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“8 marzo 2011. Festa delle Donne: Grande Oriente Democratico e Democrazia Radical Popolare auspicano Onore e Dignità per tutte le donne italiane e per le loro sorelle in tutto il Pianeta, specie in Libia, Iran e in tutti i paesi di cultura patriarcale e maschilista”

 

 

 

 

Vorremmo dedicare poche ma sentite parole a tutte le donne del Pianeta, ma non nell’unico giorno in cui la generalità delle persone si ricorda di loro con un profluvio di vacua e astratta retorica.
Bensì il giorno dopo, quando ormai nessuno si occupa più della questione femminile.
Esistono poi associazioni i cui vertici si squalificano da sé, come appunto quelli attuali del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani targato Raffi e Camerati, che un omaggio alle donne non l’hanno fatto né ieri, né oggi (vedi la totale assenza di riferimenti nel sito ufficiale del G.O.I.: www.grandeoriente.it ).
Né potrebbero mai farlo, un simile “omaggio”, visto che in nome di principi contro-iniziatici, anti-massonici, reazionari, conservatori e tradizionalisti intrisi del peggiore maschilismo patriarcale, hanno deciso di optare per una incoerente omosessualità spirituale che esclude “l’altra metà del cielo” dai lavori di Loggia, salvo che nelle forme umilianti e discriminatorie delle cosiddette “Stelle d’Oriente”.
Intendiamoci, Noi di G.O.D. e di D.R.P. siamo assolutamente schierati a tutela, difesa e valorizzazione di qualunque forma di orientamento sessuale, sia spirituale che materiale (eterosessualità, omosessualità, bisessualità, transessualità, etc.) ma, proprio per questo, abbiamo scarsa simpatia per quelle posizioni antropologiche e sociali che, in nome di uno specifico orientamento, escludano tutti gli altri dal godimento di spazi comuni di confronto, contaminazione e associazione.
Figuriamoci poi, nel caso di una Istituzione come la Libera Muratoria che, secondo il Grande Ipocrita ravennate che presiede (abusivamente) Palazzo Giustiniani, dovrebbe essere un capisaldo della popperiana “società aperta”, tollerante, pluralista e dialogica…
Aperta ai neofascisti, agli affaristi e ai contro-iniziati…Pluralista nel senso di essere governata da una pluralità di cortigiani al servizio di un Gran Sultano ravennate…Tollerante nel senso di dover sempre più somigliare, nelle opere e nelle intenzioni di alcuni, ad una sorta di “Casa di Tolleranza”…
Ma sul problema della dignità della Donna rispetto alla Massoneria abbiamo molto da dire e da fare e quindi ce ne occuperemo ancora e sempre (fino alla risoluzione del problema), in molteplici sedi.
Intanto, così come abbiamo fatto per la Giornata della Memoria del 27 gennaio scorso (vedi "27 gennaio 2011: Giornata della Memoria, Grande Oriente Democratico e la Grande Ipocrisia di Raffi, Abramo & Company" ), cominciamo con il rammentare che il vero impegno per la “celebrazione e la memoria” di qualcosa inizia il giorno dopo e prosegue nei giorni successivi alla data formale prescelta per la commemorazione ufficiale.
Quindi, Noi di G.O.D. e D.R.P. celebriamo le nostre sorelle, fidanzate, compagne, mogli, amanti, madri, amiche, tutti i giorni che vanno dal 9 marzo di un anno al 7 marzo dell’anno successivo. E l’8 marzo lasciamo gli omaggi retorici a coloro che per il resto dell’anno si dimenticano dell’intera questione.
Il nostro pensiero si dirige anzitutto alle nostre concittadine italiane: a loro va il nostro affetto sincero, la nostra stima, amicizia e ammirazione per aver contribuito a quel po’ di sviluppo democratico e civile che anche un Paese arretrato come l’Italia ha conosciuto.
Avevamo trovato bella una reclame televisiva in cui l’Inno nazionale noto come “Fratelli d’Italia” (in realtà intitolato Canto degl’Italiani, opera del 1847 del Patriota Massone Goffredo Mameli) veniva parzialmente modificato in “Sorelle d’Italia”.
Sebbene concepita come un’operazione pubblicitaria, l’effetto era suggestivo e ispirava non poche riflessioni.
Le stesse riflessioni che, presto o tardi, dovranno convincerci che nei manuali di storia, accanto alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789: Dichiarazione ispirata al pensiero massonico più progressista, ma pur sempre maschilista) dovrebbe trovare altrettanto risalto la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina del 1791, scritta da una donna di grande coraggio e intelligenza (e rimarchevole anche per la bellezza), Olympe de Gouges.
Costei, democratica, liberale, libertaria, anti-schiavista (quando in pochi lo erano) femminista, pur trovando sostegno in molti girondini massoni e altrettanto liberal-democratici, fu alla fine mandata alla ghigliottina dal giacobinismo massimalista, illiberale e dispotico di Maximilien Robespierre.
Con che motivazione? In sostanza, quella di essersi impicciata, Lei Donna, di cose attinenti la sfera civile e politica.
Il Governo pseudo-giacobino del Terrore e della Virtù, guidato-fra gli altri- dal cosiddetto “incorruttibile” (ma che in realtà era corrotto nel suo animo sanguinario e perverso), si macchiò anche di questo delitto: la condanna e la negazione delle aspirazioni di molte donne rivoluzionarie (fra cui spiccava la de Gouges) alla parità dei diritti civili e politici.
Condanna in nome di che? In nome di uno spietato maschilismo paternalista, lo stesso morbo che ha contrassegnato da millenni le società, le culture e le religioni umane, comprese quelle che sono denominate come “I Tre Grandi Monoteismi”: Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo.
Compresa quella straordinaria Istituzione meta-religiosa che è stata nei secoli la Libera Muratoria. Ancora oggi, in pieno XXI° secolo, le massonerie del circuito mondiale maggioritario, cosiddetto “regolare”, negano l’accesso delle donne all’iniziazione latomistica.
Ciò, nonostante molti massoni si siano distinti, tra Otto e Novecento, nelle battaglie per il suffragio universale anche femminile e in quelle per la riforma del diritto di famiglia, fino a pochi decenni fa (specie nella pseudo-cattolica Italia) tragicamente discriminatorio nei confronti delle persone di sesso femminile.
Grande Oriente Democratico è nato anche per combattere questo ignobile e anacronistico stato di cose, non solo per ciò che riguarda la Massoneria italiana ma-con il supporto delle forze più vivaci, progressiste, combattive e riformatrici della Libera Muratoria internazionale- anche rispetto a tutte le altre Comunioni latomistiche dell’ecumene planetaria.
Grande Oriente Democratico e Democrazia Radical Popolare, poi, ciascuno nella propria area di competenza, intendono battersi senza tregua a salvaguardia dell’equiparazione sostanziale di uomini e donne in tutte le sfere dell’agire umano: politica, società, religioni, economia, cultura, arte, scienza, etc.
Questa “guerra” (perché di guerra si tratta, contro l’ignobile infezione patriarcale, maschilista e tradizionalista che da millenni disonora il cosiddetto “maschio”, che si crede un po’ più “essere umano” della cosiddetta “femmina”) sarà prima o poi vinta, nessuno ne dubiti.
Come saranno vinte le discriminazioni politiche e giuridiche che ancora penalizzano ferocemente le donne in molti Paesi arabi, africani e di altra latitudine, comunque a struttura sociale arcaica e “tradizionale”. Come saranno vinte le discriminazioni culturali e psicologiche che tuttora perdurano persino nell’ Occidente ebraico-cristiano, dove, sempre in omaggio al maschilismo patriarcale, Dio è anzitutto concepito e raffigurato come Padre e/o Figlio; solo in nettissimo subordine come “Madre” (ma, appunto, la Madonna è Madre di un Dio, non Dea essa stessa) e mai e poi mai come “Figlia”.
Di qui, da questi rudimentali, arcaici e risibili archetipi culturali (adatti forse alle masse asinine che si volevano indottrinare millenni e secoli fa e che tuttora, in vaste aree del pianeta, si indottrinano similmente, tra miseria materiale e integralismi religiosi biechi e strumentali che nulla hanno di spirituale, molto di ciniche logiche di potere e asservimento) deriva ancora-anche nel democratico, laico e liberale Occidente- un pregiudizio fondamentale nei confronti delle Donne, variamente mascherato da fallaci sillogismi.
Quei sillogismi fasulli che, ad esempio, in alcune Comunioni massoniche sbarrano il passo all’iniziazione femminile in nome di presunte, invalicabili “leggi sottili” di matrice esoterica, oppure di assai più pragmatiche riflessioni pecorecce da Bar: “guai alla femmina, che ci sconvolge gli ormoni, giovanili o senili…e che semina zizzania tra i Maschi Virtuosi…”
E VOI che ragionate così, sareste INIZIATI, cioè persone temprate da un percorso di perfezionamento spirituale?
Ma fateci il piacere!
Per esperienza diretta, possiamo dire che in tutte quelle organizzazioni esoteriche ed iniziatiche (ma anche profane) dove donne e uomini lavorano insieme, esiste un valore aggiunto di profondità, intensità, equilibrio, “alchimia” e fecondità che non appartiene minimamente a quei tristi consessi monosessuali di vecchi (o giovani prematuramente invecchiati) spaventapasseri ottusi e falsamente ieratici, abbarbicati come piccoli koala alla cosiddetta “Tradizione”, quasi questa fosse una sorta di “grembo materno rassicurante” che deve proteggere dal contatto impuro e conturbante con l’ALTRO SESSO.
Crescete ed emendatevi, cari pseudo-fratelli.
Crescano e si emendino anche coloro che invitano, con facile moralismo d’accatto, a mettere in relazione la demoniaca società dei consumi con il “consumo oggettivante” che si farebbe del corpo della donna.
Intanto, per parte nostra, diciamo: “viva la società dei consumi, viva lo sviluppo economico e industriale dell’era contemporanea, etc.”.
Oppure vogliamo dire che “si stava meglio quando si stava peggio”?
E cioè che era meglio la “società pre-moderna non-consumistica” dove povertà significava morire di fame a causa di un cattivo raccolto di patate, mentre adesso “povertà”, almeno nell’occidentale società dei consumi, significa spesso non potersi permettere gli stessi lussi e gli stessi beni di consumo di altri concittadini?
Altra cosa vale per i Paesi del terzo e del quarto mondo ma, appunto, quelle non sono ancora “società dei consumi”.
Dopo di che, forse che nelle arcaiche, tradizionalistiche e “non consumistiche” (almeno per le masse, perché invece le elite consumano in modo vertiginoso e spudorato) società arabo-islamiche, ad esempio, dove il corpo della Donna non viene ostentato e “oggettivato” in cartelloni pubblicitari, in tivù, nei films, etc., per il sesso femminile tira una buona aria?
Nessuno, in Occidente, obbliga ragazze e ragazzi, donne e uomini (ormai non è più un fatto propriamente ed esclusivamente femminile) ad “oggettivare” il proprio corpo per la pubblicità o lo show-business: si tratta di libere opzioni personali, altrettanto libere di chi si fa strada nella società per mezzo di talenti meno “oggettivanti e fisico-fenomenologici” e più “soggettivamente creativi”, artistici o intellettuali che siano. E in mezzo ci stanno tutte quelle persone "normali" che, pur non essendo oggettivati come bei corpi dallo show-biz o iper-soggettivati come begli spiriti per altro tipo di performances, sono tuttavia liete di poter disporre con sempre più libertà (rispetto ai decenni passati e rispetto a società non democratiche) della propria dimensione fisica, senza lacci e lacciuoli di natura confessionale o moralistica.
Al contrario, nelle società non-consumistiche e patriarcali arabo-islamiche, ad esempio, le donne sono obbligate a nascondere il proprio corpo, che si ritiene appunto demoniaco e turbativo dell’emotività maschile.
In fondo, si tratta dello stesso principio per cui alcuni pseudo-massoni non gradirebbero l’entrata delle “femmine” nei loro Templi: per gli uni e per gli altri proponiamo un corso pluriennale di psicoterapia avanzata, a spese dell’O.N.U…

Concludiamo questo intervento-omaggio a favore generale delle Donne di tutto il pianeta e delle concittadine italiane in particolare, con la Memoria dell’8 marzo 1848, quando le donne di New York scesero in piazza per ottenere i diritti politici; dell’8 marzo 1857, quando lo sciopero di alcune lavoratrici tessili newyorkesi fu represso con brutalità; dell’8 marzo 1911 (alcuni sostengono che la data esatta fosse il 25 marzo, non l’8), quando, sempre a New York, vi fu il famigerato incendio di una fabbrica di camicie (priva di norme di sicurezza) in cui perirono circa 150 esseri umani di sesso femminile.
Ma non possiamo dimenticare l’infelice condizione di quelle tante donne che, ad oggi, nella civilissima Spagna, muoiono di percosse subite dentro le mura domestiche (statistiche recenti e aggiornatissime che stabiliscono un triste primato per la nazione iberica), che anche nel resto dell’Occidente vengono quotidianamente picchiate, stuprate o rese schiave da infami aguzzini, che in Oriente (e non solo) vengono mutilate nei propri genitali per limitarne il piacere sessuale e sottometterle psicologicamente, che devono sopportare la negazione del proprio corpo, della propria libertà di espressione e della propria dignità politica, civile e culturale.

E visto che siamo nell’imminenza dei 150 anni dell’Unità nazionale, come non ricordare quella straordinaria ed esemplare Donna che fu ANITA GARIBALDI, italiana non di nascita ma per “vocazione e scelta”, come tante donne extra-comunitarie che mettono al mondo i futuri cittadini italiani di domani, di un’ Italia che speriamo sempre più multi-etnica, multi-religiosa e multi-culturale (come lo sono le grandi democrazie occidentali, USA, GRAN BRETAGNA e FRANCIA in testa).
Quella ANITA che fu compagna inseparabile del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia GIUSEPPE GARIBALDI, lui si vero MASSONE e vero INIZIATO, che ebbe il coraggio e la lungimiranza di iniziare alla Libera Muratoria anche gli esseri umani di sesso femminile, in spregio a secoli di ignobili discriminazioni.
Per Noi, l’esempio del Gran Maestro Garibaldi vale infinitamente di più delle ciance misogine e sessuofobiche di tanti personaggi che si atteggiano a grandi iniziati, ma che invece sono solo dei patetici ominicchi.

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com )

LE CITTADINE E I CITTADINI DI DEMOCRAZIA RADICAL POPOLARE (www.democraziaradicalpopolare.it )

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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