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Commento a “La massoneria dietro B.” (B. sta per Berlusconi), by Fabrizio Gatti, per il settimanale L’Espresso del 27 gennaio 2011

di Gioele Magaldi

 

 

 

 

 

Sulla versione cartacea del pezzo, il titolo è Cent’anni di trame (L’Espresso del 27 gennaio 2011, pp.62-65).
Poi, significativamente, nella versione on-line è stato ribattezzato La massoneria dietro B.(clicca sopra per leggere la versione integrale dell’articolo/intervista, cartacea).

Che dire di queste quattro pagine di “colloquio” con il 92enne Fratello del G.O.I. Bruno Rozera, già Prefetto della Repubblica italiana, nonché 33°grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato e presente tra le liste dei cosiddetti piduisti della Loggia P2 di Licio Gelli?
Innanzitutto direi: finalmente!
Dopo mesi e mesi in cui i giornalisti de L’Espresso ronzavano attorno alla questione di Silvio Berlusconi e Massoneria aujourd’hui (lanciata dal sottoscritto l’estate scorsa, ripresa dal volume di Giusy Arena, Filippo Barone, P3. Tutta la verità, Editori Riuniti, 2010, e costantemente proposta e ri-proposta all’opinione pubblica dal Movimento “Grande Oriente Democratico”), infine la “montagna” ha partorito qualcosa…
Non vorrei dire che abbia partorito il classico “topolino” ma, insomma, per un “addetto ai lavori” le presunte “rivelazioni” del Fratello Bruno Rozera non dicono molto.
Ma quel poco che dicono, non c’è dubbio che Fabrizio Gatti abbia fatto bene a registrarlo e a metterlo nero su bianco.
In effetti, quasi distillando la quintessenza più attuale della conversazione con Rozera, Gatti sottolinea che “La Massoneria” è “dietro B. (cioè Berlusconi)” ancora oggi, in un 2011 appena iniziato.
Gatti, nei sottotitoli del cartaceo, evidenzia ancora che, secondo Rozera, “il vero vertice della P2 è ancora potente”.
Nel corso del colloquio, poi, i due alludono, senza farne il nome, a:

“…un grand commis degli affari, ex democristiano ed ex piduista, intervenuto anche nell’inchiesta su Guido Bertolaso e i grandi appalti, promettendo protezione ad Angelo Balducci, il presidente del consiglio dei lavori pubblici, prima del suo arresto…”

Ma l’allusione è tanto precisa e puntuale nelle sue caratterizzazioni che mi sembrerebbe un grave sgarbo all’opinione pubblica non “rivelare”  che il personaggio cui costoro alludono è il Fratello Giancarlo Elia Valori.
Tra l’altro, per una felice coincidenza numerologica, il numero de L’Espresso in cui è contenuto questo servizio di Gatti reca la data del 27 gennaio 2011.
Ebbene, il Fratello Giancarlo Elia Valori è nato proprio il 27 gennaio, di 71 anni fa (1940): augurissimi e un T.F.A. (Triplice Fraterno Abbraccio) a questo immarcescibile Massone di lunga data, ancora sulla breccia.
Solo che Gatti e Rozera, sull’effettivo valore di Valori, non sembrano avere le idee molto chiare.
Gatti si riferisce a lui (pur senza nominarlo), domandando: “Quindi esiste un livello superiore (NDR : a Gelli) ?”
E Rozera risponde: “C’è sempre stato un livello superiore a Gelli.”
A questo punto Gatti incalza con il riferimento allusivo a Valori (NDR: che si capisce Rozera deve avergli fatto nel corso dell’intervista orale) quale “grand commis degli affari, ex democristiano ed ex piduista…”, concludendo la sua domanda a Rozera così:

“Fa parte del Grande Oriente d’Italia?”

Al che Rozera risponde:

“Nella maniera più categorica, no”(NDR: riferendosi a Valori)

E Gatti:

“Senza documenti di prova non ne pubblicheremo il nome”

Conclude Rozera:

“Basta chiedere in giro. Si può sapere chi è più potente di questi? Gelli certo no. Anzi Gelli lo temeva”.

Mettiamo un po’ d’ordine a queste parole alquanto in libertà.
Non è che Licio Gelli temesse Giancarlo Elia Valori. Certo lo teneva in debito conto.
Il punto è che Valori, insieme ad altri “piduisti” critici (come ad esempio Mino Pecorelli), per un certo periodo lottò contro Gelli-in modo obliquo e non frontale- per guadagnare spazio e potere ai danni del duo Gelli-Ortolani e magari, nel tempo, sostituirsi a loro.
Poi Pecorelli fu ucciso (1979) in circostanze tuttora misteriose e Valori perse il suo più prezioso alleato nella faida interna alla P2.
Gelli aveva vinto e Valori, del resto, era stato formalmente espulso dalla Loggia Propaganda 2.
In seguito, però, Gelli fu travolto dallo scandalo P2 partito nel 1981, mentre Valori proseguì una carriera molto prestigiosa e brillante come grand commis, di Stato, Para-Stato e anche Extra e Sovra-Stato…
Dunque, a partire dalle conclusioni di Rozera e Gatti su “La massoneria dietro B (erlusconi)” oggi, nel 2011, e sul fatto che Valori è tuttora uno che si muove in quello che era ed è “un livello superiore alla P2”, ne vengono interessanti spunti di riflessioni per i lettori.
Ma il quadro rappresentato in questo articolo de L’Espresso è un po’ generico.
Esistono delle persone che rappresentano un solido e storico trait-d’union tra gli interessi e il milieu del Fratello Massone Silvio Berlusconi e quello del Fratello Massone Giancarlo Elia Valori?
Certo che esistono e sono tanti.
Per fare due nomi piuttosto noti: Il Sottosegretario di Stato Gianni Letta e l’evergreen Luigi Bisignani.
Ma non basta.
Forse per una distrazione, Fabrizio Gatti non approfondisce la risposta di Rozera secondo cui Valori non farebbe parte del Grande Oriente d’Italia.
In che senso, scusate?
Nel senso che, come Berlusconi, iniziato nel 1978 e poi fino al 1990 “attivo e quotizzante” alla corte del Gran Maestro del G.O.I. Armando Corona, Giancarlo Elia Valori, dopo essere stato espulso dalla P2 (Loggia del Grande Oriente d’Italia) non si è iscritto formalmente ad altre logge?
E perché mai avrebbe dovuto farlo, visto che l’attuale Gran Maestro Gustavo Raffi, in questi anni, lo ha invitato spesso e volentieri a diversi incontri, taluni persino pubblici?
Personaggi come Valori e Berlusconi si relazionano direttamente con Gran Maestri e Gran Segretari del Grande Oriente d’Italia, senza bisogno di intermediazioni formali e/o rituali.
Però, mentre Rozera sembra confondere il senso e le finalità dell’uno e dell’altro nel rimanere contigui a Palazzo Giustiniani, invito Fabrizio Gatti e L’Espresso, se dovessero proseguire il loro lavoro di scavo sulla massoneria contemporanea, a saper distinguere e a fare più chiarezza su chi e perché si relaziona a questo o a quello.
Valori non ha le stesse “responsabilità” di Berlusconi e non è lui (semmai invece, proprio il Fratello Silvio da Arcore alias Cesare) ad aver potuto ispirare e cercare di trarre benefici dalle trame “pitreiste” dei vari Dell’Utri, Verdini, Carboni, Cosentino, etc. giù giù sino ai Martino e Lombardi del caso (utili “manovali eterodiretti” in trincea), tutti protagonisti della cosiddetta “Inchiesta P3” della Procura della Repubblica di Roma.
Il che non significa che non vi siano altre forme di colleganza e comune interesse, tra Valori e Berlusconi.
Di certo, in mezzo a loro ci sono gli attuali vertici del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, con Gustavo Raffi Gran Maestro e tutti gli altri Gran Collaboratori, Gran Tesoriere Aggiunto Giovanni Esposito e Gran Segretario Giuseppe Abramo in testa.
Ad esempio, in un altro punto dell’intervista, lo scambio di domande e risposte è il seguente:

Fabrizio Gatti: “Veniamo allora all’attualità. I massoni italiani stanno sostenendo Berlusconi?”

Bruno Rozera: “Posso rispondere che c’è massone e massone. Come c’è uomo e uomo”.

Fabrizio Gatti: “E tra Berlusconi e Fini, la massoneria con chi si è schierata?”

Bruno Rozera: “La massoneria è con Berlusconi”.

Fabrizio Gatti: Per questo l’ “Avanti” avrebbe indagato sul presidente della Camera?

Bruno Rozera: “Non conosco personalmente Valter Lavitola. Ma Chiarle è un caro amico. Ha amicizie nella massoneria” ( NDR: SIC!)

Fabrizio Gatti: “Perché sostenere Berlusconi?”

Bruno Rozera: “Perché Berlusconi qualche aiuto lo dà. Io non vedrei misteri dove non stanno”?

Fabrizio Gatti: “Rozera e Berlusconi hanno almeno una cosa in comune: l’elenco della P2”

Bruno Rozera: “Zero porta a zero. Con me niente.” (NDR: Che significa?)

Fabrizio Gatti: “Il suo nome c’è, numero 76”

E a questo punto il Fratello ex piduista Bruno Rozera si lancia in sproloqui incomprensibili che non eliminano il fatto nudo e crudo che egli fosse iscritto alla Loggia P2.
Ma questo fatto è davvero di rilevanza relativa.
Più importanti altre affermazioni.
Il Chiarle che Rozera cita è Aldo Chiarle, ultranovantenne 33° grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia (tale lo ha voluto l’attuale Gran Maestro nel 2004), grande estimatore del Fratello Silvio Berlusconi, grande amico e “grande elettore” del Gran Maestro Gustavo Raffi, patrono del Fratello Massone Valter Lavitola- a sua volta grande amico del Fratello Massone Silvio Berlusconi- che insieme ad Aldo Chiarle dirige e gestisce l’ “AVANTI”, un tempo (ma solo un tempo…) glorioso giornale socialista.
Quindi, altro che Chiarle che ha “amicizie nella massoneria”, come accenna in termini ambigui Rozera. Chiarle è stato ed è tuttora, nonostante l’età avanzata, uno dei più convinti  puntelli del “regime” di Gustavo Raffi in seno al G.O.I.
Si tratta, con Raffi nel mezzo, vero punto di snodo di tutte queste “amicizie e fratellanze”, di un’allegra confraternita di persone pronte a tutto pur di supportare e difendere il Grande Fratello di Arcore e attaccare i suoi antagonisti, veri o presunti (vedi l’incredibile coinvolgimento del Massone Valter Lavitola nella vicenda che ha tentato di infangare l’immagine del Presidente della Camera Fini, attraverso risibili documenti/patacche su altrettanto risibili proprietà off-shore di un mini appartamento monegasco: ci piacerebbe vedere un’indagine dell’ “AVANTI” sulle tante –eventuali- proprietà ultra-milionarie off-shore legate a Mediaset e/o alla famiglia Berlusconi.).
Ciò sia detto per fare chiarezza preventiva
Rozera poi ammette, come da mesi va ripetendo il sottoscritto (insieme agli amici fraterni del Grande Oriente Democratico) che: “La massoneria è con Berlusconi”.
E Rozera si sta riferendo ad oggi, nel 2011, non ai tempi della Loggia P2, entrata in crisi nel 1981.
Quello che Rozera non esplicita è che Berlusconi ha dalla sua parte non la massoneria in astratto ma, in Italia, anzitutto i vertici del Grande Oriente d’Italia targati Raffi.
Quello che Rozera non aggiunge (anche se ammette che “c’è massone e massone…”) è che se è verissimo che, purtroppo, gli attuali vertici della più importante Comunione massonica italiana (il G.O.I. di Palazzo Giustiniani) sono ultra-compromessi con il Fratello Silvio Berlusconi e i suoi affari e interessi, ormai il numero dei Liberi Muratori che combattono questo stato di cose è cresciuto considerevolmente.
Non solo è cresciuto, ma si è dato anche una “voce”: forte, schietta e diretta.
I Fratelli Massoni che non stanno col Fratello Berlusconi hanno dato vita a un Movimento d’opinione.
Questo Movimento d’opinione si chiama Grande Oriente Democratico (www.grandeoriente-democratico.com ) e se Rozera evita di menzionarlo, so per certo che Fabrizio Gatti ne conosce benissimo l’esistenza.
Perciò, Gatti ci scuserà se, per dovere di cronaca e necessità di completezza delle informazioni, invitiamo lui e/o i suoi colleghi de L’Espresso a riconoscere questo fatto con i propri lettori.
Per etica e deontologia professionale, anzitutto.
Perché non ci sembrerebbe normale un’omissione così clamorosa, nel momento in cui si parla di panorama massonico italiano contemporaneo.
E dei rapporti di Berlusconi con la Massoneria.

In ogni caso, invitiamo l’opinione pubblica a prendere nota dell’interessante articolo/intervista di Fabrizio Gatti per L’Espresso, da lui stesso, non per caso, ri-denominato “La massoneria dietro B(erlusconi)”(clicca sopra per leggerlo).
Leggete tutti e iniziate a farvi qualche domanda su quel “livello superiore” alla P2 che, tuttora, incrocia la strada di ex piduisti come  (il tutto sommato innocuo) Giancarlo Elia Valori e il (niente affatto innocuo) Silvio Berlusconi con la sua “Loggia di Arcore” e i suoi fraterni amici Marcello Dell’Utri, Denis Verdini, Flavio Carboni, etc., tutti coinvolti, in nome e per conto di “Cesare”, nell’”Inchiesta P3” della Procura della Repubblica di Roma.
Alla quale Procura di Roma consiglierei anche di chiedere conto a Gustavo Raffi (Gran Maestro del G.O.I.), Giuseppe Abramo (Gran Segretario del G.O.I.), Giovanni Esposito (Gran Tesoriere Aggiunto del G.O.I. e commercialista vicino a Mediaset…), Aldo Chiarle e Valter Lavitola (per citare solo i Fratelli già menzionati sopra) di quali e quanti siano i rapporti e gli intrecci di interessi tra loro stessi e l’Allegra Confraternita di Arcore, qualora tale Confraternita si configurasse come qualcosa che viola le leggi vigenti in termini di “associazioni segrete”.
Se invece non ci sono violazioni, saremo tutti più gai e fraternamente lieti.

In conclusione di questo Commento, vorrei esprimere (cauta) soddisfazione in merito ad una vicenda da poco segnalata all’opinione pubblica e alle autorità competenti dai Fratelli di Grande Oriente Democratico.
Mi riferisco alle questioni poste in: Mafia e Massoneria a Brescia (?). Cioè il caso del Fratello (?) Giuliano Richiedei, la persecuzione di Marco Capretti e la connivenza delle Istituzioni (?)
Pare, anche se il condizionale è d’obbligo, che le Istituzioni bresciane, su questa infame vicenda, nelle ultime ore si siano messe in opera tutte con grande efficienza e rigore.
Se è così, ne siamo duplicemente e grandemente felici, sia come massoni che come cittadini.
Soprattutto perché ci sono due famiglie (quella di Marco Capretti e quella della sua compagna Marika Facchini) che vivono nel terrore di ritorsioni e/o rappresaglie da parte dei loro “aguzzini” e che da molti mesi attendevano giustizia e conforto da parte delle Istituzioni repubblicane.

GIOELE MAGALDI

 

 

 

 

 

 

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com