volerti raffrontare, e dammi, se hai il coraggio, l'esempio di questo tirannico potere. Risali agli animali, consulta gli elementi, studia i vegetali, getta infine uno sguardo su tutte le modificazioni della materia organizzata; e rendi a te l'evidenza quando te ne offro i mezzi; cerca, indaga e distingui, se puoi, i sessi nell'amministrazione della natura. Dappertutto tu li troverai confusi, dappertutto essi cooperano in un insieme armonioso a questo capolavoro immortale.
Solo l'uomo s'è affastellato un principio di questa eccezione. Bizzarro, cieco, gonfio di scienza e degenerato, in questo secolo illuminato e di sagacia, nell'ignoranza più stupida, vuole comandare da despota su un sesso che ha ricevuto tutte le facoltà intellettuali; pretende di godere della rivoluzione, e reclama i suoi diritti all'uguaglianza, per non dire niente di più.
Preambolo
Le madri, le figlie, le sorelle, rappresentanti della nazione, chiedono di potersi costituire in Assemblea nazionale. Considerando che l'ignoranza, l'oblio o il disprezzo dei diritti della donna sono le cause delle disgrazie pubbliche e della corruzione dei governi, hanno deciso di esporre, in una Dichiarazione solenne, i diritti naturali, inalienabili e sacri della donna, affinché questa dichiarazione, costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, ricordi loro senza sosta i loro diritti e i loro doveri, affinché gli atti del potere delle donne e quelli del potere degli uomini, potendo essere paragonati ad ogni istante con gli scopi di ogni istituzione politica, siano più rispettati, affinché le proteste dei cittadini, fondate ormai su principi semplici e incontestabili, si rivolgano sempre al mantenimento della Costituzione, dei buoni costumi, e alla felicità di tutti. In conseguenza, il sesso superiore sia in bellezza che in coraggio, nelle sofferenze della maternità, riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell'essere supremo, i seguenti Diritti della Donna e della Cittadina.
Articolo I La Donna nasce libera ed ha gli stessi diritti dell'uomo. Le distinzioni sociali possono essere fondate solo sull'utilità comune.
Articolo II Lo scopo di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili della Donna e dell'Uomo: questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e soprattutto la resistenza all'oppressione.
Articolo III Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella nazione, che è la riunione della donna e dell'uomo: nessun corpo, nessun individuo può esercitarne l'autorità che non ne sia espressamente derivata.
Articolo IV La libertà e la giustizia consistono nel restituire tutto quello che appartiene agli altri; così l'esercizio dei diritti naturali della donna ha come limiti solo la tirannia perpetua che l'uomo le oppone; questi limiti devono essere riformati dalle leggi della natura e della ragione.
Articolo V Le leggi della natura e della ragione impediscono ogni azione nociva alla società: tutto ciò che non è proibito da queste leggi, sagge e divine, non può essere impedito, e nessuno può essere obbligato a fare quello che esse non ordinano di fare.
Articolo VI La legge deve essere l'espressione della volontà generale; tutte le Cittadine e i Cittadini devono concorrere personalmente, o attraverso i loro rappresentanti, alla sua formazione; esse deve essere la stessa per tutti: Tutte le cittadine e tutti i cittadini, essendo uguali ai suoi occhi, devono essere ugualmente ammissibili ad ogni dignità, posto e impiego pubblici secondo le loro capacità, e senza altre distinzioni che quelle delle loro virtù e dei loro talenti.
Articolo VII Nessuna donna è esclusa; essa è accusata, arrestata e detenuta nei casi determinati dalla Legge. Le donne obbediscono come gli uomini a questa legge rigorosa.
Articolo VIII La Legge non deve stabilire che pene restrittive ed evidentemente necessarie, e nessuno può essere punito se non grazie a una legge stabilita e promulgata anteriormente al delitto e legalmente applicata alle donne.
Articolo IX Tutto il rigore è esercitato dalla legge per ogni donna dichiarata colpevole.
Articolo X Nessuno deve essere perseguitato per le sue opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere ugualmente il diritto di salire sulla Tribuna; a condizione che le sue manifestazioni non turbino l'ordine pubblico stabilito dalla legge.
Articolo XI La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi della donna, poiché questa libertà assicura la legittimità dei padri verso i figli. Ogni Cittadina può dunque dire liberamente, io sono la madre di un figlio che vi appartiene, senza che un pregiudizio barbaro la obblighi a dissimulare la verità; salvo rispondere dell'abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge.
Articolo XII La garanzia dei diritti della donna e della cittadina ha bisogno di un particolare sostegno; questa garanzia deve essere istituita a vantaggio di tutti, e non per l'utilità particolare di quelle alle quali è affidata.
Articolo XIII Per il mantenimento della forza pubblica, e per le spese dell'amministrazione, i contributi della donna e dell'uomo sono uguali; essa partecipa a tutte le incombenze, a tutti i lavori faticosi; deve dunque avere la sua parte nella distribuzione dei posti, degli impieghi, delle cariche delle dignità e dell'industria.
Articolo XIV Le Cittadine e i Cittadini hanno il diritto di costatare personalmente, o attraverso i loro rappresentanti, la necessità dell'imposta pubblica. Le Cittadine non possono aderirvi che a condizione di essere ammesse ad un'uguale divisione, non solo dei beni di fortuna, ma anche nell'amministrazione pubblica, e di determinare la quota, la base imponibile, la riscossione e la durata dell'imposta.
Articolo XV La massa delle donne, coalizzata nel pagamento delle imposte con quella degli uomini, ha il diritto di chiedere conto, ad ogni pubblico ufficiale, della sua amministrazione.
Articolo XVI Ogni società nella quale la garanzia dei diritti non sia assicurata, né la separazione dei poteri sia determinata, non ha alcuna costituzione; la costituzione è nulla, se la maggioranza degli individui che compongono la Nazione, non ha cooperato alla sua redazione.
Articolo XVII Le proprietà appartengono ai due sessi riuniti o separati; esse sono per ciascuno un diritto inviolabile e sacro; nessuno ne può essere privato come vero patrimonio della natura, se non quando la necessità pubblica, legalmente constatata, l'esiga in modo evidente, a condizione di una giusta e preliminare indennità. »

 

Erano parole inaudite e incendiarie, nel 1791.
Troppo avanti.
Troppo progressiste.
Troppo egualitarie, fraterne e giuste.
E infatti, il maschilismo e la misoginia brutali dei non massoni Robespierre e Saint-Just inviarono la Sorella Olympe de Gouges al patibolo.

E quel farabutto di Pierre-Gasparre Chaumette, Alto Magistrato della Comune di Parigi, ebbe l’infamia di dire, pressappoco, che ella veniva ghigliottinata

“per avere obliato le virtù e la condotta che si convengono a una donna, impicciandosi di questioni politiche”.

Onore a donne del calibro di Olympe de Gouges, dunque. Onore a tutte le donne, in questa giornata dell’8 marzo, e infamia e disonore a tutti quegli uomini, in ogni angolo del pianeta, che tuttora sostanzino la propria miserabile vita di sentimenti (consci o inconsci) di maschilismo, paternalismo e misoginia.

 

LE SORELLE E I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO  (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo dell’8 marzo 2016 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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