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Il Fondamento dei Diritti dell’Uomo secondo Don Walter Trovato (a cura di GOD)

 

 

 

 

Dalla testata “Consul Press” (www.consulpress.eu), pubblichiamo e rilanciamo

“Il Fondamento dei Diritti dell’Uomo”, articolo del 6 ottobre 2014 by Don Walter Trovato per Consul Press (clicca per visionare),

il cui testo riportiamo qui di seguito integralmente:

 

Il FONDAMENTO dei DIRITTI dell’UOMO.
Universalità dei diritti umani - La società moderna riconosce all’uomo dei diritti fondamentali che lo riguardano come persona in sé o come persona che si espande e si sviluppa nei gruppi sociali e finalmente nello Stato. È una grande conquista dei tempi moderni. L’uomo non è un semplice oggetto di operazioni sociali e gerarchiche: è un soggetto consapevole e libero di diritti e di doveri che è chiamato ad esercitare in modo responsabile.
Il riconoscimento di questi diritti, che pur sono inalienabili ed inviolabili, include una vecchia problematica mai risolta nelle antiche e moderne forme di autocrazia, assolutismo e totalitarismo, e che d’altra parte non è solubile nemmeno in forme di paternalismo né di teocrazia o di regime retto secondo ragioni religiose e secondo il giudizio di coscienza del “superiore”: al centro di tale problematica vi è l’esigenza di affermare e applicare i diritti dell’uomo in modo veramente universale.
L’universalismo, in effetti, è incluso nell’ugualitarismo delle varie correnti innovatrice o rivoluzionarie che hanno promosso l’affermazione dei diritti dell’uomo; ma di fatto, la divisione dell’umanità in società politiche particolari, la diversità dei popoli che le costituiscono, la limitazione del campo visuale che fatalmente subiscono individui e gruppi, l’istinto egoistico di difendere posizioni privilegiate che si sono raggiunte, hanno impedito e tuttora impediscono che di tale universalità si scoprono e si attuano tutte le implicazioni.
 Le tre grandi dichiarazioni dei diritti. Così la dichiarazione di indipendenza americana (4 luglio 1776), nel proporsi di spiegare all’umanità le ragioni fondamentali che costringevano il popolo americano a spezzare i legami politici che lo avevano unito all’impero inglese, partiva da una affermazione generale della uguaglianza di tutti gli uomini di fronte ai diritti fondamentali, sicché si può considerare quella Dichiarazione come la prima dichiarazione solenne dell’uguaglianza civile nella società moderna. Ma in sé la Dichiarazione era limitata agli Stati Uniti d’America e, in questo stesso Paese, si risolveva ad uso esclusivo dei cittadini bianchi delle antiche colonie britanniche: l’abolizione della schiavitù avvenne infatti quasi un secolo dopo e fu pagata con la guerra civile.
L’uguaglianza civile in senso più generale, cioè come uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge mediante la soppressione di tutti i privilegi, è una conquista della Rivoluzione Francese, consacrata con la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (26 agosto 1789) e riaffermata poi in tutte le Costituzioni dell’Ottocento ; ma anche questa Dichiarazione fu travolta ed anzi confusa ben presto con l’imperialismo francese e soltanto più tardi gli ideali di uguaglianza civile e politica che essa sbandierava si accordarono al nuovo ideale universalistico di uguaglianza tra i popoli delle varie nazionalità.
Si deve pure aggiungere che in tale Dichiarazione vi è una carenza di universalità nella considerazione dei diritti dell’uomo, perché questi non viene preso nella sua realtà integrale, ma è considerato piuttosto come soggetto di Diritti individuali. La dimensione sociale di tali diritti è dimenticata. Le riaffermazioni più recenti dei diritti fondamentali, fatte generalmente contro le varie forme di totalitarismo ed in armonia con gli sviluppi della coscienza civile e politica moderna, hanno meglio sostituito il concetto di diritti dell’uomo a quello di diritti del cittadino e quindi meglio si risolvono in difesa e promozione della persona umana secondo tutte le dimensioni e a tutti i livelli di sviluppo e di rapporti.
Così il 10 dicembre 1948, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò la Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, come regola e misura di progresso per tutti i popoli e le nazioni. Ormai è incedibile un sistema nel quale si affermino solo i diritti individuali o civili, senza aggiungervi, sottolineandoli, quelli politici e sociali maturati con il nuovo senso della società che si è sviluppato nel mondo contemporaneo.
Don Walter TROVATO
Presidente “ Istituto San Benedetto per l’Europa”

 

A CURA DEI

FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 14-16 ottobre 2014 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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