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Beppe Grillo un po’ Ayatollah autocratico e qualunquista, un po’ Vendicatore necessario del POPOLO SOVRANO

 

 

 

 

Tra Noi e le amiche e gli amici di Democrazia Radical Popolare, in precedenza ci siamo occupati di Beppe Grillo e del suo Movimento 5 Stelle nei seguenti contributi:

Beppe Grillo, il Capitalismo e la Democrazia. Parte I (clicca per leggere)

Grande Oriente Democratico a proposito di Beppe Grillo, Iran, Israele, la Donna iraniana al centro della famiglia e altre simili parole in libertà (clicca per leggere)

Democrazia Radical Popolare in Difesa di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio (pur non condividendone per diversi aspetti il progetto e talune idee) (clicca per leggere)

Con il supporto oggettivo e (speriamo) involontario di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle, l’Italia si appresta a formare un Parlamento balcanizzato che eleggerà Mario Monti al Quirinale e un suo proconsole a Palazzo Chigi (clicca per leggere).

Ora, nell’imminenza delle consultazioni elettorali che porteranno in Parlamento diversi grillini o grillisti al Senato e alla Camera, vogliamo trarre un bilancio provvisorio, dicendo con chiarezza, ad oggi, come la pensiamo sul carismatico e abile ex comico genovese e sul Movimento politico che ha costruito insieme all’altrettanto abile e talentuoso Gianroberto Casaleggio.
Prima di dire con brevi e precise parole quale sia la nostra impressione, sottoponiamo ad attenta lettura i seguenti testi:

“Grillo, adesso chiedi scusa alla Salsi”, articolo del 6 novembre 2012 by Paolo Madron per LETTERA 43(clicca per leggere)

“Militanti del M5S insultano Federica Salsi con epiteti ingiuriosi”, articolo del 15 novembre 2012, a cura di Roberto Del Bove per NewNotizie (clicca per leggere)

“Grillo ‘scomunica’ Favia e Salsi. L’eletta: ‘Peggio che nei vecchi partiti’”, articolo redazionale del 12 dicembre 2012 per REPUBBLICA(clicca per leggere)

“La ‘Grillonomics’. Analisi del programma economico del MoVimento 5 Stelle”, articolo del 7 febbraio 2013 by Vladimiro Giacché per KEYNES BLOG(clicca per leggere).

“La violenza squadrista dei grillini su Facebook”, articolo del 22 febbraio 2013 by Antonio Rispoli per JULIENEWS.IT (clicca per leggere)

GOD presenta “La vigilia elettorale tra lazzi sbadigli e paure dei grilli”, articolo del 22 febbraio 2013 by Sergio Magaldi per LO ZIBALDONE DI SERGIO MAGALDI (clicca per leggere)

Commento di DRP a “La mia dichiarazione di voto”, articolo by Sergio Di Cori Modigliani per LIBERO PENSIERO (clicca per leggere).

Bene, per Noi di Grande Oriente Democratico, Beppe Grillo è un affabulatore di talento sempre in bilico tra la tendenza a presentarsi come AYATOLLAH carismatico, autoritario e censorio e la genuina vocazione a rappresentare il VENDICATORE archetipico degli interessi traditi (da anni di malaffare e mala gestione della RES PUBLICA) del POPOLO SOVRANO.

Non ci sono piaciute le sue sortite filo-iraniane, filo-Hamas e anti-israeliane; non ci è piaciuto il modo in cui ha trattato i dissidenti e i critici all’interno del Movimento 5 Stelle, a partire da Valentino Tavolazzi  e dagli altri attivisti della prima ora di cui si parla in

“Democrazia in Movimento: nasce il partito di Tavolazzi coi delusi dei 5 stelle”, articolo del 4 febbraio 2013 by Giulia Zaccariello per IL FATTO QUOTIDIANO (clicca per leggere),

per finire con Giovanni Favia e Federica Salsi, quest’ultima oltraggiata con espressioni e aggressioni misogine e truculente partorite da manipoli di farabutti aizzati dai toni non meno offensivi e ributtanti dello stesso Grillo.
Non ci piace l’assenza assoluta di democrazia interna al Movimento 5 Stelle, la gerarchia opaca facente capo a Casaleggio & Sodali che effettivamente gestisce e controlla ogni cosa, il meccanismo farlocco con cui una classica cooptazione dal vertice è stata gabellata per selezione dal basso (via web) dei candidati alle elezioni 2013.
Non ci piace che dei candidati per il Parlamento del Paese ubbidiscano come dei somari all’ordine impartito dall’alto di evitare il confronto pubblico radio-televisivo con candidati di altri partiti e con le sollecitazioni critiche dei giornalisti (per quanto questi siano asserviti e pennivendoli - in questo ha ragione Grillo - è il principio del contraddittorio pubblico e del diritto di cronaca che va salvaguardato).
Non ci piacciono alcune proposte del Programma Ufficiale del Movimento 5 Stelle (in seguito, magari, ne parleremo analiticamente, non prima che si sappia quali rimarranno in piedi dopo la grande abbuffata di demagogia elettorale…) che troviamo francamente deludenti, illiberali, inutili se non addirittura dannose, latrici complessivamente di un’idea povera, semplicistica, qualunquistica e risentita delle gestione della RES PUBLICA.
Aborriamo l’idea di impedire per legge che un valido uomo politico possa essere eletto per più di due mandati e ci fanno sorridere proposte stralunate come quella di una sola rete pubblica immune dall’influenza dei partiti. Bene, e chi deciderà della governance di questa sola rete pubblica (e una sola rete ci sembra un po’ pochino, per tacere della misteriosa sorte privata delle altre due reti, a chi andranno?)? Domeneddio, Casaleggio, Grillo o quale altro degli ottimati della Terza Repubblica italiana? Se non sono Dio, Casaleggio, Grillo, qualche aristocrazia post-moderna e i partiti chi gestirà le nomine RAI e il funzionamento dei palinsesti? Se non sarà neanche il Parlamento dei rappresentanti del popolo (dove siedono i partiti) non rimane che il POPOLO SOVRANO stesso. Ma come può il popolo –entità collettiva- governare la gestione di un network televisivo se non per mezzo di amministratori e dirigenti a ciò delegati? Allora saranno eletti? Ma, se vengono eletti, non saranno anch’essi legittimi portavoce di gruppi differenti (riecco i partiti, legittima articolazione della vita politica democratica) in competizione per rappresentare pro quota “il tutto”?
Non ci piace l’idea (non per caso apprezzata demagogicamente da tutti gli schieramenti politici) di abolire le province (si diminuisce il tasso di rappresentanza democratica nelle Istituzioni, demandando determinate competenze a livelli politici più distanti dal territorio o ad organi burocratici e non elettivi); non ci convince l’abolizione di contributi ai partiti, sembrandoci più in linea con un sistema democratico - cioè non notabilare  (dove solo chi dispone di ingenti fondi e donazioni private si può pagare la campagna elettorale) e non plebiscitario (dove i miliardari Grillo, Casaleggio, Sassoon ed altri costruiscono un Movimento verticistico e gerarchico investendo inizialmente ingenti mezzi propri)- mantenere queste elargizioni ma subordinarle rigorosamente al funzionamento pluralista e liberale di un qualsivoglia movimento che li richieda, costretto anche, per legge, ad organizzare iniziative di formazione e aggiornamento politico-culturale e civile per poterne beneficiare.
Parimenti, l’abolizione generica e totale dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali ci sembra una norma inutilmente recessiva e depressiva per l’attività giornalistica su carta stampata, già pesantemente penalizzata dalla destinazione delle inserzioni pubblicitarie soprattutto verso le reti radiofoniche e televisive. Piuttosto, si creino dei meccanismi di vigilanza rigorosi i quali concedano finanziamenti e contributi soltanto a quelle testate che non siano di proprietà di imprenditori multimilionari e di mastodontiche società quotate in borsa, ma esprimano invece un valido e coraggioso giornalismo d’inchiesta e di effettivo spessore civile e culturale, magari caratterizzato anche dalla presenza di giovani che si stiano formando alla professione.

Chiarito tutto quello che non ci piace, possiamo invece evidenziare quello che ci sembra utile della complessiva proposta grillesca.
In primo luogo l’idea di una democrazia partecipativa (che contrasta paradossalmente con il verticismo elitario vigente all’interno del Movimento 5 Stelle): consentita dall’introduzione di referendum propositivi e senza quorum; da diverse altre consuetudini di controllo sull’operato della classe dirigente (praticabili via web); dal referendum sulla permanenza nell’euro; dall’obbligo di discussione di ogni legge di iniziativa popolare in Parlamento, con voto palese; dall’elezione diretta dei parlamentari alla Camera e al Senato.
Ci piace alquanto l’idea del reddito di cittadinanza, anche se preferiamo ad esso quello della piena occupazione lavorativa, garantita da una feconda interazione tra impresa pubblica e privata, secondo le tesi espresse da DRP nella Nona delle 10 Serie di Proposte per il Governo dell'Italia dal 2013 in poi. "A salvaguardia della Libertà d'Impresa e delle Professioni e a tutela degli inalienabili Diritti dei Lavoratori" ,clicca per leggere.
Concordiamo sulla necessità di una legge sui conflitti d’interesse, ma anche contro i monopoli e gli oligopoli, secondo quanto ne scrive anche Democrazia Radical Popolare in

Quinta delle 10 Serie di Proposte per il Governo dell’Italia dal 2013 in poi. “Contro i Monopoli e i Conflitti d’interesse” (clicca per leggere);

siamo d’accordo su un ampio ripristino di fondi per la sanità e la scuola pubblica, di cui si parla con dovizia di analisi e osservazioni nelle complessive

10 Serie di Proposte per il Governo dell’Italia dal 2013 in poi. Da Democrazia Radical Popolare al Nuovo Centro-Sinistra (da costruire sulle ceneri del Vecchio) (clicca per leggere);

concordiamo anche sull’abolizione dell’IMU per la prima casa e sull’abolizione di Equitalia; sul fatto di rendere non pignorabile la prima casa, garantire l’accesso gratuito alla rete per l’intera cittadinanza e su suggestioni simili.
Ci lasciano invece perplessi, per la loro genericità velleitaria, le enunciazioni a favore di leggi speciali anti-corruzione (quali, come?) e quelle relative a “misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa” (quali misure?).

Soprattutto, apprezziamo il ruolo di COLLETTIVO “VAFFA” e di micidiale GRILLO PARLANTE CORALE che gli eletti del Movimento 5 Stelle, per quanto rozzi, inadeguati ed eterodiretti, saranno in grado di espletare nel prossimo Parlamento, alle calcagna di vecchi arnesi della politica politicante di destra, centro e sinistra.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO  (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 21-24 febbraio 2013 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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