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Difesa della Massoneria e della Spiritualità gnostica ed esoterica. Religiosità, Sacro, Laicità, Cattolicità e spinte neo confessionali e indebitamente cristianocentriche in termini essoterici

 

 

 

Alcune doverose premesse.
Noi di GOD contiamo, tra le nostra fila di massoni, diversi fratelli che, sul piano essoterico-religioso e non religioso-iniziatico, sono cristiani cattolici o riformati.
Noi di GOD abbiamo simpatia per e rispettiamo tutte le forme di religiosità essoterica, in particolar modo, lo confessiamo, abbiamo attenzione e simpatia per il Cattolicesimo, specie nella versione che ne hanno proposto, nel XX secolo, grandi personaggi come Papa Giovanni XXIII (Angelo Roncalli, 1881-1963, pontefice dal 1958 al 1963), Pedro Arrupe (1907-1991, Preposito Generale della Compagnia di Gesù dal 1965 al 1983), Carlo Maria Martini (1927-2012, Arcivescovo di Milano dal 1980 al 2002, Cardinale di Santa Romana Chiesa a partire dal 1983) e diversi altri, su cui ci soffermeremo in altre occasioni.

Al presente, non possiamo non stimare e non guardare con empatia, amicizia e persino affetto alla figura di Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio, nato il 1936, pontefice dal 2013, il primo Gesuita salito sul trono di Pietro), pur condividendo, a distanza di tre anni, alcune valutazioni prudenziali del nostro Gran Maestro Gioele Magaldi, il quale, intervistato poco dopo la successione di Bergoglio a Ratzinger (avvenuta appunto il 13 marzo 2013) nel libro di Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti, Vaticano massone, Piemme, Milano 2013 (e tutto il capitolo 15 di questo libro, per 25 pagine, è costituito da una intervista al fratello Magaldi), cosi ebbe a esprimersi, in riferimento a coloro che lamentavano alcune ombre sul passato di Francesco in relazione al regime dittatoriale argentino inaugurato da Videla, Massera, ecc. (1976-1983)

“Poco importa, se non in sede storiografica, discettare lungamente su ciò che il gesuita Jorge Mario Bergoglio è sin qui stato o non è stato, ha sin qui fatto o non ha fatto. Io mi riservo di valutarlo su ciò che farà o non farà nel presente e nel futuro. Se sarà stato un bluff, non mancherò di denunciarlo; se invece si rivelerà un rivoluzionario/riformatore in positivo delle teorie e delle prassi che attualmente indirizzano (male) la cattolicità, non mancherò di lodarlo e apprezzarlo” (Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti, Vaticano massone, Piemme, Milano 2013, p. 306)

Più volte, nel corso di questi anni di pontificato di Francesco, Noi di GOD e il nostro Gran Maestro Gioele Magaldi abbiamo esortato Papa Bergoglio a preparare e indire un Concilio Vaticano III, che possa proseguire, aggiornare e portare a compimento la traiettoria massonico-cattolica progressista (di riconciliazione della Chiesa di Roma con la Modernità) inaugurata con il Concilio Vaticano II (1962-1965), ma successivamente svuotata di senso e di effetti pratici sotto i pontificati di Giovanni Paolo II (1978-2005) e di Benedetto XVI (2005-2013).

Lo stesso fratello Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico e Sovrano Gran Commendatore e Patriarca del Rito Europeo Universale, pur non essendo stato battezzato alla nascita (1971), in quanto i genitori vollero lasciargli libertà di scelta da adulto, ha voluto farsi cattolico, sul piano essoterico, nell’anno 2000, anno del Grande Giubileo che si svolse a Roma e, però, anche ricorrenza quattrocentenaria della uccisione sul rogo di Giordano Bruno (1548-1600), bruciato vivo da Santa Romana Chiesa in quanto eretico pertinace…

E nella stessa intervista citata prima, Magaldi introduce e spiega cosi la sua duplice cifra spirituale, essoterico-religiosa ed esoterico-iniziatico-massonica:

“ ‘In ogni caso, rimane un dato di fatto indiscutibile. Dal Settecento ad oggi, non solo vi sono sempre stati rapporti di diplomazia segreta o riservata tra componenti di vertice della massoneria e della Chiesa cattolica, ma – nonostante le scomuniche e le demonizzazioni di parte ecclesiale- semplici fedeli, sacerdoti, prelati, vescovi e cardinali non hanno smesso di chiedere l’iniziazione ai misteri libero-muratori, vuoi per ragioni filosofiche di approfondimento esoterico, vuoi per ambizione di allargare il fronte delle proprie relazioni di potere. E ogni nuova condanna o reiterata affermazione di principio circa la presunta incompatibilità tra adesione al culto cattolico e iniziazione massonica, denuncia al tempo stesso l’esistenza di quello che intenderebbe negare: la presenza di liberi muratori sia nelle file del clero che in quelle dei fedeli laici.’ Magaldi propone un parallelo, provocatorio ma stimolante: ‘E’ un po’ come la sessualità, naturale bisogno affettivo ed emotivo della specie umana: ufficialmente negata dalle gerarchie curiali (a loro volta trasgressive rispetto alle stesse norme che vorrebbero imporre agli altri) a coloro che prendono i voti sacerdotali e monastici, in realtà è comunemente praticata da costoro, in tutte le sue forme, eterosessuali e omosessuali. In effetti, i massoni cattolici sanno bene che un conto è seguire le orme della Chiesa come corpo mistico di Cristo, un altro sottomettersi in modo bovino e asinino alle prescrizioni contingenti di vertici ecclesiastici non sempre all’altezza delle proprie prediche e indicazioni dottrinali e pastorali’. Magaldi rivendica il suo essere massone e cattolico convinto. ‘Il caso del sottoscritto è emblematico. Anch’io sono cattolico, sebbene critico ed eterodosso, debitamente battezzato, comunicato e cresimato in età adulta per vocazione spirituale autentica. Inoltre, mi sono anche sposato con matrimonio religioso e vanto una conoscenza di prim’ordine sia del Nuovo che del Vecchio Testamento, oltre che di tutta la letteratura patristica e scolastica, per non parlare della teologia moderna e contemporanea. Ma sono un massone. Alla luce del sole e fiero di esserlo. E, non per caso, al mio matrimonio cattolico nella chiesa gesuita di Sant’Ignazio a Roma, realizzando una situazione inedita in tutta la storia della cristianità a partire dal IV secolo d.c., sono stati letti brani di Vangeli gnostici e di filosofi pagani, a testimonianza di ciò che dovrebbe davvero essere una Ecclesia che si definisce cattolica: e cioè una comunità religiosa universale in grado di integrare le differenze spirituali di molteplici tradizioni e unire i fedeli su grandi principi alti e nobili, in luogo di separare su piccole e meschine convinzioni umane, troppo umane, mistificatoriamente presentate come dogmi indiscutibili’ […] Magaldi rivolge un invito: ‘Forse, la Chiesa cattolica dovrebbe  finalmente concentrarsi sugli aspetti sostanziali del messaggio cristiano (amore, altruismo, compassione, mitezza, filantropia, inclusione, carità, soccorso dei più deboli, eroicità dello slancio missionario, originale elaborazione teologica e intensa pratica mistica, ecc.) e riformare se stessa su tutta una serie di insopportabili orpelli contingenti e anacronistici (sessuofobia e omofobia, misoginia e discriminazione delle donne nell’accesso al sacerdozio, celibato ecclesiastico, ingerenza nell’attività legislativa delle istituzioni laiche, avversione militante al progresso scientifico e alle sue applicazioni terapeutiche, paranoia nella difesa della vita degli embrioni e contestuale cinismo e indifferenza verso molte vite adulte, ecc.), rigenerando cosi le aspettative (deluse) di milioni di persone che si stanno sempre più allontanando da un sistema religioso ormai inadeguato per l’uomo del terzo millennio, bramoso di spiritualità ed elevazione morale, ma insofferente di atteggiamenti insieme ipocriti, autoritari, illiberali, intolleranti e ingiustificabili al lume sia della fede che della ragione’” (Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti, Vaticano massone, Piemme, Milano 2013, pp. 290-292 e 303).

Tutto ciò premesso, e ricordando che attualmente, tra le confessioni cristiane, quelle più progressiste e all’avanguardia sono l’ANGLICANA e il suo ramo statunitense, l’EPISCOPALIANA (in queste comunità religiose cristiane vi sono donne sacerdote e vescove e anche sacerdoti transgender), veniamo al punto.

Ieri, siamo dovuti intervenire con il testo

Panama Papers. Il Risveglio della Forza massonica progressista colpisce ancora. Lascia sconcertati la demonizzazione a prescindere della Massoneria da parte di alcuni e la malcomprensione di chi sia davvero il Fratello Putin, da parte di altri (o degli stessi) (clicca per leggere),

poi rilanciato e chiosato dagli amici di DRP in

Cristianità essoterica o Modernità esoterica? Analisi del neotomismo politico, antimassonico, antiesoterico e confessionale, di Francesco Maria Toscano (clicca per leggere),

per porre argine a una davvero fastidiosa e intollerabile demonizzazione della Spiritualità gnostica, esoterica e massonica da parte di un Francesco Maria Toscano (curatore del Sito www.ilmoralista.it) che, negli ultimi mesi, pare essersi attestato su una involuzione massonofobica, oltre che cristianocentrica in termini discutibilmente essoterici e confessionali, quando non anche clericaleggianti.

Riportiamo quanto abbiamo dovuto osservare, a commento analitico di ciò che era stato di recente proposto in

“Cristianità e Modernita”, articolo di Francesco Maria Toscano pubblicato il 31 marzo 2016 sul sito Il Moralista (clicca per leggere):

 

“torneremo a breve anche sulla recente (dura da qualche mese: prima i suoi interventi sapevano distinguere e avevano toni ben diversi) opera di demonizzazione della Massoneria, dell’Esoterismo e delle correnti ‘gnostico-iniziatiche’ in quanto tali, da parte di un uomo intelligente e certo non sprovveduto come Francesco Maria Toscano (ideatore e curatore del sito www.ilmoralista.it).
Siamo sinceramente dispiaciuti di certe tonalità ideologiche di Toscano, che appaiono religiosamente ispirate da non meglio precisati pensamenti della Patristica e della Scolastica e che sembrano dimenticare quanto ha spiegato con molto acume (e qualche unilateralità) Luciano Pellicani in Le radici pagane dell’Europa, Rubbettino, Soveria Mannelli 2007, e cioè che:

“Per oltre mille anni, la fede nel Dio biblico è stata cosi determinante e onnipervasiva che Novalis poteva formulare la celebre endiadi "Christenheit oder Europa". Per contro, ormai da tempo, il processo di secolarizzazione, connaturato alla Modernità occidentale, impedisce di continuare a considerare l'Europa non solo come la Cristianità, ma anche semplicemente come una Cristianità. È accaduto che quella che Heine ha descritto come la guerra culturale fra Ebrei ed Elleni - la quale, a partire dal Rinascimento, ha lacerato le viscere intellettuali e morali della società europea - si è conclusa con la vittoria di Atene su Gerusalemme. Ne è scaturita una civiltà che può senz'altro essere definita neopagana. In effetti, essa ha rivalutato l'homo naturalis e il saeculum, demonizzati dall'etica cristiana, e, in nome della sovranità della Ragione, ha altresì progressivamente ridotto lo spazio e l'influenza del Sacro. È per questo che, a coloro che oggi insistentemente invocano la restaurazione del primato della Fede quale unica possibile base morale della nostra civiltà, va ricordato quanto Dietrich Boenhoeffer ha riconosciuto, e cioè che l'Europa è diventata adulta grazie alla rivoluzione culturale operata dall'Illuminismo che ha sostituito il principio di eteronomia sotto forma di clericalismo con il libero esercizio della critica.” (Presentazione dell’Opera)

Ovviamente, le cose non sono nemmeno esattamente cosi, a nostro parere.
Il fatto è che c’è Religiosità e Religiosità e anche Cristianesimo e Cristianesimo.
Quando Toscano firma e diffonde

“Cristianità e Modernita”, articolo di Francesco Maria Toscano pubblicato il 31 marzo 2016 sul sito Il Moralista (clicca per leggere),
e dice:

“Un bel libro scritto da un autore collettivo firmatosi “Epiphanius”, Massonerie e Sette Segrete-edizioni controcorrente- ripercorre in maniera rigorosa tappe ed evoluzione di un progetto antiumano e diabolico che, preparato per tempo, ha oggi raggiunto il suo acme. Epiphanius documenta lo stringente controllo che alcune società occulte esercitano sul globo intero attraverso l’uso spregiudicato di istituzioni sovranazionali a vocazione mondialista, tutte permeate da dottrine fondamentalmente pagane quando non direttamente sataniche.”

i capelli ci diventano dritti per lo stupore…
Il libro di “Epiphanius” è un libraccio pieno di errori ed orrori di narrazione storiografica (si fa per dire) che, senza nemmeno celarsi in quanto tale, proviene da ambienti del clericalismo cattolico più integralista e ottuso e si ascrive al classico filone della letteratura complottistica fideisticamente ispirata dei secoli XVIII-XIX. La scusante, per Toscano, forse, è che non ha ancora avuto modo di leggere, nei successivi volumi della serie di Massoni. Società a responsabilità illimitata, le puntuali confutazioni che Gioele Magaldi fa delle pagine sciatte, imprecise e mitopoietiche del libro “Massoneria e Sette segrete”.
Ricordavamo un Toscano ricco di senso critico e non abbiamo creduto ai nostri occhi nel sentirlo decantare la porcheria di Epiphanius come “un bel libro che…ripercorre in maniera rigorosa tappe ed evoluzione di un progetto antiumano e diabolico che, preparato per tempo, ha oggi raggiunto il suo acme”.

La società aperta, liberale e democratica, pluralista e tollerante nella quale Francesco Maria Toscano ed altri – nonostante il tardivo progetto di alcuni controiniziati di operare involuzioni antidemocratiche- possono permettersi di esprimere liberamente il proprio pensiero (talora anche giungendo a conclusioni molto discutibili) senza rischiare la prigionia, la tortura e il rogo, sarebbe il frutto di un “progetto antiumano e diabolico”?
Perché la prospettiva dichiarata dell’autore collettivo Epiphanius – se Toscano ha letto bene quel libro- è la stessa che, da Pio IX, conduce a Leone XIII…Laddove il primo riteneva appunto pagana e demoniaca ogni libertà dell’Uomo (politica, civile, religiosa, spirituale, di parola, pensiero, espressione, arte, ricerca scientifica) e il secondo credeva senza indugi al massone rinnegato e apostata (poi si scoprì, per finta) Leo Taxil, che aveva raccontato al Papa di aver assistito a tornate di Loggia dove il Diavolo appariva in forma di coccodrillo e suonava il pianoforte…
Toscano, in questo come in altri interventi degli ultimi mesi, mostra una singolare disposizione a stigmatizzare, quali dottrine perniciose per le anime e i corpi dei contemporanei, qualunque dottrina gnostica o esoterica, spesso per di più schiacciata su significanti presuntivamente satanici.
Poi, però, forse rendendosi conto di aver esagerato nell’esaltazione dell’opera di Epiphanius, scrive:

“Il limite dell’Autore consiste forse nel generalizzare troppo, inserendo alla meno peggio tutti i protagonisti della storia moderna nello stesso girone infernale. In ogni caso, senza voler dare per adesso un giudizio di merito, è innegabile il primato spirituale ai giorni nostri esercitato urbi et orbi da alcuni riservati sacerdoti che tramandano una “sapienzialità altra”, rimasta per secoli sotterranea sotto il peso del predominio del pensiero cattolico e cristiano guidato dal papato. Nello sposare una simile prospettiva, però, è concreto il rischio di calarsi involontariamente nei panni  anacronistici e malinconici di ultimi alfieri di un passato reso migliore soltanto dalle brutture del presente.”

Altro che “generalizzare troppo”: il libro di Epiphanius è fieramente anti-moderno, anti-democratico e anti-liberale, esattamente come quei filoni di “sapienzialità altra” di matrice neoaristocratica su cui Toscano nulla sapeva, prima di incontrare la lezione esplicatrice di GOD e del suo Gran Maestro Gioele Magaldi.
Ma, per circa due secoli e sino agli anni ’60 del Novecento, quella “sapienzialità altra”, di ispirazione esoterica e massonica, era stata decisamente declinata (in termini egemonici) in senso democratico, progressista e social-liberale, tanto da culminare, dopo la sconfitta dei regimi fascisti e di quello nazista (con cui sia la Chiesa cattolica che diverse confessioni riformate cristiane avevano fatto amichevoli e proficui concordati e accordi, tra anni ’20 e ’30) nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, di cui fu madrina Eleanor Roosevelt (Dichiarazione intrinsecamente massonica, non genericamente cristiana) e poi nell’ultimo poderoso slancio di progressismo e tentativo di diffondere giustizia sociale urbi et orbi, incardinato nella (sempre massonica) New Frontier kennediana, elaborata da Fratelli del calibro di Arthur Meier Schlesinger Jr.
Senza contare che anche il più grande economista democratico e progressista del XX secolo, John Maynard Keynes (colui che comprò all’asta e fece pubblicare, con grande clamore, i manoscritti esoterici del Fratello Isaac Newton) era un convinto massone, non un chiosatore di San Tommaso d’Aquino.
Cosi come massone era Franklin Delano Roosevelt, l’animatore del leggendario New Deal che dapprima mise in discussione e poi sconfisse il progetto fascistoide, filo-nazista ed oligarchico di tanti magnati statunitensi (alcuni molto e malamente “cristianeggianti”) che tentarono l’ultimo attacco anti-rooseveltiano e l’ultima difesa pro-Hitler con la costituzione dell’American First Committee.
Tale prospettiva laicamente democratico-progressista e animata da una “spiritualità/sapienzialità altra”, evidentemente, deve aver fatto breccia, fino a poco tempo fa, nel cuore e nei convincimenti più profondi di Francesco Maria Toscano…Altrimenti non si capirebbe come egli sia stato dapprima tra i più convinti fondatori del Movimento Roosevelt - vedi www.movimentoroosevelt.com - (tanto da chiedere e ottenere di divenirne il primo Segretario Generale) e poi, quando si è trattato di tentare (senza successo, almeno finora) di mettersi in proprio, lanciando un’altra entità politica, Toscano l’abbia voluta denominare “Movimento Federale Keynesiano”.
Roosevelt e Keynes, due fieri massoni…Non è venuto fuori, ad esempio, un “Movimento Maritain”…che evocasse icasticamente il filosofo cattolico Jacques Maritain (1882-1973), dal cui neotomismo (francamente anacronistico) Francesco Maria Toscano pare aver tratto più di una ispirazione ideologica in questi ultimi mesi di teorie e prassi francamente alquanto discutibili.
E davvero Toscano pensa che vi sia “un passato” (clericale, ierocratico, teocratico, liberticida, anti-democratico) che sarebbe reso “migliore” dalle “brutture del presente”.
La prospettiva proposta ci appare del tutto fallace.
Le “brutture” appartengono costitutivamente alla condizione umana, di ogni passato, di ogni presente e di ogni futuro.
La differenza è rappresentata dal fatto che, nel passato pre-moderno e privo delle Rivoluzioni massoniche, uomini come Toscano non avrebbero potuto contestare alcun potere costituito (puntellato da ierocrazie e teocrazie cristiane, religiosamente ispirate, in Occidente) senza essere imprigionato, torturato e ucciso.

Scrive poi Toscano:

“Non si può oggi pensare di rispolverare senza scadere nel ridicolo una idea di legittimazione del potere terreno sulla base dell’interpretazione autentica di un imperscrutabile volere divino, sempre tradotto guarda caso a beneficio dei profani  da alcuni interessati “ierofanti”. Il concetto di “sovranità popolare” non può essere archiviato alla voce “feticcio luciferino uscito dal ventre putrido delle logge” senza fare contestualmente ridere i polli. Il Cristo, uno che non parlava certamente a vanvera, insegnava che bisogna “dare a Dio quel che è Dio e a Cesare quel che è di Cesare” (Marco 12, 13-17), mirabile sintesi alla base della laicità delle nostre istituzioni. Il significato più autentico dell’insegnamento evangelico non è quindi in contraddizione permanente con l’esercizio della democrazia, come vorrebbero farci credere alcuni “passatisti” fuori dal tempo e dalla storia.”

No, non si possono rispolverare quelle porcherie che piacciono tanto agli autori collettivi del libraccio “Massoneria e Sette segrete”, improvvidamente definito da Toscano “un bel libro che racconta con rigore la genesi della modernità”.
Ma sostenere che la laicità delle istituzioni moderne sia fondata sull’insegnamento di Cristo: “dare a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare”, fa ridere i polli più della tesi secondo cui la sovranità popolare sarebbe “un feticcio luciferino uscito dal ventre putrido delle logge”.
Quell’insegnamento del Cristo va interpretato alla luce del contesto storico-culturale e teologico della koiné ellenistica e della società palestinese del tempo, dominata dalle legioni dell’Impero romano dei “Cesari”, dove Gesù e gli altri ebrei (Gesù era ebreo) rivoluzionari che lo seguirono cercarono di trovare un loro spazio politico e spirituale nel mezzo delle ambigue lotte di potere tra il Sinedrio di Gerusalemme, la Tetrarchia dei figli di Erode il Grande (Erode Filippo, Erode Archelao ed Erode Antipa) e le fazioni giudaiche più violente e insofferenti della dominazione romana e della paganizzazione diffusa che essa implicava, pluralizzando l’offerta religiosa in loco.
Per quasi due millenni, quel presunto (e inconsistente, in quanto tale) richiamo alla separazione tra ciò che è di Dio (Istituzioni religiose) e ciò che è di Cesare (società laica e secolarizzata) non produsse alcun effetto.
Occorsero le Rivoluzioni massoniche americana e francese per affermare non solo i Diritti dell’Uomo e del Cittadino e la laicità dello Stato, ma anche la piena tolleranza e il riconoscimento di diritti politici e civili, in Occidente, a persone professanti religioni diverse da quella cristiana o non professanti alcuna religione.

Prosegue Toscano, dicendo:

“Bisogna semmai capirsi sulla natura vera del Dio dei Vangeli, un Dio d’amore che conosce, valuta e giudica il cuore di ogni singolo uomo; e non un Dio-ordinatore, un Dio-regola, buono solo nel garantire in perpetuo l’incessante divenire della cose in relazione alla tenuta in equilibrio di un universo appositamente divinizzato che considera l’uomo una semplice parte del tutto. Questo è il punto vero di una disputazione che, altrimenti, rischia di farci scivolare all’interno di un dibattito dominato da una tesi falsa (“il potere viene da Dio”) e una antitesi altrettanto falsa (“il pensiero gnostico libera l’uomo da un dogmatismo religioso che lo tiene in catene”), preludio per il trionfo di una sintesi necessariamente pessima. Lo sforzo nobile di chi volesse inseguire equilibri più avanzati, utili per dare risposte nuove a problemi nuovi, dovrebbe tendere semmai alla armonizzazione di ciò che di buono la modernità offre- a partire dall’uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di classe e razza- insieme al recupero di una spiritualità conformata secondo principi di umiltà e carità così per come sviluppati dalla Patristica prima e dalla Scolastica poi. Non si tratta di “relativizzare” l’insegnamento della Chiesa cattolica, vissuta da molti alla stregua di semplice società filantropica  che, in condizione di parità con le altre confessioni religiose, contribuisce adesso alla costruzione e alla sedimentazione di una “moralità umana” che accumuna gli uomini di tutte le fedi e credenze. Niente affatto. Il destino della Chiesa di Roma non può e non deve essere quello di annullarsi nel mare “dell’indistinto filosofico”. Anche perché la sacralità della vita, la centralità e il rispetto per la persona umana fatta ad immagine e somiglianza di Dio, l’idea che la salvezza riguardi tutti e non solo una sparuta minoranza di farisei e presunti sapientoni, rappresentano conquiste della cristianità che meritano di essere ricordate e rivendicate con orgoglio”

E qui siamo giunti al nocciolo della questione.
Il “Dio dei Vangeli”, a partire da quando quei vangeli furono scelti, con una operazione di bieco potere imperiale romano, nel IV secolo d.c. (la storia va studiata sulle fonti e con i giusti e severi strumenti critici, non con le suggestioni mutuate dalla parrocchia, da libracci come quelli di Epiphanius o, nella migliore delle ipotesi, per il tramite di studiosi confessionalmente orientati), ha prodotto secoli e secoli di “pessima sintesi”.
Il “trionfo di una pessima sintesi” è quello specifico spirito cristiano che, dal IV secolo in avanti, ha impregnato in termini teocratici integralisti la società occidentale, inaugurando il suo pessimo potere temporale e la sua influenza sociale con l’omicidio atroce della filosofa pagana e sincretistica Ipazia di Alessandria (355-415 d.c.), che la “carità cristiana” patristica del Vescovo Cirillo volle fosse fatta a pezzi e poi bruciata.
Il “trionfo di una pessima sintesi” è quello spirito cristiano integralista che, per secoli, ha fatto in Occidente, contro i dissenzienti, le donne, i diversi e gli eretici, i liberi pensatori e i liberi ricercatori della filosofia e della scienza, cose non diverse da quelle che oggi la manodopera integralista islamica del Terrorismo globale e dell’Isis fa verso tutti coloro che reputa “infedeli”.
Questa “pessima sintesi” spirituale e temporale non è stata interrotta, motu proprio, da qualche auto-critica teorica e pratica da parte della Chiesa cattolica. Una Chiesa che Toscano pretende non debba stare “in condizioni di parità” con altre confessioni  e non debba “relativizzarsi”, reiterando cosi, ancora e sempre, l’assurda, blasfema ed empia pretesa assolutistica che Dio si “riveli” meglio e in modo più diretto a quattro ierofanti che stanno in Vaticano piuttosto che in altre lande e templi tra quelli che affollano il piccolo pianeta Terra: un pulviscolo frutto delle infinita creazione divina, di quel Dio di cui sarebbe meglio tacere che parlare, arrogandosi primogeniture spirituali ed interpretazioni autorizzate… Meglio tacere che parlare, di Dio, come suggeriva lo stesso cardinale di Santa Romana Chiesa Niccolò Cusano, sulla scorta della grande lezione della Teologia negativa dello Pseudo-Dionigi areopagita.
La pessima sintesi spirituale e temporale che faceva dell’Europa un continente di sudditi cenciosi dominati da gerarchie ecclesiastiche e laiche che rivendicavano la non relativizzazione della Chiesa cattolica o delle chiese riformate (come fa ora Toscano, in ritardo di qualche secolo sull’orologio della Storia) e che pretendevano di governare con pugno di ferro assolutistico in nome di questa mancata relativizzazione, è stata infranta dalla spiritualità gnostica ed esoterica di cui furono latrici avanguardie massoniche progressiste.
Una spiritualità gnostica ed esoterica che, tra i suoi più forti convincimenti, ha sempre avuto quello che non può esistere vera libertà spirituale senza libertà “materiale” dai condizionamenti “non relativi” delle Chiese: dunque senza libertà di coscienza, di religione, di pensiero, di spirito critico e dubitativo-razionale, di esercizio concreto di diritti civili e politici per tutti e per ciascuno, a prescindere dalla confessione religiosa, dal sesso, dalla razza, ecc.
E quando Toscano ha l’impudenza e l’imprudenza storica di scrivere:

“Anche perché la sacralità della vita, la centralità e il rispetto per la persona umana fatta ad immagine e somiglianza di Dio, l’idea che la salvezza riguardi tutti e non solo una sparuta minoranza di farisei e presunti sapientoni, rappresentano conquiste della cristianità che meritano di essere ricordate e rivendicate con orgoglio”,

dimostra purtroppo tutti le carenze e i limiti della sua impostazione filosofico-teoretica e storico-critica, perché da un punto di vista storico, non è stato il Cristianesimo, la Cristianità, né quella cattolica né quella protestante/riformata, a difendere concretamente la “sacralità della vita e il rispetto per la persona umana fatta a immagine e somiglianza di Dio”.
Il primo a diffondere una idea del genere, semmai, è stato quel Giovanni Pico della Mirandola (1461-1494) che, con la sua Oratio de hominis Dignitate (Discorso sulla Dignità dell’Uomo, del 1486), premessa alle sue 900 Conclusiones, cercò di diffondere una idea dell’Uomo appunto come essere dotato di una dignità inconculcabile e sacra.
Ma lo fece nel contesto di una proposta spirituale originalissima, eclettica e sincretistica, “gnosticheggiante ed ermetica”, in cui il “Cristo”, quale archetipo della forza divina che si fa umana, ma anche di quella umana che può farsi divina, permane certamente come fulcro ed epitome di mille altri apporti sapienziali, religiosi, filosofici ed iniziatici, ma non viene contrapposto alla migliore tradizione pagana, né a quella ebraica o a quella islamica o ad altre di filiazione occidentale ed orientale.
Giovanni Pico della Mirandola, cioè, relativizza e sincretizza gli apporti spirituali di ogni tradizione (il contrario di ciò che propone Toscano, con il suo slancio anti-gnostico, anti-pagano, anti-massonico, neo-assolutizzante, neotomistico e maritainiano fuori tempo massimo,) riconoscendo, al pari di uno di quei Padri della Chiesa Cattolica che evidentemente “Il Moralista” non ha studiato bene ( San Giustino martire, morto nella seconda metà del I sec. d.c. , al quale viene attribuita, significativamente, la frase “Santo Socrate, prega per noi…”) e in sintonia con una delle poche frasi sensate del pessimo Paolo di Tarso, che “lo Spirito soffia dove vuole”: tra pagani e gnostici come tra cristiani, ebrei, islamici, indù, buddhisti, ecc.. Cioè lo Spirito non soffia e ispira correttamente solo dove pretendono quattro falsari empi e blasfemi che si proclamino “non relativi” nella loro Sapienza su Dio e i soli autorizzati interpreti di un “Dio d’Amore”…I quali falsari empi, blasfemi e ipocriti, in nome di quell’Amore per le anime, in circa due millenni hanno mortificato, vessato, torturato e bruciato corpi a non finire…Altro che sacralità e rispetto per la persona umana….
La vicenda di Giovanni Pico, che voleva convincere della sua possibile riforma religiosa sincretistica, tollerante, relativizzante ed ecumenica (e comunque cristiano/cattolica: Pico voleva essere cristiano, cattolico, ma in un senso diverso da quello propugnato da Toscano e da secoli di intransigenza non relativizzante della Chiesa apostolica romana) il Papato e la maggior parte dei Cardinali e dei Teologi cattolici dell’epoca, fini con il Pontefice romano Innocenzo VIII (papa dal 1484 al 1492) che lo condannò per eresia e dispose un mandato di arresto.
Se Pico della Mirandola non ci lasciò le penne, in quell’occasione, fu grazie all’autorevole intervento del suo influente amico neo-pagano e neo-gnostico, ermetizzante (uno dei Padri del Rinascimento ), Lorenzo de’ Medici….

Insomma, da un punto di vista storico, lungo i secoli,

“la sacralità della vita, la centralità e il rispetto per la persona umana fatta ad immagine e somiglianza di Dio”

non è stata difesa dalla Chiesa Cattolica né tantomeno da altre Chiese o organizzazioni cristiane.
Chiesa Cattolica e Chiese e organizzazioni cristiane che, per secoli, quella sacralità e quel rispetto hanno violato, stuprato, vilipeso e avvilito, tra atti di inumana e davvero diabolica, satanica (ora ci vogliono, questi termini che da mesi ossessionano e inflazionano gli scritti pubblici di Francesco Toscano) crudeltà.
Lo stop alla follia integralista e clericale della Cristianità tutta (anche di quella riformata e puritana che, persino nel Nuovo Mondo americano, nel corso del XVII secolo, dette vita a furibonde e sanguinarie cacce alle streghe ancora più virulente di quelle contemporanee scatenate in Europa, con analogo fervore e perfetto spirito emulativo, da cattolici e protestanti) venne piuttosto, sia in Europa che in America, da avanguardie massoniche progressiste e liberali.
Tra questi massoni, naturalmente, c’erano anche cristiani (da un punto di vista essoterico) che però si richiamavano a personaggi come Erasmo da Rotterdam (cattolico “adulto” e sapiente che non volle mai aderire alla Riforma protestante e che perciò fu odiato sia dai riformati che dai cattolici contro-riformati), anche lui, sulla falsariga di San Giustino martire, in grado di proclamare “Santo Socrate, prega per noi”, a evidenziare l’inesistenza di una vera contrapposizione tra spiritualità/sapienzialità pagana e cristiana, gnostica e cristiana, cristiana e non cristiana.
Ben lo sapevano, tutto ciò, grandi cattolici (e dunque cristiani) dei nostri tempi che sono stati anche dei grandi iniziati, personaggi sulla cui traiettoria umana, pure, Toscano avrebbe dovuto avere già modo di riflettere.
Facciamo solo due esempi titanici.
E ci riferiamo al Fratello massone, nonché Cardinale di Santa Romana Chiesa, Carlo Maria Martini (1927-2012), su cui rinviamo anche a

Adesso che le celebrazioni retoriche e le condoglianze altisonanti hanno lasciato spazio al silenzio e alla metabolizzazione del lutto, Grande Oriente Democratico saluta con affetto il Fratello Carlo Maria Martini, passato all’Oriente Eterno (clicca per leggere)
Mentre, sulla altrettanto straordinaria cifra massonico-iniziatico-esoterica (accanto a quella più essoterica, da Buon Pastore dei semplici e delle pecorelle confuse che nella fede cercano conforto alla loro fragilità e insipienza) del Fratello Angelo Roncalli/Papa Giovanni XXIII, rinviamo alla lettura del capitolo 4 (pp.145-190)  del libro MASSONI. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges, Chiarelettere Editore, un libro molto apprezzato da Francesco Toscano, che su di esso e per esso ha scritto recensioni su recensioni e ha partecipato a diverse presentazioni in tutta Italia.
A differenza di quel che crede o fa finta di credere Francesco Maria Toscano, non può esserci nemmeno vera contrapposizione tra una spiritualità gnostico-esoterica ed una devozionale-essoterica. Se si è cattolici “adulti”, quando ci si relazioni ai “bambini in Cristo”, ai “bambini dello Spirito”, si utilizza per forza di cose un linguaggio teologico essoterico (esterno, esteriore, superficiale) e mitopoietico; ma quando si vuole parlare seriamente, si fa riferimento alla conoscenza e al “vero timor di Dio” (che implica confessare di non sapere, sul Divino, più di quanto si sappia), non alla fede asinina.
D’altra parte, se deve essere la fede a guidare le umane cose e la coscienza dei viventi, e non lo spirito critico, il dubbio metodico e l’attitudine conoscitiva (la GNOSI, appunto), ecco che proprio quegli oligarchi che Toscano chiama con qualche anacronismo (e avendo sviluppato male alcuni spunti di GOD) “nazisti tecnocratici” avrebbero buon diritto a chiedere di essere creduti “per fede”, nella loro proposta di una Teologia economica dogmatica denominata “Neoliberismo”…e in una serie di costruzioni politiche palesemente anti-democratiche nella sostanza.
La sacralità della vita e il rispetto della persona umana, fatta o meno a somiglianza di Dio, è stata teorizzata e poi praticata, in Occidente, a partire dalle Rivoluzioni massoniche settecentesche e in virtù della redazione della Costituzione USA (1787) e poi della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino (1789) e della Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina (1791), in un tragitto ideologico e politico (laico e spiritualmente orientato in senso esoterico e non essoterico) successivo, che ha condotto infine a quella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 di cui fu madrina la Massona Eleanor Roosevelt, una figura sulla quale Toscano ha speso fiumi di incenso celebrativo in molti suoi interventi di qualche mese fa, prima della sua inopinata svolta confessionale, neotomistica, anti-esoterica e anti-gnostica.

E Toscano è storicamente inesatto anche quando scrive:

“l’idea che la salvezza riguardi tutti e non solo una sparuta minoranza di farisei e presunti sapientoni, rappresentano conquiste della cristianità che meritano di essere ricordate e rivendicate con orgoglio”

Al contrario, nell’ambito della Cristianità sussistono proprio delle idee che assegnano la salvezza ai pochi, “graziati” o “predestinati”, e non a tutti.
Nell’ambito della teologia calvinista (e in altri contesti riformati), la dottrina della Predestinazione condanna alla dannazione eterna alcuni uomini e altri eleva alla salvezza, altrettanto eterna, senza che nessuna “buona opera” possa modificare uno stato di cose deciso, nella sua imperscrutabile onnipotenza (e crudeltà) da “Dio Padre”, cosi come se lo raffigurano alcuni seguaci di Calvino e compari.
Ma anche la dottrina contro-riformistica e tridentina (cattolica) della GRAZIA, secondo cui “non ci si salva né mercé la fede, né in virtù delle opere buone”, ma solo in ragione di un intervento della GRAZIA divina (un intervento gratuito e imperscrutabile di Dio) getta non poche ombre sulla Teologia cattolica dell’Età moderna.

Il fatto è che Toscano deve essersi confuso.
Deve aver scambiato una delle possibili interpretazioni del pensiero gnostico di Valentino (II sec. d.c.) e di altri autori sulla tripartizione degli esseri umani in ilici, psichici e pneumatici- interpretazione fatta propria, in senso controiniziatico elitario e anti-umanistico, SOLTANTO da parte di alcuni massoni reazionari di cui si parla nell’ultimo capitolo del libro MASSONI- con il pensiero gnostico e gnosticheggiante tout-court.
E’ invece proprio quel pensiero gnostico, ermetico ed esoterico, che nel XV e nel XVI secolo trova una sua aurorale sistematizzazione moderna, prima dei trionfanti sviluppi massonici del XVII e XVIII secolo, ad aver proposto anche alla teologia e alla spiritualità essoterico-religiosa una visione della “salvezza” che riguardi tutti gli uomini e non solo una sparita minoranza di farisei e presunti sapientoni (come quelli che si arrogano il diritto-dovere di parlare a nome di Dio in modo assoluto e non relativo).
Basta leggersi questo piccolo ma fondamentale passaggio del Discorso sulla Dignità dell’Uomo (1486)del cristiano-cattolico gnostico, esoterico, ermetico e kabbalista Giovanni Pico della Mirandola, per rendersene conto:


«Non ti abbiamo dato, o Adamo, una dimora certa, né un sembiante proprio, né una prerogativa peculiare affinché avessi e possedessi come desideri e come senti la dimora, il sembiante, le prerogative che tu da te stesso avrai scelto.
Agli altri esseri una natura definita è contenuta entro le leggi da noi dettate.
Tu, non costretto da alcuna limitazione, forgerai la tua natura secondo il tuo arbitrio, alla cui potestà ti consegnai.
Ti ho posto in mezzo al mondo, perché di qui potessi più facilmente guardare attorno tutto ciò che vi è nel mondo.
Non ti abbiamo fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché come libero, straordinario plasmatore e scultore di te stesso, tu ti possa foggiare da te stesso nella forma che preferirai.
Potrai degenerare nei esseri inferiori, che sono i bruti; potrai rigenerarti, secondo la tua decisione, negli esseri superiori, che sono divini».
O somma liberalità di Dio, somma e mirabile felicità dell'essere umano.
Al quale è concesso avere ciò che desidera, essere ciò che vuole.

Ma allora, cosa farsene e cosa dire di questa conclusione dello scritto
“Cristianità e Modernita”, articolo di Francesco Maria Toscano pubblicato il 31 marzo 2016 sul sito Il Moralista (clicca per leggere):

“In un mondo come quello contemporaneo- dominato da una spiritualità gnostica e pagana- l’uomo è  ridotto a strumento inconsapevole, merce, oggetto di consumo o mero strumento di produzione. In un mondo capace di volgere invece lo sguardo verso un Dio d’amore, un Dio padre- consapevole e misericordioso- alcuni drammi contemporanei non troverebbero di certo diritto di cittadinanza. Nessuna legge positiva può reggere alla lunga se avvertita come intimamente inaccettabile dalla maggioranza delle gente. Per questo la nostra battaglia deve essere in primo luogo spirituale. Conciliare alcune conquiste di civiltà, frutto di una modernità nata in palese rottura con l’ancien regime dominato dal binomio trono-altare, con il recupero e la riscoperta del primato di una visione della vita e dell’uomo genuinamente ispirata dall’insegnamento cristiano è possibile e auspicabile. D’altronde San Tommaso Moro, nell’invocare Dio, non chiedeva forse di ottenere il “discernimento per capire quali cose vadano conservate e quali invece mutate; ma, soprattutto, di saper distinguere le une dalle altre?”  

E’ presto detto.
Il mondo contemporaneo, esimio Francesco Maria Toscano, non è dominato da una specifica spiritualità gnostico-pagana come se questa fosse una spiritualità di tipo particolare e confessionale, al pari di quella sedicente “cattolica” (katholikos significa “universale”, ma quando una dottrina particolare- in quanto partecipata da tante persone ma non condivisa da miliardi di altre, sulla Terra- pretende di rappresentare la Verità assoluta, evidentemente si sfiora il senso del ridicolo a pensarsi come “universali”).
Il mondo contemporaneo è dominato da una specifica spiritualità gnostico-esoterica (più che pagana), come Noi di GOD e Gioele Magaldi ti hanno insegnato, che è soprattutto un METODO, una VIA, non un patrimonio di dottrine più o meno dogmatiche, come nel caso del Cristianesimo essoterico, cattolico o riformato.
Come avrebbe dovuto insegnarti la lezione marxiana di analisi di alcuni fatti economici del passato (una lezione utile, almeno quanto è stato disutile e pernicioso per l’Umanità il Marxismo politico, cioè il Comunismo), l’’uomo è stato

“strumento inconsapevole, merce, oggetto di consumo o mero strumento di produzione”

specie nelle epoche in cui viveva come un servo della gleba, come uno schiavo o un suddito cencioso, e pure, intorno a lui, si innalzavano meravigliose chiese, edifici, templi e abbazie per onorare in modo semi-totalizzante quel Dio Padre e quei “valori cristiani” di cui vai cianciando invano.
Peraltro, con questo riferimento anacronistico al Dio Padre – consapevole e misericordioso-, un Dio che è anche Figlio, ma non è mai “Madre” e men che meno “Figlia”, caro Toscano, ti iscrivi d’ufficio a quella tradizione  paternalista, maschilista e misogina che accomuna il Cristianesimo essoterico ad analoghi essoterismi tradizionalistici ebraici, islamici, ecc.
La battaglia che i contemporanei sono chiamati a fare – contemporanei che non sono solo cattolici o cristiani: o vorresti discriminare chi non sia tale, nello svolgere questa battaglia e poi nel cogliere i frutti di una eventuale vittoria?- è una lotta per affermare, a livello globale, non solo la democrazia sostanziale e una giustizia sociale capillarmente diffusa, ma anche i diritti universali di tutti e di ciascuno, fosse anche pagano, ateo o agnostico.
Perciò, appare quanto mai anacronistico e divisivo (rispetto a quegli esseri umani che cristiani non sono e non vogliono essere) auspicare di affermare, nei tempi futuri, il

“primato di una visione della vita e dell’uomo genuinamente ispirata dall’insegnamento cristiano”


Come ha detto con grande efficacia, di recente, il Fratello GIANRANCO CARPEORO, la fede religiosa, la devozione essoterica, è una “emozione”…
Una “emozione” che va sempre rispettata e messa in condizione di essere liberamente esperita, coltivata e raccontata (infatti la libertà religiosa è una di quelle quattro libertà fondamentali che il Massone Franklin Delano Roosevelt, con altri Fratelli progressisti, ha difeso strenuamente anche a beneficio di tuo nonno e tuo padre, prima che di te e dei tuoi figli, caro Francesco), ma che non può mai pretendere di essere imposta/proposta con la forza e/o di assurgere a un primato nell’indirizzare una società aperta, laica, pluralistica e non confessionalmente ispirata.

Cosi, caro Francesco Maria Toscano, quando tu concludi il tuo infelice scritto:
“Cristianità e Modernita”, articolo di Francesco Maria Toscano pubblicato il 31 marzo 2016 sul sito Il Moralista (clicca per leggere),
con queste parole:

D’altronde San Tommaso Moro, nell’invocare Dio, non chiedeva forse di ottenere il “discernimento per capire quali cose vadano conservate e quali invece mutate; ma, soprattutto, di saper distinguere le une dalle altre?”  

, ti consigliamo di conservare con cura i preziosi insegnamenti che hai ricevuto in questi anni dal nostro Gran Maestro Gioele Magaldi e dalla narrazione di GOD, per poter interpretare con strumenti più raffinati, accorti e smaliziati le dinamiche di potere della Contemporaneità.
E ti esortiamo altresì a buttare nella tazza del water tutte queste anacronistiche e confessionali suggestioni neotomistiche (e anti-massoniche, anti-gnostiche, anti-esoteriche a prescindere) di cui sono impregnati i tuoi scritti da qualche mese a questa parte.
Ci conforta, in questo senso, sapendoti persona di rara intelligenza e di non comune sensibilità (saresti stato e potresti essere tuttora un ‘cavallo di razza’ della politica calabrese e italiana, se solo fossi meno presuntuoso e pieno di complessi “edipici”  e di risentimenti verso chi ti ha “beneficato” con cure, affetto  e attenzioni, queste si, quasi “paterne”), quanto hai scritto di recente sul tuo Diario facebook:

“Oggi, in occasione di un evento triste, mi ha avvicinato un amico, una persona che stimo, dicendosi dispiaciuto del fatto che dalla lettura delle mie analisi verrebbe fuori uno spaccato inquietante della massoneria, ingiustamente dipinta come un oscuro centro di interessi che lavora per il male dell'umanità. Ho tanti amici che hanno scelto liberamente di entrare nel mondo delle logge, e alcuni di loro sono fra le persone migliori che conosco. E' chiaro che nel denunciare i drammi della contemporaneità- che verranno meglio precisati nel libro "Il Nazismo Tecnocratico" di prossima uscita- faccio riferimento ad un livello di potere sovranazionale- esoterico ed occulto- che sorvola di molto le vicende e le prospettive di alcune logge di provincia interne al Goi o ad altre obbedienze massoniche calibrate sul territorio nazionale. Detta in termini ancora più chiari. Non credo che la massoneria ufficiale, quella visibile per intenderci, condizioni gli attuali processi storici, gestiti perlopiù da una élite apolide e senza scrupoli che risponde semmai agli input inviati da uomini glaciali e intoccabili come Draghi. Non certo come Bisi o chi per lui...” (Post sul Diario facebook di Francesco Maria Toscano delle ore 18 circa del 6 aprile 2016)

Ecco, caro Francesco, riparti di qui, da queste parole (non del tutto precise, comunque) che sentiamo finalmente autentiche e non strumentali a ricostituire, su scala infima e velleitaria, l’ennesimo partitino/movimento politico più o meno confessionalmente ispirato.
Se poi vuoi ricominciare con la narrazione delle “valigie del macchietta”, fai pure.
Stavolta, però, rispetto alla volgarità infingarda di quelle pagine insincere e ignobili, non ascolteremo alcun invito di Gioele Magaldi ad usare con te clemenza e misericordia tipicamente cristiane.

 

Per oggi ci fermiamo qui, nella doverosa “difesa” della Massoneria e della Spiritualità gnostica ed esoterica che, per fortuna, domina la Contemporaneità.

A seguire, pubblicheremo degli specifici contributi sul tema della “Religiosità e del Sacro”, partendo da un breve saggio di Gioele Magaldi del 2005, inserito nel numero 3 dei “Quaderni di Via Crescenzio” (Quaderni di studi filosofici, religiosi, sapienziali, esoterici e massonici, nella cui confezione e stesura erano coinvolti bei nomi della Libera Muratoria romana, che spesso si riunivano nello studio professionale del Fratello Pierluigi Winkler) e intitolato “La spiritualità occidentale contemporanea”.

 

LE SORELLE E I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO  (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo dell’8 aprile 2016 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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