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Rodion e tutti gli anti-americani e anti-europeisti viscerali, dogmatici e aprioristici, che sono i migliori alleati oggettivi dell’Unione Europea dei tecnocrati e degli oligarchi

 

 

 

 

Su questo ambiguo personaggio, Rodion, top-commentatore e talora anche autore di prolissi e non sempre chiarissimi articoli, pubblicati sul Blog www.ilmoralista.it in omaggio ad una solida impostazione volterriana del suo curatore, Francesco Maria Toscano, che si fa un giusto vanto di aver sempre dato la parola anche a pensatori/opinionisti/giornalisti lontani dalla sua personale sensibilità e visione delle cose, abbiamo già avuto modo di esprimere alcuni cenni in

Gioele Magaldi e Rodion: scambio epistolare a proposito del Socialismo Liberale (clicca per leggere)

Gioele Magaldi e Rodion: scambio epistolare a proposito del Socialismo Liberale. Parte 2 (clicca per leggere)

Gioele Magaldi e Rodion: scambio epistolare a proposito del Socialismo Liberale. Parte 3: il contributo di Luigi Corvaglia (clicca per leggere).

Perché definiamo tal “Rodion” ambiguo?
Intanto perché non sempre la filiera consequenziale dei suoi ragionamenti appare limpida, intelligibile e accettabilmente esplicativa dei troppi argomenti gettati in campo con notevole prolissità e caoticità confusionaria.
Poi perché, nella sua auto-rappresentazione offerta ai lettori de “Il Moralista” e in quella fornita al nostro Gran Maestro Gioele Magaldi, tal “Rodion” oscilla nell’affettare per un verso la modesta sobrietà di un giovanotto senza troppe pretese laureato in studi economici e non in materie giuridiche, talaltra la prosopopea superba di un soggetto apparentemente più maturo, che ha sempre sottomano l’articolo x o y di tale o tal altra Costituzione o Codice e presumerebbe di salire in cattedra ogni qual volta si parli di temi legati al Diritto, costituzionale o meno.
Si decida, gentile “Rodion”, e soprattutto si decida il “personaggio” che si cela dietro questo nickname russofilo e alquanto saturnino e lunare: o si sceglie un “avatar” pseudo-economista, oppure un alter-ego pseudo-giurista, anche se magari questa seconda ipotesi le crea qualche imbarazzo in più nel dissimulare la sua reale identità…

Come che sia, nel presente contributo, rinviamo i nostri lettori al pezzo

“L’Europa, i tecnici e l’oligarchia”, articolo del 29 agosto 2014 by Giacomo Bracci e Francesco Ruggeri per IL MORALISTA (clicca per leggere).

E, da qui, per illustrare la confutazione divertente e sapida di certo anti-americanismo e anti-europeismo da strapazzo caro sia a cotal “Rodion” che a qualche suo più modesto devoto-epigono che infesta (non sempre con grandissimo profitto) il luogo telematico di www.ilmoralista.it, trascriviamo e rilanciamo alcuni interventi su “Il Moralista” a firma dei fratelli massoni che collettivamente si firmano “Fra’ Cazzo da Velletri” e anche dei talentuosi e molto ben argomentati contributi del commentatore che si firma “Rosario”.

Ai lettori desiderosi di leggere anche i ragionamenti contorti e involuti che hanno originato le chiarissime, consequenziali e limpide trattazioni di “Fra Cazzo” e “Rosario”, la facoltà di leggere l’intera e corposa serie di commenti vergati a margine dell’eccellente articolo composta da due giovani e benemeriti attivisti di EPIC e aspiranti costituenti dell’Associazione “Eleanor Roosevelt”, come Giacomo Bracci e Francesco Ruggeri.
Il pezzo in questione, lo ripetiamo, è

“L’Europa, i tecnici e l’oligarchia”, articolo del 29 agosto 2014 by Giacomo Bracci e Francesco Ruggeri per IL MORALISTA (clicca per leggere).

E i seguenti sono gli interventi a margine di “Fra’ Cazzo da Velletri” e “Rosario”:

 

 

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
29 agosto 2014 alle 17:43
Caro Marcobaldi, ancora qui a insultare questo o quello se non la pensa come coloro di cui “sei devoto”? Qual’è il peccato di “Renato Protti Miracca”, quello di non accogliere il tuo stesso “Catechismo anti-federalista”? Ma vai a cagare, solito Marcobaldi dei miei stivali… Questo Blog non è una piccola comunità ecclesiale, in cui si debbano professare verità dogmatiche da credere per fede. Nelle pagine di questo Blog sono benvenuti infatti anche commentatori intelligenti, colti e brillanti, ancorché ridondanti e ossessivi, come Rodion (dai pensieri discordi rispetto alla maggior parte dei lettori/commentatori) e persino asini scimuniti come te, esimio Marcobaldi. Se devi esercitare qualche atto di fede scimmiesco e bovino, o leccare il deretano del tuo “Grande Rodion” (che è? Una divinità metà uomo e metà sovranitarista…?), vallo a fare in privato, perché qui ci nutriamo di libero pensiero e libero cimento dubitativo, non di apodittioche certezze devozionali. Per di più moleste e fanatiche, nella forma decerebrata che ne offri tu. Senza alcuna stima, Fra’ Cazzo da Velletri

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
29 agosto 2014 alle 19:02
Ribadisco che dialogare con un mentecatto decerebrato come te, Marcobaldi, è come dare le perle ai porci o cercare di insegnare come si suona il flauto dolce traverso a una capra o a uno struzzo. Rimani dunque il pitecantropo semi-bestiale che sei e più non ci tediare, minchione.
Fra’ Cazzo da Velletri
PS Per coloro che hanno intelletto e leggono questo scambio, invece, mi preme sottolineare che solo un macaco come Marcobaldi può pensare di venire a dire a me/noi che “il sogno europoide-federalista” è quello che si sta avverando sotto i nostri occhi. No, caro macaco, quello che si sta avverando è l’incubo anti-europeista e fintamente filo-europeo che serve proprio a suscitare avversioni bestiali e insensate come quella tua e dei tuoi degni compari. Quando e se rinascerai in forma androide e con intelletto umano, capirai che l’anti-europeismo ideologico e viscerale tuo (e dei tuoi pari) è perfettamente funzionale all’anti-europeismo de facto degli attuali oligarchi e tecnocrati che insozzano l’autentico sogno europeo e federalista degli Stati Uniti d’Europa che fu appunto di Washington, La Fayette, Mazzini, Mill, Garibaldi, Hugo, Spinelli, etc. Buona notte a tutti i macachi come Marcobaldi, ma andate a infestare un altro Blog con i vostri escrementi mentali, indegni persino di tutto il tempo che vi sto/stiamo dedicando.

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
29 agosto 2014 alle 17:34
Caro Rodion, come insegna l’Ecclesiaste o Qoelet, c’è un tempo per ogni cosa. Anche un tempo per dilungarsi e un tempo per soprassedere sulle altrui prolissità e ossessioni. Leggerti è sempre un piacere, perché sei un commentatore forbito, colto e interessante. Ma ormai sono chiarissimi i tuoi Leit-Motiven: 1) Ce l’hai a morte, a priori e a posteriori, con gli anglo-americani, incapace di fare distinzioni entro un contesto attraversato da miriadi di differenze. Chi pensi che l’abbia inventata la “democrazia” che, a chiacchiere, sembri invocare e voler difendere/promuovere? Pietro il Grande zar di tutte le Russie? La zarina Caterina? Lenin, Stalin, Kruscev, Brevnev, Gorbacev, Eltsin o Putin? Qualche Imam o Ayatollah? 2) Sei, per non meglio precisati motivi, piuttosto filo-russo e filo-arabo a priori e sempre ansioso di insinuare che solo da “Oriente” possa venire la salvezza ai popoli occidentali corrotti dal “Grande Satana yankee”… 3) Hai un’ossessione anti-federalista e anti-europea, tirando per di più in ballo non meglio precisate identità e tradizioni nazionali (come se le tradizioni nazionali, regionali e locali in quanto tali fossero antitetiche ad istituzioni federali rigorosamente democratiche, liberali e libertarie nella sostanza. Se e quando lo sono, lo sono perché violano quei diritti universali dell’uomo e del cittadino che, in quanto tali, sono costitutivamente sovra-nazionali e cosmopoliti). 4) Sei ridondante e ripetitivo nel proporre antinomie macropolitiche e macroeconomiche che non esistono in natura, ma solo nella limitata immaginazione tua e di tutti coloro che, con zelo fanatico, gridano: “aridatece la sovranità nazionale, così andremo tutti nel paradiso dei sovranitaristi”, tra i cui profeti c’è quell’Alberto Bagnai (mente fine e lucida, ma non certo novello Tiresia o Mosé da osannare acriticamente…) che per il 2012 aveva previsto “la necessaria fine dell’eurozona” con la stessa fallace sicumera con cui intere generazioni di marxisti malati di dialettica metafisica hegeliano-engelsiana avevano previsto la necessaria fine del capitalismo e l’avvento della società comunista…5) Dal 1787, anno di redazione della luminosissima Costituzione americana, la democrazia ha cominciato un faticoso cammino planetario di perfezionamento -mai facile e mai scontato- e invece tu maledici quella data come l’inizio dell’ “imperialismo colonialista”…Ma, scusami tanto, ammettiamo che gli eventi del 1776-1787-1789-1791, etc. non si fossero mai verificati. Di che staremmo parlando, adesso? Senza quegli eventi fondativi, caro amico eloquente ma poco profondo e ancor meno versato in materie storiche complesse, nemmeno il concetto di patria in senso moderno si sarebbe affermato per gli esseri umani contemporanei. E senza patria, niente nazione in senso moderno, né sovranità in senso democratico. O, forse, più o meno consciamente, tu rimpiangi ora e sempre le patrie dell’Ancien Régime, quelle in cui l’egemonia anglo-americana non esisteva ma sussisteva quella di papi, imperatori, re, regine, principi, duchi, marchesi, conti, baroni, cardinali, vescovi, tutti amorosamente solleciti “in modo tradizionale, particolaristico e ierocratico” del benessere dei propri sudditi e fedeli? O magari, non sai neanche tu bene quello che dici e le implicazioni di ciò che asserisci con troppa acritica baldanza? 6) Quanto all’insopportabile ossessione paranoide (tua e di diversi altri nazionalisti/sovranitaristi/anti-federalisti a prescindere) sulla dissoluzione della moneta unica e della UE e sulla posizione dell’Associazione “Eleanor Roosevelt” al riguardo, ci tengo a dirti poche ma chiare parole. Tra i promotori, i costituenti e i soci della ER sono benvenute le persone non dogmatiche e non ossessionate da alcunché. Noi perseguiremo il recupero sostanziale della democrazia liberale e libertaria, del welfare e della giustizia sociale, a tutti i livelli: globale, continentale (europeo e non), nazionale, regionale, provinciale, comunale, circoscrizionale…
A differenza tua e dei tuoi/vostri pochi o molti seguaci fanaticamente anti-federealisti e sovranitaristi, siamo fieramente europeisti nel senso in cui lo erano George Washington,Gilbert du Motier de La Fayette, Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, John Stuart Mill, Victor Hugo, Altiero Spinelli e molti altri fautori degli “Stati Uniti d’Europa”. Combatteremo le involuzioni oligarchiche, anti-democratiche, neo-feudali, neo-liberiste e neo-aristocratiche ad ogni livello in cui si manifestino attualmente: circoscrizionale, comunale, provinciale, regionale, nazionale, continentale e globale. Se tu e i tuoi avrete voglia di unirvi a noi nella ER, senza paranoie e ossessioni aprioristiche, saremo lieti di accogliervi, pur nelle differenze prospettiche che ci caratterizzano. Se, invece, tu e i tanti fanatici sovranitaristi come te, deciderete, in un mondo iper-globalizzato, di voler combattere formidabili potentati oligarchici sovranazionali semplicemente con il ritorno a una non meglio precisata identità nazionale e valutaria del popolo italiano (che in tale regime nazional-valutario fu appunto svenduto a una cattiva idea di integrazione europea, già dai vari Ciampi, Andreatta e poi Draghi % Company, contri i quali nulla poterono i sostenitori di una maggiore conservazione della sovranità nazionale e monetaria…comunque infeudati molto spesso a idee macroeconomiche neoliberiste e anti-keynesiane), ti/vi faccio/facciamo un sincero in bocca al lupo. Poi, quando avrete finito di cercare di combattere chi possiede “testate nucleari” politiche, mediatiche ed economico-finanziarie con “archi e frecce” sovranitariste, fateci un fischio che saremo ancora pronti ad accogliervi a braccia aperte. Non senza prima avervi fatto notare che avevate sbagliato completamente sia l”analisi che la sintesi operativa”. Et de hoc satis…che non ce la faccio/facciamo più a sentir ripetere sempre la tua/vostra solita filastrocca anti-europeista e anti-federalista…almeno quanto gli aristo-europeisti alla Draghi, Napolitano, Schauble, Merkel,Weidmann, Hollande, Walls, Rajoy, Lagarde,Barroso, Van Rompuy e ora anche Juncker, ci propinano la canzone stonata e infame della cessione di sovranità ad istituzioni né legittimate democraticamente, né efficaci sul piano meramente tecnico-economico. Se il sovranitarismo è il vostro credo e Bagnai, Barnard, Salvini, Barra-Caracciolo, etc., pur in lite reciproca fra di loro, sono i vostri profeti, abbeveratevi alla loro sapienza divinamente ispirata (la stessa che suggeriva a Bagnai l’ineluttabile fine dell’eurozona nel corso del 2012…) e “più non dimandate a noi”…che, in luogo di assolutisimi e profetismi, ci accontentiamo di navigare a vista- saldi però nei nostri principi e ideali e nella nostra missione di difendere e promuovere ovunque la sovranità popolare sostanziale- in un mondo assai più complesso di quanto la vostra immaginazione limitata e dogmatica vi suggerisce.
Con stima ma anche molta stanchezza nel sentir ripetere sempre le solite cose noiose e velleitarie, affezionatissimo Fra’ Cazzo da Velletri

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
29 agosto 2014 alle 18:52
Caro Coglione di un “Marcobaldi”, capisco bene che, dal basso del tuo infimo quoziente di intelligenza, ti sfugga il fatto che perseguire e promuovere la “sovranità popolare sostanziale” significa essere degli autentici democratici (a prescindere dal fatto che tale democrazia la si preferisca inserita in un contesto nazionale o sovra-nazionale, centralizzato o federale), mentre con il cosiddetto “sovranitarismo” (termine di recente conio) ci si riferisce solitamente alla posizione di coloro che rivendicano la sovranità politica, economica e monetaria esclusivamente per comunità nazionali e persino prescindendo, di per sé, dal tasso di democraticità e liberalismo sostanziali entro tali confini patrii. Tutto chiaro, Marcobaldi, creatura ibrida tra un asino, una scimmia e un gatto mammome? Fra’ Cazzo da Velletri

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
29 agosto 2014 alle 19:17
Caro Marcobaldi dei miei stivali, lo vedi che sei un ibrido fra un’oca e un asino? La sovranità nazionale ce l’hanno e la possono avere anche stati dittatoriali e totalitari. La sovranità popolare (non la “sovranità nazionale”) è l’unico sinonimo di democrazia e può essere interpretata tanto entro i confini di uno stato etnico-nazionale, quanto entro il perimetro più ampio di una cornice istituzionale federale (Svizzera, USA, Canada, etc.). Lo vedi che sei una malnata bestia? Di più: che cosa vai cianciando della nostra costituzione italiota e del concetto di autodeterminazione dei popoli? Lo sai che il concetto di autodeterminazione dei popoli lo hanno appunto affermato per primi, in modo epocale, i rivoluzionari massoni statunitensi, sin dal 1776? E lo sai che non sarebbe mai stata promulgata la costituzione democratica della Repubblica italiana (con tutte le sue pecche, come quella illiberale e clerico-fascista del concordato Stato-Chiesa voluto anche dal comunista Togliatti, che già nel 1787 era luminosamente evitata dalla Costituzione americana, la quale stabiliva principi di rigorosa separazione laica tra libertà assoluta di pensiero, coscienza e religiosità per tutti e per ciascuno, e divieto di ingerenza delle Chiese nella vita istituzionale dello Stato, così come delle istituzioni statali nella vita delle Chiese) senza che gli “odiati” anglo-americani venissero a liberare quella Penisola che i tuoi compatrioti più spregevoli avevano asservito al nazi-fascismo?
Taci, dunque, mala bestia, e rassegnati a ragliare alla luna le tue flatulenze cerebrali…
Fra’ Cazzo da Velletri

Rosario scrive:
29 agosto 2014 alle 19:36
Marcobaldi, di quello che ha scritto Fra Cazzo da Velletri, io ho capito che l’idea della nascente associazione ER, nonché la sua, nonché la mia, nonché quella di tanti altri che si stanno interessando, è quella di recuperare e potenziare la sovranità popolare ad ogni livello, dal comunale al sovranazionale. Ciò significa superare il “sovranitarismo” classico, cioè il ritorno a una situazione pre-1950 (quindi uscita dall’eurozona, uscita dall’UE e cose del genere), caratterizzato da uno schema di “balance of power” tra le potenze europee (foriero di conflitti sanguinosi, in riferimento soprattutto alle due guerre mondiali), in funzione di una “riforma” del processo d’integrazione, che finora non è stato in grado di mantenere le promesse iniziali. “Riforma del processo d’integrazione”, nel senso di instaurazione di una vera e propria democrazia continentale, con un Parlamento che sia davvero espressione della sovranità popolare europea, in grado di agire da fulcro del processo decisionale: nonostante i poteri ad esso attribuiti nel corso degli anni (ricordiamo che, inizialmente, aveva funzioni meramente consultive e i membri vengono eletti soltanto a partire dal 1979), il Parlamento Europeo condivide con il Consiglio dei Ministri dell’UE il ruolo di legislatore e ha un potere di iniziativa soltanto indiretto, poiché quello diretto è rimasto in mano alla Commissione, organo di nominati. Questo è uno dei motivi per il quale si parla di “deficit democratico”. Purtroppo, però, i deficit democratici ci sono ad ogni livello. Innanzitutto, bisognerebbe ri-regolamentare la finanza e fare in modo di evitare che alcune oligarchie possano condizionare o, addirittura, determinare quelle che sono le scelte politiche dei governi, democraticamente eletti (quest’azione dovrebbe essere condotta a livello globale). Se poi vogliamo rimanere nell’ambito “istituzionale” e correggere alcune “regole del gioco”, sicuramente bisognerebbe modificare il meccanismo secondo cui un Parlamento nazionale, democraticamente eletto, debba dar conto delle sue scelte (di questi tempi soprattutto a livello economico-finanziario) non soltanto ai cosiddetti “mercati”, ma anche a istituzioni come la Commissione Europea o la BCE, entrambe tecnocratiche (e, parlando a livello di “backoffice”, per usare una terminologia cara a Gioele Magaldi e ai curatori di Grande Oriente Democratico, anche parecchio “elitarie”): è giusto, dopo mesi di dibattito parlamentare (fatto anche di navette, emendamenti, ostruzionismo) mandare un documento di programmazione economico-finanziaria, faticosamente adottato, a un organo di non eletti che giudicano se questo possa essere adeguato o meno? Per me non è giusto, perché in questo modo una democrazia nazionale rischia di essere commissariata (come difatti avviene) da una tecnocrazia. Se mi chiedi in che modo questo si possa fare concretamente, su due piedi non riesco a risponderti, ma l’importante, qui e ora, è il principio: di tecnicismi per realizzarlo ce ne sono tanti e ci si può riflettere.
Non voglio parlare a nome di altri, ma penso di aver interpretato bene il pensiero di Fra Cazzo da Velletri e altri (magari lo stesso Francesco Maria Toscano), perché condivido determinate idee da loro espresse su questo spazio virtuale. Io, come loro, penso di essere un “sovranitarista” nel senso che bisogna restituire (quando si parla del livello nazionale e subnazionale) o consegnare completamente (quando si parla di livello europeo) la sovranità al popolo, che elegge democraticamente i suoi rappresentanti. Penso (insieme a loro, sempre se ho interpretato bene) di NON essere un “sovranitarista”, se con questo termine intendiamo un ritorno alla cartina geografica dell’Europa dell’800 o dei primi 50 anni del 900. Se impostiamo un discorso basandoci sul rapporto dialettico “UE vs anti-UE”, non andiamo da nessuna parte, diventerebbe un dibattito incompleto e non fecondo, perché non possiamo scegliere di schierarci con Merkel/Van Rompuy/Draghi (e compagnia cantante) oppure con Lega/Barnard/Bagnai…Posso pure comprendere le analisi di Barnard e Bagnai, ma per me la soluzione non sta nell’uscita totale dall’UE o dalla zona euro; di converso, ciò non significa che io abbia la stessa visione mainstream di quest’aborto di UE. Bisognerebbe mettere mano pesantemente ai trattati istitutivi e cambiare una serie di cose: prime fra tutte, le regole del gioco democratico e, contestualmente, abolire quei “numeri al lotto” dei Parametri di Maastricht, il Patto di Stabilità e Crescita, il Fiscal Compact e il Six Pack, in favore della condivisione del debito, dell’emissione di Eurobond (in luogo dei titoli di stato nazionali), della riforma della BCE, ecc ecc. Quest’idea di Europa è totalmente diversa da quella che è diventata l’UE oggi.
Fantapolitica? Staremo a vedere. La storia ci ha sempre riservato una serie di sorprese positive.
Intanto, ho scritto questo post proprio perché mi colpisce come il ritorno alla sovranità nazionale venga visto da alcuni come la soluzione a tutti i mali, quando in alcuni casi non è stato affatto così (si veda l’Argentina fino al 2001…sovrana, ma asservita al FMI. Ma è solo un esempio).

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
29 agosto 2014 alle 23:53
Caro Rodion, ti confesso che non è facile spossarmi, ma tu lo hai fatto. E quel che è peggio, lo hai fatto come al solito in modo brillante, ma anche pieno zeppo di paralogismi della ragione (come direbbe il fratello Gioele Magaldi). Ho poco tempo da dedicare alla puntuale ricognizione di tutti i tuoi sofismi argomentativi e mi dolgo del fatto che più uno ha un cervello talentuoso e brillante come il tuo, più corre il rischio, procedendo velocemente dove altri sarebbero più lenti e più dubitativi, di farsi del male da solo, schiantandosi contro un muro cieco di fuorvianti interpretazioni e scolastici dogmatismi del tipo “ipse dixit”.
Vengo brevemente alla confutazione dei tuoi paralogismi.
1)Chi ha mai detto che Clinton e Obama siano della stessa stoffa di Washington, Franklin, Roosevelt o dei fratelli Kennedy (Alexander Hamilton è un esempio scelto male, perché ai suoi tempi fu accusato di operare al servizio di interessi plutocratici sovranazionali e in danno del popolo sovrano…). Che c’entra con la nostra discussione? Ai poveri arabi, afghani, vietnamiti e africani dei ceti popolari e/o analfabeti e/o in condizione di estrema indigenza, prima di volergli spiegare qualcosa vorrei anzitutto portare vera istruzione, un minimo di benessere materiale, vera libertà, vera democrazia, vera laicità e vera giustizia sociale. Tutte cose negate non solo e non tanto a causa dei cattivoni oligarchici anglo-americani (che pure hanno le loro responsabilità in negativo, come altri britannici e statunitensi ne hanno in positivo), ma soprattutto in virtù di classi dirigenti autoctone egoiste, spietate, crudeli, infami e profondamente dispotiche, illiberali e anti-democratiche. Mi fa piacere che tu citi i massoni progressisti svedesi Gunnar e Alva Myrdal, entrambi keynesiani. Ma li citi a sproposito, perché essi, come il confratello Keynes, erano a favore di una sana e democratica integrazione politica europea, al contrario di te e dei tuoi sodali. Gunnar Myrdal aveva mille ragioni nello spiegare ad “alcuni americani” il dislivello tra la bontà dei loro principi costituzionali (quelli implementati sin dal 1787 e poi ribaditi con la Guerra di Secessione e l’entrata al Congresso statunitense dell’afroamericano Hiram Rhodes Revels nel 1870, infine magnificati dalla lezione dei Diritti Umani Universali patrocinati dalla statunitense Eleanor Roosevelt) e la coerente applicazione di essi a livello culturale, sociale e civile. Infatti, anche americani come John Fitzgerald Kennedy, Robert Kennedy, Arthur Schlesinger Jr., Martin Luther King, etc., avrebbero espresso analoghe e persino più incisive reprimende sia in ambito americano che mondiale…2) Racconti in modo grottescamente semplicistico ciò che è infinitamente più complesso. Dalla cultura anglo-americana, intrinsecamente massonica, sono venuti al genere umano contemporaneo sia i mali dell’oligarchia (appannaggio di tutti i popoli, prima della modernità, e ancor vigente presso qualsivoglia territorio extra-occidentale, anche in epoca post-moderna) sia i benefici della democrazia, della libertà, della laicità, dell’eguaglianza e del diritto alla felicità per tutti e per ciascuno. 3 e 4) Ma dove sta scritto e che significa che gli USA avrebbero sempre e soltanto vissuto di luce riflessa? Piuttosto, i padri fondatori e poi i migliori interpreti della tradizione progressista statunitense (non certo gli epigoni di certe correnti conservatrici e neo-aristocratiche) hanno propagato la loro luce sull’intero pianeta. E anche qui, mi riferisco ai rivoluzionari e costituenti del 1776-1787-1791, artefici della prima democrazia repubblicana al Mondo, mi riferisco agli anti-schiavisti ottocenteschi e a quei personaggi (ce ne furono tanti, come il massone James Roosevelt, padre di FD Roosevelt, che combattè per l’indipendenza italiana accanto a Garibaldi) che portarono il proprio contributo alla causa democratica e libertaria sia in patria che all’estero, mi riferisco a campioni di democrazia, diritti umani e giustizia sociale come John Dewey, FD Roosevelt, Gerard Swope, Eleanor Roosevelt, George Marshall, Edward R. Murrow, George Gallup, Arthur Schlesinger Jr., JfK, RFK, ML King, etc, John Kenneth Galbraith, e tantissimi altri ed altre che per brevità evito di menzionare. Grazie al cavolo che una unione europea solo monetaria ed economicistica ci ha portato al disastro. Dalle nostre parti lo diciamo da molto prima che tu apparissi su questo Blog come “Rodion”. E allora? Secondo noi, per rimediare a questo errore ci vogliono gli Stati Uniti d’Europa rigorosamente democratici, secondo te/voi invece il ritorno alla lira e ad un orizzonte nazionalistico. Anche questo ce lo siamo detto mille volte, quindi passiamo oltre. Parlare di un Ordine internazionale “democratico” e poi menzionare la Rosa Luxemburg che tutto era tranne che democratica (piuttosto una comunista marxiana anche alquanto arrabbiata), dimostra tutta la confusione che regna presso la tua pur brillante mente. Le nostre posizioni non sono europeiste senza se e senza ma: al contrario sono vincolate precisamente alla costituzione di Stati Uniti d’Europa. Tutto il resto non ci interessa. E certo ci disgusta l’attuale UE matrigna e infame. Quanto ai caffé che vorresti scommettere, che senso ha fare una scommessa di cui non si può conoscere l’esito concreto? Perché i defunti non possono tornare dall’oltretomba e dirti (come probabilmente ti direbbero): “vai in malora tu con i tuoi russi e i tuoi arabi, che noi ci teniamo stretto il sogno democratico di matrice euro-atlantica…”. Davvero pensi di conoscere meglio di me/meglio di noi il pensiero dei “grandi nomi della storia” sin qui evocati? Non ti stai allargando un po’ troppo, non pecchi un tantino di presunzione infondata, visti anche i tanti paralogismi di cui sei artefice? 5) Metti un link al solito pezzo rozzo, mistificatorio, indigesto e fuorviante, che nemmeno ho voglia di commentare, perchè se queste sono le tue fonti, mi/ci fai cadere le braccia…6) La pretesa “scolastica e chiericale” di superiorità della “Techné” la rifiuto per principio. I tecnici dell’economia e del diritto hanno sbagliato analisi, sintesi e previsioni a bizzeffe nel corso del tempo: dunque si tacciano e ridiano la parola alla “POLITICA” in senso alto, contentandosi di fornire con sobrietà e moderazione qualche suggestione, ma senza pretese né sciamaniche, né profetiche, né da scienziati positivisti che invitano al culto dei propri dogmi. Bagnai e Barra fanno sia divulgazione che proselitismo e si comportano talora come i capi di una setta invece che come degli intellettuali laici e dialogici. Un ultimo punto, relativo al post dove parli dei calci che Altiero Spinelli darebbe a sua figlia Barbara. Costei non è perfetta (ma nemmeno da buttar via) e certamente non è all’altezza di suo padre, fratello massone progressista e radicalmente democratico come pochi altri. Ma se Spinelli Senior fosse ancora vivo, altrettanto indubbiamente non starebbe dalla tua/vostra parte, ma immancabilmente da quella di coloro che propugnano ora e sempre “Stati Uniti d’Europa”. E, te lo dico con quell’affetto e quella simpatia goliardica che nonostante le divergenze anima le nostre conversazioni, sicuramente prenderebbe “a pedate nel sedere” te/voi e non la sua amata figlia Barbara. Buona notte, caro Rodion e soprattutto buon risveglio, al lume della ragione e di sillogismi meno difettosi…
Fra’ Cazzo da Velletri

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
30 agosto 2014 alle 00:07
Per Rodion: Tra i tanti nomi di statunitensi benemeriti per la causa della democrazia sostanziale, della libertà sostanziale e della eguaglianza sostanziale delle opportunità che ho dovuto omettere per brevità ed esigenze di sintesi, non posso tuttavia non menzionare uno dei più importanti: quel massone progressista John Rawls (1921-2002) che ha elaborato le formulazioni più alte, nobili e originali di una teoria della giustizia sociale adeguata al mondo contemporaneo.
Ri-buona notte.
Fra’ Cazzo da Velletri

 

Rosario scrive:
30 agosto 2014 alle 15:48
Spartaco, forse non hai letto bene alcuni passaggi del mio post.
Molte delle tue perplessità le condivido, ma voglio fare qualche precisazione. Prima del 1860, il popolo italiano poteva decidere ancora di meno rispetto a ciò che è in grado di decidere oggi e se personaggi come Lapo Elkann sono dei manager, mentre giovani con più lauree si ritrovano a fare i disoccupati (ho una laurea triennale e una magistrale e sono disoccupato, so di cosa parli), sicuramente è un fatto ingiusto, ma lui (ad esempio) fa parte della famiglia Agnelli (le cui varie componenti hanno bazzicato dalle parti di determinati circoli massonici e para-massonici: su questo, forse, Fra Cazzo da Velletri potrà darci qualche lume) e i ricchi di famiglia ci sono in ogni Stato del mondo, non solo in Italia; dunque, io mi soffermerei sulle ingiustizie sociali in generale, non sulla presenza o meno dei vari Lapo Elkann o dei vari rampolli della famiglia Berlusconi. Sorvolo, per lo stesso motivo, anche sulla pensione di Giuliano Amato.
Tornando a noi, nel mio ragionamento precedente c’era anche una parte relativa al recupero della sovranità popolare a livello nazionale e subnazionale, quando dicevo cose del tipo (ti faccio copia/incolla):

“penso di essere un “sovranitarista” nel senso che bisogna restituire (quando si parla del livello nazionale e subnazionale) o consegnare completamente (quando si parla di livello europeo) la sovranità al popolo, che elegge democraticamente i suoi rappresentanti”.
in aggiunta a:
“Se poi vogliamo rimanere nell’ambito “istituzionale” e correggere alcune “regole del gioco”, sicuramente bisognerebbe modificare il meccanismo secondo cui un Parlamento nazionale, democraticamente eletto, debba dar conto delle sue scelte (di questi tempi soprattutto a livello economico-finanziario) non soltanto ai cosiddetti “mercati”, ma anche a istituzioni come la Commissione Europea o la BCE, entrambe tecnocratiche (e, parlando a livello di “backoffice”, per usare una terminologia cara a Gioele Magaldi e ai curatori di Grande Oriente Democratico, anche parecchio “elitarie”): è giusto, dopo mesi di dibattito parlamentare (fatto anche di navette, emendamenti, ostruzionismo) mandare un documento di programmazione economico-finanziaria, faticosamente adottato, a un organo di non eletti che giudicano se questo possa essere adeguato o meno? Per me non è giusto, perché in questo modo una democrazia nazionale rischia di essere commissariata (come difatti avviene) da una tecnocrazia”.
Ma questo è soltanto un esempio: possiamo anche inserire la tua giusta riflessione sul fatto che gli ultimi tre Presidenti del Consiglio siano stati nominati, bypassando libere e democratiche elezioni, che in un paese civile dovrebbero essere una cosa normale. Potremmo aggiungerne un sacco di esempi su come recuperare, potenziare e rendere funzionante per davvero la nostra democrazia nazionale (e non solo).
Dopodiché, tu mi parli di fretta, in relazione agli Stati Uniti d’Europa.
Ma hai presente l’architettura istituzionale dell’UE e come funziona? Il lavoro della Commissione e della BCE incide parecchio e direttamente sulle nostre vite quotidiane: questi due organi, banale ricordarlo, sono composti da tecnici non eletti. Arrivare agli USE (United States of Europe), significa innanzitutto democratizzare il processo decisionale comunitario e rendere il Parlamento Europeo (piuttosto che la BCE e la Commissione) il centro della vita legislativa sovranazionale. O preferisci la situazione attuale? L’UE di oggi soffre di vari deficit democratici, che si possono correggere. In alternativa, a mio parere, sarebbe giusto tornare MOMENTANEAMENTE alla completa sovranità nazionale (con al centro il popolo, poiché, come sottolineava Fra Cazzo da Velletri in altri interventi, sovranità nazionale non è sinonimo di democrazia; lo è “sovranità popolare”) ed avviare una riflessione sull’Europa unita su basi del tutto nuove (ispirandosi più ad un Altiero Spinelli che a un Jean Monnet) e, di conseguenza, avviare un processo di integrazione ex novo, più inclusivo e democratico.
Un ultima cosa. Naturalmente, il concetto di Europa unita, almeno per come la vedo io, non deve basarsi su un super-stato europeo, iper-centralizzato, al cui interno le sovranità nazionali finiscano per liquefarsi. Deve basarsi sul federalismo, naturalmente, in quanto unico sistema che possa garantire l’unione tra le diversità, l’unico sistema in grado di tenere insieme diverse culture e tradizioni, demandando a un livello centrale UNA PARTE delle competenze e, contestualmente, lasciando al livello periferico (gli Stati Membri) ampia autonomia d’azione. Non so quanto questo processo possa durare. Io so soltanto che, attualmente, la vita di un paese facente parte dell’UE è condizionata, se non determinata, da decisioni prese a un livello superiore europeo (e ad altri livelli, sempre sovranazionali, ma più occulti), senza un vero e proprio controllo democratico su di esse.

P.S. ho scritto di fretta, spero si capisca.

Rosario scrive:
30 agosto 2014 alle 19:05
Rodion, ti ringrazio per la risposta, ma hai messo così tanta carne a cuocere che, mi perdonerai, ma mi soffermerò soltanto sull’ultimo punto.
“Negli USE, caro Rosario, in che lingua dovrà essere pronunciato il discorso di fine anno del Presidente? In che lingua verrà cantato l’inno €uroStatunitense?”
A parte che abbiamo già l’Inno alla Gioia di Beethoven…Sorvolando su ciò, il problema della lingua non me lo sono posto e non credo sia da porre, quanto meno nell’immediato. Anche tu, probabilmente spinto dal disaccordo nei confronti dell’idea di Europa Unita, hai fatto poca attenzione ad alcune parti del mio post. Come, ad esempio:
” Il lavoro della Commissione e della BCE incide parecchio e direttamente sulle nostre vite quotidiane: questi due organi, banale ricordarlo, sono composti da tecnici non eletti. Arrivare agli USE (United States of Europe), significa innanzitutto democratizzare il processo decisionale comunitario e rendere il Parlamento Europeo (piuttosto che la BCE e la Commissione) il centro della vita legislativa sovranazionale. O preferisci la situazione attuale? L’UE di oggi soffre di vari deficit democratici, che si possono correggere”.
Evidentemente la dicitura “United States of Europe” fa paura, ma l’UE è già una sorta di Stato (un ibrido tra uno Stato e un’organizzazione internazionale classica, come per es. la Nato, l’Osce, ecc ecc), visto che tantissime decisioni vengono prese a quel livello…bisogna soltanto democratizzarne il processo. Dopodiché, il punto sarà condividere il debito, la politica fiscale e avere una politica estera “a una sola voce” nel mondo. Questi sarebbero gli Stati Uniti d’Europa, secondo me, e una tendenza in questo senso c’è già. Vari altri tipi di integrazione politica (e magari anche culturale) possono arrivare col tempo, ma il percorso appena descritto può essere già intrapreso, dato che, anche se in maniera sgangherata e dannosa (ma suscettibile di correzioni) abbiamo delle istituzioni comuni e una moneta unica.
Per il resto, non vedo tutta questa coincidenza tra federalismo e liberismo alla Hayek (se ho capito bene) e contesto il fatto che Keynes fosse anti-liberista. Infine credo che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato quando scrivi:

“La vicinanza delle fratellanze massoniche alla Corona inglese ha in qualche modo limitato la presenza di socialismo “vero” nelle Logge, tanto che il profilo più comune è quello “liberale” o di un socialismo “contaminato” da liberoscambismo/federalismo”.
Non penso proprio che nelle Logge non sia filtrato del “socialismo vero” (come lo chiami tu), dato che Marx era un massone, Stalin pure, Lenin pure, Che Guevara pure, i fratelli Castro pure…e Fra Cazzo da Velletri, che ne sa più di me, può completare questa riflessione (lo tiro sempre in ballo quando si parla di Massoneria, dato che è un nickname collettivo gestito da alcuni “addetti ai lavori”).

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
30 agosto 2014 alle 19:20
Caro Rodion, stavolta sarò brevissimo. Anche perché tu ripeti quasi sempre le stesse nenie (magari arricchite di nuovi rimandi e citazioni a “grandi maestri” del pensiero, siano essi coreani, russi o sauditi…) e io credo di aver confutato alla radice, in numerosi altri contributi, le tue fisime anti-federaliste, anti-europeiste, anti-britanniche, anti-americane, anti-liberali, e così via. Mi limito quindi a pochi cenni. La nostra carta costituzionale del 1948 deve molto (al pari di altre, di diverse nazioni contemporanee democratiche e libertarie) a quella della Repubblica Romana del 1849, nutrita di una grande ispirazione mazziniana (di quel Mazzini che nel 1834 aveva fondato la Giovine Europa per favorire la futura nascita di un continente unito politicamente nonostante le differenze di lingue e tradizioni particolari) e fondata altresì sull’unica tradizione costituzionale di cui gli abitanti della modernità abbiano mai potuto usufruire: e cioè quella tradizione che si sostanzia di contaminazioni dapprima inglesi, poi americane, quindi francesi, nel complesso tutte massoniche. La Costituzione italiana andrebbe emendata in molte parti, non solo nel Concordato, e come tutte le costituzioni umane non è un totem da adorare, bensì un documento storico cui approcciarsi in modo critico, sia per le sue parti belle ed efficaci, sia per quelle meno sublimi e più caduche. Ma non è questo il punto. Secondo la tua logica sofistica e stralunata, sovranità nazionale e sovranità popolare sono la faccia della stessa medaglia. Invece, secondo la logica delle persone normali e meno confusionarie, no. La sovranità nazionale era propria anche dell’Italia fascista, della Germania nazista e dell’URSS comunista, ma in nessuno di questi paesi vigeva la sovranità popolare, id est la democrazia, dal momemnto che il potere era esercitato da dittatori attorniati da oligarchie anti-democratiche e illiberali. Gli Usa stavano per avere una neo-aristocrazia militare di sangue (l’Ordine dei Cincinnati) subito dopo l’Indipendenza, ma l’intervento provvidenziale di alcuni massoni progressisti capeggiati da Benjamin Franklin lo impedì. Il genocidio dei pellerossa è una pagina triste che non differenzia gli americani da altri popoli del Mondo (macchiatisi di analoghi misfatti), mentre la Costituzione americana del 1787 e la successiva evoluzione democratica e libertaria degli USA differenziano quello straordinario popolo d’oltre Atlantico da ogni altro, per una serie di conquiste politiche e civili che in Europa e nel resto del pianeta sono sempre arrivate (quando sono arrivate) con discreto ritardo. Le socialdemocrazie europee nella loro fase matura e, appunto, “democratica e liberale”, non sono nate da Marx, ma dalla sua contestazione. Piuttosto, si sono innestate su quel filone revisionista e critico del marxismo ortodosso inaugurato da Eduard Bernstein (1850-1932) e contro il quale la marxista dogmatica Rosa Luxemburg (altro che gigante del pensiero…) si scagliò con ottusa e intollerante veemenza. Capisco, Rodion, che per supportare le tue traballanti e sgangherate tesi hai bisogno di riscrivere la storia a tuo uso e consumo: un pò come facevano i funzionari del Socing di orwelliana memoria ma, credimi, c’è un limite a tutto. E confondere il marxismo ortodosso della Luxemburg (niente affatto sconosciuta. Anzi, piuttosto in auge presso gli illiberali e i cripto-comunisti di varia estrazione) con un qualche titanismo del pensiero valido anche per l’attualità, più che grottesco suona alquanto risibile; così come suona aberrante affermare una filiazione del socialismo democratico e liberale dalle fisime illiberali e anti-democratiche di Marx ed epigoni di stretta osservanza, sempre pronti a stigmatizzare i socialisti marxianamente non ortodossi come “social-traditori”. Keynes non era anti-liberale (anzi, apparteneva al Liberal Party britannico, al pari di William Beveridge), semmai criticava il liberismo dogmatico, che è altra cosa dalla libera economia di mercato e dal liberoscambismo. Come si suol dire: “hai poche idee, ma confuse e indefinitamente reiterate attraverso sillogismi difettosi sempre diversi e sempre uguali”. Sarei curioso di capire meglio il tuo pensiero a proposito di “omofobia, xenofobia, femminicidio, etc.”. Talora ti esprimi in modo talmente involuto e farraginoso che è difficile seguirti. Forse perché, come diceva Benedetto Croce: “chi pensa in modo confuso, si esprime anche in modo confuso”. Il discorso di fine anno del Presidente degli USE sarà letto nelle stesse lingue in cui oggi si leggono i discorsi del Presidente della Bce e degli altri eurotecnocrati, con la differenza che quel Presidente USE sarà stato eletto e legittimato direttamente dal Popolo Sovrano Europeo, mentre i tecnocrati della UE non li elegge nessun detentore legittimo della sovranità. Giannuli dice anche cose interessanti, ma non è la Sibilla cumana, al pari di Bagnai il quale, mi dispiace contraddirti, aveva proprio previsto il crollo dell’eurozona nel 2012, tanto da rammaricanrsi che il suo libro “Il Tramonto dell’euro” potesse vedere la luce senza che egli avesse fatto a tempo a inserirvi questo importante evento come già avvenuto…Dopo di che, molte analisi di Bagnai sono pregevoli, ma non tutte, e certamente debole appare la sua visione generale dei processi politico-economici continentali, che non tiene per nulla conto dei progetti consapevoli di alcune oligarchie nel prolungare l’euro-agonia, e tutto riduce ad un problema di squilibri neo-mercantilisti delle bilance commerciali tra i vari paesi europei. In conclusione, caro Rodion, smettila tu di sognare e rifletti sul fatto che voi anti-europeisti rappresentate- alcuni senza volerlo- l’avversario più facile e gradito di quei potentati oligarchici che gestiscono questa Europa matrigna e infame. Con avversari come voi, per costoro si aprono autostrade di sempiterni successi consociativi per scongiurare il “radicalismo anti-europeista di demagoghi e populisti”: questo è lo slogan che voi stessi, con il vostro modus operandi ottuso e poco lungimirante, gli avete consentito di adottare. Addirittura, esiste un programma occulto di finanziamento dell’anti-europeismo (con la sua galassia di gruppi, movimenti e attivisti) da parte di coloro che vogliono conservare l’attuale assetto UE. Ma, su questo, ti rinvio alle pagine di “Massoni S.r.ill.” del fratello Gioele Magaldi, dove anche questi paradossi delle dinamiche del potere vengono spiegati in modo esauriente. Affezionatissimo Fra’ Cazzo da Velletri

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
31 agosto 2014 alle 11:31
Caro Spartaco, mi dispiace che ti dia da solo dello STRONZO. Sei troppo severo con te stesso. Tu non sei uno stronzo e talora hai fatto anche degli interventi decenti. Talaltra, invece, ti ho sorpreso a dire stronzate. Come adesso, quando accomuni Mazzini e Mussolini “due uomini che nel bene e nel male hanno fatto la storia dell’Italia”. No, caro Spartaco, Mussolini la storia dell’Italia l’ha fatta nel male: 1) Mettendo fuorilegge la democrazia e le libertà politiche e civili di uno Stato parlamentare che, imperfetto quanto si vuole, era infinitamente preferibile alla dittatura che lo ha sostituito 2) Clericalizzando una società politica e civile che solo da pochi decenni era approdata alla laicità liberale 3) Determinando uno sviluppo economico e industriale viziato dalle strutture corporative e dai bassi salari dei lavoratori mentre, nello stesso periodo, le democrazie occidentali avevano ben altri tassi di crescita, industrializzazione, de-analfabetizzazione e mobilità sociale 4) Intrioettando la barbarie infame e atroce delle leggi razziali e costringendo persino scienziati e medici a prostituire la propria coscienza ai dettami folli e grotteschi suo regime dispotico, illiberale e cialtronesco 5) Coinvolgendo il popolo italiano nella sciagurata e sanguinaria Seconda Guerra mondiale. Il tutto, vivendo e facendo vivere se stesso e i propri familiari e sodali nel lusso e nella corruzione più sfrenata, mentre la maggior parte della popolazione non sapeva minimamente cosa fosse il benessere moderno e viveva in una società fascista profondamente classista e gerarchizzata. E potrei continuare. Mazzini, invece, che durante la sua vita non soltanto non si arricchì mai del denaro altrui e piuttosto spese del proprio, riducendosi in miseria e morendo da clandestino a Pisa, fu il prometeico cantore di una Italia democratica, laica (profondamente rispettosa delle fedi religiose ma non infeudata ad esse nei suoi meccanismi e valori istituzionali) e repubblicana che, tuttavia, non ha potuto ancora realizzarsi compiutamente. E nondimeno, fu grazie a uomini come Mazzini se l’Unità italiana fu resa possibile e fu grazie al suo lascito spirituale e ideologico che furono concepite e attuate le parti migliori della Costituzione italiana del 1948. Quanto alle altre stronzate che hai detto, riguardano il “Capitalismo” Quale forma di produzione auspichi, di grazia, in alternativa a quella che salvaguarda il diritto a detenere “mezzi di produzione e finanziamento privato “(non perciò negando allo Stato un ruolo importante di intervento pubblico)? L’economia curtense e feudale? L’economia corporativa e totalitaria dei fascismi? O quella altrettanto totalitaria e pianificata dittatorialmente dei comunismi, dove la proprietà privata dei mezzi di produzione è abolita? Il problema è “quale capitalismo” non sopprimere la libera economia di mercato. Perciò l’alternativa sensata non può che essere tra keynesismo e neoliberismo, non tra capitalismo e chissà cosa, dopo tutte le tragedie politico-economiche e le radicali inefficienze che sistemi non-capitalisti di non libera economia di mercato hanno dimostrato nelle loro pratiche e ineluttabili incarnazioni. Tanto ti dovevo. Affezionatissimo Fra’ Cazzo da Velletri

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
31 agosto 2014 alle 15:26
In Risposta agli ennesimi, paralogistici e torrenziali interventi di Rodion segnati come del 30 agosto, dalle 20:36 alle 22:36, anche se l’orario dei post su Il Moralista andrebbe corretto.
Quando TU, Rodion, scrivi:

“Come dovrebbero essere scritte le leggi? Con quale lingua? Che lingua parlerebbero magistrati ed avvocati? Come fa ad esserci un processo democratico, di natura elettiva, quando i candidati sono di madrelingua polacca o lituana?
Per fare una Costituzione ci vuole un Popolo. Per fare un Popolo ci vuole la Lingua. Per fa la Lingua ci vuol la Storia.
Non esiste un popolo europeo.
Queste sono banali ovvietà: gli stati nazionali sono un naturale compromesso socioeconomico tra popoli “omogenei” che possono per motivi geografici e culturali condividere una Costituzione.”,

dimostri tutta la sofistica inconsistenza del tuo argomentare.
In che lingua sono comunicati gli attuali diktat delle odierne tecnocrazie europee? In che lingua sono imposti leggi e decreti eurotecnocratici? In che lingua si svolgono le ornamentali elezioni dell’attuale Parlamento Europeo privo di qualunque sovranità effettiva?
Forse, caro Rodion, non ti sei accorto che una Unione Europea esiste già. E la sua comunicazione linguistica non desta problemi: quello che crea problemi è la mancanza di democrazia sostanziale a tutti i livelli.
Il Popolo Europeo esiste eccome. Così come esisteva un popolo italiano, non solo per la lingua (che cosa ha in comune il dialetto siciliano con quello bergamasco o l’idioma ladino del Trentino e dintorni con il pugliese?) italiana forgiata artificialmente e creativamente da padre Dante ed altri e però parlata quotidianamente da pochissimi, ma per una comunanza di memorie e valori condivisi a un livello più profondo, e in vista di realizzazioni futuribili inedite e rivoluzionarie. Oltre l’eredità antico-romana, oltre l’età comunale e il Rinascimento, i tanti patrioti risorgimentali che si riunirono attorno a Cavour, Mazzini, Garibaldi, etc., sognavano una entità politica nuova che unisse fra loro stati regionali diversi, che tali erano stati per secoli (Regno delle Due Sicilie, Stato Pontificio, Granducato di Toscana, Regno di Sardegna/Piemonte ex Ducato di Savoia, Lombardo- Veneto, ducati minori, ex Repubbliche di Genova e di Venezia, etc.). La storia non è soltanto conservazione di tradizioni, ma anche invenzione creativa di innovazioni che anch’esse, un giorno, diventano memorie da “trasmettere”…
Lo stesso avverrà per una Europa democraticamente unita, nonostante gli oligarchi che la temono come l’inferno e nonostante gli “utili idioti” come te/voi, che gli date oggettivamente una gran mano. Ma tu queste cose non le capisci. Peggio: non le puoi capire. Ormai è chiaro il tuo modus cogitandi. Come tutti i tradizionalisti, sei abbarbicato a ciò che è stato (che a suo tempo costituì una innovazione) e non concepisci altro che la sua conservazione. E sullo specifico dell’Europa, invece di metabolizzare finalmente il fatto che una Unione Europea già c’è e funziona malissimo, ti affatichi a combattere una idea ancora non realizzata- gli Stati Uniti d’Europa- che, qualora mai si realizzassero, sarebbero certamente cosa diversissima dalla UE vigente. Tu combatti contro dei fantasmi ideali- gli USE- e intanto, anche grazie all’anti-europeismo becero e dissennato di tradizionalisti/conservatori (di destra e di sinistra) come te, invece della Costituzione Europea del 2004- imperfetta ma con qualche interessante miglioramento del quadro istituzionale continentale- ci siamo trovati con il Trattato di Lisbona del 2009. Complimenti vivissimi! La verità è che voi anti-europeisti a prescindere, o siete in mala fede (lavorate per gli oligarchi e i tecnocrati che vogliono questa UE matrigna e infame, e la vostra propaganda- insieme al malgoverno dell’eurotecnocrazia- riesce a far bocciare i referendum confermativi di ipotesi costituzionali migliorative, ancorché molto perfettibili, come quella del 2004, MA NON RIESCE A SCALFIRE IL POTERE ANTI-DEMOCRATICO DI BRUXELLES E FRANCOFORTE), o siete dei poveri imbecilli in buona fede, manipolati dai potentati di cui sopra, che invece credete di combattere. A proposito di Kalergi, posso dirti che non ne condivido minimamente il progetto europeo neo-aristocratico (quello al momento in corso e che tu e i tuoi pari puntellate indirettamente), ma sicuramente provo un profondo anelito di simpatia per lui relativamente al problema delle “razze”. Kalergi aveva sangue europeo di vari ceppi (greco, boemo, austriaco, tedesco, norvegese, francese, etc.) e anche sangue orientale (giapponese). Era un massone oligarchico, ma anche un fiero cosmopolita anti-razzista. Tu, invece, e nemmeno te ne rendi conto, sei un cripto-razzista e un socialista-nazionalista che ciancia di razze, tradizioni e culture con lo stesso piglio ottuso con cui Adolf Hitler discettava di queste cose e non per caso odiava e disprezzava ideologi cosmopoliti come Coudenhove-Kalergi. Conosco benissimo la complessità del controverso massone socialista Lelio Basso. Molte cose si posso apprezzare della sua vita e della sua opera. Non però l’affezione per Rosa Luxemburg (da Basso veicolata in Italia), che a te deriva chiarissimamente da questa fonte indiretta, interiorizzata acriticamente con il consueto stile dell’ “ipse dixit”. Tu ricordi l’influenza di Cattaneo sulla Costituzione e di Mameli sul patriottismo italiano? Appunto: porti acqua al nostro mulino. Mameli era un massone seguace dell’europeismo di Mazzini e Garibaldi. Cattaneo uno che sognava il federalismo per l’Italia e gli Stati Uniti d’Europa per il Vecchio Continente. Tu sei di formazione giuridica e parli con competenza di questioni costituzionali e giuridiche? Sicuro? Hai una formazione economicistica e non giuridica -come hai tenuto a precisare al mio Gran Maestro Gioele Magaldi, che me lo ha riferito- oppure il tuo back-ground cambia da contesto a contesto e ti piace recitare più parti in commedia al riparo della maschera ambigua che hai indossato per celarti alla pubblica opinione dei lettori? Perché se non hai mentito al GM Magaldi, e se sei quindi un semplice giovanotto laureato in economia e non in giurisprudenza (come ti sei voluto presentare a lui), mi sembrerebbe fuori luogo che in questo spazio telematico o altrove tu ti conceda il lusso di metterti in cattedra con riferimento a materie appunto giuridico-costituzionali, che esulerebbero dalla tua formazione. Le quali materie, nondimeno, si affacciano un po’ troppo spesso nei tuoi ragionamenti…Va be’, tanto tu sai che noi sappiamo più cose di te di quelle che ti piacerebbe far credere…Comunque, anche se tu fossi un giurista-costituzionalista del calibro di Carl Schmitt (che aggiungeva anche velleità da politologo alle altre sue velleità enciclopediche), ti diremmo- come avremmo detto a lui- che la “polymatheia” senza “sophrosyne” e adeguato “nous” conducono ad esiti aberranti, mediocri e insipienti anche le menti più dotate…
Potevi risparmiarti tutta la “pippa” su interno/esterno a proposito di sovranità nazionale e sovranità popolare. Hai detto cose scontate e banali. E dicendole, hai confermato che si tratta di due tipi di sovranità molto diverse, perché differenti sono gli ambiti cui si applicano e perché la sovranità nazionale e l’autodeterminazione/indipendenza verso l’esterno di un popolo governato da oligarchi, monarchi o dittatori è cosa ben diversa dall’autodeterminazione di un popolo che, all’interno come all’esterno, possa far valere meccanismi democratici di auto-governo. E poi ritorni con la fissazione dei russi…Esempio scelto malissimo e in modo inopportuno. Ti dai spesso e volentieri la zappa sui piedi da solo. I russi nella loro maggioranza e non nella loro generalità (sono sempre esistite robuste minoranze agognanti alla vera libertà e alla vera democrazia, sin dal Movimento Decabrista di matrice massonica del 1825 e anche prima), accettando l’asservimento alla propria classe dirigente e non a quella di eventuali popoli invasori, dimostrano solo di essere dei nazionalisti ottusi e pervicaci, ma di non avere affatto compreso e interiorizzato il diritto individuale e collettivo alla libertà, alla democrazia e all’affrancamento da qualunque servitù, sia essa autoctona o eteroctona. Io guardo con molto piacere Sky (il cinema + lo sport+ molte interessanti serie di telefilm, documentari, trasmissioni di cucina, etc.) e ogni tanto mi piace anche mangiare da Mac Donald. Il che non mi impedisce di essere un raffinato intellettuale versato in molte discipline e di frequentare i migliori ristoranti “stellati” o le trattorie di cucina locale più sfiziose e che usano le migliori materie prime. E il mio cervello non è fritto. Il tuo si, inizio a pensare, dal momento che sei pieno di pregiudizi e complessi, persino anti-televisivi, come se la tv non fosse che un mezzo mediatico accanto ad altri, come giornali, riviste e lo stesso web, su cui tu ti intrattieni per ore a vergare i tuoi involuti e prolissi interventi. A proposito del successo della Le Pen e della presunta paura di costei e di Sapir che avrebbero gli “oligarchi” filo UE e BCE attuali, adesso ho la certezza che il tuo quoziente di reale intelligenza (al di là delle apparenze più brillanti: quello è proprio un troglodita e non ha nemmeno la parvenza di un intelletto funzionante) non è molto superiore a quello dei tuo “devoto estimatore” Marcobaldi. Proprio questo esempio che mi fai sulla Marie Le Pen è la migliore palla che potevi alzarmi. Al fine di reiterare indefinitamente il consociativismo tra PPE e PSE, responsabili dell’attuale Europa matrigna e tecnocratica, gli oligarchi di cui sopra hanno bisogno di 10, 100, 1000 Le Pen, Sapir, Fronti Nazionali e Movimenti anti-europeisti analoghi. Tanto questi movimenti non avranno mai la maggioranza per cambiare alcunché del paradigma vigente in Europa e/o per porre fine alla UE e/o all’eurozona, ma la loro esistenza- sbandierata dai media mainstream come “pericolosa” e troppo “radicale”- fornirà sempre un ottimo alibi a socialisti e popolari europei per stare tutti insieme appassionatamente e impedire la formazione di un Fronte Progressista per il cambio reale di paradigma e la costruzione di democratici Stati Uniti d’Europa. La stessa cosa accade in Italia, con il Movimento 5 Stelle che, sin qui, ha costituito un ottimo alibi per il consociativismo altrui, giustificato peraltro dall’indisponibilità ad alleanze “progressiste” da parte dei pentastellati. Hai capito come funziona, deludente Rodion dall’intelletto sin qui colpevolmente sopravvalutato dal sottoscritto e da altri? I finanziamenti agli “anti-europeisti di professione” ci sono e la convenienza a stanziarli ed erogarli periodicamente anche. Dopo di che, ci sono anche gli anti-europeisti imbecilli e in buona fede che portano acqua al mulino degli oligarchi di cui sopra completamente gratis…Altrimenti, che imbecilli sarebbero? Sei anche ignorante come un discreto caprone, caro Rodion, perché la letteratura gli americani ce l’hanno eccome e, dal XIX al XX secolo, è stata anche una letteratura all’avanguardia sociale e culturale rispetto a quelle del resto del Mondo, spesso trainate e contaminate da essa. Studia tu, per capire, non per “credere”, che è verbo più adatto alla dimensione acritica degli anti-europeisti dogmatici piuttosto che a dei raffinati e liberi battitori come il sottoscritto e i suoi fratelli. Ho capito che a te non garbano le battaglie contro l’infibulazione e nemmeno quelle contro l’omofobia…Capisco. Dipenderà dalla tua affinità spirituale con le civiltà molto “liberali” della Russia e dell’Iran…Da ultimo, comprendo che la tua mente (sin qui sopravvalutata, e me ne scuso…) non colga certe distinzioni, ma esiste una differenza profonda tra la cazzata della “decrescita felice”, le modalità talora discutibili, presso certo “femminismo”, di rivendicare la sacrosanta parità di diritti politico-civili e condizioni socio-economico-culturali tra donne e uomini dopo secoli di asservimento e discriminazione del sesso femminile da parte di culture paternaliste e maschiliste (tuttora turgide, in Iran, Russia e dintorni…), e la ancora più sacrosanta e comprensibile esigenza di tutelare il sistema ecologico del pianeta o il diritto alla felicità e alla non discriminazione/vessazione per soggetti di orientamento sessuale diverso da quello della maggioranza. Tu metti tutto nello stesso calderone confusionario perché, ancora parafrasando Benedetto Croce, la tua stessa anima vive in stato di confusa perturbazione, trovando sollievo solo in qualche articolo dei codici e delle costituzioni (spesso male interpretate) e in questa solenne minchiata dell’anti-europeismo a prescindere e a priori- specie contro i fautori degli USE- mentre nel frattempo fai/fate bellamente il gioco dei potentati che non intendono concederti né gli USE nè lo smantellamento di questa UE infame e matrigna. Sogni d’oro, caro Rodion.
Affezionatissimo Fra’ Cazzo da Velletri

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
31 agosto 2014 alle 11:03
Caro Pitecantropo decerebrato di un Marcobaldi, ho pochissimo tempo da dedicarti. E la mia risposta sarà secca, tagliente e concisa, senza aderire a nuovi, interminabili e infecondi sbrodolamenti sul tema, con il torrenziale e sofistico Rodion. Protezionismo? No, grazie. Protezionismo, Nazionalismo, Imperialismo nazionalistico e Mercantilismo vanno a braccetto. Abbiamo già dato, a suo tempo, con la putrida stagione dell’Imperialismo tardo ottocentesco e primo novecentesco, che ha poi condotto a due Guerre mondiali. Non ti è bastato, Pitecantropo dei miei stivali? Inoltre, tante volte non lo sapessi, se una critica va fatta agli USA e ad altri paesi occidentali riguarda proprio il fatto che, pur propugnando ufficialmente la libertà dei mercati e degli scambi, in realtà mettono in atto palesi e/o occulte pratiche protezioniste. E la Germania merkeliana è la quintessenza del Neo-Mercantilismo. In sintesi, Noi progressisti (tu non sei niente, al massimo puoi essere definito il “classico scemo del villaggio globale”, che parla a vanvera e senza alcuna profondità storico-ermeneutica di concetti rimasticati in rosticceria…) vogliamo invece universale liberoscambismo e libera economia di mercato, salvo che in alcuni territori sottosviluppati la comunità internazionale decida di “proteggere” per un certo periodo la crescita industriale e commerciale di un certo popolo, impreparato all’urto della globalizzazione delle merci e dei capitali. Naturalmente, essendo progressisti, democratici e socialisti, oltre che liberali, non ci basta la globalizzazione delle merci e dei capitali, ma vogliamo anche quella dei diritti politici, civili, economici, sindacali, di giustizia sociale etc. E vogliamo entità pubbliche, democraticamente legittimate e rooseveltian-keynesiane (cioè sapientemente interventiste) sul piano economico quando occorra, sovraordinate a qualunque tecnocrazia e/o interesse oligarchico privato. Vogliamo la sovranità monetaria dei popoli e degli stati che li rappresentano e non l’autonomia mefitica, de facto privatistica, e in mala fede, delle Banche centrali. Tutto chiaro, “MacacoBaldi” che non sei altro? O ancora non hai capito che se una nazione fa il protezionismo a casa sua con le merci altrui, altre nazioni faranno lo stesso con le merci proprie in danno della prima nazione, e quanto una comunità nazionale guadagnerà proteggendo le sue industrie e le sue merci, altrettanto perderà vedendo limitare le sue esportazioni presso altri paesi che “si proteggano” nella stessa misura. Di qui le liti internazionali e poi di nuovo guerre feroci per guadagnarsi i mercati chiusi e “protetti”. Piuttosto, facciamo in modo che la Globalizzazione attuale (iniqua e predatoria in alcuni suoi funzionamenti) sia corretta avendo riguardo alla tutela di certi territori sottosviluppati ed evitando la perdita di ricchezze industriali e artigianali particolarmente pregiate ma a rischio di contrazione per una concorrenza sleale e non ben regolata a livello globale. Affezionatissimo Fra’ Cazzo da Velletri

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
31 agosto 2014 alle 13:08
Si, bravo! Infatti è chiarissimo da che parte stia io. E da che parte dovrei stare? Da quella dei nazionalisti fascistoidi, mercantilisti e protezionisti come TE, Macaco che non sei altro? Ti dirò di più: di dialogare con australopitechi di così bassa caratura come TE ne ho piene le palle. Vai a passare il tempo dinanzi alle slot-machines, al bingo o presso qualche circolo sgarrupato di sfaccendati: li troverai interlocutori alla tua bassezza, che non hanno niente di meglio da fare. Fra’ Cazzo da Velletri

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
31 agosto 2014 alle 15:35
Caro Marcobaldi, leggerò/leggeremo l’articolo linkato, ma nemmeno puoi pensare che io ed altri stiamo qui “sequestrati” a concionare tutto il giorno con te e altri della tua stoffa, che non siete neanche dei nemici (mentre fuori, nel Mondo “vero”, ci sono molti avversari temibili da sconfiggere, anche a vostro inconsapevole beneficio…), ma solo delle povere anime perturbate e confuse che anelano alla luce. Se vi impegnerete a scrollarvi di dosso un mucchio di insipienti e fuorvianti “credenze” e se vi disporrete ad accogliere in voi qualche nozione più solida e verace su come funziona il Mondo in cui vivete e su come siete manipolati anche quando credete di ribellarvi alla manipolazioni altrui, vedrai che un po’ di luce si farà strada anche nel tuo intelletto non troppo dotato. Ad maiora. Fra’ Cazzo da Velletri

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
31 agosto 2014 alle 15:54
Aggiungo che io non sono affatto un estimatore del “liberoscambismo” asimmetrico attualmente vigente nell’ecumene globalizzata. Il libero scambio che io/noi propugniamo deve essere “corretto” e “regolato” da una serie di misure volte a tutelare tutta una serie di territori non ancora maturi per una concorrenza su un piano di parità con determinati players globali. Dopo aver avuto accesso al link poc’anzi, credo peraltro di aver già letto quel testo. E posso dire che contiene alcune critiche e suggestioni condivisibili, altre meno. Ma non è questo il punto. Rifiuto per principio, in questa sede, una discussione scientifico-accademica su un articolo che si presenta con pretese “scolastico-tecnicistiche”. Secondo me/noi, come abbiamo detto e ripeteremo ad oltranza, non sono i tecnici dell’economia a dover decidere quale sistema sia il migliore, bensi il Popolo Sovrano e i suoi rappresentanti politici pro-tempore, beninteso dopo aver consultato (come sobri esperti, non come indovini, sciamani o guru) anche degli economisti di diversi orientamenti. E siccome la mia/nostra weltanschauung si è nutrita negli anni di molti studi e letture anche economicistiche, posso ribadire che la mia sintesi è la seguente. Non è mai esistito, sin qui, un sistema economico migliore del Capitalismo liberoscambista nel procacciare benessere generalizzato per la maggior parte di esseri umani (a tal riguardo, hanno fallito miseramente tutti i sistemi pre o anti-capitalisti, dall’economia feudale al mercantilismo protezionista, dal corporativismo fascista o fascistoide al comunismo e così via). D’altra parte, c’è capitalismo e capitalismo. Altra cosa è il neoliberismo liberoscambista che imperversa attualmente nel Mondo globalizzato (e verso quello le critiche di Sapir hanno tutta la mia condivisione e solidarietà), altra ancora un modello di libera economia di mercato dove l’accesso al capitale sia garantito ai molti e non ai pochi, dove talora si intervenga con iniziative “a protezione” di sistemi economici sottosviluppati, sottraendoli ad una globalizzazione forzata e strupratice, dove i poteri pubblici abbiano sempre la facoltà di correggere e integrare le molte imperfezioni del “mercato”, e dove tutti e ciascuno abbiano diritto alla “piena occupazione” dignitosamente retribuita. Amen, per ora. Fra’ Cazzo da Velletri

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
31 agosto 2014 alle 16:57
Caro Marcobaldi, sul modo di regolare il liberoscambismo, ho già risposto: in un diverso quadro politico-istituzionale globale (globalizzazione della democrazia, dei diritti politici e civili ma anche sindacali, con l’universalizzazione della piena occupazione e del diritto di tutti e ciascuno ad una dignitosa retribuzione), in un contesto di attenzione sovranazionale ai diversi gradi di sviluppo di differenti territori, possono anche essere adottate misure temporanee e chirurgiche di “protezionismo ad hoc” (pacifici e condivisi multilateralmente), ma solo in tutela di paesi e industrie sottosviluppate di cui si intenda favorire l’opportuna crescita al riparo di concorrenze asimmetriche. Del TTIP diciamo che, nel contesto della globalizzazione attuale, non ci convince affatto. In un altro contesto e con altre modalità di confezione, saremmo senz’altro favorevoli. Ma bisogna prima costruirlo, quell’ “altro contesto” di globalizzazione democratica sostanziale cui mi riferisco. Buona serata. Fra’ Cazzo da Velletri

Fra' Cazzo da Velletri scrive:
31 agosto 2014 alle 21:47
Caro Spartaco, certo che alcuni massoni crearono in vitro Mussonini e il fascismo e li imposero in Italia e in moltre altre lande europee ed extra-europee, ma si trattava di massoni reazionari, conservatori e oligarchici. Fra di loro,un Winston Churchill che più tardi ebbe a pentirsi e a riscattarsi dei suoi errori pregressi e che collaborò con FD Roosevelt e le migliori avanguardie massoniche progressiste per sconfiggerlo, il nazi-fascismo. Prima di Occupy Wall Street e dei grillini (ma di quali grillini parli, visto che Grillo, Casaleggio e diversi loro seguaci ortodossi con il capitalismo ci vanno a nozze: Casaleggio persino con quello più becero e neoliberista, pensa un po’…) anche i comunisti di tutto l’orbe terracqueo hanno demonizzato la libera economia di mercato. Risultato? Ci troviamo ex comunisti (italiani e non) che prima criticavano Keynes e Roosevelt da sinistra (si fa per dire) e ora lo disdegnano da destra. Due bei personaggi di questo tipo sono i massoni neo-aristocratici Giorgio Napolitano e Pier Carlo Padoan, entrambi allevati nel PCI e alle “luminose” dottrine anti-capitaliste del Marxismo…Guarda ora dove sono finiti…Quanto a Occupy Wall Street e ai grillini, comunque, si tratta di fenomeni transeunti e contingenti che, per la loro eterogeneità e fragilità intrinseca, non lasceranno un grande segno concreto nella Storia. Come che sia, a tutti gli anti-capitalisti vorrei chiedere: qual’è il modello socio-economico da voi proposto? Non mi si risponda l’economia curtense e feudale, quella mercantilista e protezionista dell’epoca imperialista (passata e presente, visto che anche i governi degli ultimi anni di Germania, USA, Cina, etc., spesso hanno fatto uso sia del protezionismo che del mercantilismo, in barba ai peana in nome del libero mercato e del libero scambio) oppure quella fascio-corporativa o peggio ancora di matrice comunista, perché altrimenti mi metto a sghignazzare e a compatire tutti coloro che, volendo passare dal neoliberismo vigente ad uno di questi sistemi, non sappiano di cadere dalla padella nella brace…e che brace! Sul sostegno di massoni anglo-americani reazionari al fascismo e al nazismo, ne abbiamo sempre parlato noi dell’area di GOD. Qual’è la novità? Molti di essi, peraltro, si riunirono nell’ “American First Committee”, contrario all’intervento militare americano contro Hitler e Mussolini e acerrimo nemico dell’amministrazione Roosevelt. Ma gente come FD Roosevelt, G. Marshall, B. Baruch (finanziere filantropo e illuminato come pochi), G. Swope, etc., fece un solo boccone dei simpatizzanti a stelle e strisce delle camicie brune e nere, e restituì all’Europa e al Mondo la possibilità della democrazia e della libertà. Che non soni mai, bada bene, una conquista definitiva e sicura. Hai ragione quando invochi dei correttivi che limitino la concentrazione di ricchezze. Mi permetterei di suggerire, tuttavia, che tali correttivi (anti-monopolistici e anti-oligopolistici) non si tramutino in espropriazione statale di ricchezza privata legittimamente guadagnata, che è cosa sbagliata al pari dell’espropriazione privatistica di risorse e ricchezze collettive, problema su cui si è soffermato a lungo il massone socialista Jean Ziegler. Buona notte. Fra’ Cazzo da Velletri

 

 

Ecco qua.
Divertente la lettura?
Speriamo di si, e magari anche utile a meditare su chi persegua effettivamente cosa, in questa temperie contemporanea dove quasi nessuno è quello che sembra. Dove il bipensiero orwelliano impazza allegramente, facendo apparire come dei sedicenti patrioti solleciti del benessere popolare e “nazionale” coloro che, da anti-europeisti a prescindere, fiancheggiano (con dolo taluni, altri in buona ma stolta fede) oggettivamente i piccoli e medi architetti di questa costruzione europea iniqua e anti-democratica (la UE, con la sua BCE in mano a interessi privati). Un edificio pseudo-europeo che è quanto di più “infra-nazionalistico” e “anti-federalista” possa sussistere, con la sua giustapposizione tra nazioni non integrate in alcun vero contesto politico legittimo e legittimato dal basso di rango continentale; e con i potentati oligarchici alle sue spalle che utilizzano l’eurotecnocrazia e le nazioni kapò come la Germania e altre vice-kapò come Francia, Olanda, Austria, Finlandia, etc., in danno dell’interesse generale del Popolo Europeo Sovrano NON rappresentato dal Parlamento ornamentale di Strasburgo.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 31 agosto-1 settembre 2014 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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