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De Profundis clamamus ad te, Domine. Ma non solo a Lampedusa. E avendo ben a mente che quelle di molti politici e giornalisti italiani ed europei sono infami lacrime di coccodrillo

 

 

 

 

Il Salmo 129 (numerazione propria della Bibbia greca cosiddetta dei 70 – circa II sec. a.c. - ripresa poi nella cosiddetta Vulgata, le versione della Bibbia in latino fornita da San Gerolamo - 347-420 d.c. - tra 382 e 405 d.c.) o Salmo 130 (numerazione della Bibbia ebraica, ripresa dalla cosiddetta Bibbia di Gerusalemme del 1948-1998, frutto di un importante lavoro di revisione critico-filologica sulla esatta traduzione degli originali testi ebraico-aramaici e greci), intona così nella nota versione della Vulgata:

“De profùndis clamàvi ad te, Dòmine;
Dòmine, exàudi vocem meam.
Fiant àures tuæ intendèntes
in vocem deprecatiònis meæ.
Si iniquitàtes observàveris, Dòmine,
Dòmine, quis sustinèbit?
Quia apud te propitiàtio est
et propter legem tuam sustìnui te, Dòmine.
Sustìnuit ànima mea in verbo ejus,
speràvit ànima mea in Dòmino.
A custòdia matutìna usque ad noctem,
speret Ìsraël in Dòmino,
quia apud Dòminum misericòrdia,
et copiòsa apud eum redèmptio.
Et ipse rèdimet Ìsraël ex òmnibus iniquitàtibus ejus.”

Che da noi tradotto in italiano con qualche differenza rispetto alle versioni correnti, può risultare:

Dagli abissi mi rivolsi a te, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.
Se avrai soppesato le mie colpe, Signore,
Signore, chi potrà sostenerne il peso?
Poiché presso di te è il perdono
e per mezzo della tua legge mi sono posto al tuo cospetto, o Signore.
L'anima mia si è retta sulla sua parola,
ha sperato l'anima mia nel Signore,
Dalla veglia del mattino sino a notte,
speri Israele nel Signore,
perché presso il Signore vi è la misericordia,
e presso di lui è grande la redenzione.
Ed egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

Quante volte, con parole più o meno belle e raffinate di queste, i fedeli della tradizione ebraico-cristiana (e anche islamica) si sono rivolti a Dio, implorando la sua grazia salvifica, la sua consolazione in mezzo a mille tribolazioni e sventure terrene?
E quante volte Dio non ha risposto o si è girato dall’altra parte nel momento più stringente del bisogno umano?
Quante volte, anzi, il Signore ha raddoppiato le pene agli afflitti, consentendo il massacro degli innocenti, la strage degli indifesi, la carneficina dei più deboli, l’oppressione dei giusti e il trionfo dei malvagi, le calamità indifferenziate per tutti, buoni e cattivi colpiti con tremenda crudeltà sovraumana e sovrannaturale sadismo?
Per il fedele asinino e bovino, il problema si risolve ginocchioni, continuando ad implorare la grazia degli angeli, dei santi, della Madonna, della Divina Provvidenza e/o di qualsiasi altro intermediario celeste presso la corte monarchica divina (perché di Regno dei Cieli assolutistico si tratta…e non di Repubblica cosmica pluralista, “liberale e democratica”….).
Magari, mentre si implora, si finisce scorticati, esplosi, annegati o squartati a colpi di machete, ma sia fatta la Volontà di Dio e non la nostra, si ripete il solito fedele bovino e asinino, sempre gemente e implorante al cospetto dell’indecifrabile e “capriccioso” Onnipotente.
Per Noi Massoni e Iniziati la cosa si pone diversamente.
Per Noi il Cosmo è un Oceano di infinite luci ed ombre, energie angeliche e demoniache, polarità costruttive e distruttive, forze conservatrici e dissipatrici.
Noi non crediamo in un Dio personale e onnipotente fatto a immagine e somiglianza (sublimata e amplificata) di un Monarca terreno d’altri tempi assolutista, inesorabile e autocratico, insieme distratto rispetto all’umana sofferenza e però attento e ipersensibile anche rispetto alle più recondite quisquilie che riguardino i corpi e le anime dei suoi “sudditi”…
Noi crediamo nel Grande Architetto dell’Universo, una Legge impersonale che regola il funzionamento di un Cosmo unitario articolato in apparenti ombre e apparenti luci, apparenti mali e apparenti beni, secondo un Logos che le “creature”, fatte a immagine e somiglianza di questa Legge a guisa di microcosmi che riflettono in basso tutto ciò che è in alto, possono scoprire e interpretare secondo criteri di maggiore potenza, sapienza e amore (o impotenza, insipienza e odio), a secondo della propria consapevolezza e determinazione nell’esercitare fino in fondo il Libero Arbitrio.
Noi non pieghiamo le ginocchia e la testa dinanzi ad alcun monarca, né umano, né divino.
Questo, anche quando i demoni feroci della sofferenza ci contristano, ci insidiano, ci spaventano, ci mostrano l’orrore delle disgrazie più gratuite e assurde che la mente umana possa concepire.
Il Massone e l’Iniziato reale (non virtuale) rimane in piedi anche da seduto, egli sta, permane, rimane interiormente impassibile, anche quando esteriormente ride o piange, quando autenticamente gode o soffre.
In tristitia hilaris, in hilaritate tristis, diceva il grande Giordano Bruno, che accettò di sopportare otto anni ininterrotti di torture fisiche e psicologiche e persino di essere bruciato vivo, pur di non dismettere la sua dignità di Uomo Libero fatto a immagine e somiglianza della Libertà Creatrice Divina.
Il Massone e l’Iniziato reale (non virtuale) si preoccupa di volere, conoscere, osare, tacere, condividere.
Volere correttamente, conoscere con coraggio e umiltà la reale natura delle cose umane e divine, osare tutte le indefinite trasmutazioni psico-somatiche e pneumatiche che la sua potenza-sapienza gli consentirà di intraprendere, tacere sui risultati conseguiti personalmente nel Dominio dello Spirito, condividere con i suoi simili tutto quello che è possibile condividere in termini teorici e pratici, ideali e materiali, per Il Bene e il Progresso dell’Umanità.

Tutto ciò premesso, che senso ha stupirsi e stracciarsi le vesti perché duecento o più creature sono morte nella raccapricciante vicenda del mare di Lampedusa, l’altro giorno?
Tutti i maggiori operatori mediatici, con espressione e voce di circostanza, ci raccontano del loro (presunto) dolore, del loro sgomento, della gravità della cosa?
Ma chi ci racconta del fatto che ogni giorno, ogni ora, in innumerevoli parti del globo terracqueo, muoiono fra atroci sofferenze altri nostri simili, schiacciati come i migranti derelitti di Lampedusa dalla brutalità, dalla ferocia, dall’ignavia, dall’oppressione, dall’indifferenza dei propri simili?
Ogni tanto si accende qualche riflettore su questo o quell’episodio, su questo o quell’atto collettivo di umana follia e ferocia, ma poi ci si dimentica frettolosamente di tutto e telecamere ed editoriali tornano a occuparsi delle solite miserevoli questioni mediocri e provinciali, dal momento che denunciare quotidianamente le ingiustizie terrene su vasta scala richiede intelligenza e onestà, merci assai rare fra chi per mestiere è abituato a manipolare le coscienze (compresa la propria), piuttosto che a fornire strumenti adeguati per una informazione corretta e pluralista, per un ampliamento del senso critico dei telespettatori/lettori/consumatori mediatici.
Lasciamo andare le catastrofi naturali, ma quando si tratta di tragedie causate dalla malvagità dell’uomo sull’uomo, perché mai, in certi giorni (o per settimane) dovremmo dare tanto risalto alla tremenda ecatombe di Lampedusa e contestualmente tacere quello che accade contemporaneamente (di assai più grave, sia qualitativamente che quantitativamente) da anni, forse da secoli, o magari da sempre, in molti paesi sottosviluppati o mal governati del globo?
Lasciamo la risposta a quegli imbecilli ipocriti che si commuovono per le navi dei migranti rovesciate in mare, ma non muovono un dito per risolvere alla radice i problemi che quei disperati (e altri come loro) vivono quotidianamente nelle loro terre d’origine, fra dittatori, oligarchie corrotte, sanguinarie e prepotenti, mercanti di schiavi, trafficanti di organi umani.
Peraltro, sulla questione specifica del recente disastro umanitario di Lampedusa, politici cialtroni come Angelino senza Quid Alfano e tutta la pletora degli euro-burocrati nefasti che ammorbano gli uffici di Bruxelles, Lussemburgo e dintorni farebbero bene a tacere, perché la morte di quei poveri disgraziati sul barcone è figlia diretta delle loro scelte tragicamente errate in termini di governance e gestione del problema immigrazione, come rammentato lucidamente da qualche lucido giornalista fuori dal coro delle retoriche ufficiali e consociative.
Al riguardo, si legga ad esempio cosa è scritto in

“Naufragio Lampedusa, tre mesi fa l’ultimo accordo Italia-Libia. Sulla carta”, articolo del 3 ottobre 2013 by Thomas Mackinson per IL FATTO QUOTIDIANO (clicca per leggere).

Come è saggio risparmiare sulla spesa pubblica, tagliare le risorse per rientrare nei parametri dogmatici euro-germanici…
Anche sulla sorveglianza dei mari, bisogna tagliare e risparmiare, cosi come su tutta la spesa ordinaria e straordinaria della macchina statale…
Non si può più alimentare il welfare, a nessun livello, e tantomeno per mettere in sicurezza la vita di eventuali migranti che non pagano le tasse…
Dopo di che, se la gente si suicida, vive disperata con la morte nell’anima per l’assenza di lavoro e di una vita dignitosa, non viene curata o subisce enormi disagi quotidiani per l’assenza di uno Stato vigile, di infrastrutture, di forze dell’ordine e di sicurezza messe in condizione di operare normalmente, oppure crepa per annegamento, pazienza…l’importante è realizzare quanto prima il pareggio di bilancio e la riduzione del Debito Pubblico in tutto questo deserto che chiamano Europa…perché avete vissuto al di sopra delle vostre possibilità…e adesso dovete morire in conformità alla vostra natura di sudditi pecoroni e asini, ritenuti inutili anche come potenziali consumatori di massa, vista la metamorfosi forzata e innaturale del sistema di produzione fordista legato all’economia reale (dove il capitalismo andava a braccetto con la democrazia e la giustizia sociale) in un cosmo infernale dominato dal Dio delle Borse, della Finanza predatrice e incontrollata, delle Banche d’affari infiltrate nelle Istituzioni pubbliche, della Troika…un Dio geloso e vendicativo che non ammette altre Verità all’infuori della sua…
De Profundis clamamus ad te, Domine…
Ma il nostro “Dio” di Massoni progressisti, democratici e libertari è una Legge impersonale, una Legge di amore, compassione, equilibrio e armonia, che prima o poi farà nuovamente giustizia di Dei falsi e bugiardi creati dall’uomo a propria immagine e somiglianza, pervertendo il principio secondo cui è la Legge cosmica a modellare le creature e non viceversa.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 12 settembre-6 ottobre 2013 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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