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Breve Commento agli ultimi articoli di Sergio Di Cori Modigliani, sull’eccellente Blog “Libero Pensiero: la casa degli italiani esuli in patria” (http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.com )

 

 

 

 

Non c’è che dire, ci piacciono molto i contenuti, ma anche lo stile narrativo accattivante del “libero pensatore” Sergio Di Cori Modigliani, intellettuale poliedrico: artista (dipinge quadri davvero belli), giornalista, opinionista dalla vasta ed eclettica cultura.
Per queste ragioni di stima non superficiale e di indubbio apprezzamento, abbiamo segnalato e segnaleremo ancora, sul nostro sito ufficiale www.grandeoriente-democratico.com , degli articoli che ci sembrino trattare di tematiche vicine alla nostra sensibilità, ai nostri interessi e al tipo di battaglie culturali e civili che quotidianamente ingaggiamo.

In questa occasione, segnaliamo all’attenzione del nostro pubblico e raccomandiamo alla lettura, ad esempio, un pezzo intitolato “Mentre l’Italia dorme il suo continuo sogno narcolettico, l’Europa si interroga con vigore sulla vittoria dell’estrema destra violenta e radicale nel mondo occidentale”del 1 agosto 2011, by Sergio Di Cori Modigliani, che consideriamo perfettamente complementare a quanto Noi stessi scrivevamo in:

Ancora a proposito di "destra" e "sinistra" massonica: il caso del massone neonazista, razzista, tradizionalista e integralista cristiano Anders Behring Breivik, autore di stragi in Norvegia per conto di chi? Attenzione preventiva anche all'Italia (terra di stragismi vari irrisolti, ricordando che prevenire è meglio che curare) dove non mancano i neonazisti/neofascisti alla corte dell'illegittimo Gran Maestro del G.O.I. Gustavo Raffi

Ma, in generale, sia che trattino di politica, economia, costume o spettacolo, consigliamo la lettura di tutti i posts pubblicati in questo brillante Blog consacrato al Libero Pensiero.
Su qualche affermazione contenuta in un paio di questi articoli, però, dobbiamo fare alcuni rilievi critici.

In:

150 anni di unità d'Italia. Tina Anselmi: il più solido pilastro dell'Italia che vogliamo costruire nel nome della legalità repubblicana. (del 30 luglio 2011)

ad esempio, dobbiamo rilevare di non condividere il panegirico di Tina Anselmi che viene fatto. Giuste le notazioni sulla bellezza e importanza del ruolo civile delle donne (più che mai necessario in una società ancora troppo paternalista e maschilista come quella italiana), più che condivisibile l’incitamento alle “sorelle d’Italia”, affinché si mobilitino per trasformare la realtà attuale, ma non condividiamo affatto la santificazione di una politica, Tina Anselmi, che non aveva gli strumenti culturali e le competenze specifiche (come non le ebbero i consulenti maschi di cui si avvalse) per ricoprire un ruolo delicato come quello di Presidente della Commissione Parlamentare sulla P2.

Da questa carenza di fondo, poi, sarebbero derivate le inconcludenze della Commissione stessa e la sua incapacità di spiegare a se stessa prima e a gli italiani poi, che cose fosse stata la Loggia P2 e che rapporti questa avesse con il mondo massonico italiano e internazionale, o con la stessa società politica nostrana ed estera.

Sulla P2 e sul quadro storico-culturale ad essa relativo, rimandiamo al nostro recente contributo del 4 agosto 2011: Presentazione e Commento all’edizione italiana e romena (2011) di: Aldo Mola, GELLI E LA P2 fra cronaca e storia, Bastogi, Foggia 2009 (I ediz. 2008).

Inoltre, ci sono sembrate un po’ azzardate alcune affermazioni contenute nello stesso post. L’amico Sergio Di Cori Modigliani, che non è un massone (il che pone dei limiti alla sua comprensione di certi interna corporis) ha ben intuito che all’interno della Massoneria (correttamente definita la più importante organizzazione associativa planetaria) internazionale sono in corso delle pesanti dialettiche (lui la chiama zuffa colossale) fra diverse “anime”.

E non è nemmeno così lontano dal vero quando intuisce che una delle questioni (ma soltanto una) riguarda il ruolo delle DONNE, dentro la Libera Muratoria e fuori, nel più complesso agone della società civile e politica.

Ma, forse spingendosi un po’ troppo in là per le sue effettive competenze (a prescindere dalle eccellenti capacità intuitive, ermeneutiche ed esplicative che traspaiono anche da questo articolo, scritto più con il talento visionario dell’artista che non con l’acribia del filologo), si mette a parlare de “i due grandi centri, veri e propri motori propulsivi dell’intera massoneria: la Loggia Scozzese e quella Francese”, commettendo poco più avanti l’errore di confondere “Loggia Scozzese” con “Massoneria inglese”, quest’ultima correttamente descritta come un tantino misogina e maschilista.

In realtà, bisogna ribadire una volta per tutte che le “Logge” sono le singole articolazioni territoriali (più o meno importanti) di una Comunione o Obbedienza a diffusione nazionale.

Tali Comunioni o Obbedienze si chiamamo “Gran Logge” o “Grandi Orienti” e non “Logge”, come si ostina a chiamarle l’amico Sergio (e non soltanto lui, tra i profani).

Inoltre, cosa infinitamente più importante, la massoneria di Rito Scozzese, nelle sue varianti ed articolazioni mondiali, non c’entra NULLA con la massoneria inglese (salvo presenze marginali sul territorio anglosassone), mentre invece l’amico Sergio le confonde e sovrappone.

Il Rito Scozzese Antico ed Accettato (ma ci sono Riti Scozzesi minoritari con altre denominazioni) o R.S.A.A., di origine FRANCO-STATUNITENSE, è il rito di perfezionamento (dal 4° al 33° grado della massoneria) più diffuso nel Mondo e negli USA, mentre gli inglesi (cioè la United Grand Lodge of England) non amano i Riti con troppi gradi e praticano, dopo il terzo grado (grado di maestro) soprattutto il cosiddetto “Arco Reale”, la cui esplicazione dottrinale e rituale esula da questa occasione.

Non è esatto parlare genericamente di logge “anglofone” (cioè di lingua inglese), perché in questo modo si mettono insieme realtà (quelle di Inghilterra, Scozia e Irlanda da una parte, con quelle degli USA, dall’altra, per tacere di altre minori) che sono in costante antagonismo tra loro e con le logge gravitanti attorno al Grande Oriente di Francia, per l’egemonia sul mondo latomistico e non solo latomistico…

Infine, non ci risulta l’esistenza di alcuna  “Loggia C (definita “importantissima e poco nota loggia cosiddetta deviata”)che, secondo Di Cori Modigliani, “affida questo compito (NDR: di “controllo del’economia italiana” etc, come aveva detto più sopra l’autore del post) a Silvio Berlusconi a metà degli anni ‘80”.

A meno che l’amico Sergio non abbia voluto fare un riferimento subliminale e mitopoietico alle iniziali di CORONA Armando o di COSSIGA Francesco, i cui cognomi iniziano entrambi con la “C” e che effettivamente svolsero un ruolo importante, diretto e indiretto, nell’educazione massonica di Silvio Berlusconi lungo gli anni ’80, la sua informazione non è esatta.

A metà degli anni ’80, Silvio Berlusconi, già alla corte massonica piduista di Licio Gelli a partire dal 1974, iniziato ritualmente nella Loggia P2 nel 1978, ad opera dell’Ex Gran Maestro Giordano Gamberini, era ormai entrato stabilmente a far parte di coloro che ruotavano attorno al nuovo establishment massonico italiano presieduto da Armando Corona (Gran Maestro del GOI dal 1982 al 1990).

Il “giro” di Corona, nel quale presenziavano, fra gli altri, Flavio Carboni e Giuseppe Pisanu, gli consentì di entrare in rapporti amichevoli con Francesco Cossiga (che diventerà Presidente della Repubblica nel 1985 e fino al 1992).

Ma, almeno fino al 1990, mai il maestro (tale era stato riconosciuto sin dai tempi dei rapporti con Gelli, dopo il 1978) massone Silvio Berlusconi si sarebbe sognato di ricevere compiti che non gli venissero impartiti o avallati dallo stesso Corona o da qualcuno dei suoi sodali più intimi.

Sarà soltanto nel 1991 che, ormai esauritasi la gran maestranza Corona e rafforzatasi la cifra massonica, imprenditoriale e pre-politica di Berlusconi (in ottimi rapporti anche con il PSI craxiano ad alta densità libero-muratoria e con la destra DC di Forlani e Andreotti), costui si decise a costituire una Loggia “in proprio”, la cosiddetta Officina Draconis o Drake’s Lodge o Loggia del Drago, che ha anche una denominazione più occulta, nota solo a pochi intimi del Capo.

Questa presunta “Loggia C” (a meno che non si tratti di un nome fittizio/evocativo per rimandare ad altro) non è mai esistita e quindi preghiamo Sergio Di Cori Modigliani di chiarire meglio questo equivoco.

Altro piccolo rilievo critico che esula da tematiche massoniche.

Il 3 agosto 2011 Sergio Di Cori Modigliani, scrive un ennesimo articolo arguto, brillante, penetrante e incisivo sul Blog http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.com :

“Confucio batte Europa 3 a 0 nella grande finale e diventa campione del mondo per la prima volta: in diretta da Shangai”

Assaporare questo divertente saggio di intelligenza ermeneutica è un piacere e perciò ne raccomandiamo a tutti la lettura.

Dal suo interno, potremmo osservare che ci sarebbero da esprimere molte riserve critiche a proposito dell’eccezionale dinamismo economico del “nuovo impero cinese”, così arrogantemente proposto al pubblico elogio da Guan Jianzhong, presidente della Dagong Rating Agency System, che si azzarda ad affermare:

"Per quale motivo dovrei pensare che esiste una crisi finanziaria? La cosiddetta "crisi" la vive l'Occidente, non l'Oriente. Lo spettacolo indecoroso offerto da repubblicani e democratici alla Casa Bianca non ha fatto altro che dimostrare la totale irresponsabilità di voi occidentali. L'irresponsabilità assoluta che i governanti dell'Europa Occidentale stanno manfiestando dicendo il falso ai propri popoli e ai propri cittadini che pagano le tasse rivela una decadenza che porterà a una catastrofe annunciata".
E poi -è ovvio, visto che se lo può permettere- ha spiegato che soltanto la Cina, il modello cinese, la produzione cinese, e i miliardi di euro cinesi possono salvarci il culo (diciamolo in questo modo ruspante ma comprensibile a chicchessia, dato che di questo si tratta).
Jianzhong ha proseguito "Non c'è crisi. In tutto l'oriente non esiste crisi. E' il vostro modello imperialista che è saltato ed è giunto a conclusione della sua fase storica. Ed è davvero penoso essere testimone del modo barbaro, incosciente e irresponsabile con il quale i vostri governanti stanno cercando di salvare ciò che non può essere salvato: deve essere cambiato, il che è diverso".
,

A monte del pluriennale sviluppo cinese sussiste un sistema statuale e sociale, quello cinese appunto, palesemente fascio-comunista.

Un sistema che sfrutta un’ immensa riserva di manodopera a bassissimo costo, in un contesto di condizioni di lavoro brutali e senza tutele per sterminate schiere di persone, con una esigua fetta di popolazione che partecipa dei benefici economici dello sviluppo e in assenza di vere libertà politiche, di pensiero, di espressione e di stampa.

La Grande Industria “Cina”, al momento, ha buon gioco nel competere con le esportazioni di altri paesi, per la semplice ragione che gioca con carte truccate al tavolo verde dell’economia mondiale.

Se e quando, prima o poi, centinaia di milioni di cinesi si ribelleranno allo sfruttamento perpetrato su di loro da parte di un’elite di ex burocrati del partito comunista, trasformatisi in industriali, ne riparleremo…Per ora, è facile competere con paesi occidentali dove uno sviluppo plurisecolare (e meno male) ha condotto all’organizzazione sindacale e alla tutela dei diritti dei lavoratori e dove sussiste una dialettica democratica e liberale fra forze politiche che si alternano alla guida dei governi, invece di un blocco di potere monolitico e autoritario che reprime le richieste liberalizzatrici delle sue nuove generazioni nel sangue (vedi la rivolta di Piazza Tien’anmen nel 1989 e tutte le repressioni e carcerazioni dei dissidenti tuttora in corso).

Semmai, il dramma è che, anche in Occidente, qualcuno sogna un’evoluzione politico-economica pseudo-cinesizzante, con feroce aumento della disoccupazione tale da consentire un parallelo aumento della manodopera e radicale diminuzione del costo del lavoro, con riduzione in semi-schiavitù delle masse lavoratrici (precarizzate ed esposte al continuo ricatto di non poter lavorare se non si adeguano a standard molto più bassi di quelli conquistati in passato), destrutturazione della classe media (sempre più in caduta libera) e conseguente distrazione dalla partecipazione civile e politica di famiglie costrette a lottare disperatamente per la sopravvivenza o per il mantenimento di un minimo decoro sociale.

Tutto ciò, con l’aggravante della manipolazione quotidiana, ai danni del sentire comune, di determinati operatori mediatici e opinion-makers infiltrati nelle destre come nelle cosiddette sinistre. Costoro, ispirati dall’onda lunga neoliberista che ha causato la crisi del 2008-2009 e dalla quale non siamo mai usciti, tuttora, sia in Europa che negli Usa, pretenderebbero di uscire dall’ impasse economico con le stesse ricette con cui ci siamo entrati: deregolamentazione assoluta e perpetua della finanza, privatizzazioni selvagge di beni statali (sarebbe più corretto chiamarle svendite a vantaggio di amici degli amici, per come sono state realizzate in Italia e altrove), privatizzazioni/liberalizzazioni di servizi necessari di pubblica utilità. Con il miraggio di minori oneri e di maggiore efficienza e con il concreto risultato dell’aumento di costi e inefficienze ai danni della collettività e in vantaggio dei soliti pochi amici degli amici, subito pronti a fare cartello tra loro (altro che liberalizzazione e libera concorrenza) per tenere alti i tariffari, in danno dell’interesse dei cittadini consumatori.

Ma di tutto questo si parlerà meglio altrove (e in termini martellanti), non in questa sede.

Infatti, non era per polemizzare con le affermazioni del cinese Guan Jianzhong (sagacemente riportate nel suo bell’articolo dal titolare del Blog “Libero Pensiero: la casa degli italiani esuli in patria”) che abbiamo parlato di piccolo rilievo critico a proposito di

“Confucio batte Europa 3 a 0 nella grande finale e diventa campione del mondo per la prima volta: in diretta da Shangai”

Il “rilievo” è invece relativo a quando si parla di Filippo II.

Viene detto:

“Jianghzong penso che sia un uomo di ottima cultura classica. Penso che abbia con cura selezionato le parole. Penso di star capendo come ragionano e operano i cinesi. Non a caso ha usato la stessa identica frase che nei libri di Storia identifica l'inizio del crollo e fallimento del più vasto impero mai esistito sulla Terra: quello spagnolo di Filippo II. L'unico imperatore che si sia potuto permettere il lusso di dire "sul mio Impero non tramonta mai il sole", aveva dalle Filippine all'Africa all'intero continente americano da poco scoperto.
Ma un giorno, intorno al 1520, in seguito a fortissime sollecitazioni del Vaticano, Filippo II decise di dare udienza a questo signore un po' noioso e insistente che si chiamava Lorenzo Gualtieri Gibboni, di professione plenipotenziario con delega da parte del Monte dei Paschi di Siena. Qusto oscuro signore comunicò, al più potente uomo della terra, che era fallito perchè le numerose guerre, le spedizioni in America, i privilegi della casta aristocratica, erano stati tutti finanziati da questa modesta e silenziosa e anonima famiglia senese, parente di una famiglia di principi fiorentini che in Spagna non potevano avere udienza perchè considerati dei provinciali senza autentica noblesse: i Medici. Il signor Gibboni, carte alla mano, dimostrò all'imperatore che in realtà tutto il suo impero non valeva nulla, ma proprio nulla, perchè era basato su lettere di credito -garantite dal Vaticano e dall'Impero centrale tedesco- in possesso delle banche toscane.
"Ma io sono l'imperatore del mondo" dichiarò urlando Filippo II.
E questo oscuro ragioniere, sperando che valesse l'espressione
ambasciator non porta pena abbassando la testa rispose: "Sì maestà, lo siete. E avete la garanzia che il titolo vi rimarrà. In verità il vostro impero è finanziariamente fallito e le vostre terre e possedimenti in Europa ci appartengono. Ma non è necessario che lo si sappia in giro". Gli disse che il suo grande impero era tutta carta straccia.
Sappiamo tutti come è andata a finire.
In Italia è esploso il Rinascimento. Le banche senesi si presero tutto.
La Spagna è affondata miseramente e non si è mai più ripresa”

Ora, Filippo II d’Asburgo nacque a Valladolid (Spagna, Castiglia-Leon) il 21 maggio del 1527 e morì il 13 settembre del 1598 presso El Escorial (monumentale residenza regale fatta edificare proprio da Filippo), nelle vicinanze di Madrid.

Inoltre, Filippo II non fu mai Imperatore, bensì Re di Napoli e Sicilia dal 1554 al 1598, Re di Spagna dal 1556 al 1598 e di Portogallo dal 1581 al 1598, con tutti i connessi territori coloniali spagnoli e portoghesi.

Imperatore del Sacro Romano Impero era stato invece suo padre, Carlo V d’Asburgo (incoronato come tale prima ad Acquisgrana nel 1520 e poi a Bologna nel 1530, per mano del Papa), ma solo fino al 1556, quando cedette la corona imperiale al fratello Ferdinando I d’Asburgo.

Di Carlo V (1500-1558) fu detto che “sul suo impero non tramontava mai il sole”, trattandosi di territori di diversi emisferi (ma non delle Filippine, occupate solo nel 1565 e così chiamate in onore di suo figlio Filippo II di Spagna).

Semplice lapsus e sostituzione di Carlo V con Filippo II, nella ricostruzione dell’articolo di cui stiamo dibattendo?

No.

“Intorno al 1520”, come viene imprudentemente affermato, situazioni come quella del Lorenzo Gualtieri Gibboni plenipotenziario del Monte dei Paschi di Siena (peraltro nato nel 1472 come “Monte Pio” e che solo nel 1568 ricevette un nuovo statuto che ne sviluppava il dinamismo creditizio), che spiega al sovrano spagnolo la sua bancarotta, erano assolutamente anacronistiche.

Intorno al 1520, Hernàn Cortes non aveva nemmeno ancora finito di conquistare per Carlo V l’impero azteco (la conquista terminerà circa verso il 1523) né Francisco Pizarro quello inca (intorno al 1535), con il conseguente invio in Spagna di enormi quantità di oro e argento predati dai conquistadores.

Nel 1527, le armate dell’imperatore Carlo V (avanguardie lanzichenecche luterane in testa) avrebbero spadroneggiato in Italia, fino ad umiliare il Papa Clemente VII (Giulio de’ Medici, 1478-1534), all’epoca il più prestigioso esponente di quella casata dei Medici citata nell’articolo che stiamo commentando, con il famigerato Sacco di Roma (maggio 1527-febbraio 1528).

La decadenza economica e politica spagnola iniziò soltanto a partire dalla metà del ‘600.

Il “Rinascimento”, in Italia, non “esplose” dopo il 1520 (semmai si trattava di qualcosa che, anche sul piano politico-economico, oltre che culturale, era cominciato e culminato nel XV° secolo), mentre, nel corso del ‘500 e per tutto il ‘600, si verificò esattamente l’opposto di quanto enunciato nel pezzo sottoposto alla nostra analisi: la Spagna esercitò un controllo  assolutamente egemonico sui territori italiani, sia attraverso il dominio diretto del Ducato di Milano che di tutta la parte meridionale e insulare e persino dello Stato dei presidi (territori toscani un tempo appartenuti alla Repubblica di Siena…), sia mediante un’influenza indiretta sugli stati rimasti formalmente autonomi: Stato Pontificio, Repubblica di Genova, Granducato di Toscana, etc. (la Repubblica di Venezia era l’unica, rivolta più ad Oriente, a godere di vera autonomia, ma anche per essa, nel corso del ‘500, iniziarono i primi segnali di decadenza, essendo tagliata fuori dai grandi commerci trans-atlantici).

Tutto quanto abbiamo osservato a proposito di alcune affermazioni dell’articolo

“Confucio batte Europa 3 a 0 nella grande finale e diventa campione del mondo per la prima volta: in diretta da Shangai”,

così come in precedenza dell’articolo

150 anni di unità d'Italia. Tina Anselmi: il più solido pilastro dell'Italia che vogliamo costruire nel nome della legalità repubblicana(del 30 luglio 2011),

non tolgono nulla all’efficacia dell’impostazione generale delle originali, penetranti e argutissime riflessioni dell’amico Sergio Di Cori Modigliani.

Con amicizia e stima, vorremmo solo consigliargli di non avventurarsi oltre un certo limite in territori tematici che per lo più gli sono estranei (massoneria), oppure rispetto ai quali non possiede sufficienti strumenti eruditi (storia pre-moderna).

E anche sul piano delle analisi macro e micro-economiche, lo inviteremmo a non lasciarsi troppo condizionare dalla vulgata neo-liberista tuttora propugnata, con notevole faccia di bronzo, da insigni rappresentanti dell’establishment accademico che, dall’alto della propria scientia economica, si erano scordati di prevedere la crisi del 2008-2009, evidentemente ignorandone le cause prima e non potendone proporre le soluzioni adesso, non essendo più sufficientemente credibili per farlo (come invece crede di essere la prof.ssa Elinor Ostrom, statunitense e non inglese o britannica - come viene erroneamente detto nell’articolo apparso sul Blog http://sergiomodicorimodiglianji.blogspot.com il 5 agosto 2011: “L’Italia sta andando alla deriva: lo sostiene il premio nobel per l’economia inglese”-  significativamente influenzata da un precursore del neoliberismo come Friedrich August von Hayek, 1899-1992).

Incitiamo invece l’amico Sergio a proseguire nella sua opera (e Noi non mancheremo di pubblicizzarne i frutti, che molto apprezziamo) di eccellente narratore, cronista ed interprete dell’età contemporanea, del suo costume, delle sue contraddizioni e dei suoi piccoli e grandi segreti velati al grosso pubblico.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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