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Commento di Grande Oriente Democratico a: “La crisi economica e il Back-Office del Potere: incontro con Gioele Magaldi”, articolo del 6 maggio 2012 per AIRESIS:YOUR CHOICE

 

 

 

 

Un commento breve ma necessario.
Il cui punto di partenza è:

“La crisi economica e il Back-Office del Potere: incontro con Gioele Magaldi”, articolo del 6 maggio 2012 per AIRESIS:YOUR CHOICE (clicca sopra per leggere),

pezzo pubblicato sul Blog “Airesis: your choice” (http://airesis.wordpress.com).

Va tutto bene e, per quanto ci è dato considerarne, il resoconto dell’autore dell’articolo esprime correttamente il pensiero del Fratello Magaldi.
Certo, non si dovrà commettere l’errore di considerare il pezzo in se stesso più di una superficiale trasvolata concettuale su questioni di grande complessità storico-culturale ed ermeneutica.
Quindi, a patto di essere pienamente consapevoli dei limiti di tale esposizione, la possiamo considerare un utile viatico preliminare all’intelligenza di problemi di natura politica, sociologica,  antropologica, economica, filosofica e spirituale che vengono a malapena sfiorati da tale pur gradevole volo d’uccello.
Non per caso, il Fratello Magaldi ha finora dovuto più volte posticipare la consegna all’editore del suo libro Massoni. Società a responsabilità illimitata, rimandandone più volte la pubblicazione, nel tentativo di sintetizzare correttamente ed esaurientemente una vasta e complessa mole di analisi, testimonianze, documenti, elaborazioni critico-esegetiche.

Tanto più risalta, tuttavia, la necessità che questo libro prenda presto la via della pubblicazione e della distribuzione capillare, percependo la confusione interpretativa della Modernità che caratterizza trasversalmente l’opinione pubblica di ogni livello culturale, ceto sociale e tendenza politica.
Anche nel caso di almeno un commento (rappresentativo di analoghe considerazioni che infestano il web e/o altri luoghi di discussione privati o aperti al pubblico) apparso in questa occasione sul Blog “Airesis: your choice” (http://airesis.wordpress.com), si dimostra con grande evidenza un disagio ermeneutico diffuso e un’assenza di solidi strumenti filologici, storiografici e sociologici per valutare con un minimo di rigore e acribia l’età moderna e contemporanea.

Scrive tale “Edoardo Casini” a commento di “La crisi economica e il Back-Office del Potere: incontro con Gioele Magaldi”, articolo del 6 maggio 2012 per AIRESIS:YOUR CHOICE (clicca sopra per leggere):

pneumatici = black nobility? chissa’… condivido al 100% tutta l’analisi, anche se secondo me Magaldi “impoverisce” e non poco certi meccanismi di potere che da almeno 2 secoli stanno rinvigorendo il loro status; ergo, se esistono fazioni bianche e fazioni nere negli stessi circoli “pneumatici”, com’e’ che i “neri” son riusciti a produrre ben 2 guerre mondiali e dozzine di conflitti minori, epocali rivoluzioni economiche e altrettante gigantesche crisi depressive, piu’ tutto il resto?
Se oltre ad un Saruman esiste anche una compagnia dell’anello, per usare una metafora, nella mia modesta analisi, di certo il potere sopratutto in questi ultimi 200 anni non e’ stato nelle mani di questi ultimi, e non vedo segnali di rinnovamento altrettanto oggi… vedremo poi che cosa tirera’ fuori nel suo libro!
Edoardo Casini ha detto questo su maggio 6, 2012 a 1:10 pm

Orbene, caro amico Edoardo (o chiunque si celi dietro questo nome e chiunque - e pare siano tantissimi - sia convinto di una omogeneità storica dell’esercizio del “potere” negli ultimi 200 anni ), intanto Magaldi non “impoverisce” alcunché, visto che semmai l’articolo in questione tentava di tradurre in poche parole e concetti sintetici una piccola frazione delle riflessioni di Magaldi, “catturate” in un colloquio informale.
Qualunque “impoverimento”, semmai, va attribuito alla comprensibile difficoltà di riassumere (da parte dell’autore del pezzo) in poche righe i frammenti occasionali di un pensiero che si applichi a materie molto complesse e ostiche per la comprensione collettiva ed individuale.
Ma il punto non è questo.
Dal tuo linguaggio, caro amico Edoardo, che esordisce con una equazione black-nobility (nobiltà nera)= pneumatici , già si prende atto che non hai affatto compreso ciò che l’autore dell’articolo (riportando le riflessioni di Magaldi) afferma a proposito degli “pneumatici”.
Tu (e con te tutta una stirpe ormai consolidata e vastissima di lettori di materiali web e cartacei partoriti da autori complottisti e cospirazionisti ) traduci il concetto per te inedito di “sedicenti aristocratici dello spirito” (pneumatici) in quello più consueto di “nobiltà nera”, che si inserisce da tempo in quel filone narrativo (storicamente inconsistente) che ciancia di linee di sangue nobile o regale provenienti da remote antichità, di stirpi ancestrali che si incrociano tra loro a livello endogamico per generare anche le classi dirigenti contemporanee, di una inesistente egemonia planetaria di famiglie aristocratiche sopravvissute alla distruzione dell’Ancien Régime, e così via.
Piuttosto, una delle cifre interpretative della redistribuzione del potere in epoca moderna e poi contemporanea, passa per il fatto – e questo era il senso del ragionamento di Magaldi, supponiamo - che alle vecchie oligarchie del sangue si sostituiscono sedicenti aristocrazie dello spirito che sono nel contempo oligarchie del denaro, della finanza e dell’industria.
Ma, contemporaneamente, mentre questi nuovi “ottimati” aspirano ad una guida dei destini dell’uomo moderno e contemporaneo, altri Massoni, autenticamente progressisti, liberali, democratici e appartenenti anch’essi a quelle avanguardie politico-culturali che abbatterono il vecchio ordine, hanno costantemente cercato di impedire (con successo) una simile riedizione (moderna) del governo dei pochi sui molti, riuscendo anzi ad allargare sempre di più il ventaglio dei diritti civili e politici delle masse, accompagnando la trasformazione dei sudditi in cittadini.
E qui veniamo al tuo squinternato ragionamento sulle fazioni bianche e nere, con i “neri” che avrebbero prodotto

“ben 2 guerre mondiali e dozzine di conflitti minori, epocali rivoluzioni economiche e altrettante gigantesche crisi depressive, piu’ tutto il resto?”,

e con la tua sbalorditiva conclusione  che:

“Se oltre ad un Saruman esiste anche una compagnia dell’anello, per usare una metafora, nella mia modesta analisi, di certo il potere sopratutto in questi ultimi 200 anni non e’ stato nelle mani di questi ultimi, e non vedo segnali di rinnovamento altrettanto oggi… vedremo poi che cosa tirera’ fuori nel suo libro!”

Facciamo un po’ di conti.
200 anni fa esatti era il 1812.
Se prendiamo i tuoi 200 anni con un po’ di approssimazione e ci aggiungiamo appena altri 24 anni retrocediamo al 1788, un anno prima dell’inizio ufficiale della Rivoluzione Francese.
Se ai generici due secoli aggiungiamo invece 37 anni, giungiamo al 1775, un anno prima della ufficiale Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America.
Dunque, vorresti, caro Edoardo, mettere meglio a fuoco la tua enunciazione?
Negli ultimi (circa) 200 anni (224 o 237), si inaugura una nuova era,  segnata dalle due grandi rivoluzioni settecentesche.
Anzi, dalle tre grandi rivoluzioni settecentesche, perché bisogna aggiungervi anche la Rivoluzione Industriale, che esplode in Gran Bretagna ugualmente nella parte finale del XVIII secolo.
Quella lontana Rivoluzione industriale e tecnologica che, nei suoi sviluppi degli ultimi due secoli, ha consentito a te e a Noi di dialogare tramite il web, di avere radio, telefono e televisione, acqua calda, luce elettrica, elettrodomestici, automobili, moto, aerei e persino navicelle spaziali e satelliti, oltre che uno sviluppo parallelo di conoscenze scientifiche da applicare alla medicina e al miglioramento generale delle condizioni quotidiane di vita.
Eh già, perché prima che i Massoni si prendessero la briga di sconvolgere l’umana società con innovazioni politiche, civili e tecnologiche, si erano anche impegnati nella Rivoluzione Scientifica seicentesca, anch’essa molto favorita, nella sua successiva evoluzione, degli sviluppi libertari post-rivoluzionari dell’800 e del ‘900.
Caro Edoardo, che cosa ci vuoi significare, che il Mondo e le società umane, secondo te, erano migliori prima della Rivoluzione scientifica (con i vari Giordano Bruno mandati al rogo e i vari Galileo Galilei costretti all’abiura), della Rivoluzione industriale, della Rivoluzione Americana e della Rivoluzione Francese?
Libero di pensarla così, ma questo è proprio il punto di vista della vera black nobility e delle gerarchie vaticane più retrive e anti-moderniste, le quali, rispetto a tali rivoluzioni (specie quelle politiche) furono radicalmente ostili e reazionarie.
Infatti, quelle rivoluzioni distruggevano tutto un ordine sociale, politico e culturale fondato sul dominio ierocratico/aristocratico di re, nobili ed ecclesiastici sulla maggioranza schiacciante della popolazione (borghesia, popolani, contadini).
La Massoneria tutta (quella progressista, quella moderata e quella che successivamente sarebbe divenuta parzialmente reazionaria, con i suoi sogni neo-oligarchici ed elitari) aveva comunque lungamente preparato, lungo il XVIII secolo (con la piccola eccezione di alcuni contro-iniziati tradizionalisti infiltrati nelle logge), un processo di trasformazione politico-sociale che per certuni doveva essere riformista e moderato, per altri rivoluzionario.
Alcuni Massoni moderati e riformisti, di fronte ai traumi rivoluzionari (e alcuni ancor prima, dinanzi ad alcune istanze illuministiche radicali di alcuni Fratelli) divennero conservatori e/o reazionari (è il caso di Edmund Burke, di Joseph de Maistre, di Augustin Barruel e persino di Francois Charette e Henry de La Rochejaquelein, leaders dell’insurrezione vandeana contro-rivoluzionaria), ma prevalsero egualmente quelli che tu definisci i “bianchi”, i Massoni Progressisti.
Caro Edoardo, su tutto ciò e su alcuni accenni significativi ad alcuni passaggi fondamentali degli ultimi “200 anni”, ti rimandiamo (e con te altri che abbiano la tua stessa confusione storiografica sulla genesi della modernità e della contemporaneità) ad un nostro precedente contributo, che ti consigliamo di leggere attentamente e ben meditare:

In omaggio ai Valori del 14 luglio, riflettiamo su Destra e Sinistra Massonica: uno scontro secolare tra elitarismo e democrazia, autoritarismo e libertà, gerarchia e uguaglianza, paternalismo e fratellanza (clicca sopra per leggere).

Da tale lettura ben comprenderai che se è vero che il controllo del Potere mondiale è da circa 200 anni in mano al network libero-muratorio internazionale preso nel suo complesso (nonostante la sussistenza di antagonisti esterni come le componenti confessionali e integraliste delle religioni organizzate o come il comunismo sovietico e internazionale nel XX secolo, peraltro niente affatto in grado di mettere seriamente in discussione tale egemonia massonica e para-massonica), è anche vero che, in una dialettica aspra e sanguinosa, quelli che tu chiami i “bianchi” hanno sempre sconfitto quelli che definisci i “neri”.
Ma questa è una semplificazione “neo-manichea”, che davvero impoverisce la dinamica dei meccanismi di potere, come diresti tu.
La lotta per l’egemonia ha avuto, in questi ultimi due secoli circa, diversi protagonisti, co-protagonisti e antagonisti, che solo una semplificazione sommaria potrebbe ridurre alle facili categorie di “bianchi” e “neri”.
Più calzante parlare di Massoni Progressisti, Moderati, Conservatori o Reazionari, spalmati tra una “Destra” e una “Sinistra” latomistica, cui andrebbe aggiunto un “Grande Centro” di opportunisti arruolabili nell’una come nell’altra schiera.
D’altra parte, per dirla sempre con le tue parole, ringrazia il Grande Architetto dell’Universo del fatto che - se anche tu non te ne sei accorto, perché magari avresti preferito essere governato da Luigi XVI, da Metternich, da Pio IX, da Mussolini e Hitler o da Stalin - è esistita una qualche forma di “Compagnia dell’Anello” che ha impedito a re e papi di arrestare il progresso democratico, laico e liberale e l’emancipazione dei popoli; così come ha impedito al nazi-fascismo prima e al comunismo poi di travolgere quelle faticose conquiste libertarie e pluraliste distillate a fatica attraverso l’impegno di certe avanguardie massoniche alleate con le masse popolari più coraggiose e consapevoli.
La prima guerra mondiale fu vinta dalle potenze (relativamente) democratiche contro gli imperi reazionari di Austria, Germania e Russia (anche se l'Impero russo in questa occasione combatteva strumentalmente e contingentemente al fianco di Francia e Regno Unito, di fatto il suo regime autocratico e illiberale, assai più affine a quello degli  imperi centrali che non a quello delle democrazie occidentali, franò miseramente proprio in seguito agli eventi bellici del 1914-17).
Certo fu una guerra “sporca”, con interessi torbidi sottostanti da una parte e dall’altra, inutilmente crudele per milioni di vite falciate via.
Ma le guerre appartengono alla storia dell’uomo da sempre (non solo da 200 anni a questa parte, ed è ovvio che se crescono le conoscenze tecnologiche, crescerà anche la potenza distruttiva degli eserciti) e non è vero che è indifferente quale modello di organizzazione socio-politica ne emerga vincente: nel 1918 fu molto meglio che vincessero USA, Francia, Gran Bretagna e Italia che non le nazioni illiberali e autoritarie dell’area russa (prima della rivoluzione del 1917) e austro-tedesca.
Nel 1945, forse avresti preferito una vittoria dei nazi-fascisti e di alcune oligarchie massoniche reazionarie della City di Londra e di Wall Street che li avevano sostenuti e finanziati?
O è stato meglio che vincessero i Massoni democratici e libertari che si scelsero come rappresentanti simbolici il Fratello Progressista Roosevelt e il Fratello moderato Churchill?
Poi, certo, caro Edoardo, se tu hai studiato la storia moderna e contemporanea sui manuali di qualche illetterato complottista che vede tutte le guerre e tutti i conflitti moderni come l’opera di un’unica mente collettiva o elite diabolica (Saruman o Sauron e le loro corti) che ricopre tutte le parti in commedia (tanto quelle dei progressisti che quelle dei conservatori e reazionari, tanto quelle di socialisti, democratici e liberali che quelle di nazisti, fascisti e comunisti), allora sei ben avviato a non capire mai nulla né del mondo in cui vivi, né dell’universo massonico reale, né del cosiddetto Back-Office del Potere, ben più articolato di quanto comunemente si creda.
Anche perché la storia e la società non si studiano leggendo le strampalate teorie (diffuse sul web o in libri di quart’ordine) di improvvisati e autodidatti esegeti il cui comun denominatore è la vocazione a semplificare ciò che è complesso e l’assenza di seri strumenti filologici e storiografici.
La storia e la società si studiano seriamente, vagliando con padronanza erudita ed ermeneutica, e con orientamento scientifico, testimonianze e documenti del presente e del passato, primari e secondari, diretti e indiretti.
Lo stesso dicasi per l’economia.
Che vuoi dire, Edoardo, quando parli di “epocali rivoluzioni economiche” e le ascrivi alla parte “nera e tenebrosa” degli ultimi 200 anni?
Forse ce l’hai con la libera economia di mercato, un’altra conquista importantissima che ha consentito a te, a Noi e a miliardi di altri esseri umani di uscire dallo stato di penosa indigenza e sotto-sotto-sviluppo in cui versavano i nostri antenati?
Sai quale sia l’alternativa alla libera economia di mercato/capitalismo/ libertà nella proprietà privata dei mezzi di produzione sviluppatasi in Occidente negli ultimi 200 anni?
O il ritorno alla società feudale (con la sua penuria di risorse e di produttività e le sue disuguaglianze socio-economiche ovunque diffuse che erano mille volte più cruente di quelle più clamorose e feroci del mondo contemporaneo, là dove sussistono) oppure la corsa verso il sole dell’avvenire comunista, che tanta bella prova ha dato di sé prima in URSS e poi nella Cina attuale, dove i burocrati del Partito Comunista Cinese si sono trasformati in oligarchi che sfruttano la manodopera semi-servile e semi-feudale dei loro “neo-sudditi”.
Perciò, caro Edoardo (e con te tutti quelli che scrivono o parlano senza avere adeguati strumenti storico-comparativi), tieniti strette le rivoluzioni economiche degli ultimi 200 anni, insieme a tutti gli altri eventi “rivoluzionari” dello stesso periodo temporale, che hanno consentito a Te e a Noi di parlare, esprimerci e discutere liberamente senza essere arrestati, torturati o mandati al rogo; di liberamente intraprendere un’attività economica o professionale; di criticare aspramente e mandare a casa i nostri governanti se amministrano la res publica in modo inefficiente o iniquo.
Che poi, dopo decenni (dal Dopoguerra agli anni ’70-80) di grande sviluppo economico, progressiva giustizia sociale e prosperità per l’Occidente (e ingiusto sotto-sviluppo e sfruttamento dei Paesi del Terzo e Quarto Mondo, questo va aggiunto), a fronte di un pericolo di involuzione oligarchica (ad opera effettivamente di MASSONI “REAZIONARI” e “NERI”, come diresti Tu) delle stesse nazioni rette da democrazie liberali e di una Globalizzazione realizzata in modo scriteriato e rapace, si voglia invocare un nuovo corso riformatore per la politica e per l’economia globalizzata, questo è un altro discorso.
Ma è un discorso che non conduce e non può condurre verso la decrescita economica e/o il mito anarco-ecologista-primitivistico del ritorno alla “natura” e ai “buoni selvaggi” (di rousseauiana memoria), né ad un nuovo feudalesimo, né verso l’incubo comunista.
E’un discorso, se vuole essere serio, sano e foriero di benessere e giustizia sociale, che conduce a magnificare e sviluppare tutte le migliori istanze progressiste tanto della democrazia liberale che del capitalismo.
E’ il discorso espresso con chiarezza e onestà intellettuale da Gioele Magaldi in

Editoriale del 22 febbraio 2012: "Socialismo Liberale. Non Socialdemocrazia in senso classico e nemmeno Terza Via di Anthony Giddens e della defunta ditta Bill Clinton-Tony Blair", di Gioele Magaldi (clicca sopra per leggere)

e in

Editoriale del 7-9 maggio 2012: “I veri anti-europeisti Merkel, Sarkozy, Draghi, Van Rompuy, Monti, Papademos, Rajoy, etc., agenti e/o  ascari della Tecnocrazia, e il Socialismo Liberale per un’Europa unita a sovranità popolare”, di Gioele Magaldi (clicca sopra per leggere).

 

Parlare di storia, di politica e di economia non è esercizio per dilettanti, orecchianti e pappagalli delle altrui mistificazioni superficiali. E quando lo diventa, produce mostri della ragione e incubi dell’immaginazione.
Occorre piuttosto cercare di emanciparsi dai propri pre-giudizi e studiare, meditare, rielaborare con capacità di discernimento una polifonia di documenti, testimonianze e visioni interpretative.

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 7-9 maggio 2012 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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