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Smascherata definitivamente la clamorosa e scandalosa censura e manipolazione dell’ intervista sulla Massoneria di Gioele Magaldi a La Gabbia (su La7), messa in opera da Paolo Ruffini, Gianluigi Paragone, Sergio Bertolini e Giuseppe Ciulla

 

 

 

 

Ci riallacciamo a quanto già accennato in

GOD presenta con sdegno e per dovere di cronaca il video dell'intervista ignobilmente censurata e manipolata di Gioele Magaldi per La Gabbia su La7 e annuncia una campagna di informazione e denuncia a proposito dei censori manipolatori Paolo Ruffini e Ufficio legale de La7, Gianluigi Paragone, Sergio Bertolini, Giuseppe Ciulla (clicca per leggere)

Grande Oriente Democratico rilancia "Paragone o Pappagone?", articolo by Francesco Maria Toscano, in attesa di commentarlo adeguatamente (clicca per leggere)

Gianluigi Paragone & Company, la Gabbia e il gravissimo scempio manipolatorio e censorio dell'intervista di Gioele Magaldi (clicca per leggere),

per ricostruire con esattezza – a beneficio dell’opinione pubblica – quello che è effettivamente accaduto in occasione dell’intervista di Gioele Magaldi concessa a la trasmissione “La Gabbia” condotta da Gianluigi Paragone.
Quella che alle 23:05 di mercoledì 15 gennaio gli spettatori hanno potuto vedere, e cioè

La Gabbia: Massoneria e politica (15/01/2014), Video YOU TUBE by la7attualità (clicca per vedere),

è stato un montaggio dell’intervista mandato in onda proditoriamente e senza il consenso dell’intervistato, Gioele Magaldi.
Peggio ancora: mandando in onda – senza autorizzazione - un simile montaggio censorio e manipolatorio, si è recato un gravissimo danno d’’immagine al nostro Gran Maestro e alla corretta riproduzione del suo pensiero in ordine a una serie di importanti questioni di interesse pubblico.
Ma andiamo per gradi.
Magaldi viene contattato a fine novembre/primi di dicembre 2013 da un giornalista di cui si fida, per aver potuto constatare sempre comportamenti corretti e leali da parte sua.
Il giornalista in questione si chiama Filippo Barone, e lavora adesso come inviato per la trasmissione “La Gabbia” di Gianluigi Paragone, in onda il mercoledì sera su La7.
Filippo Barone (professionista serissimo e colto, con all’attivo diverse pubblicazioni molto interessanti come saggista e un solido tirocinio televisivo, passato anche per ANNOZERO di Michele Santoro), in nome e per conto di Gianluigi Paragone, propone a Gioele Magaldi di realizzare un’intervista, da mandare in onda di li a breve, nel corso di dicembre 2013.
Magaldi accetta, con la condizione precisa, però, che nulla venga mandato in onda senza il suo preventivo consenso, senza che egli abbia potuto esaminare l’effettivo montaggio tratto dall’intervista precedentemente registrata, e senza che tale montaggio sintetico renda effettivamente conto della natura del suo pensiero, così come espresso in risposta alle domande del suo intervistatore.
Magaldi, in effetti, era già rimasto scottato altre volte a proposito di interviste mal tagliate e mal cucite.
Un esempio clamoroso fra tanti è quello raccontato, a proposito di un’intervista concessa alla trasmissione REPORT su RAI3, in

GOD: REPORT, Milena Gabanelli e Michele Buono possono fare molto di più e di meglio (clicca per leggere).

Gianluigi Paragone, Sergio Bertolini e Giuseppe Ciulla (questi ultimi due rispettivamente capo progetto e autore responsabile per gli inviati de “La Gabbia”) accettano le condizioni poste da Magaldi e glielo comunicano tramite Filippo Barone.
A questo punto si procede a realizzare l’intervista, in data lunedì 9 dicembre 2013, a Roma: alla fine, si tratta di circa due ore e ½ di registrato.
Nei giorni successivi, viene comunicato a Magaldi che si intende inserire la sua intervista nella trasmissione del 15 gennaio 2014, subito dopo la pausa festiva di Natale e dintorni.
Pochi giorni prima della messa in onda della puntata del 15 gennaio 2014, Filippo Barone trascrive a beneficio di Magaldi il parlato effettivo di una prima ipotesi di montaggio che ci si immagina di mandare on-air, descrivendo anche il contesto di immagini, suoni, voci fuori campo e interventi (di contorno) di altri soggetti intervistati.
Appena il nostro Gran Maestro riceve da Filippo Barone la trascrizione della sintesi montata della sua intervista, subito obietta che si tratta di una operazione maldestra, riduttiva e fuorviante del suo pensiero, così come era stato espresso in un arioso scambio di domande e risposte.
Vengono approntati altri montaggi sintetici, ma nessuno sembra soddisfare né Magaldi da una parte, né Paragone & Company dall’altra.
Finalmente, lo stesso mercoledì 15 gennaio 2014, tentando di recepire e combinare insieme sia le istanze di Magaldi che quelle di Paragone e dei suoi autori, Filippo Barone passa tutto il pomeriggio a montare una definitiva versione dell’intervista e del servizio che la contiene.
La invia a Paragone e agli autori per l’ok definitivo ma, a questo punto, accadono una serie di “fatti misteriosi”…
Nel frattempo, d’altronde, preoccupato che anche questa potesse diventare un’occasione persa di spiegare la natura della Massoneria – nel bene e nel male, con le sue tante luci e le sue non poche ombre- ad un grosso pubblico, il nostro leader scriveva la mail (indirizzata a Barone, a Paragone e agli autori de “La Gabbia”) leggibile in

Lettera Aperta di Gioele Magaldi a Gianluigi Paragone, agli autori de la trasmissione "La Gabbia" in onda su La7 (Sergio Bertolini capo progetto, Giuseppe Ciulla autore), al giornalista Filippo Barone e agli operatori mediatici italiani in genere, a proposito dell' "oggetto misterioso Massoneria" (a cura della Redazione di GOD) (clicca per leggere).

A partire dal tardo pomeriggio di mercoledì 15 gennaio 2014, Magaldi non riesce più ad avere notizie da o a mettersi in contatto con Filippo Barone, per avere un feed-back (questi erano i patti) sulla definitiva versione del montato e per dare il suo finale assenso alla messa in onda.
Il giornalista Barone si giustificherà dicendo che, fino all’ultimo, era stato impegnato nel tentativo di “far passare” la sua versione più lunga e adeguata del montato, rispetto a quella riduttiva e omissiva (e inguardabile, censoria e manipolatoria, aggiungiamo Noi) che poi sarebbe andata in onda. Tale impegno, unito ad altre problematiche contingenti, sostiene Barone, gli ha impedito di avvisare Magaldi di quello che stava accadendo.
E Noi crediamo alla versione di Barone: l’unica persona in buona fede, in tutta questa faccenda; l’unico serio professionista che voleva onorare la sua cifra di giornalista attraverso la confezione di un servizio veritiero, accurato e di sicuro impatto esplicativo sull’oggetto misterioso “Massoneria”.
Già, ma nel frattempo cosa stava accadendo?
Filippo Barone, per correttezza e lealtà verso i suoi capi, ha pregato il nostro leader Magaldi di non chiedergli troppi lumi sulla questione… già egli si sente mortificato per non aver potuto onorare gli impegni presi per conto terzi, ma non vorrebbe dover rischiare anche di dover perdere il posto di lavoro…
Così, abbiamo indagato per conto nostro, prescindendo da Filippo Barone, e le risultanti sono state a dir poco preoccupanti per lo stato dell’arte della libertà di cronaca e di espressione, sulle televisioni italiane.
A parte le indagini attivate da Noi all’interno de La7 o negli stessi ambienti della trasmissione “La Gabbia”, ci sono venute in soccorso anche preziose testimonianze dirette e “oculari”, come quelle di un dirigente de La7, che ci ha addirittura contattato di sua iniziativa, indignato per quanto aveva potuto apprendere su questa scabrosa vicenda.
Di tale fortunoso “contatto” abbiamo dato conto in un recente aggiornamento selettivo delle comunicazioni ricevute, e cioè in

Comunicazioni dei lettori/visitatori (GOD). Selezione e aggiornamento del 19 gennaio 2014 (clicca per leggere).

Questa è la comunicazione ricevuta, riprodotta avendo riguardo al diritto alla privacy per alcuni dati sensibili, e integrata da una nostra risposta alla persona che ci aveva cercato:

 

Il 19 gennaio 2014, il dott. XXXX ci scrive:
OGGETTO: Intervista di gran maestro magaldi a la gabbia//questione gianluigi paragone paolo ruffini
Buondì. Lavoro a la7 con il ruolo di xxxxxxx e ho avuto l’occasione di venire a conoscenza diretta di quanto è accaduto a riguardo dell’intervista del gran maestro Magaldi. Qualcosa di cui mi vergogno come professionista che lavora da vent’anni nel mondo della comunicazione.
Se fosse possibile un contatto diretto con lui o con qualcuno da lui delegato, vorrei poter raccontare quello che so e che sono in grado di provare.
Le cose, comunque, stanno in modo non molto difforme da come le avete fin qui raccontate sul vostro sito. Per i particolari, preferirei parlarne di persona.
Complimenti per la vostra battaglia massonica progressista (ci tengo a dichiarare che io non sono massone ma mi sento vicino ai vostri ideali così come spiegati da Magaldi e dalle pubblicazioni del vs sito)
Xxxx
contatti: xxxx  xxxx xxxx
Gentile dott. xxxx, grazie mille della sua comunicazione. Saremo lieti di metterla in contatto con il nostro Gran Maestro Magaldi o con persona di sua assoluta fiducia, così da mettere a confronto la sua testimonianza con quelle di altre fonti interne a La7 o comunque ben informate sulla questione in oggetto, che già ce ne hanno parlato.
La ringraziamo anche per le sue attestazioni di stima e ci fa piacere che lei ritenga veritiere e azzeccate le osservazioni sin qui pubblicate dalla redazione di GOD sulla vergognosa manipolazione dell’intervista rilasciata a suo tempo dal Fratello Magaldi a La Gabbia.
( NDR. Le pubblicazioni cui ci riferiamo sono GOD presenta con sdegno e per dovere di cronaca il video dell'intervista ignobilmente censurata e manipolata di Gioele Magaldi per La Gabbia su La7 e annuncia una campagna di informazione e denuncia a proposito dei censori manipolatori Paolo Ruffini e Ufficio legale de La7, Gianluigi Paragone, Sergio Bertolini, Giuseppe Ciulla, clicca per leggere, e Grande Oriente Democratico rilancia "Paragone o Pappagone?", articolo by Francesco Maria Toscano, in attesa di commentarlo adeguatamente, clicca per leggere, e Gianluigi Paragone & Company, la Gabbia e il gravissimo scempio manipolatorio e censorio dell'intervista di Gioele Magaldi, clicca per leggere)

 

Cosa è accaduto, insomma, il tardo pomeriggio e la sera di mercoledì 15 gennaio 2014, in merito alle parti dell’intervista di Gioele Magaldi da mandare in onda o meno?
E’ accaduto che qualcuno è intervenuto telefonando direttamente al direttore de La7, Paolo Ruffini, e gli ha intimato di espungere/estirpare dall’intervista di Magaldi alcuni passaggi particolarmente scomodi e finemente esplicativi di tutta una serie di questioni, le quali travalicano assolutamente il solito “gioco delle figurine” innocuo, secondo cui si dice che quello è massone e quell’altro pure, quell’altro è paramassone, Tizio è aspirante massone, Caio si è messo in sonno, Sempronio si è risvegliato, e via discorrendo…
In quei passaggi dell’intervista scientemente espunti/estirpati, veniva spiegato con cognizione di causa e citazione di nomi, cognomi e sigle, quale sia l’effettivo back-office del potere pubblico e privato che sta operando in un certo modo nell’Europa contemporanea; si analizzavano le filiere euro-atlantiche decennali di questo potere; si illustrava la natura e la finalità delle associazioni mondialiste paramassoniche e delle cosiddette “UR-LODGES”; si illustrava la dialettica secolare tra massoni progressisti e confratelli elitari e neo-aristocratici; si offriva una chiave di lettura perfettamente razionale e intelligibile dei moventi primi e ultimi della crisi dell’eurozona (moventi politici e non economici, come comunemente si crede); ci si soffermava sul ruolo del massone reazionario e neo-aristocratico Mario Draghi; si rivelava l’affiliazione massonica di tutta una serie di altri personaggi dell’establishment politico ed economico-finanziario internazionale che contano infinitamente di più delle tre massime cariche istituzionali dello staterello italiano; si dava un’idea chiara del perché la de-industrializzazione di svariate nazioni del Vecchio Continente, l’aumento della disoccupazione europea e la devastazione dei ceti medi e medio-bassi fossero funzionali a un certo progetto massonico reazionario di involuzione oligarchica e privatistica della governance, etc.
Soprattutto, si offriva una spiegazione sintetica a 360° della Massoneria, sottraendone l’esibizione al grosso pubblico quale “oggetto misterioso e imperscrutabile” e mettendo in luce, oltre alle ombre inquietanti e involutive degli ultimi decenni, anche la sua funzione progressista di primaria creatrice delle società aperte, libere, laiche e democratiche della contemporaneità.
Si spiegava, inoltre, che i circuiti della Massoneria progressista sono gli unici su cui poter fare serio affidamento per dare alle sacrosante ma scomposte rivendicazioni politiche e sociali di questi anni (in Italia, in Europa e altrove) una prospettiva incisiva e sostanziale nella difesa e nel rilancio dei diritti del Popolo Sovrano.
Evidentemente, però, qualcuno, intervenendo su Paolo Ruffini affinché intervenisse a sua volta su Gianluigi Paragone e autori vari, ha deciso di impedire una informazione corretta su tutta questa serie di temi.
A Ruffini e agli altri deve essere stato spiegato che i cittadini (trattati come sudditi pecoroni e minus habentes) non devono iniziare a capire cosa sia stata e cosa sia tuttora la Libera Muratoria e quali siano le dialettiche interne che la agitano (e l’hanno sempre agitata) da un capo all’altro del pianeta.
Ai sudditi pecoroni va piuttosto presentato un signore, presentato vagamente come “massone democratico”, il quale, con il sottofondo inquietante della colonna sonora del film di Stanley Kubrick, Eyes wide shut,e di un panorama notturno e lunare vagamente cospiratorio e cialtronesco, ciancica frasi e concetti tagliati e cuciti male dal montatore-macellaio. Frasi e concetti impossibili da mettere bene a fuoco, privati delle argomentazioni e dei riferimenti circostanziati in cui erano inseriti. Poi la scena si sposta in macchina e si ripete il consueto format televisivo della televisione italiana che va in onda ormai da più di 30 anni.
Invece dei seri e articolati ragionamenti frutto delle risposte a diverse intelligenti domande di Filippo Barone, viene montato il botta e risposta da mentecatti – in stile gioco delle figurine- sul grado di massonicità di tale o tal altro personaggio delle istituzioni italiane.
Perché mai, questo gioco di mistificazione, censura e manipolazione?
Perché - secondo uno stile che abbiamo compreso essere connaturato alla trasmissione “La Gabbia” - da un lato si vuole poter dire: “ecco, noi diamo spazio a voci e a testimonianze solitamente rimosse dal circuito mainstream”, dall’altro quelle voci e testimonianze vanno presentate come confuse, depotenziate, anestetizzate, naif, problematiche nel loro non essere organiche e compiutamente esplicative”.
A “La Gabbia” si applica magistralmente quella regola del potere mediatico manipolatorio che insegna come, se non puoi più oscurare un personaggio o dei contenuti o delle notizie, ingegnati nel mettere tu in evidenza quel personaggio, quei contenuti e quelle notizie, ma fai in modo che, sottilmente, il loro significato ne esca snaturato o compromesso al ribasso.
E puntualmente così è stato fatto con l’intervista concessa da Gioele Magaldi.
Ne è stata fornita una versione talmente miserabile e riduttiva da limitarne e comprometterne drasticamente l’enorme potenziale informativo, conseguendo per di più l’obiettivo di presentare Magaldi non già come il colto, raffinato e carismatico leader di una delle componenti della Massoneria progressista planetaria, ma come uno dei tanti “massoni dissidenti” che fanno delazioni sull’affiliazione massonica di questo o di quello.
Per depotenziare l’impatto dell’intervista di Magaldi, si è giunti sino al plagio.
Subito dopo il servizio di Filippo Barone con il nostro Gran Maestro, infatti, è andata in onda la solita (e innocua, essendo priva di un soggetto con nome e cognome che ne sia responsabile) rubrica di “Nessuno”, personaggio immaginario che discetta delle dinamiche più inconfessabili del potere.
Ebbene, i ragionamenti fatti da “Nessuno” (si riveda quel passaggio della puntata) durante la messa in onda del 15 gennaio 2014 riguardavano Matteo Renzi ed erano presi parola per parola, concetto per concetto da quello che Magaldi aveva detto in alcuni passaggi censurati dell’intervista. Così facendo, cioè lasciando nel montato di Magaldi solo alcune parole su Renzi parziali e poco efficaci e contemporaneamente tagliando altri passaggi più chiari e incisivi, mettendoli poi in bocca al “signor Nessuno”, si sono presi tre piccioni con una fava: 1) Magaldi appariva meno efficace e forte nel parlare del segretario PD; 2) La Gabbia si mostrava all’avanguardia nell’argomentare con raffinatezza a proposito dei rapporti fra Renzi e i “poteri forti”, usando uno stile concettuale molto più affilato e perspicace del solito… visto che apparteneva appunto a Magaldi e non all’autore che scrive i testi di “Nessuno”; 3) Per Renzi era molto meglio essere oggetto delle insinuazioni vaghe e senza nome di “Nessuno” che non delle parole precise e circostanziate del leader di Grande Oriente Democratico.

Insomma, il gioco sporchissimo compiuto da Paolo Ruffini, Gianluigi Paragone, Sergio Bertolini e Giuseppe Ciulla in relazione all’intervista di Gioele Magaldi andata in onda su La7, a “La Gabbia”, in data 15 gennaio 2014, è lampante e scandaloso.
Ma la cosa ancora più grave è che, probabilmente, la stessa trasmissione “La Gabbia” in quanto tale è stata costruita ad arte secondo i principi magistralmente enunciati da un arguto commentatore de Il Blog “Il Moralista” (www.ilmoralista.it), tale “Spartaco”, che già abbiamo avuto modo di citare in

Gianluigi Paragone & Company, la Gabbia e il gravissimo scempio manipolatorio e censorio dell’intervista di Gioele Magaldi (clicca per leggere).

Osservava infatti “Spartaco”:

 

“Spartaco scrive:
17 gennaio 2014 alle 15:56
Ci sono due modi per nascondere la verità: non dirla o dirla in modo non credibile. Ho paura che la Gabbia adotti il secondo modo per nascondere la realtà dei fatti. Chi ha un minimo di esperienza sulle tecniche di comunicazione si rende conto che Paragone ha il compito di raccogliere tutto quello che gira in rete di pericoloso per il sistema e renderlo non credibile. Avete presente Berlusconi quando appare in televisione con i suoi spot dove promette un milione di posti di lavoro? Immaginate poi Bernard alla lavagnetta, in piedi, vestito da sessantottino che parla frettolosamente perché il tempo stringe. Risultato: Berlusconi dice cazzate e viene creduto mentre Bernard dice la verità ma non è credibile. Mentre Magaldi viene necessariamente tagliato. Per rendere tutto più “credibile” la strimpellata finale di Paragone!!!!!!

 

In effetti, al termine del servizio di Barone con intervista a Magaldi, chi c’era a discutere di Massoneria e dintorni?
Elisabetta Gardini, Marco Passarella, Olivero Beha e un parlamentare di Scelta Civica di cui nemmeno ricordiamo il nome.
Nessuno di costoro, con tutta evidenza, era attrezzato culturalmente per discutere di cose massoniche e, a parte Oliviero Beha, persona intelligente e ricca di curiosità intellettuali, nessuno di costoro ci è parso in grado di comprendere l’esigenza di approfondire quello che era stato detto nell’intervista, la quale, per quanto smozzicata e devastata da tagli e manipolazioni, ad orecchie ed occhi esperti avrebbe potuto offrire più di uno spunto di dibattito e riflessione.
Ma a questo punto è lecito chiedersi, perché mai individuare un simile parterre inadeguato, per commentare e discutere sull’intervista di Magaldi?
Evidentemente, a meno di credere che gli autori del palinsesto della trasmissione siano degli emeriti imbecilli, l’effetto era voluto… Non soltanto l’intervista di Magaldi andava depotenziata e anestetizzata con tagli, censure e manipolazioni, ma in studio qualsiasi dibattito doveva essere liquidato e/o reso inconsistente dalla impreparazione e inadeguatezza degli ospiti deputati ad animarlo.

Del resto, quanto è accaduto in occasione della puntata del 15 gennaio 2014 è ormai chiarissimo e denota grave dolo e mala fede.
Tuttavia, qualora Paolo Ruffini, Gianluigi Paragone, Sergio Bertolini e Giuseppe Ciulla intendessero riscattarsi dall’odiosa opera di censura e manipolazione compiuta, esiste un solo modo per farlo. Essi sono in possesso dell’intero registrato (di circa 2 ore e ½ ) dell’intervista concessa da Magaldi. Ebbene, nel corso delle prossime puntate, mandino ogni volta altri 5-6 minuti di montato delle varie parti dell’intervista (sino ad esaurimento del registrato), in modo tale che ogni settimana un frammento significativo dei ragionamenti illuminanti del nostro GM possa contribuire al dibattito in studio sui vari temi di politica, economia e attualità.
Non lo faranno?
Certo che non lo faranno.
Se lo facessero, il rischio sarebbe quello di spiegare davvero cosa sia stata e cosa sia la Massoneria e quali siano il suo ruolo – nel bene e nel male - rispetto alla crisi politico-economica del XXI secolo.
Peccato, però, che gli stessi telespettatori de “La Gabbia”, nei loro commenti a margine della trasmissione del 15 gennaio 2014, lamentano il fatto che non sia stato spiegato adeguatamente l’oggetto misterioso  “Massoneria”.
Così scrive un commentatore preso come esempio di tanti altri, a margine di

La Gabbia: Massoneria e politica (15/01/2014), Video YOU TUBE by la7attualità (clicca per visionare):


il punitore
2 weeks ago

te lo dicono anche loro che sono appartenenti a società segrete,in tv una volta l anno dicono massoneria e nessuno spiega cosa è! cosa vogliono fare e la gente rimane disinformata su qual è il vero potere.

 

Caro commentatore, hai ragione. Gioele Magaldi, però, aveva spiegato dettagliatamente (pur nei limiti di una singola intervista) cosa sia la Massoneria. Se poi l’hanno censurato e manipolato, capisci bene che non è colpa sua.
In ogni caso, è di imminente uscita un brillante e corposo libro proprio del nostro Gran Maestro, leggendo il quale sarà difficile poter dire ancora “nessuno spiega cosa sia la massoneria”.
Il libro si intitola: Massoni. Società a responsabilità illimitata. Il Back-Office del Potere come non è stato mai raccontato. Le radici profonde e le ragioni inconfessabili della crisi economica e politica occidentale del XXI secolo, Chiarelettere Editore.

Come che sia, a partire da questo momento Noi di GOD cominceremo a vigilare attentamente su come proseguiranno le (pseudo) inchieste e gli (pseudo) servizi de “La Gabbia”, denunciando all’opinione pubblica, puntualmente, tutti i casi di spregiudicata e vile censura e manipolazione analoghi a quello di cui è stato vittima il nostro Gran Maestro Gioele Magaldi.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 2 febbraio 2014 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com