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Introduzione alla Via Iniziatica Libero-Muratoria (1) , a cura di Grande Oriente Democratico (12 marzo 2012)

 

 

 

 

Riteniamo imprescindibile, prima di proseguire nella trattazione che proponiamo in questa occasione, rileggere e meditare con attenzione quanto scrivevamo in

Introduzione alla Via Iniziatica Libero-Muratoria (0) , a cura di Grande Oriente Democratico (clicca sopra per leggere).

Nello spirito di quelle preliminari riflessioni introduttive, vogliamo sottolineare che esistono troppi sedicenti massoni, iniziati, esperti di questo o quel ramo delle teorie e pratiche esoteriche, i quali nondimeno sono abissalmente ignoranti a proposito della stessa GRAMMATICA SIMBOLICA COSTITUTIVA di tutte quelle tradizioni che essi presumono di conoscere.
Si può leggere la DIVINA COMMEDIA senza capire uno iota della lingua italiana volgare?
Si può andare a studiare all’Università se non si sono compiuti con profitto gli studi elementari e medi (inferiori e superiori)?
Si può dialogare con un cinese nella sua lingua madre, senza avere studiato e praticato tale idioma in lunghi anni di serio impegno?
Chiunque risponderebbe facilmente: no!
Eppure, nell’ambito della Via Iniziatica Libero-Muratoria, sono rari quei Maestri che, prima di cimentarsi (spesso con patetici risultati) con teorie e pratiche alchemiche, kabbalistiche, magico-teurgiche, meditative e/o comunque realizzative (tanto sul piano materiale che su quello psichico-animico e pneumatico-spirituale), non si siano presi la briga di divenire esperti dell’Arte/Scienza cara alla Musa Urania, ovvero di sua Maestà l’ASTROLOGIA.
Riteniamo questo un errore gravissimo, spesso foriero, per chi vi incorra, del tragico fraintendimento di cosa possa significare una reale e non virtuale purificazione dei metalli.
Purificare i metalli (o almeno lavorarli un po’), tanto nella Via Massonica che nell’Ars Regia Alchemica, comporta ineludibilmente un confronto con determinati condizionamenti destinico-caratteriali ricevuti sin dalla nascita da ogni individuo e che, con il tempo, possono addirittura incancrenirsi e degenerare, invece che attenuarsi in cospetto di una soggettività volta al recupero (almeno parziale) del proprio libero arbitrio.
Lavorare i metalli e le viziosità (intendendo per vizi le imperfezioni della propria complessione psico-fisica – le quali inibiscono la piena realizzazione materiale-animica e spirituale e il conseguimento dell’armonia - e non qualcosa di moralisticamente pre-determinato dalle religioni, dalle filosofie e dalla culture umane, troppo umane), significa anzitutto iniziare ad applicare il motto delfico-socratico e infine massonico GNÕTHI SAUTON/NOSCE TE IPSUM/CONOSCI TE STESSO nell’unico senso non vacuo che questa massima implica: indaga su ciò che veramente sei sotto traccia, oltre la coscienza dell’ego e al di là della rappresentazione che fai a te stesso e agli altri della tua identità.
Come si inizia (concretamente) un simile viaggio negli INFERI?
Il Fratello (affiliato alla para-massonica fratellanza B’NAI B’RITH) Sigmund Freud (1856-1939), ormai in epoca contemporanea, propose, inventandola, la PSICOANALISI.
Ma l’indagine laica e scientifica sulle PSICHE (ai suoi albori contemporanei) fu perfezionata dal Fratello Massone (in senso stretto, anche con percorsi nel Rito Scozzese Rettificato) Carl Gustav Jung (1875-1961), a sua volta inventore della PSICOLOGIA ANALITICA, che non va affatto considerata come una mutazione della ricerca psicoanalitica freudiana, bensì come un percorso autonomo e originale di teoria e pratica ermeneutico-terapeutica.
Ma, da millenni, ben prima di istituzionalizzarsi e profanizzarsi nei mille rivoli della psicoanalisi e della psicologia del XX secolo, la ricerca su ciò che è INCONSCIO fu coltivata, con mirabile precisione e raffinatezza (anche in senso sperimentale), all’interno della Tradizione Astrologica.
Troppo spesso, gli stessi Liberi Muratori che nei loro Templi sono sormontati da una volta stellata, che si vedono sbattere in faccia e tutt’intorno gli immortali archetipi dello zodiaco, che sono invitati ad accedere al massonico-alchemico V.I.T.R.I.O.L. (Visita Interiora Terrae Rectificandoque Invenies Occultum Lapidem) e a realizzare un non soltanto ciarliero e superficiale NOSCE TE IPSUM, si accontentano di cianciare di pseudo-teorie e pseudo-pratiche orecchiate o mal eseguite, senza andare alla radice. Senza cimentarsi con quella Antica Arte la quale, sola, può schiudere il segreto della prigionia in cui ciascun individuo giace inconsapevole, e consegnare quella chiave spezzata che occorre rinsaldare se si vuole edificare un progetto di liberazione/iniziazione non soltanto virtuale.
Prima c’è l’ASTROLOGIA e la conoscenza dei suoi immensi e terribili segreti INFERI.
Solo dopo, molto dopo, ci si può incamminare verso le PIANURE e le VETTE della Magia-Teurgia, della Kabbalah, dell’Alchimia e della Meditazione Realizzatrice.
Altrimenti è come mettersi dei profumi e degli orpelli decorati sopra un corpo lurido e che non conosce acqua e sapone da mesi.
O peggio: mettere le proprie mani (per di più umide) sopra fili di corrente elettrica ad alta tensione.

A partire da oggi,  perciò, inizieremo anzitutto un viaggio (graduale) alla scoperta de:

L’ASTROLOGIA. MADRE DI TUTTE LE FILOSOFIE ESOTERICHE

Cominceremo con il proporre estratti di alcuni studi e anche di testi primari, integrandoli qua e là con eventuali commenti.

Non senza invitare a riflettere su entrambe queste massime, apparentemente, ma solo apparentemente, contraddittorie:

“Ducunt volentem fata, nolentem trahunt”  (Seneca, Epistole a Lucilio)

“Sapiens dominatur astris”  (Pseudo-Tolomeo, Centiloquio)

 

ASTROLOGIA E DESTINO

“Non è mio intendimento fare opera di convinzione verso il profano circa le arti mantiche o il destino. Quel che mi interessa è l’approccio da parte di chi pratica l’astrologia. Io non mi accontento dell’approccio verso l’oroscopo in termini di ‘tendenza’, né dell’approccio neoplatonico in termini di ‘destino che influenza il corpo ma non l’anima’. Per me, il primo tipo di approccio è evasivo circa la questione degli eventi misteriosamente significativi che provocano l’evoluzione dell’individuo, mentre il secondo aggira la questione della responsabilità individuale. Da quel che ho osservato nei miei pazienti analizzandi e nei miei clienti in campo astrologico, esiste certamente un ‘qualcosa’ – lo si chiami destino, Provvidenza, legge naturale, karma, oppure inconscio – che si vendica quando si trasgrediscono determinati limiti o quando non ne teniamo conto nei rapporti interpersonali, e che sembra possedere una sorta di ‘conoscenza assoluta’ non solo di ciò di cui l’idividuo necessita, ma anche di ciò di cui l’individuo andrà a necessitare per evolversi nel corso della vita […] ogni simbolo, astrologico o di altra natura, non può essere compreso a fondo dal solo intelletto. Esistono infatti strade più sottili, e tuttavia parimenti proficue, tramite cui ci si può avvicinare alla ‘mappa dei cieli’, e quindi ho cercato di affrontare alcuni dei nostri simboli astrologici non solo dal punto di vista concettuale ma anche, cosa forse più importante, secondo il linguaggio di cui essi sono adusi ammantarsi. Quindi, con indubbia delusione del lettore più pragmatico, le interpretazioni astrologiche sono qui intersecate da leggende, miti, sogni e altre cose strane, di pari passo con più ortodossi riferimenti appartenenti alla filosofia e alla psicologia. Io trovo difficile riassumere un segno o un pianeta in una parola-chiave, e ancor più difficile trattarne come se fosse una statistica. In qual modo è possibile misurare quei luoghi in cui il destino entra nel corso di una vita? Non mancano, tuttavia, i riscontri con casi esemplificativi intesi a fornire un aggancio reale ai voli della fantasia, nella speranza di dimostrare gli effetti del destino nella vita di persone reali. Ho riscontrato che il destino è una parola sfuggente ed elusiva come l’amore. Platone riteneva che fossero la stessa cosa; ed è utile rammentare, di sfuggita, che nell’antica lingua norvegese la parola per indicare il destino è identica alla parola indicante gli organi sessuali. Novalis scrisse che destino e anima sono due nomi per il medesimo principio […] Questa connessione tra ‘anima’ e ‘destino’ è ciò che io ritengo sia racchiuso nelle immagini mitologiche che abbiamo approfondito nelle pagine precedenti. I miti, come abbiamo visto, attraversano i confini tra ‘interiore’ ed ‘esteriore’ e si manifestano ad entrambi i livelli […] Ogni astrologo viene a contatto con il ‘luogo intermedio’ del mito in ogni oroscopo, in quanto la configurazione astrale sembra descrivere sia il carattere che il destino, come se fossero la stessa cosa. I modelli mitologici dei segni zodiacali rappresentano una raffigurazione particolarmente chiara di come una modalità interiore di percezione e di esperienza coincida con il modello do vita esteriore. Eppure ‘qualcos’altro’ è all’opera per provocare quelle ‘coincidenze significative’ che ci rammentano l’unità di noi stessi con il mondo. Jung riteneva che le esperienze sincrone che univano l’interiore con l’esteriore sembravano innalzarsi da fondamenta archetipiche. In altre parole, esiste quel qualcosa che è al lavoro e che trascende la divisione artificiale tra la psiche e l’ambiente fisico esterno: uno schema ordinatore intrinseco che unisce l’individuo alle proprie esperienze concrete di vita, in un significato comune. Credo che la maggior parte degli astrologi abbia esperienza di queste ‘fondamenta archetipiche’ come teoria generale per capire perché mai una posizione planetaria, un transito o un aspetto progresso pongano in comunicazione una qualità o una tendenza interiore con uno specifico genere di esperienza […] Per quanto gli astrologi possano diventare positivisti o meccanicisti (e alcuni, comprensibilmente, ricercano l’ ‘effetto’ fisico che i pianeti potrebbero avere sulla vita dell’uomo), è comunque difficile giustificare gli accadimenti terrificanti e talvolta profondamente ironici di queste ‘coincidenze significative’ che Jung chiama sincronicità […] Come dice Angela Jaffe nel suo The Myth of Meaning: ‘I fenomeni sincronici scatenati dall’archetipo spesso provocano meraviglia e timore, oppure lasciano intuire la presenza di poteri incommensurabili che ne stabiliscono il significato. Nella visione di Goethe esiste una forza ordinante al di fuori dell’uomo che assomiglia tanto al caso quanto alla provvidenza, e che contrae il tempo e dilata lo spazio. Egli la definisce ‘daimonica’ e ne parla allo stesso modo in cui gli altri parlano di Dio’ . Se si tratta di Dio, di ‘dàimon’, come dice Goethe, o di destino, io non lo so. Tuttavia, l’esistenza di ‘poteri incommensurabili’ è inconfutabile, così come è evidente la presenza di una ragnatela i cui filamenti si irradiano fino a distanze inconoscibili. E non ci dimentichiamo che il ragno è uno dei più antichi simboli del destino. Questa ragnatela rappresenta ciò che gli Stoici intendevano per Heimarmene, che sconvolse talmente tanto i primi esponenti della nostra Chiesa i quali furono costretti a sviluppare il concetto di Divina Provvidenza per contrapporlo alla sensazione di fatalità che ogni impatto con quella ‘ragnatela’ provocava. E’ troppo arduo analizzare a fondo, in questa sede, quest’evidente paradosso, in cui gli eventi sono ‘sincroni’ con le configurazioni astrali e con le condizioni psichiche interiori, in virtù del fatto che l’ ‘archetipo’ è oramai in azione. Ma allo stesso tempo quelle configurazioni astrali sincrone con gli eventi e con le esperienze interiori sono state ‘scritte’ fin dalla nascita dell’individuo grazie al precisissimo congegno ad orologeria che è il cosmo. In altre parole, sia il destino causale (Moira), sia quello acausale (l’inconscio) sono parametri ugualmente validi di interpretazione dell’esperienza. Il filo che collega Moira e l’unus mundus dell’inconscio collettivo in cui operano gli archetipi è veramente molto sottile, visto che il destino è nel contempo causale e acausale, già scritto anche se viene riscritto in ogni momento, irrevocabile benché soggetto alle interferenze umane.” (da: Liz Greene, ASTROLOGIA E DESTINO. Il rapporto tra fato, transiti e tema natale, Armenia, Milano 1998 [ 1984 ], pp. 14, 20, 293-294 e 334-335 .)

 

A CURA DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO ( www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 12 marzo 2012 ]

 

CONTINUA…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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