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GOD, la Russia, Il Moralista e alcuni grossolani fraintendimenti

 

 

 

 

Punto di partenza di queste brevi riflessioni sono i contenuti di

“Può la Russia ergersi a nuovo leader morale del Globo?”, articolo del 16 marzo 2014 by Francesco Maria Toscano per IL MORALISTA (clicca per leggere).

Allora, fintanto che il come sempre brillante Francesco Maria Toscano scrive

 

“In queste ore, proprio mentre gli abitanti della Crimea sono chiamati ad esprimersi tramite referendum, molti osservatori internazionali denunciano il pericolo russo. Una chiave di lettura maggioritaria  in Occidente, infatti, tende a dipingere Putin alla stregua di un inguaribile nostalgico mai del tutto rassegnatosi al definitivo crollo dell’Urss. Questa impostazione non mi persuade affatto. Specie se avanzata da acritici cantori delle meraviglie dell’attuale Unione Europea, di fatto unico e legittimo erede del defunto mostro sovietico per come suggerito dal lavoro di Pavel Stroilov e Vladimir Bukovskij (Eurss. Unione Europea delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, Spirali editore). Un breve riassunto. Nel 2010, nel corso di elezioni definite dall’Osce “trasparenti” (clicca per leggere), il filorusso Victor Yanukovich divenne il legittimo presidente dell’Ucraina.  Nel novembre del 2013 però, in seguito al rifiuto di Yanukovich di firmare un accordo di “associazione” con l’Europa, l’Ucraina finì con l’essere improvvisamente investita da una ondata di manifestazioni di piazza. Il 22 Febbraio del 2013 “gli eroi di piazza Maidan”, dopo mesi di “stoica resistenza”, costrinsero infine il presunto tiranno alla fuga instaurando al potere il “ben più liberale” Arseniy Yatsenyuk. Questo perlomeno è quello che ci ha raccontato il nostro “credibilissimo” circuito informativo mainstream. Ora, senza volere approfondire meglio genesi, natura e conformazione della recente rivoluzione Ucraina, fortemente sospettata di infiltrazioni naziste abilmente rifocillate (clicca per leggere), mi chiedo perché mai l’Occidente continui a legittimare alcune prassi di conquista del potere che mal si conciliano con la retorica iper-democratica che contraddistingue le nostre illuminate classi dirigenti locali e sovranazionali. Yanukovich, per quanto oggettivamente inetto, mediocre e miserabile, aveva vinto libere elezioni. E in democrazia chi vince le elezioni ha tutto il diritto di governare  per essere poi giudicato dal corpo votante a fine mandato. Capisco che in Italia, dove Monti, Letta e Renzi sono stati tutti nominati secondo l’imperscrutabile volontà di Re Giorgio, la democrazia non vada più molto di moda. Ma, ve lo dico in tutta onestà, non credo che gli ucraini muoiano dalla voglia di importare l’oramai collaudatissimo “sistema Napolitano”. Forse, visto che lo fanno da tempi relativamente brevi, gli ucraini a differenza nostra continuano ad apprezzare il suffragio universale. Magari anche a costo di urtare la sensibilità di un eventuale Napolitanenko autoctono.”,

 

possiamo anche essere più o meno d’accordo sulle sue osservazioni.
Quando però Toscano prosegue, dicendo

 

“Comunque finisca, questa storia dimostra una cosa seria e grave: la superiorità morale dell’Occidente libero nei confronti del resto del mondo non esiste più. Oggi i barbari siamo noi, anche se non ce la facciamo ancora a dircelo.”,

 

francamente non capiamo proprio il senso del suo ragionamento.
Almeno dal nostro punto di vista, non c’è mai stata una “superiorità morale dell’Occidente libero nei confronti del resto del mondo”.
C’è piuttosto stata e c’è tuttora – con qualche sfumatura di differenza tra una nazione occidentale e l’altra - una evidente “differenza culturale, valoriale e ideologica” tra l’Occidente “libero e democratico” (in un percorso iniziato nel XVII e culminato nel XX secolo), ancorché attraversato anche da vecchie e nuove pulsioni illiberali, confessionali, integraliste, oligarchiche e anti-democratiche, e altre regioni del mondo governate quando va bene da “democrature” (è il caso della Russia di Putin, dove un’oligarchia al potere simula periodicamente le forme della democrazia, in realtà gestendo la società in termini autoritari e repressivi), quando va male da oligarchie burocratiche di tipo spudoratamente fascista-dirigista (è il caso della Cina nominalmente comunista e contemporaneamente aperta al liberismo economico), quando va malissimo da dittature e dispotismi di matrice laica o ierocratica (si va dalla Corea del Nord a Cuba, passando per Iran, Arabia Saudita e tanti altri paesi del Terzo e Quarto Mondo).
E Francesco Maria Toscano e tanti altri con lui possono tranquillamente esprimere la propria pubblica e quotidiana contestazione anche virulenta (e talora grossolana) del potere costituito italiano, europeo, statunitense e occidentale proprio in virtù di questa “diversità culturale, valoriale e ideologica” che caratterizza le nazioni occidentali, tra le quali rientra a pieno titolo l’Italia a partire dal 1945 (grazie agli amerikani con il kappa…che sono venuti a morire nel Vecchio Continente e in Italia, per liberare un popolo di vigliacchi che si era prostituito a dei buffoni in camicia nera- alleati  con dei criminali in camicia bruna- e aveva tollerato tranquillamente anche la vergogna delle leggi razziali anti-ebraiche).
In effetti, è bene parlare di “diversità culturale, valoriale e ideologica” e  non di “superiorità morale”.
Infatti, la morale presuppone sempre un’opzione soggettiva.
Ad esempio, ciò che è sommamente morale per Noi di GOD (lo stato di diritto, la libertà di parola, di espressione e di critica, la sovranità popolare, la laicità delle istituzioni pubbliche che garantisca un corretto pluralismo etnico e culturale, la libertà di ricerca scientifica e di orientamento sessuale – ivi compreso il riconoscimento dei massimi diritti possibili per gay, lesbiche e transgender: diritto a sposarsi e ad adottare/allevare figli, diritto a rendere pubbliche le proprie scelte culturali e comportamentali, etc.-), risulterà in tutto o in parte immorale per individui e gruppi che non abbiano interiorizzato adeguatamente i principi di libertà, uguaglianza e fratellanza tra tutti gli esseri umani; e risulterà addirittura demoniaco per individui e gruppi che orientino la propria vita in base a principi religiosi ed etici fondamentalisti e integralisti.

Dal loro punto di vista soggettivo, fascisti, nazisti, comunisti, integralisti di ogni fede, anti-democratici, illiberali, reazionari e tradizionalisti di ogni latitudine giudicano – da diverse prospettive- moralmente degenerata proprio una società dove trionfino i principi di libertà, uguaglianza e democrazia laica (fusi insieme in modo complementare, senza prevaricazione di un principio sull’altro), e reputano invece sacrosanta e legittima una organizzazione statuale dove i pochi, fedeli interpreti di qualche Verità assoluta immanente o trascendente, impongano con la violenza un certo ordine sociale, conculcando qualunque pretesa a diritti universali dell’uomo e del cittadino.
Viceversa, chi soggettivamente si riconosca nei principi enunciati (dopo un’elaborazione ideologica durata secoli) nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, si batterà per garantire libertà, dignità e autonomia anche a quegli esseri umani che disprezzano il diritto altrui alla libertà e alla democrazia.
Ma è oggettivamente osservabile sul piano storico che è soltanto in Occidente e solo a partire dai secoli XVII-XVIII che si fanno strada quei valori culturali e ideologici che differenziano la società euro-atlantica (in modi e tempi diversi da territorio a territorio) rispetto ad altre lande del pianeta.
Durante gli stessi secoli XVII-XVIII e ancora nel XIX e XX secolo, d’altronde, anche in Occidente si sono spesso fatti sentire in modo vigoroso e violento gli apologeti di valori confessionali, fondamentalisti, elitari, illiberali e antidemocratici.
L’Ancien Régime occidentale presupponeva una organizzazione sociale fondata sul diritto divino dei re a governare, sulle pretese ierocratiche e confessionali del clero, sulla egemonia della classe aristocratica, sullo stato di sudditanza, subalternità e privazione di diritti individuali per la maggioranza del popolo, destituito di qualsivoglia sovranità.
Dunque, quell’Occidente li (anteriore alle Rivoluzioni dei secoli XVII-XIX) era dispotico, illiberale e anti-democratico come e più di altre società e civiltà extra-occidentali del presente o del passato.
Ma, allora, di che stiamo parlando?
Se Francesco Toscano e i suoi commentatori fossero vissuti nell’Italia (non americanizzata) del Ventennio fascista, sarebbero già da tempo al confino o sottoterra, come capitò anche a grandi intellettuali anti-fascisti esuli in Europa, accoppati da sicari in camicia nera.
Se Toscano e i suoi commentatori vivessero oggi in Russia e contestassero le politiche del Cremlino come contestano tutti i giorni quelle di Palazzo Chigi, Francoforte e Bruxelles, farebbero in breve tempo la fine di tanti dissidenti scomparsi nel nulla o clamorosamente assassinati.
Peggio ancora se contestassero il potere costituito (né democratico né liberale, nemmeno nelle forme…e talora la forma conserva con sé non poca sostanza…grazie al G.A.D.U….) in Cina, in Iran, in Arabia Saudita, in Corea del Nord o in qualche sperduto paese africano, magari di quelli recentemente infeudati agli interessi cinesi…
Perciò, caro amico Toscano e cari commentatori al seguito, passi lunghi e ben distesi…
Qui in Italia e in Occidente è persino possibile dare dei criminali e dei neonazisti al potenti del proprio paese o dell’area euro-atlantica:  quello che si rischia è al massimo una denuncia per calunnia o diffamazione (denuncia che poi risulta magari anche infondata e dunque priva di conseguenze). Provate ad apostrofare in termini simili Vladimir Putin o chi per lui, vivendo in quella Russia che, con troppa superficialità e faciloneria, viene celebrata come “potenziale nuovo faro di moralità globale”, cui guardare dall’Occidente dipinto come irrimediabilmente corrotto e perciò meritevole di “contrappassi storici”.
Cazzate.
Cazzate sparate anche con troppa facilità.
E rischiando appunto al massimo la denuncia di qualche politicante o tecnocrate risentito per appellativi ritenuti a torto o a ragione ingiuriosi.
Bisogna vedere se, al rischio della propria vita e incolumità, si saprebbe vivere in Iran, Arabia Saudita, Corea del Nord, Cina e appunto Russia, usando analoghe osservazioni sprezzanti e sferzanti verso i potenti locali.
Tenetevela stretta, l’imperfettissima Unione Europea del 2014 e tenetevi stretta anche la corrotta e mediocre Italietta odierna, gestita da vili cortigiani delle elites massoniche sovranazionali di ispirazione reazionaria.
Sarà sempre più agevole vivere in una simile UE e in una simile Italia, facendo comodamente i rivoluzionari di cartapesta da un computer o magari, in un crescendo di impegno civile e politico, associandosi con altri e manifestando liberamente nelle strade e nelle piazze o liberamente costituendosi in partito/movimento per l’alternativa democratica a involuzioni oligarchiche varie, che non contrapporsi a regimi come quello di Putin in Russia e di altri despoti altrove.
Quella è gente che i dissidenti li leva di mezzo, con le buone o con le cattive.
Qui in Italia il dissidente è tutelato da diritti costituzionali precisi, figli di una specifica cultura occidentale moderna e contemporanea.
Il più grande e intelligente contestatore dell’imperialismo americano- Noam Chomsky, idolo delle sinistre radicali di tutto il globo terracqueo- ha potuto tranquillamente pubblicare i suoi libri affilati e contundenti sia negli USA che in tutto il resto del mondo occidentale; ha potuto tranquillamente insegnare in uno dei più prestigiosi atenei statunitensi (il MIT); può tranquillamente continuare a contestare aspramente sia Obama che altri pezzi da novanta dell’establishment euro-atlantico.
Se fosse vissuto in Russia e avesse voluto scrivere di Putin e del suo entourage quello che ha scritto di Obama e di altri presidenti USA, già da tempo Chomsky sarebbe sottoterra, come nutrimento per i ceci…

Passiamo oltre.
Torniamo a concordare con Francesco Maria Toscano, quando scrive

 

“Mentre scrivo appare chiaro il responso del referendum: trattasi di plebiscito in favore del ritorno verso la casa Russia (clicca per leggere). Non tutti sanno che la Crimea, parte integrante della Russia fin dai tempi di Caterina la Grande, divenne territorio ucraino solo in seguito ad un “gesto di amicizia” decretato nel 1953 dal leader sovietico Nikita Khrushchev (clicca per leggere). Per cui, secondo il principio dell’autodeterminazione dei popoli caro a Wilson, non si capisce dove stia lo scandalo. A meno che lo scandalo non consista proprio nell’ interpellare il popolo, prassi bollata come sovversiva dai tecnocrati di Bruxelles fin dai tempi di Papandreou, ex premier greco che si era messo in testa di permettere al suo popolo di decidere liberamente il proprio futuro (clicca per leggere).

 

Ma quanta ingenuità, allorché il curatore de Il Moralista dice:

 

Putin invece non si sveglia ogni mattina con l’assillo di “suicidare” i russi portandoli alla pazzia e all’ esasperazione a colpi di rigore e austerità […]Se Putin, anziché mostrare muscoli e carri armati, si impegnasse nel far fare un salto in avanti al suo Paese dal punto di vista delle conquiste civili e della piena e riconosciuta libertà di espressione, completerebbe una perfetta vendetta della Storia […]L’Occidente, finito sotto il tallone neonazista di Merkel e Draghi, inizierebbe a guardare ad est con gli stessi occhi con i quali i praghesi del ’68 guardavano verso ovest. E a quel punto, anziché continuare a giocare di rimessa, la Russia avrebbe tutti i titoli per fomentare, mutatis mutandis, ”rivoluzioni per la democrazia” nel cuore dell’Europa.  Dalla Grecia al Portogallo e dall’ Italia all’ Irlanda, ne sono certo, in molti risponderebbero all’ appello pur di spezzare le catene di questa arcigna Unione Europea. Può però la patria di Anna Politkovskaja interpretare il ruolo di leader morale del mondo nuovo? La vedo dura, durissima. A meno che la Russia non riesca per davvero a morire a stessa per rinascere su basi rinnovate. “

 

Senza escludere che in futuro la Russia di Putin o di altri presidenti diventi un laboratorio di sublimi conquiste democratiche e liberali (dunque guardando ai modelli culturali e ideologici partoriti con fatica in Occidente, da Londra a Philadelphia e da Parigi a New York e a Washington, etc., non certo ispirandosi alla Weltanschauung degli zar, dei capi sovietici o dei patriarchi della Chiesa ortodossa russa…), la situazione attuale che vede impegnati i russi sullo scacchiere geopolitico di Crimea, Ucraina e dintorni non ha niente a che vedere con una rivendicazione di leadership mondiale alternativa a quella euro-atlantica.
La Russia sta semplicemente difendendo i suoi interessi di medio-grande potenza economica e militare.
E il diretto controllo della Crimea, così come una certa influenza sull’Ucraina. rientrano fra questi interessi.
Punto e basta. Non c’è altro e non c’è sicuramente nessuna vocazione putiniana a fomentare “rivoluzioni per la democrazia” nel cuore dell’Europa.
I problemi e i contrasti dell’oligarchia putiniana con le oligarchie euro-atlantiche sono soltanto di concorrenza nella spartizione del potere locale e globale, non certo di contrapposizione in nome di ideali contrapposti.
Anzi, potremmo dire che il sogno proibito degli oligarchi euro-atlantici è quello di poter un giorno implementare in Occidente regimi analoghi a quelli (autoritari e neo-aristocratici) vigenti già da ora in Cina e in Russia.

Insomma, concludendo provvisoriamente questa trattazione, consigliamo all’amico Francesco Toscano e ai suoi commentatori di riflettere più a lungo, prima di esporsi a grossolani fraintendimenti su tutta una serie di questioni delicate che riguardano il ruolo presente e futuro degli USA, dell’Europa, della Russia e di altri players (statuali e non) del Grande Gioco “Glocale” per il Potere in Età Contemporanea.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 15-18 marzo 2014 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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