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IL VUOTO A PERDERE

del Fratello "New Deal"

 

 

 

Non posso che condividere l’analisi del Fr. Magaldi sulla intervista del ravvennate alla Annunziata. Vorrei però aggiungere alcune riflessioni circa, non solo l’inutilità di simili “comparsate”, ma anche i danni che provocano nell’opinione pubblica.
E’ notorio che la Massoneria nel mondo è in piena crisi: dappertutto vi è una crisi di iscritti e le classi sociali più avanzate non si accostano più a tale istituzione, salvo nei Paesi emergenti o del sottosviluppo ove è da poco che la Massoneria è stata ricostituita o ha “aperto i battenti” per la prima volta.
La crisi, a mio modo di vedere, attiene alla assenza della Massoneria dal dibattito sui grandi valori entrati in crisi nell’attuale società mondiale e dal non costruirne nuovi sia pure nell’alveo della sua tradizione.
Quindi appare molto calzante l’intervento del Magaldi sulla questione attuale delle intercettazioni.
Il Signore di Ravenna è così disorientato che, su un problema come la libertà di stampa e di rete, preferisce trincerarsi dietro il principio che la Massoneria non si occupa di politica e di religione, confondendo la politica partitica con la “politica” dei grandi valori etici cui lui, peraltro, fa sempre, molto genericamente, riferimento: la libertà di tutti.
Parla in continuazione degli eroi del risorgimento, dei grandi sindaci di Roma e così via, senza considerare che quelli erano uomini e massoni che seppero prendere posizione sui grandi valori del tempo e farne una loro battaglia che diede lustro alla istituzione massonica tanto da costituire un faro della laicità per tutti. Ma se l’istituzione non è luogo di ispirazione e riflessione sui grandi temi etici, non può che essere considerata dal mondo come mera lobby affaristica il più delle volte anche molto scadente. Non possiamo certo, così facendo, dire che sono gli altri che nutrono pregiudizi nei nostri confronti perché questi sono  la naturale conseguenza delle interviste di quel tipo. Ma via, se non si dà alcuna risposta su niente, chi si trova dinnanzi alla televisione, come può non nutrire il sospetto che la P2 non fosse figlia del GOI? Hai voglia a cantare il solito “refrain” che “ la massoneria sta alla P2 come le BR stavano al PCI”. Frase ad effetto e suggestiva che, però, non considera che la P2 è nata nel GOI ( vi sono pacchi di documenti, basta vedere la Commissione Anselmi) mentre, le BR non erano certo struttura interna del PCI.
Non dare risposte precise, in questo è veramente un Gran Maestro, non porta acqua al mulino dei valori, non crea considerazione di una istituzione in piena crisi, non la colloca come punto di riferimento sui grandi temi etici attuali, non gli fa acquisire nemmeno alcun “potere”,  serve, forse, solo al mantenimento di piccole convenienze di chi non molla la sedia ove è ormai assiso da quasi dodici anni pur essendo “sub iudice”.
Come dicevamo nel titolo di queste brevi riflessioni: un vuoto a perdere, che non ci farà mai vincere il pregiudizio.

IL FRATELLO “NEW DEAL”

 

 

 

 

 

 

 

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