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GOD chiosa “Ricciotti e altri eroi dimenticati del Risorgimento”, by Gianluigi Leone

 

 

 

 

Presentiamo alla lettura

“Ricciotti e altri eroi dimenticati del Risorgimento”, articolo del 18 agosto 2014 by Gianluigi Leone per APPELLO AL POPOLO (clicca per leggere).

Segnalatoci dal nostro Gran Maestro Gioele Magaldi, cui a sua volta era stato segnalato dall’amico Fiorenzo Fraioli, abbiamo inteso rilanciare questo bel pezzo di Gianluigi Leone a proposito del fratello massone e carbonaro Nicola Ricciotti (1797-1844), figura leggendaria e archetipica del patriottismo risorgimentale.
Già, il Risorgimento.
Nel contesto del suo articolo, Leone ricorda il fatto che lo stesso massone Giuseppe Garibaldi volle onorare la memoria del confratello Nicola, chiamando il suo quarto figlio Ricciotti Garibaldi (1847-1924) e menziona altri famosi eroi risorgimentali. Come ad esempio il libero muratore Luigi Angeloni (1758-1842), che nel 1837 accolse a Londra il confratello Giuseppe Mazzini, e come Luigi Marcocci, che nel 1849 sarà tra i protagonisti di quella Repubblica Romana animata ideologicamente ancora dal Maestro genovese.
Tutto bello, buono, giusto e perfetto.
Solo che, questa benemerita rievocazione massonico-carbonara di insigni patrioti risorgimentali, viene vergata da un rappresentante dell’ARS del Lazio - Gianluigi Leone -, su un sito (www.appelloalpopolo.it) collegato ufficialmente all’Associazione Riconquistare la Sovranità.
E l’ARS, com’è noto, dall’alto o dal basso della sua posizione integralisticamente “sovranitarista”, vede come il fumo degli occhi qualunque unione europea, federale o meno, fossero pure gli “Stati Uniti d’Europa” di natura rigorosamente e sostanzialmente democratica.
Così, pur sembrandoci benemerita la rievocazione proposta da Gianluigi Leone, ci tocca il compito di rammentare a costui e ai suoi amici dell’ARS che i personaggi da loro menzionati, e soprattutto coloro che più erano vicini a Garibaldi e a Mazzini, sognavano un risorgimento italiano come prodromico e perfettamente complementare ad analoghi risorgimenti tedeschi, ungheresi, russi, francesi, etc., nella prospettiva di far convergere questi processi di autodeterminazione dei singoli popoli europei in chiave costituzionale, parlamentare, laica, liberale e democratica, verso una qualche forma di pacifica integrazione continentale e sovranazionale.
In effetti, sin da George Washington e Gilbert du Motier de La Fayette, da Mazzini a Cattaneo e a Garibaldi, da Hugo a Kossuth a Mill e a Spinelli, l’internazionale massonica progressista dichiara esplicitamente di auspicare degli “Stati Uniti d’Europa”.
Giuseppe Mazzini fonda la “Giovine Europa” (1834) come complemento necessario della Giovine Italia (1831), e tra le camicie rosse garibaldine del 1860 vi sono legioni di patrioti europei e statunitensi che si battono per il Risorgimento italiano con la stessa energia e vocazione cosmopolita con cui, negli anni precedenti e successivi, si erano e si sarebbero battuti per i diritti di altri popoli afflitti da regimi dispotici e illiberali. Ma combattere in favore della patria e dell’unità italiana, per costoro, significa incastonare dei preziosi mattoni per edificare una più ampia e integrata Patria Europea…
Giusto per amore di verità storica, cari Gianluigi Leone, Fiorenzo Fraioli e amici tutti dell’ARS...

E a proposito del dibattito fra europeisti (democratico-progressisti e non certo filo-oligarchici, filo-tecnocratici e/o estimatori di questa UE matrigna e scellerata) e nazional-sovranitaristi, invitiamo tutti a leggere e a meditare i contenuti di

GOD rilancia “L’Europa, i tecnici e l’oligarchia”, by Giacomo Bracci e Francesco Ruggeri (clicca per leggere),

sia con riguardo al testo principale, sia con la giusta attenzione per una serie di commenti pepati e interessanti.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 15-30 agosto 2014 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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