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L’aspirante massone Matteo Renzi, La Gabbia di Gianluigi Paragone, Nessuno, Dagoreport, e i reali rapporti del premier italiano con i massoni oligarchici Mario Draghi e Giorgio Napolitano

 

 

 

 

L’altro giorno, in

L’aspirante massone Matteo Renzi, Dagoreport e i reali rapporti del premier italiano con i massoni oligarchici Mario Draghi e Giorgio Napolitano. Parte I (clicca per leggere),

spiegavamo che i reali rapporti tra Napolitano/Draghi e Matteo Renzi non sono quelli immaginati e illustrati dai pur bravi redattori del Sito Dagospia.
Con poca fantasia e ancor minore cognizione di “come stiano realmente le cose nelle stanze del potere”, anche il fantomatico “Nessuno” - il quale pretende di saper disvelare i più remoti “penetrali dell’establishment” italiano ed extra-italiano a beneficio dei telespettatori de La Gabbia di Gianluigi Paragone - ha clamorosamente toppato sul senso reale della strana coincidenza fra i richiami di BCE e FMI all’Italia su deficit e conti pubblici, nello stesso momento in cui Matteo Renzi illustrava le sue (flebili) manovre per rilanciare i consumi e dare qualche soldo più in busta paga a lavoratori con basso reddito.
Mentre Dagoreport e “Nessuno” si immaginavano un conflitto tra Napolitano-Draghi-Lagarde e Matteo Renzi, “richiamato all’ordine” in quanto intenzionato ad elevare il rapporto Deficit/PIL da 2,6% al 3% (sai che grande cosa!), la realtà era piuttosto quella del ben collaudato format che vede periodicamente Mario Draghi far finta di confliggere con Jens Weidmann della Bundesbank, mentre Angela Merkel simula di fare da moderata mediatrice.
In queste messinscene, d’altronde, ci guadagnano tutti gli attori coinvolti.
Ci guadagnano, lucrando sulla pelle del popolo, trattato per di più come minchione.
Il massone reazionario Weidmann, che recita il ruolo del cattivissimo e arcigno custode della super-ortodossia dei conti tedeschi ed europei, si limita a fare se stesso, mentre il massone altrettanto reazionario Mario Draghi viene presentato come l’eroe buono che cerca di attenuare quel rigore (ma proprio non può, oltre un certo limite, perché Weidmann vigila e abbaia…) e di utilizzare la BCE per salvare le nazioni…Alla sorella Angela Merkel, invece, il ruolo di mediatrice, sempre un po’ cattivella, ma infinitamente meno terribile ed estremistica di Weidmann.
Risultato: poiché spinte uguali e contrarie si bilanciano e neutralizzano fra loro, tutto rimane sempre come prima e la BCE prosegue indisturbata a prestare miliardi di euro a tassi bassissimi alle banche (le quali utilizzano questi soldi, sempre e soltanto quando e se glielo impone Draghi, per acquisire titoli di Stato dei paesi europei, e/o per farsi i propri privati affari), ma non impegna nemmeno un euro per finanziare in modo diretto o indiretto la ripresa dell’economia reale. Meglio ancora, dall’EuroTower di Francoforte si minacciano costantemente i governi delle nazioni europee in crisi che, se non provvedono rapidamente a smantellare welfare e servizi sociali, se non avviano massicce privatizzazioni e dismissioni di aziende e beni pubblici, se non praticano sanguinosissime spending review, il Venerabilissimo Maestro della BCE provvederà a ripetere ad hoc il trattamento a suo tempo riservato all’ultimo governo Berlusconi: ovvero cessazione sistemica nell’acquisto di titoli di Stato di questo o quel paese e moral suasion verso banche e investitori per vendere i medesimi titoli, provocando così un progressivo e logorante aumento dello “spread” con i titoli tedeschi…
D’altra parte, dopo aver imposto all’Italia, alla Grecia, alla Spagna, al Portogallo e all’Irlanda governi tecnocratici e/o politici guidati da fedeli esecutori di politiche recessive e depressive, l’astutissimo Mario Draghi (che nulla aveva fatto per mesi, onde abbassare lo spread dei titoli statali europei in sofferenza) ha avuto anche l’impudenza di presentarsi e farsi rappresentare dai media compiacenti e asserviti come “il salvatore dell’economia europea”…
In virtù di cosa?
In virtù del fatto che, con colpevole, doloso e scientifico ritardo, si è limitato a far presente che la BCE avrebbe anche potuto agire come “Banca prestatrice/acquirente secondaria di ultima istanza” rispetto ai titoli statali europei in sofferenza.
Peccato che ormai molte società ed economie europee (compresa quella italiana) erano state “commissariate” e macellate allegramente a suon di tagli, aumento delle tasse, altri provvedimenti volutamente recessivi.
Ebbene, la pantomima fra Matteo Renzi e Napolitano/Draghi/Lagarde/Merkel è analoga.
L’aspirante massone Matteo Renzi partorisce il “topolino” di pochi miliardi che non cambieranno una virgola nello stato disastroso dei consumi italiani (i famosi 80 euro in più ad alcuni lavoratori -ampiamente compensati in senso recessivo da tagli vari alla spesa pubblica e dunque da sottrazione di reddito a fornitori e prestatori d’opera coinvolti in tale “spesa rivista”- più altri simili pannicelli caldi) ma, siccome anche queste inoffensive e insignificanti misure vengono stigmatizzate da BCE, UE e FMI come “non allineate” all’obiettivo di far calare ulteriormente il livello del rapporto Deficit/PIL, ecco che Renzi viene rappresentato come un coraggioso e gagliardo premier che “osa sfidare” la famigerata Troika e tutta l’euro-tecnocrazia al seguito di essa.
Cazzate.
Cazzate mistificatorie, manipolatrici e anche infami.
Non esiste alcun conflitto o differenza di vedute sostanziale tra Napolitano/Draghi/Lagarde, etc. e Matteo Renzi.
Tutti insieme appassionatamente recitano i ruoli dei “poliziotti buoni o cattivi” a secondo delle circostanze (come quando il Fratello contro-iniziato Napolitano andò a tuonare contro l’austerità all’Europarlamento…e poi, ancora adesso, difende come assoluti i parametri del Fiscal Compact che di quella austerità sono l’espressione operativa più brutale e assurda).
Come esplicato in

L'aspirante massone Matteo Renzi a Palazzo Chigi, fra spinte massoniche reazionarie e auspici massonici progressisti. Sottotitolo: Come sono andate effettivamente le cose nei mesi e nei giorni scorsi, a partire dalla graduale bastonatura del Fratello Napolitano... (clicca per leggere)

Massoneria, Governo Renzi e altre questioni. Intervento di Gioele Magaldi a Border Nights del 25 febbraio 2014 (clicca per leggere)

e in altri interventi, è stato proprio Mario Draghi a manovrare per una staffetta tra Letta e Renzi, per specifiche ragioni.
E Napolitano, che dapprima era contrario ad un simile avvicendamento (che gli avrebbe tolto un po’ di potere e peso specifico), ha dovuto poi fare buon viso a cattivo gioco, dopo la bastonatura montata ad arte del caso “Alan Friedman - Corriere della Sera - Financial Times”.

Quindi, cari amici di Dagoreport e cari curatori della rubrica di “Nessuno” all’interno de La Gabbia di Gianluigi Paragone, avete completamente frainteso il senso dei richiami di BCE e FMI al governo italiano e a Renzi: lungi dall’essere una pietra d’inciampo per le sue misure all’acqua fresca, quei richiami servono a magnificarne artificiosamente e mistificatoriamente la portata, suggerendo in modo subdolo e manipolatorio all’opinione pubblica che,  se la Troika si oppone e/o critica tali misure renziane in quanto potenzialmente trasgressive del Fiscal Compact (in realtà perfettamente allineate ad esso), allora vuol dire “che Renzi sta facendo sul serio, con coraggio, sprezzo del pericolo e abnegazione in servizio degli interessi nazionali, più che di quelli euro-tecnocratici”.
Invece, come spesso accade, l’opinione pubblica è raggirata e manipolata, complice anche una pletora di operatori mediatici insipienti (quando sono in buona fede) o corrotti e asserviti (quando sono in mala fede).

 

I  FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 20 marzo 2014 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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