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A proposito di Patria Europea, di multiculturalismo… e di Rodion, top commentatore de Il Moralista

 

 

 

 

Condividiamo pienamente quanto scritto in

“Rodion, il Moralista e la Patria Europea”, articolo del 26 marzo 2014 per IL MORALISTA (clicca per leggere).

Anzi, riteniamo che i problemi evocati in questo sapiente e lungimirante pezzo (frutto della crescita e della maturazione ideologica e politologica di Toscano in questi ultimi anni e mesi) sono e saranno le questioni fondamentali con cui dovranno confrontarsi seriamente i cittadini dell’ecumene globalizzata del XXI secolo.
Anche quei cittadini che, a margine del bell’articolo di Toscano, hanno prodotto presunte confutazioni inconsistenti sia sul piano storico che socio-antropologico e politologico.
Impossibile citare in questa sede tutte queste contestazioni/confutazioni (anche in virtù della loro irrilevanza per un dibattito serio, da adulti…), ma ci riserviamo di farlo successivamente, con spirito di equità dialettica anche verso chi balbetti confusamente concetti maldigeriti e ancor peggio assimilati.
Ci piace però soffermarci brevemente su una delle tante scempiaggini involute espresse da codesto “Rodion”, “top commentatore” del Blog www.ilmoralista.it inopinatamente convinto che il Manifesto di Ventotene a cura di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi fosse un inno all’ordoliberismo, altrimenti detto anche liberalismo ordinamentale.
Ma tale Rodion l’ha mai letto Il Manifesto di Ventotene?
E se l’ha letto, l’ha anche capito? Specie sul versante delle posizioni di politica economica?
Ne dubitiamo fortemente, ma su ciò ci soffermeremo un’altra volta.
Qui – fra le tante affermazioni sconclusionate che da qualche tempo ci tocca sopportare da parte di codesto “Rodion”, purtroppo dotato di un linguaggio non sempre chiaro e intelligibile, appesantito da una dialettica che vorrebbe (e potrebbe) essere colta e forbita, ma che invece si dimostra soprattutto confusionaria e stucchevole - risalta la seguente:

 

“Gli USA sono il fallimento del “multiculturalismo” più evidente che striscia nel pianeta: sono riusciti a far peggio dei russi. Non è un caso che QUALSIASI antropologo necessita un settimana di cure psichiatriche ogni volta che sente “multiculturale” o “multirazziale”.

 

Caro Rodion, la tua è un’affermazione che bisogna credere per fede, oppure si può utilizzare la ragione critica e conseguentemente dirti che hai scritto un’emerita cazzata sia sul piano storico che concettuale?
Sai almeno che significa “multiculturalismo”?
Se lo sai e lo intendi, come fai a scrivere che “Gli USA sono il fallimento del ‘multiculturalismo’ più evidente che striscia nel pianeta: sono riusciti a far peggio dei russi”?
Quando il resto del Mondo, da Occidente ad Oriente brancolava nel mono-culturalismo autoritario, confessionale, illiberale e anti-democratico, alla fine del Settecento nasceva la prima repubblica democratica del pianeta: gli USA, appunto.
Una democrazia sette-ottocentesca imperfetta, incompleta e contraddittoria se rapportata agli standards ideali odierni, ma assolutamente originale e unica nel panorama mondiale, per i suoi fondamenti costituzionali statuiti sin dal 1787.
Una democrazia liberale, laica e multi-culturale (nei limiti in cui una entità statuale poteva esserlo nel XVIII e poi nel XIX secolo), che risolse da subito il problema della neutralità dello Stato rispetto alle varie confessioni religiose, problema cardine a aurorale di ogni multiculturalismo.
Come lo risolse?
Con il I emendamento alla Costituzione, approvato e ratificato insieme ad altri 9 (i primi 10 emendamenti furono ratificati tra 1789 e 1791).
Infatti, il I emendamento recita:

 

“Congress shall make no law respecting an establishment of religion, or prohibiting the free exercise thereof; or abridging the freedom of speech, or of the press; or the right of the people peaceably to assemble, and to petition the Government for a redress of grievances”

“Il Congresso non emanerà leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione o altre che ne proibiscano la libera professione, oppure che limitino la libertà di parola o di stampa; o ancora che limitino il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea e di rivolgere petizioni al governo per la riparazione di torti.”

 

Affermazioni aventi vigore di legge costituzionale di una straordinaria modernità, impensabili all’epoca per qualunque altro Stato del Globo terracqueo e tuttora avanguardistici e avanzatissimi, se si pensa all’Italietta dei Patti Lateranensi del 1929, riconosciuti costituzionalmente nel 1948 e solo parzialmente modificati nel 1984.
Passando oltre, gli USA risolsero il problema della schiavitù e della segregazione razziale attraverso una sanguinosa Guerra civile (1861-1865) e nel 1870 il primo afroamericano – il massone Hiram Rhodes Revels (1827-1901)- poté essere eletto senatore al Congresso degli Stati Uniti.
Negli USA, specie tra XIX e XX secolo, sono confluiti emigranti di tutte le nazionalità della Terra, ciascuno trovando l’opportunità di essere riconosciuto anzitutto come citizen di una grande patria multi-etnica, multi-razziale, multi-religiosa e multi-culturale, entro la precisa cornice costituzionale e ideologica di una società laica, liberale e democratica.
Certo, non sono mancate le contraddizioni, specie per quel che attiene alle vicende razziali e specie con riferimento agli Stati meridionali dell’Unione.
Non sono mancati e non mancano i ghetti, le ghettizzazioni e le auto-ghettizzazioni.
Eppure, dagli anni delle rivendicazioni civili di Martin Luther King ed altri all’elezione di Barack Obama, qualcosa di straordinario è stato compiuto, qualcosa che solo negli USA è stato possibile – proprio in virtù del suo multiculturalismo- e che non è ancora appartenuto a nessun’altra democrazia occidentale (quale nero è stato mai eletto presidente della Francia, della Germania, del Regno Unito, dell’Italia, etc.?).
Negli USA sono confluiti – sin dal XVII secolo e senza soluzione di continuità fino ad oggi- tutti i dissidenti politici e religiosi delle altre aree del globo.
Negli USA fioriscono indisturbati persino filoni di pensiero (accademico e non) filo-marxiano e/o anti-capitalista, i quali contestano aspramente il cosiddetto e presunto imperialismo statunitense di ieri e di oggi.
Negli USA, accanto alle legislazioni arretrate di singoli Stati a maggioranza conservatrice su vari problemi di natura sociale e civile, sono stati approvati di recente misure di legge ultra-progressiste a tutela di svariate minoranze.
E proprio Obama – al netto di tutte le riserve sui limiti della sua azione presidenziale dal 2009 ad ora- ha avuto lo scorso gennaio 2014 la lucidità di ricordare cosa significhi, in concreto, la teoria e la prassi del multiculturalismo.
In proposito, si leggano con attenzione i contenuti di

“Gli Usa e la giornata della libertà religiosa”, articolo del 17 gennaio 2014 by Stefano De Cupis per LA VOCE DI NEW YORK (clicca per leggere).

Ha detto il Fratello Obama il 17 gennaio scorso, in perfetto stile massonico progressista (almeno su queste materie):

 

“Oggi, l'America abbraccia persone di tutte le fedi e di nessuna fede. Siamo cristiani ed ebrei, musulmani e indù, buddisti e sikh, atei e agnostici. La nostra diversità religiosa arricchisce il nostro tessuto culturale e ci ricorda che ciò che ci lega come uno non sono i dogmi della nostra fede, il colore della nostra pelle o le origini dei nostri nomi. Ciò che ci rende americani è la nostra adesione a ideali condivisi - libertà, uguaglianza, giustizia , e il nostro diritto come popolo ad impostare il nostro corso” […] L'America si erge fiera con le persone di ogni nazione che cercano di pensare, credere e praticare la loro fede come vogliono. Negli anni a venire, la mia amministrazione resterà impegnata a promuovere la libertà religiosa, sia a casa che in tutto il mondo. Pertanto, esortiamo tutti i paesi a riconoscere la libertà religiosa sia come un diritto universale che come chiave per un futuro stabile, prospero e pacifico”. Infine ha concluso il suo speech dicendo: “Poiché osserviamo oggi questa giornata, celebriamo l'eredità americana della libertà religiosa, abbracciamo la diversità nelle nostre comunità e promuoviamo ancora di più questa libertà”.

 

Aggiunge saggiamente l’estensore dell’articolo, Stefano De Cupis:

 

“Non poteva mancare infine una dichiarazione anche da parte della Rappresentante Permanente degli Stati Uniti all’ONU, l’Ambasciatrice Samantha Power, la quale ha esordito illustrando l’importanza di questo principio fondante ed essenziale nello spirito americano e nella sua Costituzione, accennando anche alle altre libertà proprio sancite dal Primo Emendamento (libertà di culto, di opinione, etc.). L’Ambasciatrice Power ha anche voluto rimarcare alcuni dati scaturiti dal rapporto presentato ieri alla Missione USA presso l’ONU dal Pew Research Center, il quale ha dimostrato un aumento considerevole negli ultimi anni delle ostilità di matrice religiosa. Oltre 5 miliardi di persone – o il 76% della popolazione mondiale – vive in luoghi con livelli alti o molto alti di restrizioni sulla libertà di religione, a partire dal 68% nel 2007. In Birmania, ai musulmani Rohingya sono negati i diritti di cittadinanza, costretti a lavori pericolosi, e gli viene detto loro quello che possono e non possono studiare oltre ad essere sottoposti ad un limite di due bambini per nucleo famigliare. In Siria invece, alcuni civili cristiani, tra cui suore e sacerdoti vengono sempre più spesso rapiti, minacciati e costretti a convertirsi. In Nord Corea, dove possedere una Bibbia è contro la legge, le persone vengono imprigionate, torturate e uccise per le loro attività e affiliazioni religiose.  Questo tanto per fare alcuni esempi su ciò che ancora persiste in tutto il mondo. Proteggere la libertà di religione è un elemento fondamentale della politica estera non solo americana, ma di tutti i governi ed organizzazioni che promuovono la salvaguardia di tale diritto, della protezione delle minoranze religiose e del rispetto sociale per la diversità di culto. La libertà di religione è fondamentale per la dignità umana - una libertà inalienabile essenziale per ciò che siamo come esseri umani”

 

Poi arriva tale individuo che sceglie lo pseudonimo russo altamente significativo di “Rodion Romanovič Raskol'nikov” (e sulla scelta del nome di questo personaggio di Delitto e castigo di Dostoevskij dovremo tornare con dovizia di osservazioni), il quale ci racconta la balla clamorosa e impudente secondo cui sul piano multiculturale gli USA “hanno persino fatto peggio dei russi”.
In che senso?
Quale società occidentale ha fatto meglio degli USA in ambito multiculturale?
Quale società medio o estremo orientale?
Forse la Cina, l’Iran, la Siria, la Turchia, l’Arabia Saudita, il Sudan, l’Egitto, la Corea del Nord, la Birmania o quale altra landa dell’ecumene planetaria?
Quanto alla Russia, ci inchiniamo commossi dinanzi al multiculturalismo della defunta Unione Sovietica, con il suo modello sociale notoriamente libertario e pluralista… e addirittura rimaniamo stupefatti per le nobili conquiste del regime putiniano, che è riuscito a rinverdire -in termini moderni e aggiornati- l’antica alleanza fra “trono e altare” che fu già dell’Impero zarista, declinando in modo originalissimo la libertà di espressione, il pluralismo di orientamento sessuale e politico-culturale, la tutela della libertà di cronaca, critica ed espressione…

P.S. Naturalmente, non abbiamo alcun preconcetto e/o antipatia verso il commentatore del Blog “Il Moralista” che si cela dietro lo pseudonimo di “Rodion”. E anzi, in astratto, al netto di certe sue elucubrazioni involute, gli riconosciamo anche una cultura ampia (ancorché male organizzata concettualmente ed espressivamente) e la capacità di suscitare problematiche molto interessanti. Solo, lo preghiamo di non fare mai più affermazioni inconsistenti proprio sul piano strettamente filologico, storiografico e socio-antropologico, come quella relativa al presunto fallimento del multiculturalismo statunitense, il quale non sarà perfetto, ma è di gran lunga il più avanzato e apprezzabile disponibile al momento sul pianeta Terra…

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 25-28 marzo 2014 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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