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Editoriale del 20-22 maggio 2012: “Il Caso Ginevra Amerighi e la sua soluzione più auspicabile”, di Gioele Magaldi

 

 

 

 

Non starò a parlare delle tristi vicende italiane di queste ultime 48 ore, perché mi associo a quanto è stato scritto in

Democrazia Radical Popolare e GOD: l’Italia elabori il lutto senza Retorica. E imparando a prevenire stragi e disastri, per quanto è possibile. Un Abbraccio con Affetto alla Famiglia di Melissa Bassi e delle altre ragazze coinvolte, così come alle vittime del Terremoto (clicca per leggere).

Neanche occorre che personalmente mi soffermi sulla squallida questione denunciata in

GOOGLE ITALIA (ma stavolta ci si mettono anche altri motori di ricerca, ad esempio YAHOO ITALIA, e la cosa è ancora più sospetta) danneggia ancora una volta Grande Oriente Democratico (www.grandeoriente-democratico.com) e Democrazia Radical Popolare (www.democraziaradicalpopolare.it). E la Pazienza ha un limite (clicca per leggere)

 e in

GOOGLE ITALIA, YAHOO ITALIA e BING (e altri motori di ricerca?), con strana sincronia continuano imperterriti a danneggiare Grande Oriente Democratico (www.grandeoriente-democratico.com) e Democrazia Radical Popolare (www.democraziaradicalpopolare.it), mancando di indicizzare i contenuti più recenti (clicca per leggere).

E preferisco rimandare ad altra occasione un commento adeguato alla commedia all’italiana messa in scena anche in occasione dell’ultimo vertice del G8 a Camp David, con il Fratello Mario Monti inopinatamente dipinto dai soliti pennivendoli della carta stampata e dell’etere (italioti) come un grande mediatore con la Merkel, come partner di Hollande e Obama per le politiche di crescita economica, come il salvatore della patria europea mediante non si sa bene quale magia che superi il principio aristotelico di non contraddizione.
Infatti, quello che sembra sfuggire a insulsi editorialisti, a inetti commentatori e a insipienti opinionisti, è che non si può continuare a coltivare il rigore, l’austerità, il pareggio di bilancio e il ripudio del deficit e contemporaneamente promettere crescita economica e nuova occupazione.
Su questi temi, tuttavia, mi eserciterò in seguito.
Il mio editoriale odierno, invece, intende esprimere alcune integrazioni e chiose personali (perché in Grande Oriente Democratico vige la massima libertà di pensiero e un assoluto pluralismo dialettico fra diverse opinioni) rispetto a quanto ho potuto leggere in

Grande Oriente Democratico denuncia il clamoroso abuso di potere del Tribunale dei Minorenni di Roma a danno di Ginevra Amerighi e della figlia (25 mesi) Arianna Mangifesta. Gli artefici di questo disumano e infame abuso, Fabio Mangifesta, Marisa Malagoli Togliatti & Compagni di merende, non pensino di farla franca: Parte I. (clicca per leggere)

e in

Grande Oriente Democratico ancora a proposito di Ginevra Amerighi e Arianna Mangifesta e degli odiosi abusi subiti da costoro ad opera di Fabio Mangifesta, di Marisa Malagoli Togliatti, di Melita Cavallo e del Tribunale dei Minorenni di Roma (clicca per leggere).

 
Se non ho capito male, in tali articoli non ci sono elementi diffamatori e calunniosi nei riguardi di nessuno, ma soltanto la nuda cronaca di una serie di fatti e misfatti davvero incredibili.
Tuttavia, se taluno (magari a torto) si sentisse diffamato o calunniato da simili testi, voglio dichiarare ufficialmente e preventivamente la mia estraneità e dissociazione dalle forme specifiche, un po’ forti e perentorie, di alcune considerazioni espresse in quegli articoli redazionali.
Non solo.
Vorrei anche dichiarare di non essere d’accordo con una certa tonalità estremistica e radicalmente conflittuale che quei contributi esprimono.
E’ senz’altro encomiabile l’alto ethos civile e umano che porta alcuni Fratelli di GOD ad indignarsi rabbiosamente per le ingiustizie patite da Ginevra Amerighi, ma bisogna avere la lucidità e la freddezza (costruttiva) per immaginare una soluzione il meno possibile traumatica e lacerante di tutta la vicenda.
Anche e soprattutto nell’interesse della parte più debole e indifesa di tutte, Arianna Mangifesta.
Così, al contrario di quanto sostenuto in quei citati interventi redazionali di GOD, mi augurerei proprio che tutta questa disavventura potesse finire con una riconciliazione generale fra tutte le parti coinvolte.
Veniva detto in

Grande Oriente Democratico ancora a proposito di Ginevra Amerighi e Arianna Mangifesta e degli odiosi abusi subiti da costoro ad opera di Fabio Mangifesta, di Marisa Malagoli Togliatti, di Melita Cavallo e del Tribunale dei Minorenni di Roma (clicca per leggere) :

“Ma non si pensi che la questione possa risolversi a tarallucci e vino, con un tardivo intervento del Presidente della Repubblica o del Ministro della Giustizia e con qualche frase di circostanza dei Giudici del Tribunale dei Minorenni di Roma, quale accompagnamento alla RESTITUZIONE della piccola Arianna Mangifesta a sua madre.”

Comprendo lo spirito combattivo con il quale alcuni miei Fratelli hanno inteso manifestare questa opinione così veemente e risoluta nel pretendere giustizia assoluta e implacabile, ma non posso esimermi dall’auspicare un diverso esito, più morbido, di questo caso.
Magari finisse davvero tutto a tarallucci e vino.
Sarebbe bello che il primo a mutare completamente atteggiamento fosse proprio il padre della bambina, Fabio Mangifesta.
Sarebbe doveroso che fosse proprio sua madre, la nonna paterna di Arianna, a persuadere il figlio Fabio dell’importanza del legame tra Arianna e Ginevra, per il bene della minore e per non crescerla con rancore insanabile (quando sarà meglio in grado di comprendere) verso chi l’ha strappata da colei che l’ha partorita, amata e protetta sin dalla sua nascita.
Questa guerra intestina fra i genitori di Arianna deve cessare.
Fabio Mangifesta riconosca i suoi torti, concordi con Ginevra Amerighi un affidamento congiunto della bambina per l’avvenire (in modo tale che entrambi i genitori e tutti e quattro i nonni possano godere della sua compagnia e impegnarsi nella sua educazione), agisca con generosità e bontà d’animo verso la madre di sua figlia.
In questo modo, pur essendo separati fra loro, padre e madre riusciranno ad evitare ulteriori ed insanabili traumi per Arianna, la cui sottrazione in così tenera età da Ginevra Amerighi già costituisce la fonte di inimmaginabili ferite nella psiche di questa sventurata creatura (ciò che diveniamo da adulti è profondamente legato a ciò che sperimentiamo nei primi due anni di vita).
Inoltre, un riavvicinamento civile e amichevole tra Fabio Mangifesta e Ginevra Amerighi sarà anche foriero di pacificazione legale - civile e penale - in merito a questioni che sarebbe masochistico per lo stesso Fabio e per la sua famiglia (per quanto ricca e influente) voler portare sino alle estreme conseguenze.
E chi deve capire, capisca.
Quanto agli altri soggetti coinvolti in questa sinora bruttissima faccenda, dal Tribunale dei Minorenni di Roma alla Consulente del Tribunale, Prof.ssa Marisa Malagoli Togliatti, al Presidente del Tribunale, Dott.ssa Melita Cavallo, sarei personalmente lieto che tutti questi attori fossero i primi a facilitare in tempi rapidissimi una ricomposizione naturale ed equa della questione.
Con o senza l’intervento del Ministro della Giustizia Paola Severino o del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano o della Procura della Repubblica di Roma.
Sarebbe bello che, proprio nei prossimi giorni, senza più indugi e operando TUTTI ALL’UNISONO nell’interesse della fragile e piccolissima Arianna Mangifesta (mostruosamente sottratta alle cure e persino alle visite della madre), vi fosse finalmente una soluzione di continuità rispetto ad un andazzo finora incredibile e scandaloso.
Esprimo pertanto il voto che questa vicenda possa risolversi senza vinti né vincitori, senza ispezioni ministeriali e senza sanzioni pesanti e richieste di risarcimento danni per chi avesse commesso abuso di potere, atti di corruzione (attiva o passiva), negligenza in vigilando, favoreggiamento e altri reati gravissimi.
Mi auguro, personalmente, che prestissimo Arianna Mangifesta possa tornare a sorridere alla sua mamma Ginevra Amerighi e ai suoi nonni materni, continuando a vedere anche il papà Fabio Mangifesta e i suoi nonni paterni; auspico che entrambe le famiglie, gli Amerighi e i Mangifesta, possano stabilire o ristabilire buoni e amichevoli rapporti, nell’interesse della stessa Arianna.

Se invece, per cecità (gli Dei accecano e rendono folli coloro che intendono condannare alla rovina), nessuno vorrà compiere atti di riforma dei comportamenti passati, allora non c’è dubbio che la collera del Grande Architetto dell’Universo e degli uomini di buona volontà che ne seguono le orme troverà il modo di fare Giustizia là dove regni l’Iniquità, la Corruzione e il Sopruso Illegale e Crudele.

GIOELE MAGALDI

[ Articolo del 20-22 maggio 2012 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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