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Commento preliminare alla Riforma della Giustizia proposta dal piduista e “pitreista” Fratello Silvio Berlusconi e finora molto male argomentata dal piduista e “pitreista” Fratello Fabrizio Cicchitto: cioè una Riforma plausibile (non del tutto) resa illegittima dalle intenzioni eversive di vecchi e nuovi aderenti a P2 e P3

 

 

 

 

Il Fratello Gioele Magaldi ha più volte spiegato, in diverse interviste, editoriali, articoli e servizi, come la cosiddetta “P3”, in quanto tale, non sia mai esistita quale Loggia massonica del Grande Oriente d’Italia. A differenza della Loggia Propaganda 2, cui furono iniziati molti personaggi tuttora vivacemente protagonisti della scena politica, mediatica ed economica nazionale.
Gioele Magaldi ha altresì parlato, se non abbiamo capito male, dell’esistenza di una diretta connessione tra coloro che sono stati (e sono tuttora) indagati per violazione della Legge Anselmi sulle “associazioni segrete” (Inchiesta cosiddetta “P3”) e una struttura massonica direttamente creata e gestita dal Fratello Silvio Berlusconi, la cosiddetta “Loggia del Drago”, punto di snodo di parecchi affaires italiani e internazionali gestiti all’ombra delle residenze berlusconiane.
Bene. Ieri, in presenza delle anticipazioni filtrate in merito al Disegno di Legge che verrà presentato in Consiglio dei Ministri, avente ad oggetto alcune riforme costituzionali sulla Giustizia, Antonio Di Pietro ha usato parole forse eccessive se riferite ad almeno alcuni tra gli elementi contenuti in questo (ancora presunto) Disegno di Legge.
Il leader dell’Italia dei Valori, infatti, ha commentato questa iniziativa legislativa come frutto di una strategia piduista, volta a sovvertire l’ordinamento giudiziario repubblicano in favore di determinate lobbies di potere gravitanti attorno al Grande Fratello di Arcore.
Attendiamo di conoscere meglio il testo di questo DDL, per farne un commento preciso e adeguato, ma avremmo anche potuto giudicare esagerata l’alzata di scudi dell’EX PM di Milano.
Tuttavia, ci è parso particolarmente grave e riprovevole che, proprio il Piduista Fratello Fabrizio Cicchitto, invece di insistere sugli aspetti più tecnici (laicamente discutibili, apprezzabili o meno da politici e cittadini) dell’imminente Progetto di legge, si sia lasciato sfuggire delle dichiarazioni odiose ed eversive, di inusitata gravità.
Cosa ha lasciato chiaramente intendere lo pseudo-massone Cicchitto?
Con impareggiabile impudenza, ha parlato del DDL in oggetto come di una sorta di “ritorsione”, di “risposta energica” alla presunta politicizzazione di alcuni Pubblici Ministeri (quelli che indagano sul suo Gran Capo Berluska?) e all’uso improprio della giustizia penale.
Si tratta di affermazioni gravissime, che abbassano la funzione governativa e legislativa al ruolo di ancelle degli interessi personali della “Loggia del Drago” e del suo Maestro Venerabile Silvio Berlusconi, che intenderebbe così-questo si evince dalle parole di Cicchitto- contrattaccare rispetto alla Magistratura inquirente che ha osato indagare lui e i suoi Camerati (come ad esempio i Fratelli Cesare Previti e Marcello Dell’Utri, insieme a numerosi altri soggetti) e punirla, abusando del potere legislativo pubblico del Parlamento per biechi interessi privati di vendetta e ritorsione.
In effetti, è solo in un Regime allo sbando come quello berlusconiano che possono verificarsi smarronate come quelle compiute da un sempre più inadeguato, confuso e livoroso Fabrizio Cicchitto, il cui antico mentore, il socialista Riccardo Lombardi, di certo si sta rivoltando nella tomba ad osservare le gesta da quacquaracquà del suo modestissimo ed opportunista allievo.
Se non ci fosse stato questo verminoso intervento di Cicchitto, probabilmente le critiche di Di Pietro sarebbero parse esagerate. Alla luce delle dichiarazioni del Piduista Capogruppo PDL alla Camera, invece, esse assumono tutt’altro rilievo e consistenza.
Ciò premesso, Noi di Grande Oriente Democratico (così come, crediamo, le cittadine e i cittadini del Movimento politico d’opinione Democrazia Radical Popolare) riteniamo che qualunque proposta di Riforma della Giustizia vada considerata senza pregiudizi e attenendosi al dettato oggettivo del testo, senza troppi processi alle intenzioni.
Perciò, da un lato aspettiamo di conoscere l’esatta articolazione delle “riforme” previste, per commentarle a ragion veduta, dall’altro rimandiamo i simpatizzanti di G.O.D. e D.R.P. all’analisi delle certamente più incisive ed equanimi suggestioni riformatrici sull’Ordinamento giuridico penale (ma anche civile) italiano contenute in 10 Serie di Proposte per il Governo dell’Italia dal 2011 in poi,  da Democrazia Radical Popolare al Nuovo Centro-Sinistra (da costruire sulle ceneri del Vecchio), testo tuttora in corso di elaborazione collegiale, secondo ciò che esige la gestione di Movimenti democratici e pluralisti come appunto Democrazia Radical Popolare.
D’altra parte, non possiamo esimerci dal giudicare molto negativamente alcune norme che sarebbero contenute in questo nuovo DDL, secondo le quali ai PM verrebbe sottratta la dipendenza diretta della polizia giudiziaria e, cosa ancora più grave, verrebbe tolta la facoltà di impugnare una sentenza di primo grado che prosciogliesse delle persone da loro indagate. Tra l’altro, proprio quest’ultima norma confligge con il tanto sbandierato (da Berlusconi, Cicchitto & Soci) e in linea di principio accettabile principio di “mettere alla pari” avvocati difensori e pubblici ministeri inquirenti, dinanzi alla terzietà dei magistrati giudicanti.
Poiché gli avvocati difensori possono legittimamente (e ci mancherebbe pure) impugnare le sentenze di primo (o secondo) grado in tutela dei propri assistiti, non si capisce come, in uno scenario futuribile di “pari dignità processuale” con i PM, questi ultimi non dovrebbero potere (egualmente) impugnare determinate sentenze, in favore del bene delle parti lese e della collettività, cui si ritenga sia stata sottratta giustizia, prosciogliendo qualcuno che, in un secondo grado di giudizio, si presume possa essere invece condannato per i suoi reati, valutando meglio vecchi e nuovi elementi probatori.
La tutela degli indagati deve correre parallela alla salvaguardia di chi subisce i danni, spesso rovinosi, diretti o indiretti, di determinati delitti: sia che si tratti di singoli individui, sia che si tratti di lesione di interessi collettivi.
Nessun dogma, invece, deve proibire di discutere della eventuale separazione delle carriere di magistrati inquirenti e giudicanti, della creazione di differenziati CSM o di più perentorie norme sulla responsabilità civile di magistrati che, con dolo, negligenza o abuso d’ufficio, nuocciano indebitamente alle persone da loro indagate.
Ma, d’altronde, stupisce come contestualmente non si parli della evidente necessità di nuovi investimenti nel settore giudiziario: alcuni recenti studi dimostrano che, attraverso una capillare informatizzazione delle Procure e dei Tribunali (civili e penali), la Giustizia italiana migliorerebbe circa del 30% la velocità e l’efficienza dei suoi servizi.
Facciamo inoltre presente che questo screditato governo Berlusconi e questa screditata maggioranza PDL-Lega non hanno l’autorità morale e nemmeno la credibilità politica per riformare un Ordinamento giudiziario quotidianamente dipinto come il nemico da distruggere o sabotare. Magari per vendetta rispetto alle indagini di cui sono stati e sono tuttora oggetto Berlusconi e i suoi Fratelli “piduisti e pitreisti”.

Infine, stupisce come, in perfetto parallelo al tentativo del Grande Fratello Berlusconi di mal-riformare la Giustizia repubblicana (per Riforme giudiziarie autentiche e auspicabili, vedi piuttosto le imminenti 10 Serie di Proposte per il Governo dell’Italia dal 2011 in poi,  da Democrazia Radical Popolare al Nuovo Centro-Sinistra (da costruire sulle ceneri del Vecchio), si stagli il vergognoso tentativo del Gran Maestro (abusivo) Gustavo Raffi di riformare la Giustizia della più grande e importante Comunione massonica italiana: il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani.
Rispetto a ciò, per conoscere il testo di questa ignobile proposta di riforma raffiana, tutta tesa a procacciare armi sempre più oppressive per reprimere qualsiasi espressione di dissenso alla Tirannide che si è impadronita del G.O.I, leggi Proposte di Riforma Giustizia per la Gran Loggia 2011, unitamente a Il BAVAGLIO INIZIATICO del Fratello Libero Pensatore, allo scritto "Dei delitti e delle pene" e al “VADEMECUM DEL LIBERO MURATORE CONTRO LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA MASSONICA” contenuto ne IL CAVALIERE NERO N°9 del 1 marzo 2011.

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO.

 

 

 

 

 

 

 

 

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